Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: oliviaalta    16/11/2013    0 recensioni
"La storia racconta che gli angeli, i esseri più vicini agli dei, erano esseri con grandi cuori che scendevano dai loro troni sugli alti cieli fino alla terra per aiutare gli uomini e le donne dal pur cuore che perdevano la dritta via (...) Nathanael le sussurrò “tranquilla, un angelo ti protegge” la ragazza si tranquillizzò, e lui disse in ton di preghiera “Dio ti chiedo qui in mia presenza, che se questa ragazza non è un angelo, che diventi una protettrice di anime, che diventi una figlia tua prediletta e così tutta la sua discendenza. Che il suo gran potere sia accompagnato da una saggezza anche maggiore, amen” una voce riempì la testa di Nathanael “Hai il mio permesso figlio mio, ma tua responsabilità sarà difendere fino alla fine dei tempi lei e i suoi discendenti” l’ angelo dai capelli biondissimi e ricci, baciò gli occhi della ragazza, in pochi secondi la ferita sparì e quando lui guardò un’ altra volta dentro di loro, vide un pezzo di paradiso che si faceva notare da una leggera linea dorata ancora più chiara del grigio nebbia degli occhi che formava un piccolissimo boccolo alla fine del raggio.
inspirata dalla serie shadowhunter
Genere: Avventura, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pioveva, non era una pioggia torrenziale, e neanche una pioggia calda nei giorni d’estate. Era una pioggia tranquilla che ti faceva compagnia, io mi trovavo sotto le coperte abbracciata a mia mamma, mi ricordo che quel giorno avevo portato il vestito lilla, quel vestito che profumava a viole e assieme alle mie scarpine bianche, mi facevano sentire come mia mamma … come un angelo. Glie lo avevo sussurrato prima di andare a giocare con Lou “Mamma, ora sono bella come te” le avevo tirato la manica della camicia rosa che portava e lei aveva fermato la sua conversazione con qualcuno, mi aveva dedicato uno dei suoi sorrisi illuminanti fino ad abbassarsi alla mia altezza e sussurrarmi mettendomi apposto il colletto del vestito “tu sei molto più bella di me, tu sei più bella di tutti qua. Tu sei unica, speciale. Una luce per ognuno di loro, mia cara” sorrisi a mia madre senza sapere il significato di quella frase e corsi via, facendo svolazzare le leggere frange che rendevano il mio vestito ancora più perfetto. Passarono le ore e io non mi stancavo, continuavo giocando con il mio migliore amico, fin quando cominciò a piovere e lui dovette tornare a casa sua con sua mamma e io chiesi a mia madre di raccontarmi una delle sue fantastiche storie, sui protettori di anime; una delle mie preferite era quelle sulle origini di tutto

“La storia racconta che gli angeli, i esseri più vicini agli dei, erano esseri con grandi cuori che scendevano dai loro troni sugli alti cieli fino alla terra per aiutare gli uomini e le donne dal pur cuore che perdevano la dritta via, un giorno l’angelo Nathanael decise di andare lui stesso senza mandare nessun arcangelo ad aiutare questa donna persa nel bosco, la quale aveva perso la vista cercando di salvare la vita di suo padre che era stato attaccato da un gruppo di ladri che erano entrati dentro la loro casa. L’angelo scese in terra e si presentò alla donna in forma di un cacciatore nel bosco, ma appena vide la ragazza dalla pelle liscia e perfetta, con le mani portate sugli occhi che pulsavano di sangue che chiese con una voce cristallina come il suono dei canti dei suoi fratelli gli angeli serafini “c’è qualcuno lì?” L’angelo pensò di essere stato preso in giro da alcune delle sue sorelle che avevano chiesto a questo angelo di scendere in terra solo per fargli credere una menzogna, stava per ritornare sul suo trono quando la ragazza levò le mani dai suoi occhi i quali erano di un grigio sofferto, con piccoli raggi azzurri, ma ormai rovinati da un lungo taglio fatto con una spada che gli copriva dalla guancia sinistra alla parte più destra e alta della fronte, la ragazza chiese ancora se qualcuno era lì con lei, ma l’ angelo non aveva parole per descrivere come si sentiva, non fece altro che avvicinarsi alla ragazza e prendergli il volto fra le mani, la quale all’inizio si spaventò fin quando Nathanael le sussurrò “tranquilla, un angelo ti protegge” la ragazza si tranquillizzò, e lui  sussurrò “Dio ti chiedo qui in mia presenza, che se questa ragazza non è un angelo, che diventi una protettrice di anime, che diventi una figlia tua prediletta e così tutta la sua discendenza. Che il suo gran potere sia accompagnato da una saggezza anche maggiore, amen” una voce riempì la testa di Nathanael “Hai il mio permesso figlio mio, ma tua responsabilità sarà difendere fino alla fine dei tempi lei e i suoi discendenti” l’ angelo dai capelli biondissimi e ricci, baciò gli occhi della ragazza, in pochi secondi la ferita sparì e quando lui guardò un’ altra volta dentro di loro, vide un pezzo di paradiso che si faceva notare da una leggera linea dorata ancora più chiara del grigio nebbia degli occhi che formava un piccolissimo boccolo alla fine del raggio. La ragazza al guardare l’angelo rimase senza fiato e solamente si inginocchiò, ma Nathanael la fece alzare e le disse “Tu figlia di Adamo ed Eva, giuri prenderti la responsabilità di badare di tutte le anime perdute come lo era la tua? Giuri dare tutto per il tuo popolo e lottare nel loro nome?” solo allora l’angelo notò che la ragazza non aveva più di 14 anni, la quale timidamente disse “lo giuro mio signore” lui abbracciandola ancora con la forma di un cacciatore “fin quando non arriverà il momento io ti insegnerò tutto quello che so, e che tu lo insegnerai ai tuoi figli e loro ai loro”

Ringraziai ancora una volta mia madre per leggermi la storia, e mi ricordo che mi addormentai fra le sue braccia.

Questo ricordo mi infranse di colpo come una luce di sole in mezzo al buio della mia lezione di Scienze, mi ripresi al sentire il mio nome pronunciato svariate volte, fin quando a portare i miei occhi verso la voce, vidi semplicemente Lou che mi faceva segno di uscire dalla classe che la lezione era finita, io imbarazzata gli dissi “grazie, ehm ero avvolta nei pensieri” lui mi guardò, e disse “andiamo protettrice di anime, andiamo! Hahaha!” io lo guardai in palese e risposi “smettila di prendermi in giro, amavo quelle storie che mi madre mi raccontava. E sono una cosa delle cose che più mi mancano di lei” lui prese e mi abbracciò e mi rispose “lo so, anche mia madre me le raccontava. Ma dobbiamo andare avanti, abbiamo sofferto tanto da quando sono … sono andati via” lo guardai con le lacrime agli occhi “Louis! Sono Morti! Non sono andati via! Non torneranno mai!” lo allontanai e me ne andai a passo deciso verso il bagno con le lacrime agli occhi, era passato un mese da quando era successo e noi ormai eravamo l’uno la famiglia dell’altro, beh lui aveva sua zia che era venuta a vivere con lui, ma da quando lei era arrivata vedevo Lou leggermente diverso. Ma odiavo quando Lou non voleva ammettere la verità, mi dava una speranza infondata. Quel pomeriggio sarebbe anche arrivato mio zio con mio cugino da Londra, devo essere stata un fastidio così grande per loro, doversene andare da una città così perfetta per venire a vivere in una città come Roma, amavo Roma ma mancava Londra. Lou, io e le nostre famiglie ci eravamo trasferiti qua, quando noi avevamo solo 6 anni e tornavamo di là ogni 2 anni, quest’ anno era l’anno in cui saremmo dovuti andare. Fortunatamente Scienze era la mia ultima lezione, quindi andai verso il mio armadietto, e posai tutti i libri dentro, prendendo la mia laptop da dentro e uscì dal edificio, l’ unica cosa buona di andare in una scuola privata inglese era che uscivi un’ora prima delle altre scuole,  stavo camminando per il parcheggio verso i bus quando vidi Lou corrermi dietro e prendermi per un braccio “aspetta andiamo nella mia macchina” io lo guardai in palese e poi dissi “va bene” salì sulla mini blu notte con la bandiera inglese sul tetto, lo guardai curiosa “perché oggi sei venuto con la mini? Hai detto che a scuola preferisci portare la Range Rover” lui sorrise e mi rispose tranquillamente dopo essersi messo la cintura “Non lo so, avevo voglia di fargli fare un giro” io sorrisi e sussurrai un “scusa” lui mi guardò e disse ironico “scusa non ho sentito” io alzai la testa e con faccia da “hai vinto te” ripesi “scusami” lui mi abbracciò scomodo per il bracciolo che ci separava, e poi accese la macchina. Arrivammo a casa dopo mezz’ora, passammo davanti al Colosseo, poi per piazza del popolo seguendo fino all’ appia nuova, fino ad arrivare all’ appia antica ed a Quarto miglio, passammo accanto alla casa di Valentino, seguendo dritto fino ad arrivare a casa mia, fortunatamente all’ una non c’era molto traffico, era incredibile quanto amici erano i nostri genitori, noi due vivevamo una accanto all’ altro, due case di vetro a due piani ogni una con un giardino privato e piscina, divise solo da un muretto di pietre romane. Parcheggiamo la macchina di Lou nel suo garage e entrammo dentro casa sua, posammo le cose sul tavole dell’isolotto della cucina bianca, nella quale dalle porte e finestre di vetro entrava una luce meravigliosa, dopo pochi minuti vidi entrare sua zia dentro casa dalla porta che dava sul giardino, era incredibile quanto si assomigliassero avevano gli stessi occhi azzurri cielo, erano di un azzurro speranza, azzurri come l’acqua con piccoli raggi oro quasi invisibili se non rimanevi fissa a guardarli, era il nostro gioco quando eravamo piccoli, guardare i nostri occhi a vicenda fino a trovarli così strani che dovevamo levare lo sguardo. La signora sui 38 anni mi porse una sorrisa, entrando in casa con un cesto pieno di frutta fresca e alcuni vegetali e ci salutò con un semplice “buongiorno ragazzi come è andata la scuola?” Lou rispose velocemente “tutto bene zia, hai bisogno di aiuto?” lei disse solamente “non ti preoccupare Louis, posso farlo. E tu Liv gradisci qualcosa da bere?” io sorrisi accennando un no con la testa, portando il volto verso Lou gli domandai “oggi mangi con tua zia?” lui cercò una risposta nel volto della zia che non mosse ciglio “Si, per oggi mangerò qua. Ti vedo oggi pomeriggio quando arrivino tuo cugino e tuo zio” io annuì con la testa, e ancora con la mia laptop sotto braccio uscì da casa loro, pero poi passare il muretto, passare nel giardino perfettamente mantenuto di casa mia ed entrare, lasciai il computer sul divano e accesi la tv, niente di decente come sempre, la spensi e andai in camera a levarmi l’uniforme, mi misi dei pantaloncini di jeans con i bordi blu notte, e una camicia azzurra con scritto “I’m not part of the royalty, don’t call me princess” andai in salotto e decisi di prepararmi qualcosa da mangiare prima dell’ arrivo dei miei familiari.

*spazio scrittrice*

Buongiorno a tutti, questa è la mia nuova fan-fiction, 
ho appena finito di leggere i primi 3 libri della serie ShadowHunter Mortal Instruments e ne sono rimasta molto colpita, quindi ho voluto creare una fan-fiction che vi riportasse un pò in quel mondo angelico che quei libri vi fanno sperimentare, chiedo scusa se c'è qualche errore, se ne trovate sarei grata di essere avvisata, così lo potrò correggere. Comunque volevo sottolineare che questi ragazzi non sono cacciatori di demoni, e la storia non ha niente a che vedere con i libri della collezione Mortal Instruments, anche perchè si svolgono in due posti completamente diversi.
Penso che questo è tutto,
un saluto
Olivia
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: oliviaalta