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Autore: Loop    24/04/2008    11 recensioni
Una breve one shot-esperimento su hime l'espada 4; immagino che sia spoiler per chiunque non sia ancora arrivato alla serie dell'hueco mundo. Buona lettura
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Smells like lotus flower

La filiforme figura candida dell’espada numero quattro scivolava graziosamente per i labirintici corridoi del palazzo del signore Aizen, le esili gambe parevano muoversi appena sotto l’ampia divisa bordata di nero, gli occhi di giada fissi: lo sguardo penetrante, estremamente espressivo e struggente, ad un attento scrutatore, avrebbe mostrato tutta la sua agghiacciante vuotezza.
Finalmente raggiunse la sua meta, l’espada, e con una mano delicata aprì la porta da dove proveniva un sommesso singhiozzare, mostrando la spoglia stanza e, riversa sul pavimento, una graziosa fanciulla abbigliata con la divisa da espada bianca e nera, che sussultava al ritmo dei singhiozzi, ma che accortasi della presenza efebica alle sue spalle, prontamente si rialzò, ricomponendosi per quel poco che le riusciva, mostrando fieramente gli ancora umidi occhi metallici, di un’incomparabile quanto mai vista dolcezza, così stonante nell’ambiente circostante che pareva quasi avere un colore e un’espressione innaturale.
“Cosa vuoi?” non c’era sdegno o stizza nelle sue parole, nemmeno astio, solo nobile contegno
“Accertarmi che tu abbia mangiato” inclinò leggermente la testa a destra, a fissare meglio quei grandi occhi d’acciaio, i suoi, morti, d’improvviso illuminati da qualcosa d’indecifrabile e leggermente inquietante; la fanciulla di fronte a lui non rispose, rimase a sostenere calma il suo sguardo, le mani strette al ventre, il mento alto. Dal canto suo, l’espada chiuse la porta alle sue spalle appoggiandovi la schiena; serrò per un breve istante gli occhi, come fosse assorto in qualche pensiero divagante, ma evidentemente lo scacciò in fretta, tornando nella stanza, a fissare la giovane.
“Non hai mangiato.. Li stai aspettando?” e parve quasi che un angolo della bocca s’inclinasse leggermente in alto, ma fu solo un’impressione, il volto pallido era immobile come sempre
“Si” ci fu una pausa, e lei si voltò, forse per non dover sostenere gli occhi in cui avrebbe trovato tutta l’irrealtà di quella risposta “non puoi impedirmi di fare almeno questo”
“Quando.. quando deciderai di mettere in pace il tuo cuore, di far si che smetta di soffrire?” la voce era atona, nessun fremito, nessuna espressione, nessuna convinzione nelle parole: voleva solo giocare, tentare di smuovere quell’immobilità fastidiosa, distruggere quella sicurezza tanto patetica e tanto irritante.
“Loro arriveranno. Verranno a prendermi” e questa volta si voltò a guardarlo con gli occhi lucidi, cristallini, e di colpo un sussulto lo colse.
E ora cosa succedeva? Cosa.. cosa era quel fastidio al petto? Una stretta.. o quasi, un urto violento causato da qualcosa che però era all’interno.. o forse qualcosa esattamente sotto la voragine nella gola si stesse accartocciando su se stessa. Poteva essere? Stava forse morendo?
Un dubbio, terribile: era possibile che fosse lei a causare.. questo? No.. si.. era o non era lei? Si, era lei, ma ammetterlo oppure no? No, certo che no, mai, no, a costo di perdere tutto no..
Stava fremendo involontariamente, dovette sedersi sul divano; non era la prima volta che gli capitava, oh, no, ed era sempre quella peculiare creatura la causa scatenante. Forse i suoi poteri erano qualcosa che andava oltre quello che credeva Aizen? Forse.. era tutto da testare. Bene. Testiamo.
“Perché non ti sottometti a Aizen e non la smetti di comportarti da sciocca? Ne beneficerai”
“Ti ringrazio, ma no” di nuovo una risposta calma, lievemente amara, pronunciata con voce rauca, ma con tono neutrale; aveva voltato leggermente la testa, acennando alle inferrate che fendevano il cielo, mostrandone solo sottili striscie, e ora guardava di nuovo l’espada: i suoi occhi, si, i suoi occhi erano davvero meravigliosi. Possibile che appartenessero ad un essere così freddo? Lei lo sapeva, certo che lo sapeva, che quelle gemme meravigliose nascondevano in realtà due immensi pozzi vuoti. Le era bastato uno sguardo per capirlo. Eppure era innegabile il fatto che fossero tanto belli, e valeva davvero la pena guardarli. Oh si. Niente le impediva di ammirare gli occhi del suo carceriere. E il suo carceriere, dal canto suo, faceva altrettanto. Esistevano davvero creature tanto pure e fiduciose? Poteva seriamente essere così ingenua, così stupida quella ragazza? Incredibile davvero. Eppure..
“Devi mangiare” rimaneva fermo, il giovane, in una posa composta e sobria, ma dalla dubbia comodità, con la schiena rigida e le gambe incrociate; nella mente però, il tumulto: qualcosa martellava e copriva ogni altro pensiero col suo assordante rombo; di colpo il silenzio; un unico pensiero, sibilato appena dietro le labbra, in un impercettibile movimento della lingua che si era seccata improvvisamente
E’ la sua pelle che ha quest’odore?
La bocca si era socchiusa, gli occhi si erano ingranditi leggermente, e una piccola scossa l’aveva attraversato; Orihime aveva colto qualcosa, ma era troppo poco, eppure sapeva che c’era un’alterazione nell’immagine dell’espada: aveva cambiato espressione forse?
Aveva quasi boccheggiato, ma era riuscito a ricostruire la cinta muraria della sua mente, e aveva eliminato ogni pensiero scomodo.
“Tornerò”   si era alzato, con calma, e avanzava verso la porta “Spero che per allora tu abbia mangiato. Non vorrei ricorrere a metodi drastici” e aveva richiuso la porta.
Aveva lasciato la giovane a fissare la lastra bianca della porta con una sensazione diversa dal solito: la perplessità.
Il giovane dalla gola perforata si diresse nelle sue stanze, abbandonandosi come mai prima di allora aveva fatto sul letto fresco. Stava tremando. Fremeva convulsamente più che altro. Era, come dire.. scosso? No, non era scosso, era sconvolto, e aveva stretto gli occhi fin quasi a farli dolere, si era stretto le mani sul torace e pregava di smettere di tremare. Basta basta. Smetti di tremare, basta. Smettila di fare tanto male, cosa vuoi, chi sei? Basta, fai silenzio, smettila. Ho detto di smetterla. Ti ucciderò se non la smetterai. Basta.
Confusione più pura, terrore ormai,  e finalmente, all’apice di tutto questo, oltrepassato il limite della sopportazione, di nuovo il silenzio. E la voce
Possibile che la sua pelle profumi di fiori di loto?
Ecco cos’era.
Chiuse di nuovo gli occhi, e questa volta niente caos; un’immagine, precisa, ben delineata: candida pelle, pelle morbida, calda. Doveva essere così la sua pelle. E ovviamente, il profumo.
Si alzò, uscì dalle sue stanze e si diresse di nuovo dalla prigioniera di Aizen. Lei era ancora lì, ad aspettare.
“Spogliati” l’espressione di sempre, la compostezza di sempre; lei lo aveva guardato e aveva sgranato gli occhi: aveva davvero appena detto di spogliarsi?
“Avanti” la esortò, in tono che non lasciava spazio a repliche, e lei obbedì, e mitemente iniziò il lento procedimento per liberarsi delle ingombranti stoffe avorio; lentamente venivano scoperte le spalle, il ventre, le gambe, e lei si chiedeva perché si stava spogliando davanti a quell’essere; quando tutto fu rimosso, lei era nuda sotto lo sguardo di giada dell’espada, la cui espressione era mutata sensibilmente. Guardava curioso, innocentemente, e avanzava con una esasperante lentezza; finalmente le era davanti.
“P-perché i-io..” il gesto del giovane la lascio interdetta e sconvolta: lui le aveva sfiorato una guancia con la mano gelida.
Ora la mano scendeva e si soffermava sul collo, in quel punto in cui lui non aveva che un buco vuoto, e le dita si scaldavano, mentre scendeva sul seno, sfiorandolo appena con la punta delle dita, e nel viso l’espressione era di stupore e meraviglia, cos’era tutto quello? Cosa significava? Senza dubbio era di una bellezza sconvolgente, quelle sensazioni, quei tumulti, comunque si chiamassero, qualsiasi cosa fossero, lo stordivano e lo ubriacavano, e i colori di colpo divenivano intensi e vivi, quasi vibranti.
Il respiro di Orihime si era fatto rumoroso, le parole le mancavano o semplicemente le morivano sulle labbra, e non poteva far altro che rimanere ferma; sentiva le dita morbide che divenivano sempre meno fredde e sempre meno estranee, avvertiva un calore sorgerle dal ventre, e di certo doveva essere vistosamente arrossata; doveva fermarlo, impedire che..
I suoi occhi. Quelle pozze vuote. No. Adesso erano piene. Meravigliosamente, deliziosamente, divinamente piene. Piene di lacrime.
Stava piangendo.
In quel momento lei non fece niente di orribile o scandaloso; il suo gesto era stato dettato solo dal cuore. Sollevò lentamente le braccia, fino all’altezza del viso del giovane che le stava di fronte, circondò dolcemente il capo corvino e abbracciò il giovane, stringendolo maternamente al petto, mentre lui continuava a piangere tutte quelle lacrime che di punto in bianco gli erano nate dentro, singhiozzando, e appariva così fragile, così.. umano.
“Ulquiorra-sama.. io..”
Si era bruscamente spostato, e scuoteva la testa, lo sguardo sconvolto, uscì a grandi passi dalla stanza, come non aveva mai fatto prima d’ora.
Orihime rimase immobile, al centro della stanza, con solo la sua pelle profumata addosso. Il cuore le faceva male. Gli occhi le bruciavano. La mente ripeteva incessantemente un nome e un’immagine, che vacillavano pericolosamente. No, non poteva cedere così, se era successo tutto quello era stato soltanto per colpa della sua fragilità; non aveva seriamente voluto sentire la sua pelle, non aveva seriamente desiderato che lui la stringesse, non lui, no.
Non doveva crollare, non doveva. Sarebbero venuti da lei, e lui se ne sarebbe andato per sempre. Perché è questo che lei voleva, giusto?

Spazio dell'autrice

Ragazzi, eccomi tornata! Ecco un mio esperimento nuovo, una roba curiosa, eh si, Ulquiorra mi piace proprio, solo che è così difficile da fare...mah, speriamo di averlo reso bene. Commentate e andrete in paradiso (non so più come convincervi T_T ahimè non ho facoltà mistiche, e non posso sapere se vi è piaciuto se non commentate, e anche se so che non ve ne frega niente, spero commentiate lo stesso; io di solito commento quelle che mi colpiscono, quindi se nessuno si sforzerà di scrivere due righe, mi butterò sul barattolo della nutella sconvolta dalla notizia che scrivo orrendamente >.< quindi abbiate pietà e scongiurate eventuali tentativi di suicidio da parte degli autori, ok?). Forse ci sarà un continuo. Forse. Che ne dite? L'ho rammollito Ulquiorra?

  
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