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Autore: Hermione Weasley    24/04/2008    9 recensioni
Questa è la cosa più stupida che potessi fare, Waldorf.
[Gossip Girl] [Chuck Bass, Blair Waldorf] [Chuck/Blair]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tempo di cimentarsi con qualcos'altro a quanto pare :P



It Takes My Pain Away.

I never thought I'd walk away from you.
I did.
But it's a false sense of accomplishment.
Every time I quit.

Anyone can see my every flaw.
It isn't hard.
Anyone can say they're above this all.
It takes my pain away.

Jimmy Eats The World - It Takes My Pain Away




Ha ancora il sapore della glassa del dolce a riempirle la bocca. Sta iniziando a darle il voltastomaco.

Blair Waldorf si guarda attorno e tutto ciò che vorrebbe fare è alzarsi e andarsene da quella sala tutt'altro che familiare in cui sua madre ha deciso di passare la sera di Natale assieme ad una manica di illustri sconosciuti.

Suo padre non è riuscito ad arrivare in tempo. Nessun miracolo è arrivato a risolverle la giornata, com'era successo un anno prima. Trova stupido sentirsi soli il giorno di Natale.

Sua madre chiacchera amabilmente con un Valentino e un Armani, ciascuno sistemato sulle rispettive proprietarie dal rispettabile aspetto.

E' rimasta a tenersi compagnia col dolce al cioccolato, ma adesso non vorrebbe far altro che vomitare. Chiudersi in bagno e restarci almeno fino al mattino seguente.

Cerca il bicchiere con la mano libera, facendo tintinnare i braccialetti di Tiffany che le cingono il polso.

Serena è probabilmente con Dan. Forse ha fatto la spola tra casa Van der Woodsen-Bass e casa Humphrey. Le ha telefonato qualche ora prima, ma Blair ha insistito perché non passasse anche da lei. Sapeva che avrebbe già avuto abbastanza da fare anche senza di lei... e poi c'è una questione d'orgoglio, al quale attualmente Queen B. non può proprio rinunciare.

Lancia u'occhiata stanca e annoiata fuori da una delle grandi finestre che danno sull'ampia via antistante l'elegante edificio in cui si trovano.

Chissà cosa starà facendo Nate. Magari è andato a far visita a suo padre, forse con i nonni materni... non ne ha idea. Il lato positivo? Non è più onnipresente nei suoi pensieri.
Nathaniel Archibald è stato ufficialmente e officiosamente detronizzato dalla regina. Senza appello, probabilmente.

Fatto sta che, al momento, il suo Natale si è trasformato in una delle solite dimostrazioni di lusso, sfarzosità e bon ton alle quali era già abbastanza abituata.

- Mamma?

La richiama, nonostante sia qualche metro più in là. Alza la voce, non ha voglia di raggiungerla.

- Sì, tesoro?
- Serena mi aspetta. Ci vediamo più tardi.

Si rimette in piedi, recuperando borsa e cappotto.

- Ma non avevi detto che...
- Ha cambiato idea. Eric è rimasto con la signor Van Der Woodsen, quindi...

Prima regola: poche spiegazioni. Si rischia sempre di incappare in qualche particolare scomodo e molto poco giustificabile.
Le scocca un rapido bacio sulla guancia prima di prendere letteralmente il volo per il piano superiore.

- Ti voglio bene. A dopo!

Senza nemmeno rendersene conto, si ritrova in strada.
Le luci degli addobbi sono quasi acciecanti.
Lascia che la vista si abitui a tutto quello spreco di energia elettrica, prima che un'idea le salti in testa.

Forse non è l'unica che sta trascorrendo la serata in solitaria.

*

Suite 1812.

Un bussare leggero, ma impertinente.

- Non ci sono!

Cerca di farsi sentire nonostante ci siano ben due piumoni a coprirlo.
Possibile che non si possa restare tranquilli nemmeno a Natale?

- Bass apri questa dannata porta!

E' un ordine quello che arriva. Perentorio e secco. La voce è familiare. Fin troppo.

Chuck si trascina pesantemente fuori dal letto. Due bicchieri di scotch, tre di vodka e qualche altro extra hanno fatto il loro dovere e adesso la testa gli gira come se fosse piena d'acqua o aria.
Si strofina gli occhi assonnati con entrambe le mani.

Mentre si avvia verso la porta si annusa la camicia. La puzza d'alcool è innegabile.

- Andiamo, Bass!

Insiste, ma Chuck ci tiene comunque a prendersi tutto il tempo che gli serve.
Apre soltanto dopo una manciata di secondi. Un tempo che dall'altra parte sembra essersi dilatato fino all'inverosimile.

- Qual buon vento, Waldorf? Non dirmi che sei appena stata assunta all'officina di Babbo Natale.

Un sorriso sfacciato fa eco al suo benvenuto.

- Certo. Sono venuta ad avvisarti che il camion col carbone che ti sei meritato non riesce a svoltare l'angolo.

Gli comunica con un sorriso di scherno.

- E' troppo grande. Probabilmente il camion più grande che sia mai stato inventato, Bass. Dovresti gioire, finirai sul Guinness degli Sfigati.
- Devo essermi perso qualcosa. Non siamo tutti più buoni a Natale?

Allunga un braccio sullo stipite della porta, allungandosi leggermente per poter trovare una posizione che gli sia abbastanza congeniale.

- Questo è quello che vogliono farti credere.
- Siamo vittime del sistema, Waldorf.

Sentenzia con voce volutamente teatrale.

- Bè, grazie tante per avermi avvisato. Manderò i miei elfi personali a scaricare il carbone domani mattina. Tanti saluti.

Fa per richiuderle la porta in faccia senza troppi complimenti, ma un piede arriva rapido a impedirgli l'operazione.

- Aspetta...

Chuck alza gli occhi al soffitto. Non ha assolutamente voglia di mettersi a discutere. L'unica cosa a cui può interessarsi, al momento, è il minibar che attende di essere debitamente svuotato e ripulito.

- Cosa? Che c'è?

E' seccato, quasi nervoso.
Blair si frammette tra Chuck e la porta. Buttarla fuori è praticamente impossibile.

Lei resta a fissarlo per un paio di secondi, cercando una scusa abbastanza valida. Non vuole andarsene. E basta.

- Quanto diavolo hai bevuto?
- Non credo sia esattamente affar tuo.
- Sei con qualcuno?

Domanda ancora, ignorando l'ostilità che le riserva, voltandosi per poter sbirciare all'interno della suite.

- Non credo sia affar tuo nemmeno questo.
- Sei solo.

Constata infine.

- Blair, hai intenzione di dannarmi l'anima ancora per molto? Non hai qualche povero gruppetto di ragazzine decerebrate a cui dare il tormento?
- Non è divertente, Chuck.
- Punti di vista, suppongo.
- Perché non sei con tuo padre?
- Perché le pecore nere hanno un recinto a parte. Credevo lo sapessi, Waldorf.

Tenta di allontanarsi appena, per poter sfuggire al pungente odore di vodka che emana, appoggiandosi allo stipite della porta.

- Ti hanno mandato via?

Chiede in tono leggermente diverso, senza mancare, comunque, di nascondere quella che potrebbe essere tranquillamente definita preoccupazione sotto una pesante coltre di ironia e sarcasmo.

- Non esattamente.
- Ho portato un po' di dolce.

Quell'uscita non era decisamente preventivata.

-... dolce?
- Dolce, Bass.

Specifica.

- Mi auguro che il tuo vocabolario non sia così limitato come dicono.
- Ti sei drogata?

Blair fa saettare lo sguardo su di lui, seccata dalla sua totale mancanza di tatto.

- No, ovvio che no.
- Hai bevuto? Inalato qualche gas nervino dai dubbi effetti? O la regina si è improvvisamente tramutata in una fata madrina griffata Chanel?
- Il tuo senso dell'umorismo potrebbe uccidermi.
- Oooh. Mi dispiace.

La cosa sembra perdere improvvisamente di senso. Ammesso che ne abbia mai avuto anche solo un briciolo.

- Scusa se ti ho importunato, Bass. Non so cosa mi sia passato per la testa. Forse dovrò tentare di fare beneficenza altrove. Sono sicura che alla mensa dei poveri troverei maggior relazione e presenza di spirito di quanta non ne abbia trovata qui. Tanti saluti.

Parla rapidamente, senza dargli il tempo di dire alcunché.
Prima che se ne sia reso conto ha già fatto un passo indietro, pronto a sfrecciare per il corridoio, fino all'ascensore e poi giù fino ai cancelli d'uscita.

Allunga la mano, in un riflesso incodizionato che non trova subito motivazione, e l'afferra per un braccio, strattonandola indietro, impedendole di allontanarsi.

- Bass?
- E' al cioccolato?
- Cosa?
- Il dolce.

Sentenzia con ovvietà.
Blair tenta di liberarsi, senza sapere esattamente come comportarsi.

- Ah. Il dolce... certo. Sì. Sì, è al cioccolato.
- Allora puoi entrare.

Gli rivolge un'occhiata interrogativa, senza capire.

- Andiamo, Waldorf, non farmi aspettare.

Spalanca la porta con un gesto che vorrebbe essere scontroso, ma che stenta un po' a sembrarlo.
Blair esita, non troppo sicura che quella sia poi un'idea così geniale.
Si umetta le labbra, quasi nervosamente, sforzandosi di non far trasparire alcun tentennamento.

- Molto bene, allora.

Si decide a dire, facendo il suo ingresso nella suite.
Inspira profondamente, mentre Chuck richiude la porta alle sue spalle.
Per tutta risposta, Blair resta immobile senza smettere di guardarsi attorno.
Trasale bruscamente solo quando le si avvicina, poggiandole le mani sulla schiena, facendo per toglierle il cappotto elegante.

Si sottrae rapidamente al contatto diretto, voltandosi di scatto verso di lui, quasi inviperita.

- Che diavolo... ?
- Il cappotto.

Tiene le mani alzate, vagamente stupito (ma nemmeno troppo) dalla sua reazione, come a testimoniare la sua assoluta innocenza.

- Non so che idea ti sia fatta fino ad ora, ma non è mia abitudine stuprare ragazze inermi.
- Per adesso, forse.

Lo corregge, tentando di rilassarsi.

- E in ogni caso, non sono così inerme.

Ci tiene a precisare, allungandogli la busta di carta col dolce. Aspetta che l'abbia preso prima di sfilarsi il cappotto da sola e andare ad appenderlo all'attaccapanni.

- Vuoi bere qualcosa?

Chiede poi lui, avviandosi verso il salotto della suite, portandosi dietro il dessert.

- Qualsiasi cosa tu non abbia ancora bevuto.
- Acqua?
- Acqua.

Acconsente infine, seguendolo fino al divano, prima di buttarcisi sopra a peso morto.
Restano in silenzio per un po', mentre Chuck sistema il dolce sul tavolino basso di vetro sul tappeto. Barcolla un po', ma probabilmente non è mai stato tanto sveglio in vita sua.
Magari non del tutto lucido, ma comunque sveglio.

Lei ha chiuso gli occhi, appoggiando il capo al divano di pelle scura. Respira piano e un po' irregolarmente.

La guarda. Vorrebbe sapere a che cosa sta pensando.

- Ti hanno buttata fuori?

Le rigira la domanda, infastidito da quell'opprimente silenzio che pare capace di metterlo in difficoltà più di ogni altra cosa al mondo, in quel preciso istante.

- No. Sono saltata spontaneamente al di là del recinto.

Spiega lei con un tono strano. Pare aver abbandonato il sentiero di guerra, optando per una vaga e diplomatica rassegnazione.

- Dalle stelle alle stalle?

Chiede lui, sistemando il dolce su un piatto recuperato chissà dove, alzandosi poi per andare a cercare un coltello e, possibilmente, delle forchette o dei cucchiai.

- Pensavo fossi solo.

Suona solo lontanamente seccata, mentre riapre gli occhi per poterlo seguire con lo sguardo.

- E cosa te l'ha fatto credere?

Chiede ironicamente lui. Ha ragione: era una scommessa vinta praticamente in partenza.

- Intuito femminile.

Abbozza un sorriso divertito, al quale Chuck risponde con una leggera smorfia che di un sorriso ha solo l'aspirazione a esserlo.

Trova un paio di posate in uno dei cassetti vicino al minibar, affrettandosi poi a versarle un po' d'acqua. Esita poi, inizialmente indeciso tra whiskey irlandese e cointreau, ma lascia rapidamente perdere, tornando al divano.

Le porge il coltello.

- A te l'onore, Waldorf.
- Mai tagliato un dolce in vita tua?

Insinua, scendendo a mettersi a sedere sul tappetto grigio per poter avere maggiore libertà di movimento.

Il vestito corto di Chanel, di una forte tonalità bordeaux, le sale lungo le gambe, rivelando una striscia di pelle scoperta appena a metà coscia.

- Non è un po' freddo per le parigine?

Domanda senza riuscire a trattenersi, fingendo interesse per il taglio della torta, mentre si mette seduto dalla parte opposta del tavolo.

- Perché non ti guardi le mutande, Bass?
- Perché non le ho.

Una smorfia le si dipinge sul viso, mentre un sopracciglio schizza pericolosamente verso l'alto.
Chuck scoppia incomprensibilmente a ridere alla sua espressione.

- Sto scherzando.
- Ah ah ah.

Sillaba fingendosi divertita.

- Chissà come ma non mi sarebbe sembrato poi così strano.
- Non sono io quello che perde pezzi di biancheria intima un po' ovunque, Waldorf. Ovviamente, se la memoria non mi inganna...
- Sei uno stronzo, Chuck.

E' la replica diretta e nervosa.

- Solo per un paio di mutandine, Blair. Non dovresti agitarti così tanto.
- Smettila.
- Sono riuscito a trovarle prima che l'autista portasse la limousine in garage.
- Chuck, ho detto di smetterla.
- Di certo n...

Si interrompe bruscamente quando un'intera fetta di torta al cioccolato gli si spiaccica sulla faccia, cadendo con uno strano rumore sul tavolo di vetro dopo aver tracciato una scia dolce e glassata lungo tutto il suo viso.

- Ti avevo detto di smetterla.

Si giustifica con disarmante ovvietà lei, leggermente rossa in volto, mentre si rimette in piedi per andare a cercare un fazzoletto di carta, o comunque qualcosa con cui potersi pulire le mani.

Si sente trascinare a terra non appena gli passa di fianco.
La strattona accanto a sé, afferrandola per un braccio, senza preoccuparsi della possibilità di macchiarla.

- Questa è la cosa più stupida che potessi fare, Waldorf.

Sillaba molto lentamente, portando il viso al suo stesso livello.

- No.

Ribatte lei seccamente, senza sottrarsi alla sua stretta.
Solleva leggermente una mano, passandogli due dita sotto agli occhi, spazzando via alcune tracce di cioccolato.
Rimane in silenzio per quella che pare un'eternità, prima di sporgersi verso di lui e baciarlo in piene labbra.
Lo sente irrigidirsi, bloccandosi a sua volta.
Sospira rumorosamente, tentando di recuperare il controllo e rimediare rapidamente a quel gesto privo di senso logico.

Gli accarezza distrattamente il viso sporco con la mano libera, riprendendo a baciarlo, invece che allontanarsi il più velocemente possibile. Si rilassa leggermente, mentre il sapore dolciastro le invade di nuovo la bocca, e Chuck prende a baciarla a sua volta.

Socchiude gli occhi, serrando la presa sul braccio di lei, cercando quasi disperatamente il sapore familiare delle sue labbra, sicuro di non esserselo mai dimenticato del tutto.

- Questa...

Mormora lei dopo qualche secondo, scostandosi un po', quel tanto che basta per poterlo guardare in volto.

- Questa è probabilmente la cosa più stupida che potessi fare.

Non si allontana, accarezzandole le labbra con le proprie, respirando pesantemente contro il suo viso.

- A me non sembra... poi così stupida.

Bisbiglia in risposta, non troppo sicuro di poter tener sotto controllo l'effetto che continua a fargli lei, mischiato a quello dell'alcool.

- Lo è, Bass.

Sottolinea il concetto, senza far niente per sottrarsi alle sue attenzioni.

- Ti piace la torta al cioccolato?

Le domanda.

- Per niente. Ma... addosso a te ha un altro sapore.
- Perversa.

Blair si mette a ridere, notando solo in quel momento le tracce di dolce, pan di spagna, glassa e cioccolata ancora sulla faccia di lui.

- Sei ridicolo.

Dice mettendosi a ridere.

- Il tuo senso dell'umorismo deve essersi arrugginito, Waldorf.
- E' solo una tua impressione, Bass.
- Non credo...

Prima che possa far qualsiasi cosa per impedirlo, Chuck le sta spalmando un altro pezzo di torta sulla faccia, giusto per pareggiare i conti.

- NO!

Urla senza ritegno, tentando convulsamente di liberarsi dalla sua stretta.

- Chuck, smettila!
- Oh, andiamo! Così siamo pari, Blair.
- Sei un bambino!

Tuona furiosa, mentre cerca di allontanarsi, con scarsi, scarsissimi risultati.

- Hai iniziato tu.

Fa notare con tranquillità, divertito dalla vista del viso di lei, solitamente così perfetto e pulito, macchiato di crema al cioccolato.

- Ma tu hai continuato...

Insiste ancora.

- Non mi dispiace.
- Stronzo!
- Ah ah. E' Natale. Siamo tutti più buoni, ah?

La riprende.

- Non ne ho voglia.
- Sei una bambina.
Le rigira il rimprovero, prima di afferarle il viso con entrambe le mani e baciarla di nuovo, incapace di trattenersi, zittendo qualsiasi protesta.
La sente rispondere, senza la minima esitazione stavolta.
Le accarezza distrattamente il collo, stringendola maggiormente a sé per la vita.

- Questo è ancora più stupido... Chuck.

Mormora a mezza voce quando scende a baciarle il collo.

- Resta.

Sussurra vicino al suo orecchio, affondando una mano nella massa di capelli scuri e boccolosi che profumano di vaniglia.

- Non...
- Resta, Blair.

Nasconde il viso nell'incavo del collo di lui, mentre l'odore d'alcool si attenua via via.

- Resta... ti prego.

Ripete, quasi in una supplica.

- Abbiamo abbastanza torta al cioccolato per tutta la notte... e anche per domani mattina.

Le morde leggermente il lobo dell'orecchio, sperando di riuscire a convincerla.

- Anche per domani mattina?
- Anche per domani mattina.

Socchiude gli occhi, troppo presa dai suoi movimenti.

- In tal caso...

  
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