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Autore: Rery    17/11/2013    2 recensioni
Londra. 1945. Ore 04.50 am.
Sento la sirena. E’ la terza di questa sera. Ci sta avvisando che alcuni aerei bombardieri stanno volando sopra la città.
Ho paura. Abbiamo paura.
‘Mamma. Ho paura.’
‘Vieni qui, piccola mia.’
Prendo la mia piccola Elizabeth e esco di corsa dalla casa per raggiungere il rifugio.
Per strada c’è il panico. Tutti corrono. Tutti hanno paura.
***
‘Questo sarà il nostro rifugio, vero Louis?’ chiese la ragazza guardando con i suoi occhi verdi quelli azzurri del ragazzo di fronte a lei.
‘ Si, Kyley. Qui potrai venire quando sei in pericolo. Questo è il nostro posto segreto.’ Le sorrise e la strinse in un abbraccio.
***
‘Ti amo, Louis.’ dissi stringendolo a me.
‘Ti amo, Kyley.’
Genere: Guerra, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IL NOSTRO RIFUGIO.

 

 

 

 

Londra. 1945. Ore 04.50 am.

 

Sento la sirena. E’ la terza di questa sera. Ci sta avvisando che alcuni aerei bombardieri stanno volando sopra la città.

Ho paura. Abbiamo paura.



‘Mamma. Ho paura.’



‘Vieni qui, piccola mia.’



Prendo la mia piccola Elizabeth e esco di corsa dalla casa per raggiungere il rifugio.

Per strada c’è il panico. Tutti corrono. Tutti hanno paura.



‘Su Liz. Andiamo. Dobbiamo sbrigarci.’ La incito a muoversi perché, ne sono sicura, tra un po’ qui si scatenerà l’inferno. Stiamo correndo e inizio a vedere l’ingresso per il rifugio. Ma vi sono troppe persone. Non ce la faremo mai ad entrarci tutti. Devo pensare. Devo trovare il modo di salvarci. Di salvare almeno la mia Liz. La mia piccola ha paura, lo posso capire dal tremolio della sua mano e dalle lacrime che scorrono sul suo viso. La prendo in braccio e la stringo forte a me per rassicurarla.



‘Shhhh.Va tutto bene. C’è la mamma qui con te.’ Ora devo trovare un altro rifugio. Questo è al completo. Gli aerei stanno aumentando. Devo sbrigarmi.

 

‘Questo sarà il nostro rifugio, vero Louis?’ chiese la ragazza guardando con i suoi occhi verdi quelli azzurri del ragazzo di fronte a lei.

‘ Si, Kyley. Qui potrai venire quando sei in pericolo. Questo è il nostro posto segreto.’ Le sorrise e la strinse in un abbraccio.

 

Il nostro rifugio. Lì devo andare. ‘Forza Liz. Muoviamoci.’

Correvamo veloci, eravamo quasi arrivate. Eccolo.



‘Su andiamo. Ancora un piccolo sforzo.’



‘Ma mamma, io non ce la faccio più.’



‘Tranquilla Liz. Vieni in braccio alla mamma.’

a presi e corsi per quei pochi metri che ci separavano da quel luogo. Siamo arrivate. Aprii la botola, scesi la scalinata e mi ritrovai all’interno. Lo trovammo per caso questo posto. Eravamo piccoli, io e Louis, e venivamo sempre in questo bosco vicino alle nostre case per giocare. Mentre correvo caddi. Sono sempre stata maldestra, fin da piccola. Louis venne subito da me per aiutarmi e vide che ero caduta perché ero inciampata in una maniglia. Per curiosità provammo a sollevare quella botola. L’interno era buio e freddo, e io avevo una gran paura. Dentro non vie era granché se non un tavolo al centro e un filo dove vi era una lampadina che oscillava. Cercammo un interruttore. Lo trovammo. Con la luce che illuminava il luogo non avevo più tanta paura.



‘Mamma. E’ troppo buio qua giù. Ho paura.’



‘Aspetta piccolina. Ora accendiamo la luce.’  

Il tavolo è sempre lì. Anche il filo con la lampadina.

on è cambiato nulla.

Mi ricordo ancora l’ultima volta che sono venuta qui.

 

‘Kyley. Kyley sei qui?’

‘S-si. Sono qua giù.’ singhiozzò la ragazza nascosta sotto il tavolo.

‘Finalmente ti ho travata! Come ti è venuto in mente di sparire così all’improvviso.’ le urlò preoccupato il ragazzo.

‘L-louis, i-io…’

‘Ti prego Kyley, non piangere. Scusa, non avrei dovuto urlarti contro. Ma ti prego, spiegami perché sei scappata.’ disse sedendosi vicino la diciannovenne.

‘I-io l’ho capito. Ho capito che ti sei arruolato nell’esercito. Perché Louis! Mi vuoi lasciare sola anche tu?!’ urlò in lacrime la ragazza.

‘Kyley io ho dovuto farlo. Mio padre mi ha costretto.’ disse il ragazzo guardando negli occhi la ragazza.

‘Lo so, scusa. Non avrei dovuto prendermela con te. E solo che ho già perso mio padre per questa fottuta guerra, non voglio perdere anche te. Sei la persona più importante e non  saprei più che far…’ il ragazzo fermò il fiume di parole poggiando le sue labbra su quelle di lei. Fu un bacio al sapore di lacrime, quelle della ragazza.

‘Hey piccola. Sta tranquilla. Io non ti lascerò mai sola. Ti amo Kyley.’ e riprese a baciarla.

‘Ti amo anche io Louis.’

 

‘Louis… dove sei.’ Dissi sedendomi sotto il tavolo e stringendo fra le mi braccia Elizabeth. La mia piccola, anzi, la nostra piccola. Ora ha  tre anni e quando Louis è partito ne aveva appena uno. Da quando Louis è partito per il fronte, niente più è come prima. Per casa non sento più la sua voce. Ogni volta che sento i nomi dei morti alla radio il mondo si ferma e spero sempre che non venga mai detto il suo. Ogni mese mi arrivava una lettera in cui mi diceva che stava bene e non dovevo preoccuparmi. Mi chiedeva sempre come stava la nostra bambina e finiva ogni lettera sempre con la stessa frase. “Mi manchi. Ti Amo. Tuo, Louis.”



‘Mamma. Stai pensando a papà, vero?’



‘Si Liz, si.’



‘Mi manca.’



‘Manca anche a me piccola. Ma stai tranquilla, il tuo papà è un eroe, proprio come quelli nelle favole che ti racconto ogni sera.’



‘Ma quindi lui combatte i cattivi?’



‘Si. Li combatte e vince. Perché i buoni vincono sempre.’ Le sorrisi. Tutte e due aspettavamo l’uomo della nostra vita. Questo momento un interrotto da un rumore assordante di un’esplosione. Ecco, la prima bomba era stata lanciata, per fortuna lontano dal nostro rifugio. Riesco a sentire le urla, i pianti e i colpi di fucile. Copro le orecchie di Liz per non farle sentire tutto questo. La luce è andata via e la stanza piomba nel buio.



‘Mamma. MAMMA! Dove sei’ non ti vedo più!’ urla. La prendo fra le mie braccia e le canto una canzoncina cercando di tranquillizzarla. Sembra funzioni.



‘Mamma. Raccontami una storia. Tutti i rumori che vengono da fuori mi fanno paura.’ E si accuccia ancor di più fra le mie braccia.



‘Va bene piccola. Stammi a sentire.’

 

Era inverno e nevicava. Una bambina era seduta sul dondolo e guardava i fiocchi bianchi venir giù. Vide spuntare dal cespuglio che divideva la sua casa da quella dei vicini un bambino che poteva avere su per giù sei anni.  

‘Ciao. Io mi chiamo Louis, tu?’

‘Io sono Kyley. Ma tu che ci fai qua?’

‘Ho sentito che nella casa vicino alla mia vivesse una bambina e io sono venuto a controllare.’

‘Solo per questo?’ chiese la bimba un po’ delusa.

In realtà volevo chiederti se volevi fare un pupazzo di neve insieme a me.’ chiese il piccolo torturandosi le mani. La bimba sorrise.

‘Certo che mi va. Su andiamo!’ e scese dal dondolo per correre dal bambino il quale aveva un grosso sorriso stampato in faccia.

Passarono così il pomeriggio a giocare e a ridere fin quando il padre del bambino non tornò e ordinò al figlio di ritornare subito a casa. Il bambino quasi intimorito obbedì e si allontanò.

‘Aspetta Lou.Dopo oggi staremo sempre insieme, vero?’ chiese la bimba correndogli incontro.

‘Sicuro. Da oggi saremo amici per la pelle.’ e si abbracciarono.

 

‘Mamma. Ma questi due bimbi siete tu e papà, vero?’



‘Si piccol…’ un altro scoppio. La stanza tremò. Altre urla. Altri spari. Chiusi gli occhi e tutto intorno a me divenne ancora più buio.   



Aprii gli occhi. Non sentivo più nulla. La luce era ritornata. Il mio primo pensiero fu Elizabeth che si trovava fra le mie braccia. Aveva gli occhi chiusi. La scossi.



‘Mamma. Che succede?’



‘Non lo so piccola. Tu stai ferma qui. Non ti muovere. Io vado a vedere cosa sta succedendo fuori.’ mi alzai e salii le scale. Piano piano aprii la botola. Subito dei raggi di sole mi costrinsero a chiudere gli occhi. Aprii del tutto la botola e uscii fuori. Il rumore delle esplosioni, delle urla, degli spari era stato sostituito dal cinguettio degli uccellini. Qualcosa era cambiato, me lo sentivo. Scesi subito giù, presi Liz fra le braccia e uscimmo fuori. Chiusi la botola e ci avviammo con cautela verso la città. Quasi tutte le case erano distrutte. Ormai quasi tutto era un cumulo di macerie. Vidi alcune persone che come me cercavano di capire cosa stesse succedendo cosa ci sarebbe aspettato ora. Sentimmo da lontano il rumore di un carbammato in avvicinamento. Ci andammo tutti a nascondere. Il carbammato si fermò proprio di fronte il nostro nascondiglio. Da lì uscì un uomo. All’improvviso Liz corse verso quell’uomo.



‘Liz. Ferma.’ Urlai e la raggiunsi prendendola in braccio fermandomi davanti all’uomo.



‘Ti prego. Non farle del male. Prendi me, a lasciala stare. E’ solo una bambina.’ Lo pregai guardando per terra e stringendo la piccola fra le mie braccia.



‘Kyley…’ quella voce.

‘Louis…’ non potevo crederci. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Le lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi. Tutte le persone che si erano nascoste come me cominciarono ad uscire dai loro nascondigli. Liz scese dalle mie braccia e abbracciò forte il suo papà il quale a quel gesto sorrise e si abbassò all’altezza di sua figlia per abbracciarla finalmente dopo anni.



‘Papà! Mi sei mancato.’ singhiozzò.   



‘Anche tu piccola mia. Ma ora il tuo papà è qui con te.’



‘Louis…’ lo chiamai. Lui alzò lo sguardo verso di me. Mi sorrise e mi accarezzò con la mano una guancia cercando di asciugare le mie lacrime. Si avvicinò e poggio le sue labbra sulle mie. Quanto mie era mancato questo contatto. Quanto mi erano mancate le sue labbra. Quanto mi era mancato lui. Ci staccammo e lui mi avvolse fra le sue braccia.



‘Kyley… Quanto mi sei mancata amore mio. Ora niente potrà separarci.’ io mi beai di quel contatto. Mi scostai giusto per riuscire a guardarlo negli occhi. Potevo vedere le lacrime che scorrevano anche sul suo viso.



‘La guerra è finita, Kyley. Ora possiamo vivere la nostra vita, insieme.’ a quest’affermazione tutti coloro che si trovavano vicino a noi iniziarono a festeggiare ad abbracciarsi. Finalmente

tutti erano felici, dopo tanto tempo tutti erano felici. Io ripogiai le mie labbra su quelle di Louis.



‘Ti amo, Louis.’ dissi stringendolo a me.



‘Ti amo, Kyley.’



Finalmente la guerra era finita. Il mio Louis era ritornato.

Da quel giorno vivemmo la nostra vita nel migliore dei modi, insieme. Avemmo un altro figlio, lo chiamammo Luke, come mio padre.

Ormai la guerra è solo un brutto ricordo e tale deve rimanere.    






 
CIAOOOO!

SALVE GENTE! COME VA??

QUESTA E' LA PRIMA ONE-SHOT CHE SCRIVO E SPERO SIA VENUTA BENE. A ME PIAC E SPERO CHE LO STESSO VALGA PER VOI. VOLEVO DIRVI CHE LA PARTE IN CORSIVO CORRISPONDE AI RICORDI DELLA NOSTRA PROTAGONISTA. 

VOLEVO CHIEDERVI UNA COSA... 




QUALCUNO POTREBBE FARMI UN BANNER PER QUESTA ONE-SHOT?

RINGRAZIO A CHI LO FARA'! :)




RITORNANDO ALLA STORIA, FATEMI A SAPERE CHE NE PENSATE...

A PRESTO

RAF xxx



P.S. Per qualunque cosa ecco a voi il mio Twitter:


@imheretonight
  
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