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Autore: Kei_Saiyu    05/12/2013    1 recensioni
Ti guardo che cammini davanti a me con noncuranza, nemmeno mi vedi. Sei avvolto dalle tenebre e non mi vedi. Stai sorridendo a qualcuno nell’ombra e non mi vedi.
Ma tu mi hai mai veramente visto?
È una domanda spontanea che implica altre mille domande.
Mi hai mai visto come un tuo pari? Mi hai mai considerato il tuo migliore amico? Mi hai mai voluto veramente al tuo fianco?
«”Mi hai”… che parole egoiste ed egocentriche.»
Ed è la tua voce divertita quella che sento e ti vedo. Mi guardi, mi sorridi e mi tendi la mano.
Ti guardo, ti sorrido e...
[Non è presente nessun pairing, ma volendo ci si può leggere un sottofondo shonen ai]
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Riku, Sora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II, Contesto generale/vago
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Perché volevo qualcosa di angst e alla fine mi è uscita una cosa puccia ed è tutta colpa tua ChiiCat! Prenditi le tue responsabilità e scrivi una bella RiSo <3

 

La miglior vittoria

 

«E anche questo mondo è salvo!»

Esclama Goofy voltandosi verso Donald. Si battono il cinque contenti e soddisfatti, mentre Pimpi vaga alla ricerca di Winnie e Tigro esulta per la rinnovata pace nel loro mondo.

Li guardo provando un leggero malessere, un piccolo moto d’invidia che mi logora da dentro. Sono contento di aver liberato la foresta dagli heartless, ma anche questa volta non sono riuscito ad arrivare a te.

Continuo ad essere il Salvatore, il Grande Combattente, eppure non riesco a salvare il mio migliore amico… che razza di eroe non riesce in un’impresa così banale?

Non faccio altro che correre per i mondi nella speranza di trovarti, di raggiungerti, ma ogni volta che mi avvicino tu te ne sei appena andato. È sfiancante, sai? Perché mi sento di essere sempre il solito bambino che non riesce a sconfiggerti nemmeno con una spada di legno. E non è giusto, perché io sono l’eroe e quindi dovrei vincere.

E allora perché continui ad essere sempre un passo avanti a me? Perché non riesco ad arrivare a te?

«Sora? Non è il caso di fermarci qui per stanotte?»

Mi domanda Goofy, ma non voglio fermarmi, non voglio dargli ulteriore vantaggio… Eppure devo. Donald sbadiglia, Ih-Oh si è già addormentato, Pimpi si è appisolato in braccio a Winnie e anch’io sono stanco.

Sorrido ai miei amici evidentemente preoccupati e li rassicuro. Per questa notte dormiremo qui, nel mondo di Winnie The Poo, dove nessun heartless o mostro ci attaccherà più.

Dove la luna è alta nel cielo e le stelle brillano. Dove l’oscurità non può arrivare e quindi neanche te.

«Sì, ecco, bravi. Non ho molto posto nella mia casetta, ma se volete possiamo cercare un modo per farvi riposare!»

Propone contento Winnie e mentre gli altri annuiscono convinti, io rimango ad osservare il cielo.

Se non fossero così assonnati probabilmente non mi lascerebbero da solo, o quantomeno cercherebbero di venirmi a trascinare in qualche gioco, ma va bene così. Per questa notte mi permetterò di stare un po’ da solo.

Mi sdraio sull’erba fresca, con il vento che mi accarezza debolmente il corpo. È una bella sensazione… la stai provando anche te, Riku?

Anche tu ti sei sdraiato da qualche parte per riposare?

Chiudo gli occhi, ma sono costretto a riaprirli di scatto perché ti ho visto. Ti vedo sempre nei miei ricordi, dietro le mie palpebre chiuse e mi stai facendo impazzire. Devo trovarti.

Stringo la mano a pugno portandola in alto, verso quel cielo che ci separa. È una promessa e tu lo sai che io le mie promesse le mantengo.

Mi addormento senza neanche accorgermene e ti sogno. Ti vedo che cammini davanti a me con noncuranza, nemmeno mi vedi. Sei avvolto dalle tenebre e non mi vedi. Stai sorridendo a qualcuno nell’ombra e non mi vedi.

Ma tu mi hai mai veramente visto?

È una domanda spontanea che implica altre mille domande.

Mi hai mai visto come un tuo pari? Mi hai mai considerato il tuo migliore amico? Mi hai mai voluto veramente al tuo fianco?

«Mi hai… che parole egoiste ed egocentriche.»

Ed è la tua voce divertita quella che sento e ti vedo. Mi guardi, mi sorridi e mi tendi la mano.

Ti guardo, ti sorrido e allungo la mano per afferrare la tua, ma è solo illusione, perché quando le nostre dita si sfiorano tu sparisci lasciandomi con l’amaro in bocca.

Urlo, strepito e mi agito. Ti dico che non finirà così, che io riuscirò a raggiungerti e a riportarti a casa, che anche se siamo divisi condividiamo lo stesso cielo e per questo vincerò io.

Forse solo per questa volta, ma io vincerò. È una promessa.

 

«Sora? Sora, svegliati! Smettila di poltrire o faremo tardi, dannazione!»

Una voce mi chiama, cerca di strapparmi dal mio sonno e dal calore delle coperte. Vorrei girarmi dall’altra parte e continuare a dormire, ma non posso rifiutare quella voce che chiama il mio nome.

Realizzo e apro gli occhi di scatto.

La sua mano è a pochi centimetri dal mio viso bollente. Mi ha tirato certamente qualche pugno per svegliarmi.

Afferro quelle dita pallide senza neanche riflettere e con un sorrisone me le porto al volto, stringendo quella mano calda con tutta la mia forza.

Mi guardi stupito per qualche secondo, ma non sei uno sciocco, non lo sei mai stato e con dolcezza ti avvicini a me; ti siedi sul letto e mi accarezzi la testa con la mano libera.

«Sono qui.»

Sussurri e io annuisco strusciandomi ancora contro quella mano che per anni ho cercato di afferrare, ma che ogni volta mi sfuggiva.

Ma non questa volta.

Non più.

«Ho vinto io.»

Biascico in risposta e tu ridacchi, perché lo sai che è vero, ma non te la prendi.

Ogni tanto è bello perdere, vero Riku?

   
 
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