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Prefazione__ Allora.
Cominciamo col mettere in chiaro che questa è la mia prima
fiction su Kingdom
Hearts (che io, personalmente, adoro).
Tranquilli, non è un modo per dirvi roba tipo
“Aaah, vi preeego, è la mia prima
fiction, siate clementi e commentate in taaaaanti!”. No,
affatto. Chi vuol
commentare commenti, buon per lui. Di certo non scrivo per ricevere
commenti.
Ma! Detto questo,
passiamo ad una piccola nota sulla storia: non so come sia venuta, non
sono in
grado di auto-giudicare una fiction, purtroppo. Forse
c’è un vago accenno di
OOC, ma non ne sono nemmeno sicura. Bhè, se ci tenete a
farmi un favore,
avvertite. Se non vi frega, pazienza.
Bhè, gustatevi la
fiction! Doumo arigatou in anticipo!
Ni-hao!
Ed
era là, proprio
accanto a loro, che lo fissavano.
Un buonissimo gelato al
sale marino, senza dubbio.
-..e questo cos’è?
–una domanda semplice, chiara, mentre il ragazzo ti fissa
stralunato, senza capire.
Entrambe le sopracciglia inarcate in modo che l’espressione
fosse un misto di
incredulità e sconcerto.
Perché aspettarsi
un regalo, o una qualunque altra cosa, da te, è piuttosto
stupido. E questo,
solo perché tu fai regali solo quando è
strettamente necessario.. e adesso, non
lo è affatto.
-Un dispetto.
–rispondi poco gentile, brusco in effetti, mentre continui a
porgergli quel
gelato, e lui ti guarda. E non capisce, probabilmente. Non capisce
affatto.
-Ah. Adesso si
spiega. –molto finemente lui ti sbuffa in faccia. Ma
è perfettamente normale.
Da quando è entrato nell’Organizzazione avete
scoperto di avere.. molto poco in
comune, voi due. Eppure, probabilmente lui s’è
accorto del fatto che tu, prima
di lui, mostri un certo interesse nei suoi confronti. Ed ha tutte le
ragioni di
pensarlo, dato che non lo lasci da solo un momento.
Che c’è? Hai per
caso paura che Marluxia te lo freghi? O che Larxene lo torturi a
bestia? Oh,
male che vada, che Xigbar lo usi come uovo mentre cucina?
Bhè, in fondo
Marluxia lo ha adocchiato, Larxene ce le ha sempre girate, e..
bhè, Xigbar lo
scambierebbe facilmente per un uovo, data la folta chioma bionda che si
ritrova.
O proprio al peggio
lo scambia per un chocobo, e cerca di fargli covare qualche uovo.
Vabhè, nulla
di preoccupante infondo, no?
-Lo vuoi o no?
–molto gentile, davvero. Come primo approccio della giornata
potresti anche
cercare di essere meno brusco o invadente. E magari anche
più veloce, dato che
quello stramaledetto gelato si sta proprio squagliando. Mica aspetta i
tuoi
comodi, lui!
-Non l’ho mai
assaggiato. E’ buono? –cerca informazioni, forse
una conferma ai suoi pensieri.
Chissà, in effetti. Potrebbe non piacergli, ma tanto la tua
mente ragiona in
maniera troppo contorta.
-Sì che è buono.
Prendi, su. –e a poco glielo spiaccichi sulla faccia. Lo vedi
agguantarlo di
malavoglia, e le sue dita nude sfiorano le tue. Probabilmente nemmeno
ti sei
reso conto d’essere arrossito, mh?- Posso?
-Co.. Ah, sì,
certo. –avevi appena indicato il posto accanto a lui, e ti
sei seduto cinque
secondi prima che ti desse il permesso. E adesso, eccoti accanto a lui.
Il
gelato al sale marino fra le labbra, una mano poggiata accanto a te, a
pochi
millimetri da quella di lui- Dì un po’, Axel. Ma
ti sei fissato con me?
-Eh? Temo di non aver
capito..
-Ti sei fissato con
me? Nel senso.. non mi lasci mai da solo. Ti sembro un giocattolo che
si può
rompere facilmente?
-Veramente, no.
-Ah. Capisco.
-Però gli altri
temo di sì. –gli confessi, abbassando il viso di
poco. E fissi davanti a te, i
tuoi grandi occhi verdi persi nell’ammirazione di tutta
TwilighTown. Bhè,
dall’alto dell’orologio è una cosa fin
troppo facile. E i tuoi bellissimi
capelli rosso fuoco ondeggiano appena con il vento.. ma non
è di questo che
stavamo parlando.
-In che senso? –ti
chiede, ingenuo, lui. Non capisce davvero, forse- Si sono fissati con
me..?
-Nel senso.. –giri
le dita in maniera complicata, mentre fra le labbra seguiti a tenere il
gelato.
Prima il sapore è
amaro, salto, forte.. e poi, in gola ti scende qualcosa di fresco,
zuccherato,
dolce. Un sapore indimenticabile, probabilmente. Il tuo sguardo cade su
di lui,
mentre t’appresti a continuare la tua frase.
-..che per loro i
novellini sono fonti di sfogo. Non finire mai nelle grinfie di Larxene,
mai.
Potresti ritrovarti coi capelli più elettrizzati di
così.
Brutta battuta,
Axel. Davvero una brutta battuta.
-Ah.. certo,
capisco. Gentilissimo. –e prende ad ignorarti, leccando il
proprio gelato come
un bambino. Gli occhi semichiusi, la lingua che scorre su e
giù su quel gelato
che ormai sta finendo, molto lentamente.
E ti coglie un
calore al basso ventre, senza che tu lo voglia.
-Scherzavo, Roxas.
Lo sai, no?
-Oh, sì, certo.
Scherzi sempre, tu. –alzata di spalle da parte sua, e
riprende ad ignorarti.
Rotei le pupille, e lanci il bastoncino del gelato ormai finito
lontano. Della
serie, “Rispettiamo la Natura, fratelli!”.
-E dai! –lo sproni,
gli dai una gomitata che non pare gradire. Dio, in quel soprabito nero
sembra
terribilmente sexy. E, distogliendo lo sguardo, porti una mano alla
nuca- Lo
sai che scherzo, avanti! Non prendertela!
-Mi è vietato
farlo? Non posso prendermela con nessuno?
–l’occhiata che ti rivolge è poco
gentile, su questo non c’è nulla da fare. Sbuffi,
poi fissi il suo gelato.
Adesso vi ha le
labbra incollate alla punta, e la tua mano scatta automaticamente alla
sua,
afferrando prepotentemente il bastoncino e levandoglielo di mano.
-Okay, allora
questo me lo riprendo io!
-No! No! Axel,
dammelo! Non l’ho finito! –come se tu non lo
sapessi. Tendi il braccio quanto
puoi, sorridendo beffardo, inclinandolo in modo che non possa
raggiungerlo da
seduto. Ma si mette in ginocchio, il piccoletto, e si sporge
finché non lo ha
quasi afferrato. Tu tenti di spingerlo via.
-No! Roxas,
smettila! Facendo così rischi di.. –non riesci a
finire la frase che lui si
sbilancia, e troppo, in avanti. I tuoi e i suoi occhi si fanno piccoli.
Minuscoli, in effetti, mentre ti cade addosso costringendoti a
distenderti, con
le gambe letteralmente all’aria.
E qualcosa di
terribilmente morbido si posa sulle tue labbra, che tieni immobili. No,
anzi,
le muovi appena, giusto per gustarti il sapore del gelato che ancora
sta sulle
labbra di lui. Poi ti ritrai, e ti ritrovi a fissarlo.
Lui è immobile, sul
viso un rosso più vivo dei tuoi capelli. Le sue mani sono
sui tuoi polsi, e te
ne accorgi solo adesso. Te li aveva afferrati in quella sottospecie di
lotta,
prima di finirti addosso.
-… -non sa che
dire, e si nota. Eppure, non si allontana. E’ lì,
a pochissimi centimetri,
labbra vicine a labbra. Ti basterebbe allungare appena il collo per
catturarle
di nuovo.
-Roxas? –chiedi
invece, stupidamente, battendo un paio di volte le palpebre.
Probabilmente quel
bacio inaspettato ti ha lasciato di stucco- ..tutto bene?
-Ah.. eh.. –è
impacciato nella ricerca di una risposta, e si vede. Ma è
comunque strano che
non si sia ancora allontanato- S.. sì! –risponde
infine. Ed è allora che fai
una pazzia. La più grande cretinata degli ultimi
cent’anni.
Allunghi il collo,
e chiudi gli occhi. Le labbra sono appena socchiuse, e gli catturi le
labbra,
come prima lui aveva fatto con te, seppure involontariamente. E gliele
senti
tremare sotto il tuo tocco, appena qualche istante prima di ritrarsi di
scatto
e mettersi a sedere, lontano da te, fra le mani il gelato salvato poco
prima
per miracolo.
E tu rimani senza
parole.
-Roxas.. –cominci,
ma non sai che dire. Ti era venuto naturale, ma solo adesso connetti le
azioni
con la mente, e avvampi. Le tue guance prendono fuoco in una maniera
terribile.
Eppure, è
plausibile.
Infondo, tu sei il Soffio
di Fiamme Danzanti, no? Il numero VIII.
-S.. sì?
–innocente, guarda lontano cercando di nascondere il colore
delle proprie
guance, che per fortuna poco a poco sta tornando il rosa carne di
sempre. Ma un
po’ te ne dispiace.
-Ah.. mh.. –non sai
che dire. Infine, butti lì la prima cosa che ti capita-
E’ stato un incidente,
stavo cercando di alzarmi. Non l’ho fatto apposta..
–stupido. Idiota.
Imbecille. Coglione!
-Ah.. ah sì?
–l’aria innocente sul suo viso ti fa venire una
gran voglia di lanciarti sopra
di lui, di baciarlo, di.. di starti fermo e smentire tutto.
-Sì. Sai com’è,
cose che capitano.
-Hm, già. –e si
alza, automaticamente, come fosse un gesto di riflesso. Fa un gran
respiro e
comincia a dondolarsi stupidamente avanti e indietro, avanti.. e quasi
cade.
Anzi, no, si sta proprio sporgendo troppo.
Axel! Axel, per
Dio, afferralo!
-Roxas! –urli, ti
lanci in avanti appena in tempo per afferrargli il braccio destro e per
cercare
di tirarlo su- Ma che diavolo combini, incosciente d’una Chiave?!
–lo
urli con disprezzo, come se fosse veleno, prima di riuscire a
sollevarlo e a
farlo tornare sul bordo del minuscolo spiazzo, sopra di te.
Una mano sulla sua
schiena mentre sta gattoni su di te, e ti guarda con occhi che
brillano. Lo
sguardo serio e ancora alterato rimane sul tuo viso, finché
non lo guardi.
E sei lì lì per
scioglierti sul serio. Cerchi di sviare.
-Ti è caduto il
gelato, pazzoide. –una tua mano va ad arruffargli
prepotentemente i capelli,
mentre avvicini il viso per dargli un bacio sulla fronte. Peccato che
sia lui a
farti deviare la traiettoria.
E senza
accorgertene, ecco la stessa situazione di prima: tu, mezzo disteso
sotto di
lui, carponi su di te; le vostre labbra ermeticamente incollate, e lui
che
stringe gli occhi con forza. Tu sei altamente stralunato, e batti le
palpebre
più volte.
Ma sì, dai.
Lasciamoci andare.
Bacio, bacio,
bacio. Infine, dopo forse una minima lotta interiore, cerchi di
convincerlo a
schiudere le labbra.
Ne vuoi di più.
Vuoi di più di lui di quanto tu possa pensare. E fra le tue
dita rigiri una
ciocca dei suoi capelli biondicci. Già, sembrano seriamente
delle penne
di chocobo.
E infine, anche lui
si decide, e schiude le labbra quel poco che gli serve per lasciare che
la tua
lingua entri nella sua cavità orale. Ed è in quel
preciso istante che succede:
avverti il sapore buonissimo del gelato al sale marino che,
mescolandosi col suo
sapore e col tuo, vi immerge in una sensuale danza
di lingue, che tra di
loro combattono, si fronteggiano. Che si frustano a vicenda o meglio,
una che
frusta quasi l’altra, toccandola, girandovi intorno e poi
ritraendosi
perfidamente. Ed è lì che ti accorgi di avere
molta –molta- più
esperienza di lui nel campo. Probabilmente non ha mai baciato nessuno
in vita
sua.. tranne te, adesso, è chiaro.
Eppure, non cerchi
di aiutarlo in alcun modo. Irruento, porti una mano alla sua nuca e
spingi
verso di te, facendogli aprire per un istante gli occhi, come
spaventato da
quel gesto. Poi invece s’è semplicemente lasciato
andare.
-Però.. –è il tuo
sussurro, mentre cambi lato, giusto per non farti male al collo-
..impari in
fretta, Rox.
-Zitto. –è il suo
sussurro mentre, più capace di prima, prende
l’iniziativa. E mentre lo baci
probabilmente capisce che stai sorridendo, dati gli angoli della bocca
increspati- E non ridere!
E così va avanti,
per un bel pezzo, staccandovi soltanto quando necessario, per
pochissimi
momenti.
Ma alla fine siete
costretti a staccarvi comunque. Non potete andare avanti
così.
E adesso le vostre
fronti soltanto si toccano, mentre sia tu che lui siete con
un’evidente
fiatone. E lui ti sorride, così come fai tu con la tua
adorabile espressione da
ebete.
Un bacio casto
sulle sue labbra da parte tua, poi un altro, un altro, e un altro
ancora.
Infine, qualcosa
dietro di voi parla.
O sarebbe meglio
dire qualcuno.
-Ragazzi, mi
dispiace interrompere la vostra graziosa pomiciata.. –la voce
aspra e sputa-veleno
di Larxene vi arriva alle orecchie come una frusta, facendovi staccare
immediatamente. Roxas si getta da un lato, seduto, il viso
letteralmente in
fiamme, più di quanto tu abbia mai visto- ..ma Xemnas vuol
parlare con te,
Testa Rossa. E subito.
In
quanto a te, Testa Gialla, vieni con me.
Sono ordini,
purtroppo. E lei nemmeno si gira, vi fissa entrambi coi suoi occhi
perfidi, e
non ve li scolla di dosso.
-Ehm..
-Nessun problema. –t’affretti
a dire, tu. Ti alzi in piedi, stiracchiandoti appena e crocchiandoti il
collo. Arruffi
i capelli al ragazzo e subito t’appresti a creare un varco
nell’oscurità per
raggiungere il tuo capo- Bada bene, Larxene. Trattalo male e io
t’ammazzo.
-Sì, certo. Come
no, Testa Rossa. Ora muoviti! –le ultime due parole mezze
gridate. E tu,
roteando le iridi, fai un passo verso il varco. Lo sguardo un attimo su
Roxas.
-Io e te ci
rivediamo dopo. –dici.
-Senza ombra di dubbio, Axel. Senza ombra di dubbio.