9. Situazioni compromettenti e dolci pensieri: come innamorarsi per una ciotola di ramen?
-
Ah, no! Io non ci salgo su questo coso! Non se ne
parla
nemmeno! -
Sakura
si aggiustò nervosamente la tracolla su una spalla,
incrociando poi
le braccia al petto, incredula, e scuotendo più volte la
testa in
segno di disapprovazione. Aveva raccolto i capelli lunghi in una coda
alta, fissata alla nuca con due bacchette decorate, e le sopracciglia
sottili inarcate dallo scetticismo. -
Senti, non cominciare a fare la bambina … -
borbottò Sasuke
aprendo con uno scatto innervosito la portiera della sua porsche
metallizzata - Andiamo, sali in macchina. Sono già in
ritardo -
-
Grazie tante per l’interessamento, ma non ti dovevi neanche
scomodare … - replicò la ragazza sbuffando - Noi
prendiamo molto
volentieri l’autobus - aggiunse poi, facendogli la
linguaccia. Gli
diede le spalle e s’incamminò lungo il marciapiede
ricoperto di
neve, trascinandosi dietro come al solito la piccola Chiyo, che
dormiva in piedi o poco ci mancava. - Un atteggiamento molto maturo,
Sakura - commentò Sasuke appoggiandosi con un gomito alla
portiera
spalancata, un mezzo sorriso canzonatorio ad addolcire di poco la sua
espressione impaziente. Sakura si costrinse a ignorarlo, continuando
a camminare spedita e reprimendo a fatica l’impulso malsano
di
tornare sui suoi passi e rigargli la carrozzeria con le chiavi di
casa. Sentì appena le fusa del motore, dietro di lei, e
neanche un
attimo dopo la porsche l’aveva già affiancata. La
ragazza si
fermò, continuando a guardare fisso davanti a sé.
Serrò le labbra,
sospirando frustrata.
-
Oh, e va bene! Hai vinto! -
borbottò poi tra i denti,
aprendo lo sportello posteriore per far salire Chiyo. Sakura
incrociò
di nuovo le braccia al petto, irritata, sprofondando il più
possibile nel sedile e cercando di non badare al ghigno trionfante di
lui che si rifletteva nello specchietto.
Sasuke
si concesse qualche altro secondo di personale autocompiacimento, poi
spinse con sicurezza l’acceleratore per immettersi nuovamente
sulla
strada. Fu costretto però a sgommare subito di lato,
imprecando
sottovoce. Giusto in tempo per evitare lo scontro con un’auto
che
passava strombazzando a tutta birra dietro di loro. Imprecò
di
nuovo. Ecco, era fregato. Ogni occasione per lei
sarebbe stata
buona per mettersi a criticar … Sakura però si
allungò di scatto
dal lato del guidatore, spiazzandolo completamente, e diede una forte
gomitata sul clacson. Si sporse in fretta fuori dal finestrino,
gridando dietro alla macchina.
-
Ehi, brutto idiota, guarda un po’ dove stai andando!
Ma chi
ti credi di essere? Eh? -
Sasuke
alzò gli occhi al cielo con un sospiro che sapeva di
rassegnazione,
tirandola indietro per un braccio.
Sarebbe
mai potuta esistere una ragazza più stramba e contraddittoria?
Ah, lui ne dubitava fortemente.
-
Vuoi darti una calmata, Haruno? Non devi per forza terrorizzare tutti
quelli che incrociamo, sai? -
Sakura
si riadagiò sul sedile di pelle e volse la testa verso di
lui, gli
occhi verdi che mandavano lampi.
Eppure
non rispose, limitandosi a incenerirlo con lo sguardo durante tutto
il tragitto. Si fermarono poco dopo, su imposizione irremovibile di
Sakura, al primo Mc Donalds aperto che riuscirono a
trovare.
La ragazza scomparì dietro la porta girevole del locale, e
in pochi
attimi fu di ritorno con la loro immancabile colazione iperproteica.
Aveva entrambe le mani occupate, perciò Sasuke fu costretto
a
scomodarsi di nuovo per allungarsi sul sedile a
lato e aprirle
dall’interno. Sakura consegnò un frappè
a Chiyo con un sorriso
radioso, e srotolò con cura la carta che avvolgeva il suo
hamburger,
addentandolo poi sotto lo sguardo a dir poco nauseato di Sasuke. -
Non fare quella faccia, se ne volevi uno anche tu bastava chiedere -
esclamò Sakura ridendo.
Il
ragazzo le rivolse un’occhiata di traverso, ma suo malgrado
divertito.
-
Sai, Sasuke, stavo pensando che se escludiamo l’orrendo
caratteraccio, l’innata scortesia, l’ego smisurato
e la faccia
dai schiaffi - ridacchiò Sakura contando ogni difetto sulla
punta
delle dita - Secondo me non saresti poi così male
come
persona in fin dei conti -
Chiyo,
spaparanzata a metà del sedile posteriore con il sorrisetto
di chi
la sapeva lunga, assisteva al loro spassoso battibecco, risucchiando
di tanto in tanto dalla cannuccia colorata del suo frappè.
Dal suo
zaino di scuola spuntava un po’ storta una zampa del povero
mr.
Panda, ribattezzato Sasuke per
l’occasione.
-
Ah, davvero? Che strano, eppure ieri sera ben due signorine mi hanno
definito … uhm, com’era? Morbido? -
Sakura arrossì
furiosamente, voltandosi verso il finestrino per non dover incrociare
quei due pozzi d’inchiostro che erano i suoi occhi, magnetici
e
pregni di pungente sarcasmo. Che subdola, infondata, sleale
insinuazione nei suoi confronti!
-
Non mi avrai presa sul serio! Ieri sera ero mezza addormentata,
Uchiha. Straparlavo! -
-
Ah, beh. Se la metti così, Haruno, allora non dovrei mai
prenderti
sul serio - ribatté lui ridendo.
Sakura
si fece promemoria mentalmente di bucargli le gomme alla prima buona
occasione.
Pochi
isolati dopo, Sasuke inchiodò bruscamente sul marciapiede,
risvegliandola di colpo dai suoi progetti vendicativi. Avevano
raggiunto la scuola di Chiyo in pochi minuti, recuperando addirittura
sul loro ritardo. Sakura si costrinse a non pensare che se non fosse
stato per Sasuke e la sua dannatissima porsche, lei e sua figlia
sarebbero state ancora ad aspettare alla fermata dell’autobus
sotto
forma di due cubetti di ghiaccio. Detestava sentirsi in debito con
lui.
-
Io vado! Ciao mamma! Ciao pa… S-Sasuke!
- si corresse
subito Chiyo, mentre sul suo viso comparivano due adorabili fossette
e un sorrisone spontaneo. Sakura la guardò a occhi
sgrananti,
sentendosi improvvisamente avvampare. La bimba si sporse a baciarle
una guancia, salutò entrambi con una mano e poi
schizzò giù
dall’auto veloce, richiudendosi la portiera dietro di
sé.
I
due, rimasti soli, si scambiarono un’occhiata.
Un
silenzio imbarazzato e nervoso calò tra loro, mentre
distoglievano
contemporaneamente lo sguardo, evitando di guardarsi di nuovo in
faccia.
-
Credo sia meglio … andare -
-
Sì. Andiamo -
-
Certo -
-
Splendido -
-
Davvero -
-
Bene -
-
Perfetto! -
Sasuke
si schiarì più volte la voce, cercando con scarsi
risultati di
attenuare l’imbarazzo, e prese a trafficare con le chiavi
dell’auto
senza sapere bene neanche lui cosa stesse facendo. Sakura si era
irrigidita sullo schienale, le dita laccate di azzurro tamburellavano
nervose sul finestrino mentre tentava di far finta di niente.
Ripensandoci, la prossima volta avrebbe fatto meglio a prendere
l’autobus. Sì, molto meglio.
Naruto
si rigirò nella coperta, rabbrividendo e cambiando
posizione, il
respiro pesante e accaldato.
Seduta
in ginocchio sul tappeto a lato del letto, Hinata si mordicchiava un
labbro, ansiosa, mentre con mani ancora un po’ tremanti
sostituiva
il panno bagnato sulla fronte del ragazzo con uno più
fresco. -
Finirò per addaccardi
il raffreddore, Hinada.
Dorna a casa -
-
D-devi solo pensare a guarire adesso, n-non stare a preoccuparti per
me … - mormorò lei, imbarazzata.
Naruto
mugugnò qualcosa in risposta, aggrottando la fronte
contrariato, ma
Hinata non riuscì a capire.
-
D-dovresti provare a dormire, sai - aggiunse poi la moretta
scostandogli dolcemente un ciuffo biondo dai grandi occhi azzurri.
Arrossì quando si rese conto di avere lo sguardo incuriosito
di
Naruto fisso su di sé, e ritrasse in fretta la mano, come
scottata.
Certe cose non erano da lei! Oh, si sentiva così
stupida!
-
Don ho sonno … -
replicò lui sorridendo - Berchè
non mi barli un bo’
di de, Hinada? -
Sgranò
gli occhi, non potendo fare a meno di alzare lo sguardo candido e
stupito su di lui, che non accennava a smettere di sorridere. Hinata
rise e scosse brevemente la testa, temporeggiando mentre gli
tamponava la fronte madida di sudore. Semplice e schietta, quella
richiesta l’aveva del tutto spiazzata.
-
N-non credo di essere così interessante, Naruto-kun. Ti
annoierei
soltanto -
-
Ba brovaci lo sdesso.
Sei fidanzada per
esembio? -
-
No, non sono fidanzata, Naruto-kun - replicò lei con un
piccolo
sospiro.
Rimase
in silenzio per qualche attimo, pensierosa, non accorgendosi dello
sguardo attento del ragazzo.
-
Scuda. Forse sono stado trobbo
indiscredo
-
-
Ma no, figurati, non è per questo. Comunque no …
non lo sono,
davvero - esclamò Hinata ridendo, mentre strizzava il panno
nella
bacinella lì vicino e glielo sistemava di nuovo con cura. -
Uhm.
Soldando innamorada,
magari? - ritentò lui con
un altro mezzo sorriso, sincero e luminoso. - Questo p-può
anche
darsi … - balbettò lei in risposta, avvampando
istantaneamente, lo
sguardo basso - … ma mio padre dice sempre che sono troppo
noiosa
per trovare qualcuno che voglia stare con me -
-
Allora duo pabre è un
idioda, Hinada -
esclamò con enfasi Naruto, balzando a sedere sul letto. La
moretta
sgranò leggermente gli occhi a sentire
un’affermazione del genere.
Si fissarono negli occhi per qualche istante, in silenzio, poi Hinata
scoppiò in una sonora risata, alla quale si unì
anche Naruto tra un
colpo di tosse e l’altro. Si sentiva stranamente
più leggera
adesso, doveva ammetterlo.
-
D’accordo, sarà pure come dici tu, però
adesso riposati, mi
raccomando -
-
Sei un tesodo, Hinada. E un
giorno sarai … awn
… una moglie davvero perfedda, dico
davvero -
Si
sdraiò di nuovo e chiuse gli occhi con uno sbadiglio, vinto
dalla
stanchezza. Si addormentò subito.
Con
mani le tremanti e la faccia rossissima, Hinata si sfilò di
tasca il
cellulare, che aveva preso a trillare.
-
Pronto. Ah. Ciao Hanabi. C-cosa? No, n-non posso venire, adesso sono
… occupata. Ma
…! Hanabi!
Non puoi pensarci tu? Io non … oh, e va bene. Arrivo subito.
Dì
che farò il prima possibile, d’accordo? Va bene -
Sospirò,
interrompendo la comunicazione. Si alzò sulle ginocchia,
portando
due dita fresche sulla fronte di Naruto. Dormiva con la bocca aperta.
Hinata ci avrebbe scommesso che entro breve avrebbe cominciato anche
a russare. Naruto borbottò qualcosa nel sonno, abbracciando
possessivamente il cuscino. Con un sorriso intenerito, si sporse
leggermente su di lui, arrossendo.
Certe
cose non erano da lei. Ma si era innamorata, cosa poteva farci?
Gli
posò un bacio leggero appena sotto la tempia accaldata,
ritirandosi
subito dopo. Si alzò in tutta fretta, rischiando nella foga
di
inciampare nel tappeto, ma non se ne curò. Lo. Aveva.
Baciato.
Doveva essere impazzita! Ma cosa le era saltato in
mente?
In punta di piedi lasciò la stanza da letto, e una
volta fuori
si appoggiò con la schiena alla porta, sospirando. Si
sentiva così
stupida. Così innamorata.
Quando
finalmente Naruto si risvegliò, nel tardo pomeriggio, non si
era mai
sentito tanto fresco e riposato.
Si
controllò la febbre un’altra volta, tanto per
essere sicuro, ma
ormai non ne aveva più nemmeno una linea.
Perciò
si tolse anche il panno bagnato dalla fronte, sorridendo tra
sé e
sé. Quando entrò nella piccola cucina luminosa,
trovò una pentola
col coperchio sul fornello spento, e un biglietto in bella vista sul
tavolo scritto da una calligrafia curata.
‘Scusami,
sono dovuta scappare.
Comunque
ti ho ricontrollato la febbre, e per fortuna si è abbassata.
Domani
sarai di nuovo in forma, ne sono sicura.
Mi
raccomando, riguardati.
P.S.
Buon appetito!
Hinata
’
Sollevò
il coperchio della pentola, incuriosito, col naso teso per annusarne
il contenuto.
Una
piacevolissima zaffata familiare lo investì in pieno,
facendogli
venire l’acquolina in bocca. Lo riconobbe subito. Ramen.
Si
sedette al tavolo sorridendo, una ciotola abbondante in mano. Ah, la
piccola dolce Hinata. Ogni tanto gli sembrava quasi di avere a che
fare con una bambolina di porcellana, educata e tenera come solo lei
sapeva essere. Senza sapere bene perché, si portò
una mano a
sfiorarsi una tempia, in un gesto istintivo. Prima
o poi sarebbe diventata una moglie perfetta, ne era certo. Ma mentre
si infilava in bocca il primo rotolo di spaghetti fumanti,
scoprì
inaspettatamente di provare una leggera punta d’invidia per
colui
cui sarebbe toccata una simile fortuna.
Dopotutto,
Hinata cucinava il miglior ramen di tutto il Giappone!
Angolino
della solita vecchia petulante Sisya
Capitolo
un pochino tanto dedicato al NaruHina, credo ve ne siate accorti
anche voi ^O^
Beh,
dunque, mi scuso con chi non apprezza la coppia e magari si aspettava
un chap un po’ più SasuSakuroso, ma io questi due
patatosi li
adoro, e volevo ritagliare uno spazio tutto per loro. O beh, quasi XD
Ringrazio davvero di cuore coloro che hanno commentato lo scorso
capitolo! Soprattutto chi, avendo dedotto dal mio sclero fuori
programma che ero caduta in un buco nero di depressione post-calo
recensioni, si è fatto avanti volenteroso per tirarmi su il
morale.
Avevo
proprio bisogno di sentirmi rincuorare. Perciò, a costoro,
grazie.
Ora vi lascio, miei adorati, l’oz… ehm, il dovere
mi chiama.
Ci rivediamo al prossimo aggiornamento! Riusciranno Sasuke e Sakura a
sopravvivere a questa convivenza forzata?
Riusciranno
Ino e Shikamaru a rimanere solo
amici? Riuscirà la dolce Hinata a dichiararsi al suo
innamorato?
E
soprattutto, riuscirà il nostro Naruto a mangiarsi tutto
quel ramen
senza scoppiare??
XD
Lo scopriremo nella prossima puntata! I guai sono appena cominciati
*risata
malefica di sottofondo*
Commentino?
*O*