Anime: episodio XXI
Il giorno di Halloween.
NON PARLARE
Perdonami, Haruhi!
Hikaru, la metà di uno, il complementare di Kaoru,
ma al contempo una persona unica, differente dal gemello.
Tanto quanto Kaoru è diverso da Hikaru.
Sono scappato. Vigliacco!
Ancora non capisco: quando ho sentito la rete cedere e
siamo entrambi caduti sul pavimento sono scappato via da te. Ti ho abbandonata
e non è la prima volta che succede.
Ero spaventato e ho fatto la cosa più naturale, quello che
faccio sempre: sono corso da Kaoru.
Sempre insieme, soli, Hikaru e Kaoru.
Identici agli occhi degli altri,
uguali ai loro. Ma solo perché sono sempre stati l’uno il tutto dell’altro,
esistevano solo loro.
Poi è arrivato Tamaki
e con lui l’Host Club.
E tu, Kaoru, hai intuito subito
che qualcosa non andava.
In quell’abbraccio, in quei gesti ripetuti ormai mille
volte per gioco, per abitudine ma anche per affetto, per la prima volta ho
esagerato, ti ho stretto più forte del solito.
Tu non hai detto nulla, forse in un primo momento non hai
capito fino in fondo.
Poi è arrivata Haruhi, correndo,
e mi ha rimproverato di averla abbandonata.
Mi comprendi meglio tu Kaoru di
quanto io stesso non riesca a fare.
Host Club.
Con la sua fondazione i gemelli
sono diventati ancora di più una persona sola, con i loro gesti uguali ma
opposti. Non che imparare a fare mosse combinate sia stato un problema per
loro, lo definirei più un gioco che insieme al loro tormentone,
“Chi di noi due è Hikaru?”, li ha resi popolari.
Già, chi tra di loro è Hikaru?
È come un cubo di Rubik, insolvibile ai più, facile per chi sa come ricercare
la soluzione… o forse, basta semplicemente osservare
con attenzione: ma sono poi identici Hikaru e Kaoru?
Prima di Haruhi nessuno era mai riuscito
ad indovinare chi fossimo realmente e a dare una spiegazione alla sua scelta.
Ma tu no, Haruhi.
Tu ci distingui come se fossimo diversi nell’aspetto, nei
modo di muoverci e nel parlare… come se non fossimo
noi.
In quella maledetta trappola tu eri troppo vicina a me;
nessuno mi aveva sfiorato, anche solo involontariamente come hai fatto tu, se
non Kaoru. Almeno credo. Ma di lui non ho paura, non
ho reazioni, è una cosa normale.
O sono diversi, Hikaru
e Kaoru?
È veramente Kaoru
il più calmo tra i due? O quello più delicato nei modi di fare?
Hanno sempre vissuto come se
fossero uno, ma non andrà sempre così. Un giorno dovranno riuscire a fare a
meno l’uno dell’altro.
E questo Kaoru
lo ha capito.
Come ha capito che qualcosa, o
meglio, qualcuno, senza volerlo potrebbe arrivare a dividerli. Ma lui non
ostacolerà il fratello.
Hikaru, invece?
Beh… Hikaru non ne sa nulla.
E alla domanda del capoclasse, “Dov’è Haruhi?”
sono improvvisamente ritornato alla realtà.
Sono corso via senza di lei.
Fortunatamente Haruhi ha
raggiunto il gruppo subito dopo e improvvisamente è come se un macigno, che non
mi ero accorto di avere, fosse svanito dal mio stomaco.
Kaoru dorme al mio fianco.
Lui mi conosce, sa cosa mi sta succedendo e vorrei tanto
che lo dicesse anche a me, ma tace e io non ho il coraggio di chiederglielo.
Non voglio uscire dal guscio di gommapiuma nel quale siamo
immersi dalla nascita, il nostro mondo; quindi non voglio sapere.
Kaoru, ho ancora bisogno di te, quindi, se tieni a me, non
parlare.