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Autore: PaulyStark    12/12/2013    1 recensioni
[Marvel]
un'idea che mi è venuta in mente qualche tempo fa, che finalmente sono riuscito a buttare giù sullo schermo di un pc...la mia storia è incentrata sull'universo marvel, e parla di 4 ragazzi che, per motivi differenti, si troveranno costretti a lottare fianco a fianco, per affrontare un nemico peggiore di quello che avevano mai immaginato. spero che la mia idea vi piaccia! buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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cap.1

Fury


Sono le 8,30, e sono di nuovo in ritardo. Cazzo. È la volta buona che papà mi uccide. E penso ch enon se la berrà più la scusa della sveglia rotta. Percorro tutta la zona residenziale dello S.H.I.E.L.D. di corsa, fino a raggiungere la zona operativa. :-dai che non mi becca-: sussurro. :-Chi è che non ti dovrebbe beccare, scusa?”. Ops. :-ehm…ciao papà…è che la sve.-: :-non voglio sentire scuse,  un altro errore e vai a cercare lavoro da qualche altra parte. Ora vai, le tue reclute ti stanno aspettando nella sala relax.-:. A parlare è stato Nick Fury, il direttore dello S.H.I.E.L.D., nonché mio padre. Nonché la figura meno paterna che abbia mai conosciuto nella mia vita. Mia madre era morta in missione, “può succedere, fatti forza, smettila di piangere” mi disse papà durante il funerale. Qualche mese dopo il funerale, salta fuori il progetto “Upgrade”, l’ennesimo tentativo di creare super-soldati diretto dalla premiata ditta Stark-Banner. Lo propongono a mio padre, e chi sceglie come cavia? Me ovviamente. Avevo solo 4 anni. Quell’esperimento, andando a buon fine, mi ha rovinato la vita. Perché non sono morto? Perché ? Sono diventato una macchina da guerra. Per i primi anni, mio padre mi ha sottoposto ad allenamenti intensivi per migliorare le mie capacità di combattimento, poi, con l’inizio del progetto Avengers, mi ha accantonato. Avevo 13 anni quando conobbi una delle persone più importanti della mia vita. Ricordo come fosse ieri il momento in cui Clint Barton bussò alla porta della mia camera, nell’area residenziale dello shield, con un sorriso luminoso stampato sul viso. :-ciao, io sono Clint, tu dovresti essere James, giusto?-: :-sì, sono io…ha bisogno di qualcosa?-: :- tuo padre mi ha chiesto di prenderti in custodia, sarò il tuo allenatore. Mi ha parlato anche del tuo potere…dev’essere stato doloroso l’esperimento-: :-fortunatamente non lo ricordo.-: clint mi passò una mano tra i capelli, scompigliandomeli, mi salutò, dandomi appuntamento alla mattina successiva, e poi uscì. Da quel momento, la mia vita cambiò, e nella figura di Clint trovai il padre che non avevo mai avuto: era comprensivo, gentile, a differenza del mio vero padre, che non mi prendeva minimamente in considerazione. Grazie a Clint sono diventato uno dei migliori agenti Shield e ora, a 19 anni, sono l’istruttore di tiro per le reclute, nonché responsabile dell’armeria. Mio padre mi affiancò Clint anche per un altro motivo: la mira. Non a casi lo chiamano occhio di falco. Mi ha insegnato tutte le tecniche per perfezionare la mira, che è la cosa fondamentale per il corretto utilizzo del mio potere. Mi chiamano OneShot. Perché? Semplice: il virus che mi è stato iniettato nel corpo a 4 anni, l’ “Upgrade”,  combinato con il metallo liquido intelligente che Stark ha avuto la brillante idea di aggiungere, mi permette di creare qualsiasi tipo di arma da fuoco che mi passi per la testa. E, come valore aggiunto, non ho nemmeno bisogno dei proiettili, dato che il virus incanala la mia energia nelle armi, sparando così piccole sfere blu. Voglio una pistola? Mi basta immaginarla, ed ecco che spunta fuori dal palmo della mia mano.  Le reclute restano sempre impressionate quando gli mostro il trucco del bazooka, ma ora non è il momento di spiegare in cosa consista.  Raggiungo la sala relax, dove le reclute (5 ragazzi dall’aria un po’ addormentata) mi stanno aspettando. Dopo un breve discorso sulla storia dello shield, cosa che mio padre mi costringe a ripetere ogni volta, porto i ragazzi al poligono, un immensa sala situata sotto al centro operativo della base sotterranea. Nel poligono incontro Clint, che sta tirando con l’arco. Creo rapidamente una pistola e sparo al suo bersaglio. Quando Clint si gira verso di me, mi tira uno schiaffetto sulla nuca e mi dice, con un sorriso :- non cambi mai, eh?-: :-no, e non intendo farlo-: gli rispondo, mentre illustro alle reclute il funzionamento delle armi da fuoco, e gli do due dritte sulle tecniche di tiro, le stesse che mi aveva insegnato Clint. Dopo più di quattro ore di allenamento, le reclute sono a terra, sfinite. :-per oggi basta così, fatevi trovare in forma per domani, ci vediamo direttamente qui alle 8 in punto-: dico, sottolinenado quell’ “in punto” con la voce, anche se quello in ritardo ero io. Ad un tratto, il ricevitore che porto attaccato ai pantaloni della divisa inizia a squillare. FURY. :-oh no, che cazzo vuole questo qui?-: dico, staccando l’aggeggio dai pantaloni. :-vieni subito nel mio ufficio, ho una cosa importante da dirti-: gracchiò la voce di mio padre dall’altro capo del trasmettitore. :-ai suoi ordini…-: rispondo, dirigendomi verso l’ascensore, e salutando Clint, che era rimasto a farmi da assistenza durante l’allenamento, con un gesto della mano. Quando arrivo davanti all’ufficio di mio padre, sento una voce familiare. Non appena apro la porta, mi trovo davanti un uomo alto e dalla corporatura massiccia, con una grande massa di capelli biondi e fluenti che ricadevano sulla schiena. :-Thor! Che cosa ci fai qui?-: esclamo, dando una pacca sulla spalla al Dio Nordico, un’altra delle persone a cui tengo di più. Ricordo ancora tutte le storie delle sue avventure che mi raccontava quando ero piccolo, e grazie a lui ho imparato a fare a pugni come un vero asgardiano. Anche a bere come un vero asgardiano, ma quelli sono dettagli. :-Ci sono problemi su Jotunheim-: dice mio padre, rompendo puntualmente il momento di gioia che si era creato. :-sì, James, da Asgard abbiamo rilevato una forma di vita aggirarsi sul pianeta, abbiamo mandato alcune truppe ad investigare, ma non sono più tornate indietro-: dice Thor, rivolgendo lo sguardo verso il basso. :-e io cosa c’entro in tutto questo?-: dico a mio padre, che, per tutta risposta, sbuffa infastidito. :-ho pensato che questa potrebbe essere una buona occasione per mandarti in missione, sai, in 19 anni non hai mai messo il naso fuori dallo Shield tranne che per andare a scuola, e non hai ancora dimostrato quanto vali sul campo…ovviamente non sarai da solo, Thor e Clint si sono offerti di accompagnarti…preparati, domani mattina partirete da qui alle 6, ci penserà Thor a come arrivare fino a Jotunheim…ah, farà freddo, quindi vestiti pesante.-:
non ci credo. Mio padre che mi affida una missione. Oltretutto assieme a Thor e Clint. :-Accetto-: esclamo, prima che qualcuno cambi idea. Dopodichè saluto Thor, e torno al centro di addestramento, passando per la zona relax, dove trovo Clint, che, sduto su uno dei divanetti, sta mangiando un panino, guardando la TV. Mi siedo vicino a lui, e mi basta guardarlo in faccia per capire cosa sta per chiedermi. :-sì, ho accettato, non vedo l’ora di partire!-: dico, prendendo una lattina di Coca Cola dall’enorme frigorifero attaccato alla parete. :-meno male, ero un po’ preoccupato per…-: :-per me?? Stai scherzando, spero.-: :-no, per tuo padre, pensavo che l’avresti mandato a fare in culo non appena avrebbe aperto la bocca-: :-naaah, mi conosce, per farmi intenerire ha chiamato Thor, c’era anche lui nell’ufficio prima, e non avevo nemmeno voglia di litigare.-: :-lo sai che sarà pericoloso, vero?-: sbuffo. Guardo Clint negli occhi, finisco la lattina di coca e mi dirigo verso l’uscita. :-non penso che esista qualcosa di più pericoloso dell’ Upgrade, ma eccomi qua…non sarà di certo un’escursione in mezzo alla neve alla ricerca di un nonsochè a spaventarmi.-: Clint sorride, e torna a guardare la TV, mentre io torno al centro di allenamento, dove, fortunatamente, trovo il simulatore libero. Lo imposto sulla difficoltà massima, come scenario imposto “Jotunheim”, ed entro nella sala cilindrica che, poco dopo, diventa una landa desolata e ghiacciata grazie alla realtà virtuale. Compaiono giganti del ghiaccio da ogni parte, e io, prontamente, immagino due pistole, che si materializzano sul palmo della mia mano. Inizio a sparare ai giganti, che esplodono uno dopo l’altro in montagne di pixel. Finita la simulazione, esco dalla sala ed osservo il risultato sui monitor. :-Prestazione eccellente, signor Fury-: dice uno dei responsabili dell’allenamento virtuale. :-grazie-: rispondo , avviandomi verso l’uscita. Torno al mio appartamento ed inizio a buttare vestiti a caso in uno zainetto con l’emblema dello shield attaccato sopra. Poi metto la corazza senza maniche, che copre il petto, le spalle e la schiena, insieme ai pantaloni e agli anfibi dentro ad una valigetta. Tengo particolarmente a questi oggetti, che mi sono stati regalati da Clint al mio 18esimo compleanno. :-tieni, questa tuta l’ho fatta fare apposta per te, spero che ti piaccia-: mi disse, prima di dare un brindisi alla mia salute assieme a tutti gli altri membri dello shield. Mi faccio una doccia lunga, calda e rilassante, poi mi vesto e preparo una piccola cena nella cucina del mio appartamento…oddio, preparo una cena, scongelo due bistecche e condisco qualche ciuffo di insalata, dato che non sono in grado di cucinare. Dopodichè ammucchio i piatti nella lavastoviglie, la accendo e mi dirigo verso la camera da letto, imposto la sveglia alle 5, :-almeno sono sicuro di essere sveglio per le 6-: penso, prima di mettermi nel letto e di addormentarmi. Finalmente mi è stata assegnata una missione, non vedo l’ora che sia domani. per la prima volta nella mia vita, mentre dormo, sogno mio padre. sogno che non riesce a dormire, sogno che si sta preoccupando per me, che si sta pentendo di avermi assegnato una missione, che sentirà la mia mancanza...sogno, ma so per certo che il mio sogno non si avevrerà mai.
 
  
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