Mi sono abituato fino alle più piccole cose. Un semplice sguardo. Un sussurro.
Sono ricordi molto più che piacevoli. Ma dopotutto... sono solo ricordi.
Momenti poco importanti che presto verranno dimenticati. Vero, Lavi?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Rabi/Allen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Non pensavo davvero che
questo tipo di vita fosse possibile. Non per me.
Allen aprì gli occhi, un pò a fatica,
sbadigliando. Si strinse al lenzuolo prima di girarsi su un fianco, con
la coperta che quasi gli copriva il naso.
Tanto meno pensavo di
potermici abituare.
Sentì l'aria fredda ghiacciargli la schiena, e solo allora
si voltò. Tra i capelli bianchi cercò la figura
dell'altro ragazzo che doveva essere al suo fianco. Anzi, che doveva
stringerlo tra le braccia, come si erano addormentati qualche ora
prima. Sbadigliò di nuovo, stropicciandosi gli occhi prima
di controllare ancora che Lavi non era davvero accanto a lui.
Sfiorò con la mano lo spazio vuoto vicino, e il lenzuolo
ormai freddo.
Lanciò un'occhiata poco interessata alla finestra, dalla
quale entrava fin troppa luce. Come minimo, per alzarsi doveva prima
vestirsi, e non ne aveva voglia.
Si spettinò un pò i capelli, in realtà
nel tentativo di sistemarli.
Sarebbe stato troppo, se
ci avessi creduto.
Sentì il rumore di qualcuno che si avvicinava alla porta,
preceduto dal suono cigolante di piccole ruote di metallo. Si avvolse
meglio nelle coperte leggere, aspettando che bussassero. Invece la
porta si aprì e quando Allen stava per lamentarsi vide i
capelli rossi di Lavi spuntare oltre di essa.
-Oh, eccoti finalmente!- mormorò il piccolo
inglese, lasciando cadere il lenzuolo, senza più
preoccuparsi del fatto che quello era l'unico pezzo di stoffa che lo
copriva.
Lavi esibì un gran sorriso, trascinando dentro la stanza un
grande carrello pieno di piatti coperti.
-Ma come finalmente?! Si vede che ti sei appena svegliato,
sai? E poi ti ho portato la colazione- sussurrò
avvicinandosi, dopo aver chiuso bene a chiave la porta.
Il viso di Allen si illuminò, mentre scattava compostamente
a sedere.
-Non ti preoccupare, questo è solo uno spuntino
prima della colazione vera e propria!- aggiunse Lavi sedendosi sul
letto, e sporgendosi per avvicinarsi al più piccolo.
L'inglese rise piano.
-Guarda che mi basta... Non mangio poi così
tanto...- cercò di giustificarsi, in modo poco convincente.
Lavi sorrise, prima di baciarlo gentilmente, trattenendolo con una mano
tra i capelli candidi.
-Non dovresti fare certe cose...- mormorò il
giovane Walker, appena possibile.
L'altro lo fissò un pò perplesso, ma divertito,
mentre toglieva il coperchio a un vassoio e prendeva un cornetto ancora
caldo per addentarlo.
-Potrei anche abituarmi a tutto questo...- disse, a bassa
voce, restituendo il bacio.
Poi, prima che potesse fermarlo diede un morso al resto del cornetto,
ignorando la debole protesta del rosso, che cercava di allontanarlo con
poca determinazione. Lo strinse in un abbraccio, mentre Allen si
leccava le labbra soddisfatto, ridacchiando.
-Non è affatto giusto!- si lamentò
Lavi, ridendo a sua volta, prima di spingerlo verso il materasso.
E' perchè era
diventato tutto un'abitudine, che ci penso così spesso. Sono ricordi piacevoli.
Vero?
-Dove mi stai portando?- domandò allegramente
l'inglese. L'altro sorrise, ma non gli rispose. Continuò a
tirarlo per il braccio in modo che lo seguisse.
Lo trascinò fino alla locanda dove avevano preso una stanza,
e dove evidentemente c'era una sorpresa ad attenderlo.
Allen lo lasciò fare, divertito, chiedendosi che cosa aveva
intenzione di fare Lavi.
Doveva aver fatto preparare tutto quando erano usciti,
perchè come fece girare la chiave e aprì la porta
si girò verso il ragazzino, invitandolo ad entrare.
Un pò incerto l'inglese oltrepassò l'ingresso,
restando piacevolmente sorpreso dall'atmosfera calda e accogliente.
Subito dietro di lui, Lavi gli strinse delicatamente le spalle, per
spingerlo avanti in modo da poter chiudere di nuovo la porta a chiave.
-Ti piace?- domandò con un soffio, vicino al suo
orecchio. Allen rispose con una risatina.
-Lo sai che quando si parla di cibo...- aggiunse, fissando la
tavola carica di piatti. Le poche candele accese rendevano tutto
stranamente caldo.
-Eh eh, volevo essere sicuro...- mormorò il rosso,
allontanando una sedia dal tavolo.
Allen non riuscì a trattenersi dal ridere ancora. Si
sedette, e Lavi si mise accanto a lui.
-Posso viziarti un pò, ogni tanto. Vero?- chiese
quasi distratto, fissando un cesto di frutta.
Il più piccolo cominciò a mangiare, lentamente,
assaggiando diverse pietanze dall'aspetto squisito. Poi si
voltò verso l'altro, sorridendo.
-Certo che puoi!- esclamò sorridendo. -Ma non
esagerare. Potrei anche farci l'abitudine...- continuò,
avanzando con la testa perchè gli venisse incontro e lo
baciasse.
-E ci sarebbe forse qualcosa di male?- domandò,
prima di appoggiare le labbra alle sue, e premere gentilmente con la
lingua. Allen aprì la bocca per parlare, ma Lavi ne
approfittò per insinuarsi all'interno, e stuzzicare la sua
lingua perchè partecipasse. Si lasciò un
pò coinvolgere dal bacio, prima di staccarsi.
-Così non vale-
mormorò, ansimando appena, con un'espressione
teneramente offesa. -Non mi lasci nemmeno mangiare...-
-Scusami...- sussurrò, trattenendo una risatina
divertita.
Lavi sorrise, lasciandolo libero di assaggiare qualche altro piatto,
giocando con una ciocca di capelli bianchi. Un braccio era attorno alle
spalle del più piccolo, per tenerlo vicino a sè.
-Tu non mangi?- domandò poco dopo l'inglese,
avvicinando la forchetta carica di cibo. Lui sorrise ancora, in
realtà non aveva mai smesso, e leccò lentamente
la sua pelle chiara.
-Si, certo...- mormorò, sfiorandogli il collo con
le labbra, prima di aprirle e premere senza fargli male. Quando
sentì i denti di Lavi morderlo piano, l'inglese quasi
lasciò cadere la forchetta per la sopresa.
-N-non intendevo...- cercò di protestare,
spingendolo senza convinzione.
-Lo so cosa intendevi...- replicò tranquillo Lavi,
continuando a lasciare piccoli segni rossi. Una mano scivolò
sotto la maglia del più piccolo, incurante di quella
dell'altro che cercava di fermarlo.
-Ma questo è il mio piatto preferito...- aggiunse,
sussurrando, vicino al suo orecchio. Le dita salivano sotto la stoffa,
accarezzando la pelle che cominciava già a scaldarsi.
Allen gemette piano, appoggiando poi la fronte contro la sua spalla,
dimenticandosi completamente della cena. Quando entrambe le mani del
rosso gli sfilarono la maglia per poi sfiorarlo di nuovo e avvicinarlo
di più, cercò di ristabilire invece un
pò di distanza. Lavi fece un debole verso di
disapprovazione.
-Non ti va?- chiese, imbronciandosi.
-Non è... insomma...- il più piccolo
lanciò un'occhiata ai piatti ancora intatti. Era un vero
peccato lasciare che tutte quelle cose dal profumo delizioso andassero
sprecate.
Lavi sbuffò piano, e spinse via tutto, tovaglia compresa,
fino a liberare metà tavola. Allen scattò in
piedi sorpreso, poi sospirò. Capì non c'era
proprio possibilità di convincerlo.
-Almeno la prossima volta fa preparare una cena
più ridotta...- sussurrò quando l'altro si
girò di nuovo verso di lui, prendendolo per la vita e
stringendolo nuovamente.
Questa volta fu Allen a baciarlo, circondandogli il collo con le
braccia. E mentre Lavi catturava le sue labbra, lo spinse a sedersi sul
tavolo.
Scese con lentezza lungo il collo, poi sul petto, dirigendosi a poco a
poco sempre più in basso.
L'inglese sapeva che ogni movimento contro la sua pelle gli avrebbe
dato piacere, l'avrebbe eccitato, scaldandolo. Non era certo la prima
volta e, sperò vivamente, nemmeno l'ultima. Le mani di Lavi
premevano contro la sua schiena, in modo da avvicare il petto alle
labbra, o per impedirgli di allontanarsi, e Allen spinse indietro la
testa per ottenere contemporaneamente lo stesso effetto.
Infilò quasi senza accorgersene le dita tra i capelli rossi,
poco prima che l'altro scendesse, provocandogli una sensazione che
ormai conosceva bene. Sottrasse quasi involontariamente l'addome alle
sue labbra, sapendo che non si sarebbe fermato. Infatti si
staccò poco dopo per aprire la cintura e i pantaloni, e
Allen sollevò il bacino per aiutare l'altro a spogliarlo,
appoggiandosi al tavolo con le mani.
Cercò di respirare meglio, ma già cominciava a
non poter controllare i gemiti.
Mi sono abituato fino
alle più piccole cose. Un semplice sguardo. Un sussurro. Sono ricordi molto
più che piacevoli. Ma dopotutto... sono solo ricordi. Momenti poco importanti
che presto verranno dimenticati. Vero, Lavi?
Coprì la bocca con il dorso della mano, mentre Lavi
allontanava la sua dall'intimità dell'inglese.
Leccò di nuovo la pelle morbida della pancia, risalendo,
fino al petto. Gli allontanò la mano, con un gesto delicato,
bloccandola contro il letto dove si erano spostati. Poi la
sostituì con le proprie labbra, e intanto gli
sollevò leggermente le gambe, per poter spingere, all'inizio
piano, fino a insinuarsi del tutto dentro il suo corpo.
Cercò di non essere troppo brusco, non finchè lo
sentiva gemere un pò infastidito, nonostante quella presenza
per niente nuova.
Allen gli strinse le braccia attorno al collo, per averlo
più vicino. E Lavi quasi lo schiacciava al materasso,
premendo il petto contro il suo per sentire i battiti incredibilmente
veloci del suo cuore. Ogni movimento aumentava quel famigliare calore,
provocato dal piacere sempre più forte, che entrambi stavano
cercando e desideravano. L'inglese cominciò a mormorare il
suo nome, senza fiato, sentendo qualche volta che anche Lavi chiamava
il suo.
Serrò gli occhi quando l'altro lo strinse tra le braccia, e
cominciò a gemere più forte, di proposito,
eccitandolo.
Voleva provare ancora quella sensazione che altre volte avevano
raggiunto, ma allo stesso tempo avrebbe voluto che restassero uniti per
sempre.
Non rimpiango affatto
ciò che ho provato. Anzi, conserverò quelle
piccole abitudini, perchè sono ricordi preziosi. Lo farò anche
per te. Non preoccuparti, buttali pure via. Sono tutte cose che non
hai bisogno di registrare, lo so.
Finalmente potè stringerlo contro di sè,
trattenendolo con un braccio attorno alle spalle. Spedire il Finder in
cerca di cibo era stata un ottima idea, e ora loro due soli nello
scompartimento potevano fare quello che volevano.
Allen sembrava sul punto di addormentarsi, e non accennò a
svegliarsi nemmeno quando Lavi gli fece appoggiare la testa sulla sua
spalla. Gli baciò la fronte, poi scese sulla guancia,
soffiando via i capelli che si intromettevano tra lui e la pelle del
giovane inglese. Quest'ultimo sospirò, girandosi
leggermente, per quanto gli stretti sedili del treno lo permettevano.
-Non ti ho ancora ringraziato...- mormorò con voce
assonnata.
-Per cosa?- domandò Lavi sorpreso, accarezzandogli
il viso, dandogli un bacio prima che potesse rispondere.
-Per la sorpresa di ieri sera- replicò il
più piccolo, con tutta l'aria di dire una cosa fin troppo
ovvia. Poi si alzò un pò, liberandosi dalla sua
stretta per poterlo guardare bene. L'istante in cui i suoi occhi
argentati furono puntati sul suo verde gli parve più lungo
che mai.
-Ma dai, di cosa mi dovresti ringraziare. Se non ci penso io
a viziarti, chi lo deve fare, scusa?- chiese sorridendo, e arrufandogli
i capelli. Allen si lamentò, ma non lo fermò.
Anzi si sedette sulle sue gambe, accoccolandosi nuovamente nel suo
abbraccio, nascondendo il viso contro il colletto della divisa.
-Ormai questa posizione è un'abitudine, eh?-
chiese piano Lavi, quasi ridendo divertito.
-Mi piace stare così...- rispose semplicemente,
stringendosi di più a lui. Poi non parlarono più,
restando così abbracciati finchè altri pensieri
non sarebbero arrivati a separarli.
Un sorriso. Uno sguardo.
Cose talmente piccole da non essere rilevanti. Le tue braccia. La
distanza quasi inesistente tra noi. Stare insieme e vicini,
sempre. Tutte cose a cui mi ero abituato. E che non avevo il diritto di
possedere.
Lo sguardo si era abbassato fino agli alberi fitti del bosco molti
piani sotto di lui. Eppure si ricordava, stava guardando il cielo, e le
nuvole che sembravano quasi tagliate dall'imponenza dell'Ordine. Tanti
piccoli golem neri svolazzavano intorno al palazzo, con un
frusciò incessante di ali.
Sentì i passi avvicinarsi, e sapeva già chi era.
Prima ancora che gli parlasse, prima di vedere il suo viso. Non che
fossero dei passi particolari, ma sapeva comunque che si trattava di
lui.
-Allen, vieni da Komui- disse semplicemente, fermandosi a
diversi passi dal ragazzo, seduto su una delle ampie finestre. Una
sfumatura più fredda di quella a cui era abituato lo fece
rabbrividire.
Respirò profondamente prima di voltarsi.
-Arrivo subito- rispose cordialmente, con un sorriso educato.
Non affettuoso, come avrebbe voluto, perchè non poteva.
L'ultima volta che lo aveva guardato dolcemente, quasi implorandolo di
non trattarlo come uno sconosciuto, aveva ricevuto un'occhiata gelida e
totalmente indifferente. Sembrava anzi non capire il suo comportamento.
Si alzò senza troppa fretta, aspettandosi che l'altro lo
precedesse, invece restò fermo immobile e attese che Allen
scendesse dal davanzale. Avrebbe preferito il contrario.
Tenne lo sguardo basso per qualche istante in più,
sospirando profondamente come poco prima. Poi finalmente
radunò tutto il coraggio necessario per fissarlo
direttamente negli occhi verdi.
Freddi, come temeva. Contornati da un pesante trucco nero. Non lo
squadrarono nemmeno, trovando le informazioni relative alla sua persona
non importanti ai fini del suo compito.
Notò solo un attimo di esitazione, un momento in
più in cui i suoi occhi indugiarono su quelli argentati del
giovane maledetto. Ma subito si spostarono, mentre il ragazzo si
voltava e lo precedeva.
Con una stretta allo stomaco, chiedendosi stupidamente perchè non poteva
semplicemente dimenticare anche lui tutti i secondi passati insieme, si
avviò dietro a Lavi.
Osservò senza vederli gli orecchini che oscillavano ad ogni
passo, e si corresse. Bookman.
*-*-*
Commentate!ç_ç Perchè voi mi volete
bene, vero?ç__ç *altrimenti farò
soffrire Allenchan per altri 100 anni... ù_ù*
*Allen: Lo faresti comunque... =_=*
*Asu: Dettagli tesorino, dettagli... ù_ù*