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Autore: kogarashi    23/04/2008    4 recensioni
Non ricordo esattamente quanto tempo sia trascorso da quel giorno: giorni, mesi, anni…ormai ne ho perso il conto. Però non potrò mai dimenticare il viso di quell’uomo mentre si voltava verso di me sorridendo…raccogliendo ogni frammento di lacrima che scendeva irrazionalmente dal mio volto di bambina. Ricordo che…abbiamo parlato di tante cose...
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora ogni minimo dettaglio di quella giornata

 

*MEMORIES*

 

 

 

 

 

Ricordo ancora ogni minimo dettaglio di quella giornata. La pioggia che cadeva scrosciante, bagnando ogni singola particella di realtà, che andava via via lavandosi da tutto il male e il dolore che il mio cuore in quel momento provava. Le persone che camminavano con quell’insolita fretta, ignorando qualsiasi tipo di creatura vivente, troppo prese dalla loro insulsa vita. Il cielo carico di nuvole nere, che, minacciose, oscuravano anche l’ultimo spiraglio di speranza, rendendo tutto ancora più cupo.

 

Non ricordo esattamente quanto tempo sia trascorso da quel giorno:  giorni, mesi, anni…ormai ne ho perso il conto. Però non potrò mai dimenticare il viso di quell’uomo mentre si voltava verso di me sorridendo…raccogliendo ogni frammento di lacrima che scendeva irrazionalmente dal mio volto di bambina. Ricordo che…abbiamo parlato di tante cose...

 

 

*

 

 

Avrò avuto circa 9 anni, quel giorno nel quale la mia vita si spezzò, così come la mia intera infanzia. Io, ultima di quattro sorelle ero quella sempre presa di mira, che cercava di stare al passo con delle sorelle maggiori troppo prese da loro stesse per dare ascolto ed attenzione ad una bambina come me…per dare ascolto a tutto. A volte mi chiedevo se io fossi stata voluta in quella famiglia…o se fossi solamente stata un errore

 

Ogni volta che questo pensiero mi balenava in testa la mamma mi prendeva fra le braccia, cullandomi dolcemente fino a tranquillizzare la mia anima, fino a farmi comprendere quanto quell’assurdo pensiero fosse del tutto illogico per la mia età, facendomi tornare a giocare con i miei giocattoli, che un tempo erano appartenuti alle mie sorelle.

 

Ma ogni volta quel pensiero tornava a galla, come l’olio versato in una bacinella piena d’acqua, che torna in superficie nonostante si tenti di fermarlo.

 

E anche io cercavo di fermarlo…rinnegavo quel pensiero come se fossi acqua, ma quel pensiero…quell’olio tornava sempre in superficie, continuando a ricordarmi che forse io non sarei dovuta rimanere li. Io non ero ben voluta.

 

E quel giorno ne ebbi la prova inconfutabile.

 

Quel giorno il telefono suonò insistentemente per alcuni interminabili minuti, prima che la mamma corresse a rispondere, alzando con quella sua dolcezza che traspariva da ogni singolo gesto il ricevitore.

 

Quello che accadde dopo fu il caos.

 

 

*

 

 

Rimasi del tutto indifferente il giorno in cui mio padre morì. Ero troppo piccola per comprendere ciò che mi stesse succedendo attorno. Le mie sorelle…mia madre, piangevano come se una parte di loro fosse stata rubata da un essere vigliacco e crudele.

 

La verità è che non ricordo quasi più il viso di mio padre. Ero piccola quando lui se ne andò di casa per lavoro. A volte ricordo delle veloci telefonate, nelle quali sentivo dall’altra parte della cornetta una voce calda e gentile che mi chiedeva come stessi e cosa facessi nella palestra per passare il tempo. Quando rispondevo lamentandomi delle mie sorelle, in particolare di Lily, che essendo quella più vicina a me di età si comportava peggio di un dittatore famelico, lui rideva, dicendomi di sopportare, perché un giorno anche io sarei cresciuta, e avrei fatto vedere a tutti di che pasta ero fatta.

 

Quella frase è l’unica cosa che mi lega ancora a lui. Il resto è stato cancellato dal tempo. Quando mia madre abbassò il ricevitore e disse con voce tremante che papà non c’era più, quelle parole tornarono nella mia mente come un’onda del mare in tempesta, affogando la mia indifferenza nelle lacrime che mia madre lasciava scivolare giu dal suo viso.

 

Lei piangeva anche per me…

 

Da quel giorno le cose non furono più come prima. Il viso della mamma invecchiò tutto d’un tratto, sembrava sempre stanca e provata, anche allenare i pokèmon la metteva di cattivo umore.

 

A volte in piena notte attraversavo silenziosamente il corridoio, e notavo la porta della sua camera da letto semi aperta. E lei era li, seduta sul davanzale a contemplare tristemente il cielo, mentre la brezza lasciava volare delicatamente i suoi capelli rossi come il tramonto, rossi come i miei.

 

Fu in quell’istante che pensai che mio padre rappresentasse una figura negativa. Credetti che volesse portare via la mamma, ero giunta a questa conclusione…da sola. Per questo volevo attirare l’attenzione della mamma. Perché volevo che rimanesse con me. Volevo tenerla legata a me.

Non volevo che…mi lasciasse da sola. Pur di sentirmi tranquilla…avrei fatto davvero qualsiasi cosa. E fu per questo che tramutai nella mia mente la figura di mio padre in negativa.

 

Non volevo neppure che Daisy, Violet e Lily me la portassero via…sono stata egoista, ma ogni bambino quando si vede portare via un genitore senza un motivo valido cerca con tutte le sue forze di chiudere l’altro in una sorta di involucro impenetrabile…convincendosi che questo basti per non farlo allontanare da sè.

 

Ma non è stato così…

 

Nonostante la mamma si fosse accorta di questo mio stato d’animo continuava a scivolarmi via dalle mani, ignorando, o forse non riuscendo a sentire il mio grido di disperazione, mentre vedevo il suo intero essere avvicinarsi sempre di più a papà…

 

Lo capivo…lo vedevo dalla sua espressione che lei voleva raggiungerlo…che voleva tornare insieme a lui…a volte pronunciava lievemente “Vorrei andare a trovarlo”, e Daisy in quei momenti la fissava non capendo, tornando poi a giocare come se nulla l’avesse scalfita. Solo io mi rendevo conto di quanto il suo cuore fosse martoriato dal dolore.

 

Sempre…mi sono sempre comportata da stupida e…e mai…non sono mai riuscita a trovare la risposta giusta…senza prima smarrirmi.

 

E lo odiai…quando portò via la mamma lo odiai, con tutta me stessa. Quando la mamma bruciò e volò via insieme al fumo…trasformandosi in ossa e cenere io odiai mio padre come se fosse l’unica cosa che potessi fare. La sola cosa…

 

Essere lasciati…o lasciare.

 

Cos’è più doloroso?

 

 

*

 

 

Quell’uomo ascoltava ogni mia singola parola, ogni mio sfogo silenziosamente, ascoltandomi come se volesse salvarmi dal buio che mi stava attanagliando…

 

“Guarda questa foto…” mi disse improvvisamente.

 

Presi con delicatezza quella piccola immagine fra le dita, e mi sorpresi vedendo l’immagine raffigurata sopra. Un bambino dai capelli corvini che doveva avere su per giu la mia età sorrideva, radioso, giocando con una donna dai capelli castani che lo teneva dolcemente fra le braccia.

 

Alzai il viso, incontrando il volto dell’uomo che mi sorrise dolcemente.

 

“E’ la mia famiglia…questo è mio figlio Ash” disse poggiando l’indice sulla foto ed indicando il bambino.

 

Io tornai a guardare la foto, soffermandomi sul viso del bambino. E provai invidia…perché lui sorrideva felice insieme a sua madre…mentre io avevo appena perso la mia…

 

“Chissà voi…per arrivare alla vostra risposta…quante volte smarrirete la strada…e quanto tempo impiegherete…per ritrovarla”

 

Quelle parole mi suonarono stravaganti…ero solo una bambina…e in quel momento quella frase mi sembrò la cosa meno indicata da dire…eppure…eppure scaldò ugualmente il mio cuore.

 

Mentre scoppiavo a piangere quell’uomo mi stette vicino, non mi consolò…ma mi bastò…non volevo essere definita come poverina dal resto del mondo…mi mise solamente la sua giacca sulle spalle, mentre le mie lacrime cadevano inesorabili, mescolandosi con la pioggia…

 

Fu la sola volta in cui vidi quell’uomo…ma a ripensarci ora, il suo sorriso ricordava molto quello gentile di mio padre…quello sfogo, aveva lavato via il mio odio verso di lui…non era stato lui a portare via la mamma. E non era stato neppure il mio egoismo o l’indifferenza delle mie sorelle ad allontanarla.

Era successo e basta…

 

 

*

 

 

Ripensando a tutto ciò mi viene da sorridere…ma anche da piangere.

 

Sorrido pensando di aver avuto la fortuna d’ incontrare il padre di Ash, nonostante non possa rivelarglielo…perché so che ne soffrirebbe…lui non l’ha quasi conosciuto, e questo è uno dei tanti motivi che mi legano a lui…che me lo fanno sentire vicina nonostante la lontananza…che lo fanno somigliare a me.

 

Ma allo stesso tempo mi viene da piangere…forse non ho ancora pianto tutte le mie lacrime…forse, il mio senso di colpa verso di lui non si è ancora esaurito…io, che credevo di essere odiata in quella famiglia mi sono resa conto troppo tardi dell’amore che provavano per me…ma non dimenticherò mai le sue parole…le porterò con me…e diventerò la figlia che lui voleva diventassi…

 

Sopporta ogni dolore, quando crescerai farai vedere a tutti di che pasta sei fatta Misty

 

Si papà…lo farò per te…e per la mamma…”

 

 

FINE

*-* questa fic mi piace…è dolce e malinconica al punto giusto…>.> e mi è venuta in mente leggendo alcuni numeri di Furuba xDDD e difatti alcune frasi provengono proprio da li ^-^

In pratica racconta un piccolo frammento dell’infanzia di Misty…e di ciò che ha provato quando prima suo padre e poi sua madre le sono stati strappati via senza alcun ritegno. E’ tutto ambientato in questo lasso di tempo estremamente corto…ero indecisa se far finire la madre in un ospedale psichiatrico o farla morire…e ho optato per la seconda…perché volevo proprio che non ci potesse essere più nessun contatto fra di loro. Come un vero e proprio scopo non portato a termine…L’ultima parte (ovvero quella quasi strettamente legata a ciò che accade in Furuba) si collega al primo, ovvero la piccola Misty che distrutta per la morte della madre si ritrova a parlare seduta sotto la pioggia con un giovane uomo…che si scopre poi essere il padre di Ash…(ho volutamente deciso che una volta che Misty fosse tornata a casa non avrebbe più incontrato quell’uomo…perché morto in circostanze misteriose e quindi che non ho spiegato…ma che forse farò) ù__ù ecco…non ho una spiegazione del perché l’ho scritta…osservando la pioggia di questi giorni *=__=/ e che non accenna a smettere* l’ho scritta…xD tutto qui ^-^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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