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Autore: Dizzydodo    18/11/2013    3 recensioni
« Devi piegare le ginocchia. Se le tieni così rigide, qualcuno te le spezzerà ».
Imbronciandosi un poco, Darim si accovacciò a terra.
Malik sospirò.
Ovviamente, quello non poteva che essere un bambino ottuso.

[ Traduzione dell'originale "Like father, like son" di Dizzydodo su AO3 a cura di Lechatvert ]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darim Ibn-La'Ahad, Malik Al-Sayf, Maria Thorpe
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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modellostorieefp Disse il gatto:
Torno in un pomeriggio piovoso con una nuova oneshot scritta un anno fa dal caro dizzydodo.
L'ho trovata stamattina e non ho potuto resistere al tradurla. I miei sentimenti contrastanti su Malik sono stati messi da parte ed eccola qui

E' una delle cose più giuste e deliziose che abbia mai letto. Spero che possa appassionare qualcun'altro così come ha appassionato me.

Lechatvert

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Tale padre, tale figlio



Malik aggrottò la fronte al bambino che aveva seguito ogni suo passo, imitando i suoi movimenti esattamente come lui eseguiva i movimenti di base, modificandoli leggermente per farli suoi. A quell'ora del giorno, Darim si sarebbe dovuto dedicare ai suoi studi, cosa che obbligò l’Assassino a chiedersi cosa stesse facendo quel ragazzino lì fuori a disturbare gli allenamenti.
Suo malgrado curioso, Malik si fermò e si voltò per affrontare una volta per tutte la questione.
« Che cosa stai facendo, Darim ? »
Darim si bloccò a metà tra un passo e l’altro e sorrise ampiamente al suo burbero zio.
« Mi alleno con te, zio Malik ».
Malik trattenne l'impulso di comunicare a Darim che non era su zio e si congratulò con se stesso per l’autocontrollo.
Forse, se avesse ignorato il bambino, alla fine sarebbe andato via.
Riprese perciò il suo allenamento, arrestandosi però quando Darim gli calpestò i piedi con il tacco del suo stivale.
Soffocando un sospiro, si voltò a guardare verso di lui.
In effetti, forse non era una brutta cosa, questo suo desiderio di imparare da lui.
C'erano insegnanti peggiori; se si fosse occupato del ragazzo, forse non avrebbe avuto la necessità di rivolgersi a suo padre. Di certo Masyaf non aveva bisogno di vedere un novizio insegnare a un altro la sua arroganza e la sua testardaggine.
Malik rabbrividì al pensiero.
Sì, meglio permettere al ragazzo di restare al campo e imparare dai suoi superiori, piuttosto che dargli la possibilità di inciampare sotto l’influenza sbagliata.
« Non sei per niente bilanciato ».
Malik gli allargò appena le gambe, facendogli spostare le spalle in avanti.
« Devi piegare le ginocchia. Se le tieni così rigide, qualcuno te le spezzerà ».
Imbronciandosi un poco, Darim si accovacciò a terra.
Malik sospirò.
Ovviamente, quello non poteva che essere un bambino ottuso. Tutto l’orgoglio di suo padre, nessuna traccia del buonsenso di sua madre.
E lei dov’era, quando ce n’era bisogno?
« Alzati. Non riuscirai mai a scattare, se tieni le ginocchia in quel modo. Piegale ».
Darim si alzò un poco per piegare finalmente le ginocchia e copiare la posizione di Malik, catturando con un’occhiata il sorriso soddisfatto di suo zio mentre si girava e riprendeva il suo allenamento senza perderlo di vista. Fece qualche passo, poi inciampò a causa della sua bassa statura. Niente di grave, però.
Quando Malik gli disse di aver scorto in lui del potenziale, Darim sorrise.
« Un giorno, sarò come mio padre ».
Malik soffocò un gemito.
« Per l’amore di tutto ciò che è buono e giusto nel mondo, non dire così. Mai dire così ».
Darim aggrottò la fronte.
« Mio padre è il più grande Assassino che sia mai vissuto, o almeno lo sarà fino a quando non sarò adulto! ».
Veramente figlio di suo padre. Quel ragazzino era già fin troppo orgoglioso.
Di nuovo, Malik si sforzò di non mettersi a discutere con lui, ma c’era qualcosa, sulla sua faccia, così simile ad Altaïr che …
« Tuo padre è sconsiderato e orgoglioso, caratteristica del novizio che è ancora, nonostante il suo grado! »
Darim si accigliò.
« Rimangiatelo! »
« Lo farò quando sarai in grado di ripetere questi movimenti da solo, senza alcun suggerimento da parte mia ».
Con un ghigno, Darim si esibì nelle posizioni di combattimento appena apprese, passando rapidamente da un movimento all’altro con qualche pausa occasionale quando si dimenticava il passo successivo. Il suo volto era così concentrato che ricordò a Malik quello di Altaïr durante le sue missioni più difficili.
Nella sua mente, l’Assassino si ritrovò a pensare che, dopotutto, era ingiusto intestardirsi a chiamarlo ancora novizio. Altaïr aveva brillato laddove tutti gli altri avevano fallito; era ora che fosse suo figlio, ad accollarsi il suo vecchio titolo.
Il ragazzino eseguì il suo allenamento mancando qualche passo qui e là, voltandosi ogni volta verso il suo istruttore per assicurarsi di non essere stato notato.
Malik fece finta di non vedere; dopotutto, non c’era nulla di male di permettere a un novizio un briciolo d’orgoglio. E, se fosse stato del tutto onesto con se stesso, avrebbe ammesso di essere troppo affezionato a Darim per rimproverarlo.
Dopotutto, era giusto che i figli ammirassero i loro padri. Anche se i loro padri erano novizi sconsiderati.
Il loro allenamento venne interrotto dalla voce di Maria, che richiamò a sé il figlio dall’altra parte del cortile.
« Ti ho trovato finalmente, piccolo delinquente! Adesso prega che la punizione sia clemente! »
Maria camminò verso di loro, sorridendo mentre scavalcava il recinto del campo, spostando ripetutamente lo sguardo da Malik a Darim.
« A meno che Malik non avesse bisogno di qualcosa ».
« Stavo mostrando al ragazzo qualche posizione ».
Malik indicò Darim, il quale riprese a muoversi di fronte agli occhi di sua madre.
Maria sollevò un sopracciglio.
« E com’è andata? »
Malik sospirò.
« Temo che questo ragazzo sia proprio il figlio di suo padre ».
Maria rise mestamente.
« Il cielo e gli angeli ce ne guardino! Un solo Altaïr è più che sufficiente! »
Si scambiarono un sorriso pieno di commiserazione, prima di tornare a guardare un ansimante Darim che saltellava rapidamente da un piede all’altro con lo stesso sguardo di un cucciolo sovraeccitato.
Novizio.
Maria gli sorrise come se suo figlio le avesse appena portato la testa di un drago sul suo scudo.
« Ben fatto. Adesso dovremmo andare a mostrare a tuo padre cosa hai imparato ».
Darim prese la mano di sua madre, tirandola in avanti mentre cercava di correre verso lo studio di Altaïr, trattenuto dalla donna e dalle sue risate.
« Altaïr vorrebbe vederti quando sei libero, Malik. Non credo si tratti di qualcosa di troppo importante ».
Infine, Maria si lasciò trascinare via da Darim, rimproverandolo per la sua fretta.
Malik guardò il ragazzo allontanarsi assieme a sua madre, così occupato a raccontarle i dettagli di ogni sua abilità nel combattimento che non si accorse nemmeno della radice su cui inciampò, cadendo in avanti per essere salvato in tempo dalla pronta presa di Maria che lo afferrò per la camicia.
Da lontano, Malik ridacchiò seccamente.
Novizio.




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