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Autore: Rota    15/11/2013    3 recensioni
Rivaille non sa se gli donano più freddo le mattonelle del lungo corridoio che sta calpestando a piedi scalzi o l'aria della notte che entra, a ogni respiro, nei suoi polmoni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Irvin, Smith
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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*Autore: margherota
*Titolo: Sweet dreams
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Rivaille, Irvin Smith
*Generi: Sentimentale, Introspettivo
*Avvertimenti: What if...?, Shonen ai, Spoiler!, One shot
*Rating: Giallo
*Dedica: A Kam, a Assasymphonie e a Prof (sì, anche a Prof (L)
*Note: Dal cap. 51 in poi, interpretazione mia di quelle che potrebbero essere le reazioni di Rivaille.
Buona lettura (L)

 

 

 

 

 

Rivaille non sa se gli donano più freddo le mattonelle del lungo corridoio che sta calpestando a piedi scalzi o l'aria della notte che entra, a ogni respiro, nei suoi polmoni.
L'edificio civile che contiene non solo il suo sonno ma anche quello di altri militari come lui, che finita la missione sono tornati indietro e hanno messo al sicuro carne e spirito, gli ha posto nel cuore la medesima sicurezza fallace e ingannevole di un letto elevato di poco dal pavimento, che nasconde ma non ripara dall'ombra di mostri fanciulleschi, tra artigli e zampe arcuate – come se la realtà non incutesse sufficientemente timore ma la mente elaborasse, da sola, nemici per ogni ora e per ogni luogo.
E se persino quando è giorno la sicurezza di poter controbattere alla paura, con mano ferma e spirito capace, scivola via lungo i fianchi di una gamba rotta, quando è notte i contorni del resto assumono fattezze deformi che non hanno senso né logica, ma si confanno a istinti che neanche hanno un nome e la mente si diverte con incredibile sadismo, nel terreno che inghiotte e in mille bocche che dilaniano arti.
Quando si è svegliato, ha portato la mano alla spalla destra, di scatto; quando ha trovato attaccato al proprio corpo un braccio funzionante, si è ricordato di non conservare tutta la paura solo per sé, si è alzato velocemente e ha cominciato a camminare, poco curante del silenzio che lo circondava e del respiro leggero dei commilitoni che non intasava l'aria se non come impressioni di fantasmi sull'orlo del grido infernale, forti dell'angoscia che i residui dei sogni dell'uomo gli impastavano ancora il cervello e lo spirito.
Apre la porta che infine si staglia davanti a lui, con un gesto secco che però non produce alcun rumore grave, e si allarga davanti ai suoi occhi una stanza privata, illuminata dalla luce stanca e giallastra di una candela morente – si dirige verso il letto con la stessa urgenza di prima e si pianta proprio ai suoi piedi.
Irvin è disteso di schiena, con il viso rilassato rivolto al soffitto; dorme con il fiato lento, i capelli biondi spettinati e un residuo di barba che gli allunga le basette chiare. Oltre il viso, niente resta fuori le lenzuola.
Rivaille ha mantenuto fino a quel momento la mano ancorata alla propria spalla e quando si avvicina al guanciale dell'uomo e al suo viso, piano e senza far più alcun rumore, come prima cosa controlla la regolarità del respiro, poi alza le coperte e segue la linea del collo, da una parte e dall'altra; vede un gomito ma non vede l'altro, così che quando Irvin si sposta nel sonno, posizionandosi su un fianco e mettendo in mostra proprio la spalla col moncherino fasciato di bianco, arretra di un passo e fissa lo sguardo sull'avambraccio mozzato e su quell'ombra di scuro che si è formata sotto il secondo strato della benda.
Confonde, per qualche secondo, la realtà con il gelo che ha conservato dentro – si allunga un'ombra da sotto il letto e cola la sua bava terribile sulla spalla e sul capo, così che la schiena venga scossa da brividi irrefrenabili e il respiro si intrappoli nei polmoni; persino il pavimento diventa una voragine, una gola rossa nel quale sembra di star cadendo. Torna a stringersi la spalla e sgrana gli occhi senza vedere più nulla.
-Rivaille.
Non basta il sussurro, e solo quando Irvin allunga la mano afferrandogli il braccio penzolante, il più giovane viene scosso dal suo torpore e la gravità pesante della stanza poco illuminata gli piomba addosso, inchiodandolo contro la mattonella ormai tiepida del pavimento su cui sta da quasi dieci minuti. Ha la fronte sudata e il respiro così flebile che quasi non viene percepito.
Irvin lo scruta prima di parlare ancora – e non molla il suo polso.
-Come mai sei qui?
Le parole grattano contro la gola secca, quando si costringe a parlare, spinto dalla sensazione reale e quasi confortevole della presa con le sue dita.
-Penso di aver fatto un sogno.
Irvin non abbassa lo sguardo, non tenta neanche di alzarsi dal materasso, ben consapevole di non poterci riuscire senza braccia che lo sostengono. Lo scruta ancora sotto la frangia chiara in disordine, con lo sguardo che brilla agli ultimi guizzi della candela.
Passa il pollice sul palmo di lui, in cerchi concentrici.
-Che tipo di sogno?
La candela si spegne in un filo di fumo puzzolente e c'è di nuovo buio, non più una sola bocca ma tanti denti che si aprono per poi chiudersi contro di lui. L'unica cosa calda, dentro e fuori, sono le dita dell'uomo.
Ritira il braccio, interrompendo così il contatto – lo sente tendersi di più, per cercare di prenderlo di nuovo, ma il dolore gli impedisce il movimento e stronca un terzo tentativo: non vuole essere salvato da alcuna pietà.
Sale sopra quel letto da solo, rifugiandosi tra la schiena di lui e il muro, senza osare condividere le stesse sue coperte sporche. E quando chiude gli occhi e lo sente rilassarsi contro di lui, trovando il medesimo rifugio nella medesima sua sicurezza di poter condividere quel gelo, sa di starsi abbandonando a più dolci sogni.
Solo i vivi, d'altronde, posseggono un cuore che batte.

 

 

 

Everybody's looking for something
Some of them want to use you
Some of them want to get used by you
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused

[Sweet dreams - Eurythmics]

   
 
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