PROLOGO

Se le tre terre a lui verranno
con il più antico ed i suoi nati
le forze oscure cadranno
ed il male nell’abisso sprofonderà.

Quando i popoli a lui votati
nella prosperità risorgeranno
una nuova stirpe d’incantati
il buon avvento prenderà.
 

Eragon si risvegliò di scatto. Mai aveva sognato qualcosa di più strano. Un’elfa, dai lunghi capelli d’oro e strabilianti occhi azzurri, sussurrava con tono gentile ma deciso una strana nenia. Stranamente la ricordava ancora, come se fosse stata impressa nella sua mente con un marchio a fuoco.

Scese sottocoperta nella sua cabina, prese carta e penna e la trascrisse, anche se era sicuro che l’avrebbe ricordata ancora per molto tempo. Abbastanza, forse, perché potesse tornare utile, ed Eragon era certo che lo sarebbe stata. Quelle parole emanavano una strana forza, anche se non riusciva a comprenderle. Doveva parlarne con Blödhgarm.