Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DanielaRegnard    16/11/2013    4 recensioni
Lei tentava di vedere l’uomo oltre il soldato.
Tentava di cogliere il suo vero sguardo, dietro quella maschera di indifferenza.
Provava disperatamente di rendersi conto, di stargli vicino, perché nonostante lui dicesse di no, nonostante lui respingesse tutto e tutti, Petra sapeva, o meglio, poteva intuire , che Rivaille infondo fosse molto solo.
{Prima volta sul fandom di SnK; accenni RivaillexPetra.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rivaille nella sua breve ma intensa vita aveva visto centinaia e centinaia di persona morire.
Aveva combattuto fianco a fianco con quelle persone. Alle volte, inizialmente aveva anche fatto un po’ di gioco di squadra. Oggi, si stupiva a ricordare certe cose, e si stupiva perché, perché chi deve morire muore ugualmente.
Disobbedendo gli ordini e facendo gioco di squadra, si rischiava solamente di causare ancora più morti, anche se le intenzioni dei trasgressori erano quelle di salvare i propri compagni.
Era anche per questo che Rivaille non tollerava chi disobbediva agli ordini, chi tentava di fare l’eroe, chi era disposto a farsi del male pur di proteggere i compagni di squadra. E il caporale ne era convinto, certo, convinto del fatto che, chi non era in grado di difendersi da solo, in battaglia era solo un peso.
Rivaille aveva visto centinaia e centinaia di persone morire, aveva avuto modi di parlare con moltissime persone, eppure poche riuscirono a scuotere almeno un po’ le sue convinzioni. Ad essere sinceri, solo una.
Petra Ral.
 
Quella pura, semplice ragazza, forse un po’ ingenua, si era sempre rivolta al Caporale con un sorriso, sin dal loro primo incontro.
Certo, se lo aspettava diverso, forse un po’ più socievole, ma era riuscita ad apprezzarlo col passare del tempo.
Lei tentava di vedere l’uomo oltre il soldato.
Tentava di cogliere il suo vero sguardo, dietro quella maschera di indifferenza.
Provava disperatamente di rendersi conto, di stargli vicino, perché nonostante lui dicesse di no, nonostante lui respingesse tutto e tutti, Petra sapeva, o meglio, poteva intuire , che Rivaille infondo si sentisse molto solo.
E Petra era convinta del fatto che le persone da sole non potessero vivere, soprattutto quelle con tante responsabilità sulle spalle.
«Così tanto peso, su delle spalle così piccole?» si ritrovò a pensare una sera la ragazza,  mentre guardava il caporale allontanarsi.
Rivaille, di qualcosa si era accorto, ovvero che la ragazza era leggermente invadente. Non che la cosa gli desse fastidio, comunque. Avere qualcuno che gli portava il caffè quando lavorava fino a tardi, qualcuno che assecondava la sua mania per il pulito, poteva essere un vantaggio.
 
«Caporale, cosa ci fare ancora alzato a quest’ora..? Dovreste riposare..» una sera, una delle tante, Rivaille se la trovò di fronte la porta della sua stanza, l’unica con le luci ancora accese, perché il Caporale stava finendo di sistemare documenti e scartoffie varie, inutili.
Quella sera aveva qualcosa di diverso, di particolare, ma il moro non riuscì a capire cosa. Più la guardava, più ne rimaneva incuriosito, senza un’apparente motivo.
«Non ce n’è motivo, prima devo concludere il mio lavoro.» rispose freddamente, poggiando la guancia alla mano libera, e scrutando la ragazza sulla porta.
Petra allora, velocemente, lasciò la stanza e tornò qualche minuto dopo con due tazze di caffè caldo. Teneva le due tazze, entrambe grigie, dai manici, e camminava il più lentamente possibile per non versarle, essendo piene quasi fino all’orlo.
Senza dire nulla, arrivò al tavolo, porgendo una delle due tazze al caporale, sorridendogli.
Sorridendo. Rivaille sgranò appena gli occhi, vedendo quel sorriso, anche questa volta non riuscì a capire il perché. Lei, comunque, notò la sua reazione, e si mise a ridacchiare, sedendosi sulla sedia dalla parte opposta della piccola scrivania, iniziando a sorseggiare il caffè, una volta calmatasi.
«Caporale? Domani… Torneremo tutti sani e salvi, giusto?» gli chiese lei, dopo dieci minuti di silenzio, nel quale avevano limitato a scambiarsi un paio di sguardi, semplici e, da parte dell’uomo, quasi indifferenti.
«Non dipende solo da me, dipende anche da voi…» si limitò a rispondere Rivaille, sospirando. Aveva sentito sin troppa gente promettere cose come “sopravvivremo”, “torneremo indietro vivi”; e quasi tutti non erano stati in grado di mantenere la promessa fatta ai loro cari. Il Caporale, ormai, non dava più alcun significato a quelle parole, ma dette da Petra suonavano più solenni, più decise.
«Io sono determinata! Voglio esserle d’aiuto, e non voglio che i miei compagni muoiano!» ribadì la ragazza, con la stessa determinazione di poco prima.
«Allora, Petra, andrà tutto bene..»
Lui si alzò dalla scrivania, avvicinandosi piano a lei, fino a far toccare le loro fronti. Poteva sentire il respiro di Petra farsi più veloce, le sue guance arrossarsi; almeno, gli sembrava, di poterle sentire.
 
Poi aprì gli occhi, Rivaille.
Apre gli occhi, si guarda intorno. Fuori piove, la stanza è fredda, le gocce d’acqua bagnano la finestra chiusa producendo il medesimo suono di un tamburo. Era seduto sulla stessa scrivania, probabilmente si era addormentato lì, la notte prima. La porta era chiusa, così come l’aveva lasciata.
Aprì gli occhi, Rivaille, e si accorse che era tutto un sogno.
Accanto a lui, sulla scrivania, c’era un rapporto, un verbale che aspettava solo di essere firmato dal capo della spedizione del giorno prima.
La 57esima spedizione oltre le mura.
Più che un verbale, era più una lista dei morti, tanti, troppi morti, membri della sua squadra.
I suoi occhi circondati dalle occhiaie vagarono per il foglio, come per rileggerlo, per accertarsi di qualcosa.
Il suo sguardo si fermò per un paio di secondi su un nome, dopodiché Rivaille, alzandosi dalla sedia, uscì dalla stanza; era un soldato, aveva i suoi doveri.
Un nome.
Petra Ral.
 

I was thinking about her, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes; it was only just a dream.
So I travel back, down that road.
Who she come back? No one knows.
I realize: it was only just a dream.



 
Angolo depresso dell'autrice
Ommioddiocheccosadiaminehoscritto--

No, calmiamoci... Salve. 
Innanzitutto, questa è la mia prima volta in questo fandom. 
Inizialmente, questa doveva essere una flashfic, corta ma non troppo, ma di certo non mi aspettavo che venisse fuori qualcosa del genere..
L'ho letta e riletta una decina di volte, ero terrorizzata e lo sono ancora, ho paura di aver reso male Rivaille; è un personaggio davvero difficile.
Mi rendo conto che è la depressione; la morte di Petra mi ha lasciata un piiiiiiiccolo trauma. Piccolo, ssssi.

Fatemi sapere cosa ne pensare di questa cos-- storia, eh, non mordo.

Alla prossima -spero- !
  
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