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Autore: Cass_Pepper    21/11/2013    3 recensioni
Questa storia fa parte della serie "I'm with you"
Ci fu un momento di panico generale, io e Altaïr ci muovemmo in fretta e facemmo cadere una cassa.
Cazzo.
-Cos’è successo?- gridò qualcuno dalla strada, dirigendosi verso di noi.
Vidi Altaïr tendersi, pronto a uno scontro indesiderato quanto inevitabile.
No. Non potevamo perdere quelle informazioni. Doveva esserci un altro modo.
La sua bocca...
Non saprei dire se fui terribilmente logica o stupidamente appassionata.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: I'm With You'
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Come promesso, eccomi con il mio primo "Spin-off/Missing moments/flash-fic, basato sulla mia FF - I'm with you-.
Ovviamente sarebbe più opportuno che conosciate la storia, ma potrete semplicemente immaginarvi di essere la protagonista e di poter baciare il nostro, amatissimo, Altair.
Che la fortuna assista la vostra lama!

Cass

Cause when we kiss…



Mi avvicino più a te, tu sussurri solo “No”:
Dici che non ti piace, ma, ragazzo, io lo so che sei un bugiardo.

Hai una presa così stretta che non posso liberarmi...

Ho i nervi scossi, mi sto comportando come una stupida!

I tuoi baci sono incandescenti, ma davvero il tuo cuore rimane freddo
?
Le tue parole dicono lasciamoci, ma le tue parole mentono

Perché quando noi ci baciamo... Uhm...
Fiamme.


Bruce Springsteen- Fire


Cassim era il capo della fazione.
 Sarebbe stato evidente a chiunque conoscesse un po’ gli uomini:
Era aggressivo, con sguardo trionfo. Ogni suo gesto era ridicolamente pomposo. Il corpo possente atto ad intimidire gli altri.
Un esemplare maschio naturalmente stolto.
Ogni donna l’avrebbe riconosciuto. Nessun uomo mai l’avrebbe compreso. Altaïr incluso.
Decisi di farmi un regalo e di scegliere Cassim senza informare il mio compagno della sua carica.
D’altronde, ero quasi morta, per colpa sua. Un premio me lo meritavo.


Tralasciando, Vega, il piccolissimo ed insignificante dettaglio che è stato lui a pararti il culo?


Decisamente, andava contro tutti i miei principi.
Ma sapevo quel che facevo: Se Cassim era davvero il capo, il mio potere sarebbe stato più utile di qualsiasi metodo di tortura Altaïr avesse intenzione di adottare.
Avrebbe potuto mentirgli. Sviarlo. Non dirgli, comunque, tutto.

-Credo proprio che dovremmo parlare con  Salik e Cassim…  Io mi occuperò di quest’ultimo!- tergiversai, come mi ero promessa, sul perché volevo lui - Ci rivediamo qui quando avremo finito per andare dagli informatori, cerca di non metterci troppo con l’interrogatorio- sussurrai, fintamente altezzosa, per camuffare il senso di colpa.
–Hai capito, spilungone da quattro soldi?-  sdrammatizzai, con tanto di linguaccia.
Sperai che Altaïr non intravedesse nulla di tutto questo in qualche mie espressione.
Principalmente, sperai non mi toccasse. Con lui era difficile... bloccare il flusso di potere.

Mi sembrava un bravo ragazzo.
Certo, non il più allegro, ma, trovandolo a sorridere per la battuta, mi sentii soddisfatta: con un po’ di fatica ero riuscita a sbloccargli la mascella.
Nonostante la serietà totalizzante che lo permeava, Altaïr mi piaceva sul serio.
Veramente, tranne quel poco che avevo scoperto sfiorandolo, non sapevo granché di lui.
Eppure era così.


Strano, aveva detto il Rafiq, che Altaïr mi piacesse.
Non avevo avuto una granché di risposta alla richiesta di spiegazioni ulteriori, il Rafiq aveva bofonchiato qualche stupido motivo caratteriale e poi si era rimesso ad intagliare il suo vaso.
Mi infastidii, ma avrei potuto sapere tutto, toccandolo anche per sbaglio.
Eppure averne la possibilità, mi aveva istruito su quanto importante fosse il rispetto per i segreti e le scelte altrui. Così, avevo desistito.


Altaïr non fece in tempo a rispondere che sentimmo un rumore di passi avvicinarsi, accompagnato dallo stridere di una maglina di ferro...
Templari.
Ci fu un momento di panico generale, io e Altaïr ci muovemmo in fretta, abituati ad essere soli e uno di noi due, non ci feci nemmeno caso, rovesciò una cassa di legno abbandonata.
Cazzo.
-Cos’è successo?- gridò qualcuno dalla strada, dirigendosi verso di noi.
Vidi Altaïr tendersi, la mano sull’elsa della spada, pronto a quello che credeva uno scontro indesiderato quanto inevitabile.

No. No, non possiamo perdere queste informazioni. Doveva esserci un altro modo.
Ero sicura che lui la pensasse come me: percepivo anche a distanza il suo disappunto, ancora esitava nell’estrarre l’arma, come se sperasse ci fosse un’alternativa, la sua bocca formava una linea sottile.


La sua bocca...

Non saprei dire se fui terribilmente logica o stupidamente appassionata.
L’ombra del Cavaliere era già proiettata sul muro. Dalla cassa caduta era fuoriuscita una tela bianca rovinata.
Non passò che un secondo tra il pensiero di prenderla e trovarmela in mano.
Mi tolsi il cappuccio. Lo presi per le spalle e feci scivolare giù anche il suo.
Gettandogli la tela sulle spalle, per coprire le armi e i miei vestiti poco femminili, lo strattonai verso di me.
Altaïr non oppose resistenza, mi guardò stupito, lo sguardo appena assottigliato.
Chiusi gli occhi.


Si avvicinò ancora. Mi strinse più forte. 
Spostava in continuazione le mani, con foga, come se avesse voluto toccare tutto il mio corpo in una volta sola.
Approfondì il bacio, saggiando le mie labbra. Succhiò, anche, con avidità.
Sentii un brivido lungo la schiena e mi sporsi ancora più verso di lui, ma non c’era alcuno spazio a dividerci.
Neanche per un soffio.
Portai una mano sulla sua guancia e, pungendomi con la barbetta incolta, la strinsi per saggiarne la morbidezza.
La pelle era calda. Rovente. E ruvida. Nessuna morbidezza. Nessuna rotondità.
Lo spigolo della mascella che guizzava ad ogni bacio.


Hai le labbra morbide, Waqi.


Sentii solo vagamente il soldato tranquillizzare la sua truppa. Anche Altair continuò a dedicarsi alle mie labbra. Prestò poco attenzione alle parole esatte.
Era... concentrato su di me.
Non avevo volontariamente spiato nella sua mente, si era quasi imposto, sembrava come se fosse stato lui a violare la mia testa. Incredibile.
Forse neanche tanto incredibile, era davvero prepotente e lo sapevo. Trattenni un sorriso.
Decise di staccarsi, per darsi un contegno, ma non si allontanò dalle mie labbra.
Non ci riusciva, si disse. Ero una..
. droga.

Kathîr mubakiran.


Sentii le guance andarmi a fuoco. Lo stomaco fare una capriola. Le labbra bruciare.
-Dannazione, donna-  la sua voce era roca, calda, da far venire i brividi.
E arrivarono, Allah, se arrivarono.
Aveva gli occhi chiusi. Come me. Il naso poggiava leggermente sul mio zigomo, le sue ciglia mi solleticavano le palpebre, le sopracciglia contratte in un’espressione seria.
Ancora non aveva spostato le mani. Nemmeno io.
Sentii in lui crescere il bisogno di mettere dei paletti, come se percepisse di essere stato scoperto, analizzato e volesse dissociarsi. Allontanarsi.
- Se davvero ti mimetizzi così capisco perché tutti sembrano bendisposti verso di te!-.


Mi dispiace. Sono un cretino.


Spostai la mano. Mi allontanai di scatto. Feci una boccaccia risentita.
Recitavo.

 Vidi Altair sentirsi quasi in colpa per quello che aveva detto, ma distolse subito lo sguardo per controllare che non ci fosse più nessuno di potenzialmente pericoloso.
Lo feci anche io, mi finsi indifferente e offesa, come se non sapessi quello che davvero aveva provato, baciandomi. Ancora mi tremano le gambe per la sua voce.

Recitavo.

Rimasi rigida, col viso privo di emozioni, come se questo bacio fosse stato un qualunque metodo per nascondersi.
Ancora meglio: Come se questo bacio non fosse mai esistito.

Recitavo. 

1) Ho voluto ugualmente Springsteen per descrivere questa situazione dal punto di vista di Vega! Canzone molto, molto passionale, con un ritmo che ha ispirato molto il capitolo. Diciamo che vi ho fornito una descrizione più lenta della scena, così da compensare la perdita di lucidità del nostro Mentore. 
D'altronde si sa, noi donne notiamo meglio le cose!
2) Waqi: E' il nome Vega in arabo! Mi sembra carino che Altair traducesse il nome Vega (Inglese, in questo caso), lo rende più personale. E passionale.
3)
Sempre arabo, traduzione "Troppo presto", ovviamente, il nostro mentore non è proprio contentissimo di interrompere il bacio! ;)


  
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