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Autore: Prince Lev Swann    12/12/2013    2 recensioni
Storia pressocché identica a "Kingdom Hearts III: the Keyblade War". La differenza è che in questa versione sono stati corretti quasi tutti gli errori di grammatica e di battitura, non ci sono capitoli (per ora), quindi regolatevi voi, e il carattere della scrittura è sempre lo stesso (semplice).
Se non avete ancora letto la mia storia e volete farlo, vi consiglio di leggere QUESTA versione, molto più chiara.
Grazie.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Altro contesto
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Sora era molto felice dopo la fine dell'esame. L'avrebbe sostenuto quel giorno, da solo perché Lea e Kairi erano ancora inesperti. Avrebbe sostenuto un esame normale, ma non avrebbe potuto apprendere il potere di risvegliare i cuori dal sonno, il potere che aveva invece acquisito Riku. Yen sid e Topolino gli avevano rivelato che solo uno dei due poteva ottenere pienamente quel potere, e che comunque doveva essere Riku, ma non gli avevano spiegato il motivo. Stava scendendo dalla Gummiship nel mondo dello stregone Yen sid, la "Torre misteriosa", con Riku e il Re. Nello stesso momento arrivarono Lea e Kairi con un varco oscuro mentre Paperino e Pippo erano sulle scale ad aspettarli: quel giorno c'era oltre al suo esame anche forse l'ultima riunione di quelli che ormai si chiamavano i "i Guardiani della luce".

- Li usi ancora? - chiese Topolino a Lea mentre il fumo oscuro svaniva.

- Be' a quanto pare posso ancora farlo senza cadere a terra per la nausea, e lo preferisco a quella nave soffocante. A quanto pare Kairi la pensa come me: ha insistito tanto per vedere come è diventata Radiant Garden. Ormai è quasi come era 12 anni fa... - rispose Lea. - Già, mi sono anche allenata con qualche Heartless. Ora sono di nuovo aumentati... -

Quando arrivarono nello studio Yen sid li accolse: - Ah! Eccovi! Suppongo che la prima cosa da fare sia spiegarvi come sosterrete l'esame... -

- Sosterrete? pensavo che Riku fosse già un Maestro... - disse Sora, stupito.

- Vero, - confermò il mago. - ma ritengo che anche Kairi sia pronta per affrontare l'esame. Purtroppo, - continuò Yen sid spostando lo sguardo dalla stupita Kairi a Lea, un po’ offeso. - non posso dire lo stesso di Lea. È un caso speciale, come è già successo a Riku non appartiene né alla luce né all'oscurità. Ma può usare ancora i varchi oscuri, questo ci può essere utile. Se diventassi Maestro dimostreresti la tua lealtà a me e alla luce: non credo che saresti ancora in grado di usare il potere dell'oscurità.

Ora è meglio se ci sbrighiamo. Allora, solo uno di voi avrebbe potuto ottenere il potere di svegliare i cuori dal sonno. Riku ce l'ha fatta e adesso, come ha già fatto con Sora, può risvegliare anche il cuore assopito di Ventus che, come sappiamo, riposa in Sora. -

Topolino sembrò accorgersi del disagio di Sora, perché disse: - Forse Sora ha qualcosa da chiedere... -

- Suppongo che riguardi il Keyblade, ho ragione?-

Sora annuì: - È che più di una persona hanno detto che in realtà io non dovrei saper usare il Keyblade perché non sono un vero prescelto. E se lo potessi usare solamente per la presenza del cuore di Ventus in me?-

- Sapevo che prima o poi l'avresti chiesto. Vediamo, sai che il potere si può ereditare secondo la volontà del custode, - Sora annuì. - come è successo a Riku, quando ha ereditato il potere da Terra. Ma si può semplicemente diventare custodi per la propria forza del cuore come Topolino, Lea e anch'io, una volta.

Ora dimmi: secondo te perchè? -

- Credevo che dipendesse da Terra, che il potere di Riku fosse passato a me e Riku avesse ottenuto un altro Keyblade... Ma poi ho saputo di Ven e... -

- Tu pensi che essere la "chiave" dipenda dal Keyblade, vero? No, il Keyblade che hai è una conseguenza del tuo essere la chiave, non la causa: all'inizio, è vero, il Keyblade ha scelto te al posto di Riku, perché ne eri più degno. Ma, alla fine a prescindere dalle origini a entrambi è stato concesso di poterlo usare. Il tuo, Sora, è solo tuo, tuo e basta. Ne è la prova che il tuo nessuno, dotato di sentimenti appartenenti non solo a te ma anche a Ventus, non è riuscito a impedirti di evocare il Keyblade, nonostante fosse dotato di un cuore, di preciso, il cuore di Ventus. Se il tuo Keyblade fosse quello di Ventus, Roxas l'avrebbe preso senza problemi.-

- Ma Roxas ce l'aveva. Anzi, ne aveva due!

- Infatti era lui che poteva usare il Keyblade di Ventus, oltre, in effetti, a una copia del tuo Keyblade. Ma dimentichi che in quel momento stavi lottando con una proiezione. La proiezione, il ricordo, la presenza dentro di te di Roxas, non il vero Roxas. In effetti, sarebbe stato diverso se avessi lottato con il Roxas con un corpo.

- Un corpo! Giusto, Roxas aveva il corpo di Ventus? Perché sono uguali? - chiese Riku.

- Lo sai già, Riku. Te l'ha detto la proiezione di Ansem. Roxas aveva un corpo formato solo da ricordi. Non era il corpo di Ven. Se sono uguali è perché Il corpo di Roxas è stato influenzato dal cuore di Ven. Un corpo non è complicato, si può creare semplicemente da dati di ricordi. Il cuore è molto più complicato. Roxas non ha mai avuto il corpo di Sora. Certo, era un corpo fatto dei suoi ricordi con l'aspetto di Ventus. Sora, come ha detto Ansem, è tornato una persona senza distruggere il suo nessuno per l'amore che prova per le altre persone. Il corpo di Roxas è fatto di quell'amore, insomma!

- E io invece? - intervenne Kairi. - Perché io lo posso usare? -

- Per lo stesso motivo di Riku. Topolino mi ha raccontato che vi siete incontrati una volta, quando ha incontrato Aqua per la prima volta. Se non sbaglio si era creato un certo legame fra di voi e tu ti sei appoggiata al manico del suo Keyblade: è li che hai ottenuto il potere che poi è stato rafforzato dalla presenza dei cuori di Sora e Ventus quando sei stata dentro di Sora.

Bene, vi dirò il resto del piano dopo l'esame. Ora andiamo. Prenderò in prestito il potere delle quattro fate e di Merlino per materializzarci tutti li. In fondo Merlino lo fa sempre! - E con un piccolo "pop" sparirono. 

 

L'esame si sarebbe svolto al Castello Disney, nella Sala della Prima Pietra di Luce: ad attenderli c'erano Minnie, Paperina, Cip e Ciop, Merlino e le tre fate Flora, Fauna e Serenella (a Sora faceva un certo effetto vederli li tutti insieme).

- Oh! Prima o poi ci farete venire un colpo con questo sparire e riapparire dal nulla! - esclamò la Regina Minnie.

- Scusate, Vostra Maestà, ma non ci stavamo tutti nella Gummiship... - spiegò Sora

- Bene, se siete pronti, possiamo cominciare. Il vostro compito per la prima prova è proteggere la Prima Pietra da tutti gli ostacoli che piazzerò... - affermò Yen sid.

La prima prova fu estremamente facile: dovevano solo distruggere delle sfere oscure (invocate da Lea) e tenerle lontane dall'enorme pietra. Sora aveva affrontato sfide ben peggiori di quella, anche Kairi se la cavava piuttosto bene. la seconda prova fu più difficile: Sora doveva combattere con Riku e Kairi con Lea. Fu difficile non perché Riku era più forte di lui ( e comunque sapeva che Riku in quell'occasione ci andava davvero leggero), ma perché prima di allora aveva affrontato il suo migliore amico solo quando era stato posseduto, in momenti di puro disprezzo invece ora desiderava solo che finisse. Riku non usava il Keyblade (in quanto già Maestro sarebbe stato ingiusto) ma l'animofago, mentre Lea usava i Chackram.

Alla fine dell'esame (che per certi versi era stato più difficile di quello nel Regno dei Sogni) Yen sid si Alzò e con un sorriso comunicò: - Bene, avete sostenuto un esame per il Marchio di Maestria esemplare. Sora e Kairi, vi nomino entrambi i nostri nuovi Maestri del Keyblade. -

Ci fu un attimo di silenzio, la stessa faccia che aveva fatto Riku in un momento uguale era stampata sui visi di Sora e Kairi... Poi accadde in un attimo: Kairi si buttò addosso a Sora e lo baciò. Non capiva piu niente, voleva solo che quel momento durasse per sempre. Lui la strinse forte, stava piangendo. Il viso di Kairi rigato da lacrime di gioia ed emozione insieme rimase attaccato per qualche secondo... Poi finì, quell'emozione che Sora provava per la prima volta... o era un sentimento? Era amore?

Poi di nuovo la luce della Pietra che illuminava l'enorme sala vuota investi gli occhi di Sora: tutti li fissavano raggianti, perfino Riku... A quanto pareva non provava più niente per Kairi che non fosse amicizia...

- Be', era ora! - esclamò Riku.

Tutti si congratularono con loro e gli strinsero la mano, Riku li abbracciò, Paperino e Pippo anche. Pippo ridacchiava. Paperina si buttò su Paperino singhiozzando parole che suonavano come "romantico!"

Ora erano tutti e tre Maestri, in più (cosa che a Sora importava molto di più) Sora e Kairi erano una coppia.

Più tardi arrivarono anche la Fata Smemorina, Leon, Yuffie e Aerith, con la gummiship di Cid. La riunione era nella Biblioteca. Dopo i saluti chiesero perché li avevano convocati. Yen sid cominciò a spiegare:
 - Bene, sapete che Xehanort è tornato, quindi comprenderete che farà di tutto per avere Kingdom Hearts, la Guerra dei Keyblade è la sua ambizione da sempre. Dobbiamo evitare che accada, ha già riversato parte di se stesso in dodici contenitori... Gliene manca solo una e poi ci saranno tredici oscurità. tredici oscurità contro sette luci, contro sette protettori della luce. 
- Tenterà` di nuovo di rapire le Principesse del Cuore? - chiese Leon. 
- Non posso esserne sicuro. Ma una cosa e` certa: non sono al sicuro. Xehanort ha già tentato di rapirle una volta e ha visto che non ha funzionato come sperava. Per ottenere tutto il potere di Kingdom Hearts è necessario che tredici oscurità combattano sette guardiani della luce: Sora, Riku, Topolino, Kairi, Aqua, Ventus e Terra o, in mancanza di quest'ultimo, Lea. Non possiamo sperare di trovare tutti e tre. Ma sappiamo dove si trovano Aqua e Ventus, o meglio Aqua sa dove si trova di preciso Ventus e noi sappiamo che lei si trova nel Regno dell'Oscurità con Ansem il Saggio. Lei sa come trovare Ventus, e Ansem saprà come evitare la Guerra dei Keyblade. Sora e Riku, è vostro compito trovarli...
 - Ma come ci arriviamo? - chiese Sora. 
- Entrare non è un problema. Basterà che Lea vi apra un corridoio delle tenebre. Anzi, dovrà venire con voi, cosi potrete uscire una volta trovati Aqua e Ansem. 
- Ma come facciamo a sapere che non sono morti? -chiese Lea.
 - Lo percepisco.- rispose semplicemente Yen sid. - E se lo fossero le stelle me lo avrebbero rivelato...
 - Le Principesse, dobbiamo portarle qui, al sicuro! Anche Malefica potrebbe provare a rapirle di nuovo! - disse Topolino. 
- Hai ragione. - confermò lo stregone. - Portarle qui sarà il compito tuo e di Kairi. Voi usate la gummiship per viaggiare, con il Keyblade potrete aprire i nuovi corridoi tra i mondi che io, Merlino e le fate abbiamo creato. Intanto voglio che combattiate tutti i nemici che incontriate. Heartless, Nessuno e forse perfino Nescens invaderanno i mondi, magari in cerca delle Principesse... 
- Nescens? - lo interruppe Kairi.
 - Si, creature orribili come gli Heartless che una volta Vanitas, la controparte oscura di Ventus, generava e mandava all'attacco. Sono quasi sicuro che ora anche Xehanort possa controllarli, o che comunque Vanitas sia tornato e sia uno delle oscurità a noi ignote. Potrebbero usarli, voglio che proteggete coloro che sono in pericolo. Questo castello sarà il nostro rifugio. Leon e voialtri, proteggerete Radiant Garden, anche se so che grazie all'efficiente sistema di controllo attuato da Tron non ce n'è più molto bisogno. Flora, Fauna e Serenella, voglio che spiate Malefica, può ancora essere pericolosa. Merlino e Fata Smemorina, avvisate le Principesse, ma non portatele qui per ora, devono proteggere i loro mondi finché non arrivano Kairi e Topolino. Io intanto tornerò alla torre a tenere d'occhio i collegamenti tra i mondi. Ora... Si, giusto, dobbiamo aumentare i vostri poteri! Le tre fate decideranno il modello dei vestiti. Ora mettetevi qui. - 
Sora, Riku e Kairi si sistemarono davanti alle quattro fate e ai due maghi che puntarono le bacchette su di loro. Ci fu un bagliore di luce, poi Sora guardò Riku e Kairi: entrambi avevano vestiti simili a quelli di prima ma con più tasche e cerniere sui colori nero, oro e grigio platino. Kairi aveva i capelli rossi legati in una lunga coda.
 Poi si guardò allo specchio che era stato sistemato da poco: i pantaloni erano più lunghi e le scarpe più piccole di quelle che aveva sempre portato. La parte di sopra era quasi identica se non fosse stato per i colori oro, grigio platino e rosso molto acceso. Yen sid disse loro che quei vestiti erano provvisti di fusioni e poteri speciali.
 Poi la banda di Leon, le fate, Kairi e Topolino se ne andarono, (prima Sora e Kairi si salutarono con un altro bacio e si scambiarono i loro portafortuna) stava per cominciare un'altra grande avventura: questa volta, però tutti ne avrebbero preso parte.

Sora, Riku e Lea tornarono alla Torre Misteriosa con Yen sid. Dopo essersi sistemato al solito posto chiese: - Bene, siete pronti? Lea, fai quello che devi fare. - Lea si concentrò. solo quando era appena diventato un Nessuno era stato nel Regno dell'Oscurità e non si ricordava niente di quei giorni, era difficile aprire un varco oscuri per posti ignoti. Ci provò più volte. A Sora fece tornare alla mente una scena identica: Riku al Castello Che Non Esiste che tenta di aprire un varco per portarli via di li stendendo il braccio, ma anche in quel momento non successe niente...
- E` terribile! Proprio come temevo... Lea, hai perso i tuoi poteri oscuri, fai ufficialmente parte del Regno della Luce. - annunciò tristemente Yen sid.
- No... adesso come facciamo? - chiese Riku. 
- Be', l'unica soluzione è trovare un'entrata per il Regno dell'Oscurità alternativa. A quanto pare dovrete di nuovo viaggiare per i mondi. -
- Ehi! Potremmo persuadere Malefica! Lei sarà felice di mandarci nel Regno dell'Oscurità! - propose Sora. 
- Non ne dubito, - rispose sinceramente Yen sid. - ma se vi ci manda lei, c'è il rischio che non torniate più. No... sono convito che potrete trovare un'entrata in qualunque mondo, soprattutto nei mondi che sono stati in passato inghiottiti dall'oscurità. Io e Merlino vi prepareremo le vie interdimensionali e le fate le armature necessarie per viaggiare. Con quelle potrete usare i Keyblade per muovervi tra i mondi. 
- Ma dove sono Paperino e Pippo? - chiese Sora. Non aveva mai viaggiato senza di loro, voleva almeno sapere cosa avrebbero fatto.
- Combattono. Hanno raggiunto, presumo, Topolino e Kairi con il Frammento di Stella. Può darsi che li incontriate. - Yen sid sembrava saper leggere il pensiero.
- Ah, okay... -
Partirono poco dopo con i loro Keyblade trasformati e con le armature. Bastava che toccassero le spalliere che avevano sui vestiti per trasformarsi. Queste armature proteggevano il loro portatore dall'Oscurità e permettevano di viaggiare nello spazio respirando. Erano più facili da guidare rispetto alle gummiship: quello di Sora sembrava uno skateboard volante e la sua armatura era simile a quella di Ven: i colori dei pezzi erano di tonalità rossa e oro. L'armatura sul suo ginocchio era d'oro e portava un tagliente gancio di punta verso l'alto sul lato esterno di ciascuno. Il casco era schiacciato e piatto nella parte superiore e comprendeva due poli su entrambi i lati della sua testa che puntavano all'indietro e l'angolo in diagonale verso l'alto, gli stivali di Sora erano di colore oro, a differenza delle scarpe multi-colore che indossava normalmente. Il Keyblade di Riku si era trasformato in una sorta di moto metallica volante con ali al posto delle ruote e la sua armatura era simile a quella di Terra:Il suo casco, con il retro del capo e la mascella contorniate e protette da una strisca di Armatura dorata, aveva una particolarità ben visibile: due spuntoni rossi che si ergevano verso l'alto, a differenza dell'armatura del suo amico. Sui polsi delle braccia porta dei rivestimenti di colore blu, mentre i suoi guanti sono verdi e neri. Gli stivali erano degli stessi colori, ma la parte finale, che copriva il piede, era completamente dorata. Possedeva anche due cavigliere gialle dalle quali spuntavano due lame azzurre che andavano all'indietro rispetto a lui, e che potevano fungere anche da strumento di attacco. L'armatura di Lea era una via di mezzo di quelle dei compagni, ma più sottile, il casco presentava due poli verso il basso alle estremità: i pezzi erano dei colori del fuoco. Il Keyblade si era trasformato similmente a quello di Riku, ma con i colori dell'armatura. 
Presto arrivarono nel primo mondo: era completamente innevato e sembrava una grande foresta. Incontrarono tre fratelli: Peter, Susan e Lucy Pevensie accompagnati dal Signor Castoro. - Ma voi come siete arrivati qui? - chiese Lucy, una bambina molto graziosa, dai capelli castani lunghi fino al collo. - Oh, be' è complicato. - le rispose Sora. - Comunque stiamo cercando l'entrata per un posto molto oscuro, che somiglia a una nuvola di fumo nero, per caso l'avete vista? - chiese Riku. -Io non ho mai visto niente di simile, . cominciò il Signor Castoro. -Ma se è per un posto oscuro, potrebbe essere nel castello della Strega Bianca. È l'attuale Regina di questo regno. Il vero creatore però è Aslan, un leone buono e saggio, molto più potente di quella donna malvagia. Però è stata lei a lanciare la maledizione su Narnia, un millenario inverno. Ormai sono secoli che qui non arriva più primavera. Comunque finalmente a Narnia tornerà la pace, perché la profezia si sta avverando! La profezia diceva che prima o poi sarebbero arrivati figli di Adamo e figlie di Eva che avrebbero sconfitto la strega e sarebbero diventati re! Sono convinto che sono loro. Però quella strega malvagia ha rapito Edmund, il loro fratello, e anche un mio amico, il Signor Tumnus. Dobbiamo muoverci, non sappiamo cosa potrebbe fare la strega, e probabilmente in questo momento stesso ci sta spiando! -Si avviarono lungo un sentiero bianco: furono attaccati da un branco di Heartless che padroneggiavano l'elemento ghiaccio. lungo la strada che Sora e Riku usarono le loro nuove fusioni, che modificano i loro vestiti e la loro forza: questa volta c'era una fusione per ogni abilità che possedevano, in questo caso l'attacco, la cui fusione si chiamava "Guerra". Lea li fece sparire in un baleno invocando delle fiamme. Alla fine arrivarono al Castello di Ghiaccio, dove la Regina invocò un Heartless fatto di ghiaccio. A Sora ricordò sia il Titano di Ghiaccio che aveva affrontato al Monte olimpo, sia l'Heartless invocato da Pietro ad Agrabah: per quanto era alto toccava quasi il soffitto, era come un enorme cubetto di ghiaccio, con piccole braccia e gambe, e portava una corona, che si ergeva sul secondo cubo più piccolo che era la testa. Alla fine i Pevensie con Edmund riuscirono a scappare e Lea sconfisse l'Heartless usando l'elemento temuto da quest'ultimo: il fuoco. Lea, distruggendolo, aveva sciolto anche la maledizione imposta su Narnia, facendo tornare la primavera. Poco dopo se ne andarono, se l'entrata oscura non era dentro quel castello, non poteva essere da nessun'altra parte in quel mondo.

Il mondo successivo era il Castello della Bestia, Sora sapeva che era stato inghiottito dall'oscurità una volta e che c'era stato anche Xaldin, lì poteva essrci un'entrata per il Regno dell'Oscurità? Decisero di controllare.

Atterrarono nel cortile, dove splendeva la luce del sole, ed entrarono. Era diverso, non più buio e malinconico, ma luminoso, e i Gargoyle si erano trasformati in statue di angeli. La Bestia era tornata una persona normale, Sora si sentiva in imbarazzo. Non gli aveva mai chiesto il suo vero nome, quindi quando lo incontrò nel salone disse solo: Ciao, Principe! -

Si chiamava Adam, gli raccontarono di Xehanort, lui gli disse che c'erano nemici che non aveva mai visto, diversi dagli Heartless e dai Nessuno.

- I Nescens! Me li ricordo, una volta erano a Radiant garden. Sono come questi, i più semplici sembrano neoshadow blu... Molti di loro non hanno gli occhi...- raccomandò Lea

Sentirono un rumore provenire dalla Sala da Ballo e si affrettarono a controllare. Combatterono insieme un boss Nescens, simile all'Heartless Guardia di Ferro, viola e costituito da tre pezzi che somigliavano ad armature, era il Triarmatura. Poi scoprirono da dove arrivava. Da chi arrivava...

Era uno delle oscurità, si tolse il cappuccio...

Sora non ci credeva, era identico a lui, se non fosse stato per i capelli neri e il cappotto dell'organizzazzione avrebbe pensato di trovarsi davanti uno specchio. Poi ricordò: come Roxas era uguale a Ven, lui era uguale a Vanitas, o era il contrario?

- Tu sei... Vanitas! - esclamò.

- Bravo, Sora. O sto parlando con Ventus? -

- Non importa! - rispose il castano, deciso.

-È vero. Lui è doppiamente imprigionato. Il suo corpo nella sua casa, che ora è la sua prigione, e il suo cuore in te, rinchiuso dove non può uscire. Peccato... - spiegò Vanitas.

- Invece sì che può uscire! Riku lo può svegliare! E una volta trovata Aqua sarà facile sapere dove si trova anche lui! -

- Vedo che ancora una volta fai quello che il mio 'capo' vuole. State facendo di tutto per trovare i guardiani restanti, le sette luci e le tredici oscurità si uniranno e avremo la X-blade! - esclamò il cattivo.

- Vuoi dire che il tuo capo ce l'avrà? - intervenne Riku. - Secondo te perché ha piantato parte del suo cuore in voi e non si è offerto di persona? Se anche ci fosse una Guerra del Keyblade, solo lui avrebbe il potere della X-blade, voi ne fareste parte!  -

- A me non interessa! Ormai lui è parte di me e io sono parte del mio padrone! - ribatté nuovamente Vanitas.

- Giusto, ormai siete solo burattini. Ma che dignità avete? - esclamò Lea disgustato.

- Io non vedo invece i vantaggi della luce. Non potete smaterializzarvi, dovete viaggiare con quelle scomode armature e nascondervi dall'oscurità. So anche che vi serve, ora... posso aiutarvi io! -

- Sei un abominio fatto di oscurità! Non potrai mai capire cose come la luce o

l'amore! - gli urlò contro Sora.

- Fate come volete, se l'amicizia è cosi importante per voi, favoritela! - e se ne andò, lasciando il passaggio per il Regno dell'Oscurità aperto.

- Credete che sia vero? Ci vuole veramente aiutare? chiese Sora.

- Se fa questo, di certo non è per aiutarci. - rispose il rosso. - Ma in fondo vogliono quello che vogliamo noi: trovare i restanti guardiani. Quel passaggio porta veramente al Regno dell'Oscurità. Se è quello che cerchiamo, io dico di buttarci. - continuò Lea, sistemandosi il foulard (ora che faceva parte del Regno della Luce aveva gli stessi vestiti di quando era un ragazzino).

- Stai scherzando? Non possiamo fidarci di loro, e poi come faremmo a tornare? protestò l'albino.

- Questo sarebbe comunque un problema... - rispose seccamente Lea.

- Forse Lea ha ragione, - cominciò Sora. - che ne dite se chiediamo a Yen sid? -

- Il passaggio non resterà a lungo... - il rosso.

- Meglio andarcene. - consigliò Riku.

- Non possiamo! Ci tenete a salvare Aqua o no? -domandò Lea, ardente dalla rabbia.

- Certo che sì! Ma cosi rischiamo di non tornare più! - insistette l'albino.

- Be' fate come volete. Io vado. Buona fortuna, amici! -

Non riuscirono a fermarlo che si buttò. Cercarono di raggiungerlo e di urlare, ma invano.

Adam era ancora lì, poi entrò Belle e gli raccontarono di fretta cos'era successo. Se ne andarono.

Dovevano parlare con Yen sid.

 

 

 

 

 

 

Lea e Aqua stavano parlando: Aqua gli raccontò dei Nescens, di come Terra era stato controllato da Master Xehanort, di Ventus e Vanitas e dell’unione tra Xehanort e Terra. Lea le raccontò di Sora, Riku, Kairi, Topolino, Ansem, degli Heartless e dei Nessuno. Le disse di Malefica, che era stata manipolata da Xehanort fin dall’inizio per avere le Principesse attraverso il suo Heartless, il falso Ansem, che controllava Riku, e di tredici oscurità note come “Organizzazione 13”, formata dal suo nessuno Xemnas, che intanto tentava di creare un “Kingdom Hearts” artificiale, di Roxas, Naminé e del Castello dell’Oblio … 
- Un momento? Castello dell’oblio? – chiese Aqua. – Credo di aver capito, quella era la Terra di Partenza, la nostra casa. L’ho trasformata con il Keyblade del mio Maestro dopo la sua morte, non pensavo che ci si sarebbe imbattuto Sora … Tutto quello che hanno fatto? E Kairi è finita alle Isole del Destino poco dopo che ci siamo incontrate …
- Un anno dopo, per la precisione. Grazie al tuo incantesimo è sopravvissuta ed è stata portata dove sarebbe stata protetta a lungo, dove avrebbe fatto amicizia.- spiegò Ansem.
- È grazie a te che ora può evocare un Keyblade, Aqua. Ha toccato il manico del tuo Keyblade quando la stavi proteggendo. Tu, probabilmente le hai dato il potere non volendo. L’hai memorizzato? - le disse Lea. 
- Non gliel’avrei dato non perché pensavo che non l’avrebbe saputo usare, ma perché non volevo metterla in pericolo più di quanto già non fosse. – spiegò Aqua. 
- Una luce e una guardiana insieme, una cosa più unica che rara … - osservò il più saggio tra i tre. 
Poi Aqua vide qualcosa muoversi verso la riva. Se lo stava immaginando? No, anche gli altri la videro. 
- È quella? – chiese. – Il legame? – aggiunse Lea, tutto contento.
- Lo scopriremo presto. – rispose calmo Ansem, prendendo la lettera. Lesse ad alta voce le parole: “Per Lea, Ansem e Aqua, dai vostri amici Topolino, Kairi, Sora, Riku, Paperino e Pippo”.
Poi non ci pensarono. Un grande bagliore investì di luce la spiaggia oscura. La videro assaporando quello spettacolo: la Porta della Luce era apparsa.
Aqua si alzò, prese le mani degli altri due e insieme entrarono. Lea chiuse gli occhi, anche se quella luce non era accecante per loro. Poi non capì, tenne chiusi gli occhi. Stavano cadendo, non era una caduta brusca, più come se stessero planando. Era molto meglio  dei corridoi oscuri, forse meno veloce, ma più intenso. Poi atterrò sull’erba, non sentiva il terreno duro, in quel momento era morbido come una nuvola …
Aprì gli occhi, intravidero un castello oltre il boschetto, e Aqua urlò: - Questo è … il Dominio Incantato!  Finalmente, la luce del sole! – infatti era appena arrivata l’alba.
Sora e gli altri correvano verso il bosco, avevano visto delle comete azzurrine scendere dal cielo. Chi altri potevano essere? Arrivarono, Topolino urlò: - Aqua! Ansem! Lea! - abbracciò Aqua e Lea e strinse la mano ad Ansem. Gli altri lo succedettero, abbracciarono anche Aqua, che era raggiante e curiosa di rivedere quei bambini che ora erano ragazzi. Lei era sempre la stessa. Nel Regno dell’Oscurità non s’invecchia. Poi ci furono le presentazioni, anche se tutti si conoscevano già.  
- Aqua? – chiese Sora. – Be’, sei proprio come ti ricordavo. Non sei invecchiata per niente là dentro? - 
- A quanto pare no. – rispose la più grande. - Voi invece sì! Somigliate ancora di più a Terra e Ven! Forse il suo cuore dentro di te ha influenzato alcune cose di te, Sora. Oh, sono così fiera di voi … - disse. 
- Be’, si è commossa quando le ho detto di te, Sora. – ammise Ansem. 
- Ma … - Sora era a disagio. – Insomma … Io sono praticamente identico a Vanitas, non ti dà fastidio? Roxas è uguale a Ven … - disse.
- No, Sora. Non mi riferisco all’aspetto, solo in questo lui è uguale a te. Quello conta poco. Mi riferisco al carattere, in quello siete uguali. Tu sei tutto il contrario di Vanitas! - spiegò Aqua. 
- A proposito, Aqua… Ventus, saprai che il suo cuore è in Sora, ma dobbiamo trovare il corpo … - precisò Riku.
- A tempo debito! – esclamò Lea. – Aqua sarà stanca … - 
- Ben detto! – confermò Topolino. 
- No, non fa niente. – assicurò Aqua. – Nel Regno mi sono riposata abbastanza. -
- Stai scherzando? – chiese Riku, sarcastico. – Avrai combattuto tantissimo, e quel posto è orribile. Meglio che per un po’ torniamo tutti al Castello Disney, dove abita Topolino. Adesso è il nostro Quartier Generale. Avrai modo di sapere tutto. Ansem, tu che vuoi fare? -
- Be’, Lea mi ha detto che hanno finito i lavori a Radiant Garden, e mi piacerebbe rivedere la mia vecchia casa ora che nessun “xehanortiano” la occupa.
- Però vorrei parlare con Yen sid, è un mio amico di vecchia data, e lui è il capo del vostro ordine contro l’oscurità, i “Guardiani della Luce”, giusto? Poi andrò a Radiant Garden, non voglio provocare ancora disturbo a Topolino, so che il suo castello è pieno adesso … -
- Non dire sciocchezze, puoi venire quando vuoi! Però sarebbe utile avere una seconda sede, che dici? Potremmo mettere un passaggio diretto tra Radiant Garden e il Castello Disney …  -
- Ne sarei onorato, Topolino. Ma ora come arriviamo lì? - chiese infine. 
- Volando naturalmente! – rispose Kairi. –  Gummiship, Keyblade e il Frammento di Stella, anche! -
Sora, Riku e Lea trasformarono i loro Keyblade (l’armatura di Lea aveva smesso di funzionare nel Regno dell’Oscurità, ma ora si era aggiustata), Kairi, Topolino e Aqua usarono la Gummiship e Paperino e Pippo il Frammento di Stella. Finalmente quell'incubo durato dodici anni era finito, pensava Aqua, ora sarebbe incominciata un’altra grande avventura.

Sora e Riku tornarono da Yen sid: speravano che fosse alla Torre Misteriosa. Purtroppo, quando arrivarono nello studio, non c’era.

Senza pensarci, Riku urlò: - Maestro Yen sid, emergenza! – ed egli apparve.

- Che succede? Dov’è Lea? – domandò, sedendosi davanti alla grande scrivania.

- È questa l’emergenza! È andato! È andato nel Regno dell’Oscurità! – rispose Sora. – Yen sid sembrò calmarsi.

- A questo punto li avrà già trovati. Ma non possono uscire comunque, e adesso un altro dei nostri è nell’oscurità. Trovate Topolino e gli altri e tornate tutti qui. Passate per i mondi delle Principesse, so che sono l’obiettivo di Xehanort, ora. Non voglio chiedervi troppo, ma mi farebbe piacere se continuaste a combattere i nemici, intanto metterò dei nuovi poteri ai vostri vestiti, se usate le fusioni insieme accadrà qualcosa di speciale. -

- Non è un problema combattere. Quante Principesse sono al sicuro? – chiese Sora.

- Abbiamo Biancaneve, Jasmine e anche, mi informano ora, Belle. Quindi, esclusa Kairi, mancano Alice, Cenerentola e Aurora. Secondo i miei calcoli, Topolino e gli altri dovrebbero essere al Paese delle Meraviglie, dove si è rifugiata Alice … -

- Il Paese delle Meraviglie? – chiese Sora, stupito. – Ma il mondo di Alice non era Londra? -

- Dunque, Alice si è rifugiata lì a causa della grande guerra che devasta il suo mondo. Non possiamo interferire con quella. -

- Ma non erano divisi? – domandò l'albino.

- Sì, ma Malefica non si è mai preoccupata di togliere il corridoio oscuro che collegava i due mondi. Adesso il passaggio è diventato permanente.  Londra è collegata a vari altri mondi : il Paese delle Meraviglie, l’Isola che non c’è e, io presumo, il nuovo mondo che avete visitato, Narnia. Comunque, stavo dicendo, dovreste andare al Castello dei Sogni, dove abita Cenerentola, e poi incontrarvi tutti al Dominio Incantato, il mondo di Aurora.  Meglio che vi sbrighiate ora… -

Sora e Riku partirono e in poco tempo arrivarono al Castello dei Sogni. Nessuno dei due c’era mai stato. Atterrarono in una piazzetta con una fontana e intravidero un castello scintillante, la residenza reale. Era giorno e ad attaccarli non furono né Heartless né Nescens ma dei Nessuno, i Samurai, quelli che una volta comandava Roxas.

Più avanti comparve un’altra figura incappucciata, più bassa di Sora e Riku: si tolse il cappuccio.

Come Sora poco prima aveva visto una figura identica a lui, stavolta successe a Riku: i visi erano gli stessi, ma il Riku più basso di parecchi centimetri aveva i capelli leggermente più lunghi.

- Tu sei Data-Riku? – chiese Sora speranzoso.

- Non è lui. – rispose il Riku più alto. – È la mia copia oscura, la mia replica creata da Vexen. È una di loro, un’oscurità. Ora chi è il più alto? –  finì il più grande, alludendo a una battuta fatta dalla sua replica al Castello dell’oblio. Copia-di-Riku se ne andò senza dire niente.  - Forse pensano che quel pupazzo possa ancora tentarmi. Credi che mi vogliono ancora tra le oscurità? - 

- Be' forse sì. O forse, è semplicemente Data-Riku che vuole  metterti alla prova, vedere quanto sei forte: in fondo è costruito sui tuoi dati di tempo fa, si chiede se anche lui  Comunque forse non capisce che lui non è parte di te, è solo fatto delle  copie delle tue caratteristiche, per te è comunque qualunque altro di loro. - spiegò il più piccolo.

Raggiunsero il Castello: era davvero bello, molto grande, semplice e dai colori chiari scintillanti, sia all'esterno che all'interno. Salirono numerose scale.  Incontrarono Cenerentola e un principe, presumibilmente il principe Azzurro, nella Sala da Ballo: avevano delle valige e vestiti da viaggio. Dalle tasche del Principe uscivano le piccole teste di due topini con dei cappelli.

La fanciulla disse: - La fata mi ha avvisato, non vedo l’ora di conoscere tutti e di vedere il nuovo castello. Posso cucinare vero? -

- Suppongo di sì. – rispose semplicemente Riku. 

– Maestro! Sora, il Keyblade! – infatti in questo modo potevano avvertire lo Stregone che avevano trovato la  Principessa.

Sora e Riku alzarono i Keyblade e comparve una porta, accompagnata dalla voce di Yen sid: - Entrate, prego. -

Nello stesso momento ci fu una forte scossa, tutto tremò. Cenerentola e il principe fecero appena in tempo ad andarsene. Videro la causa di quella scossa: un gigante bianco e grigio, pieno di lunghi aculei, braccia e gambe sproporzionate, con il segno dei Nessuno. Sora non aveva mai visto un Boss Nessuno (creatura), eppure ricordava di averlo già combattuto una volta. Ricordò il Darkside … possibile che fosse il suo Nessuno? Poi capì: era stato Roxas a combatterlo, proprio come lui aveva combattuto l’Heartless, il suo Heartless …

Combatterono il Nessuno: dopo poco ce l’avevano già quasi fatta, ma l’Aculeo Spinato intrappolò Riku, sembrava volesse farlo soffocare …

- Riku, la fusione! - urlò.

Insieme sprigionarono la forza del Turbo, un grande botto, e poi comparvero: un ragazzo biondo, molto simile a Sora, Roxas; una ragazzina dai capelli neri e corti, molto simile a Kairi qualche anno prima, e un altro ragazzo identico a Roxas ma con vestiti e Keyblade diverso, Ventus. Riku si liberò, insieme combatterono. Alla fine scomparvero, senza dire niente.

- Questa fusione ha invocato la forza del tuo cuore, Sora. – spiegò il maggiore.

- Ma chi era la ragazza? L’ho vista nel mondo che non esiste, nel Regno del Sonno, Naminé si era trasformata in lei. - 

- Anch’io l’ho vista, nel tuo cuore. Non so quando, ma l’hai assorbita, forse è semplicemente parte del tuo cuore, con un corpo diverso … -

- Esatto, il mio numero XIV, un pupazzo senza un proprio cuore. - fu Xemnas a parlare, era apparso dal nulla.

- Xemnas! Che ci fai qui? Perché tentate di ostacolarci se volete quello che vogliamo noi? - Domandò Sora.

- Oh, non era destinato a voi. Ma la vostra mania di fare gli eroi ha salvato quell'inutile Principessa. -

- Non chiamarla così! – ringhiò Sora. – Ne vale mille di voi! –

- Hmpf. Non mi pare che sappia combattere. – finì, andandosene.

- Che voleva dire? “Un pupazzo senza un proprio cuore” ? - chiese il castano.

- Forse lo so. La proiezione di Ansem ha fatto un’allusione a un “pupazzo” che può avere un cuore.  Quella ragazza l’ho conosciuta. Non ricordo, ma lo sento.  Nel Regno del Sonno l’hai vista trasformarsi da Naminé. I sogni vanno interpretati: può significare che ha qualcosa ha che fare con te e Kairi, e con i ricordi.

-È una di coloro sta soffrendo. – finì l'albino.

Tornarono al Castello Disney. Aqua era già stata in quel mondo, ma solo nella città, mai nel castello. Quindi conosceva già Minnie e gli altri abitanti. Conosceva anche Aurora, Biancaneve e Cenerentola. Per ciò le presentazioni furono poche. Paperino e Pippo le mostrarono la sua stanza per quella notte. Sarebbero stati tutti lì. Lei avrebbe dormito nella stanza di Kairi e delle Principesse. Era molto spaziosa: c’erano otto letti di ferro battuto verdi piuttosto grandi e la stanza era simile alla biblioteca, ma senza scaffali, e c’erano dei quadri della Regina Minnie. Il giorno dopo tornò nella biblioteca insieme agli altri.
 Quando Yen sid entrò salutò Aqua con un sorriso e si mise a parlare: - Eccoti, Aqua. Sono felice che tu sia qui, bentornata. Ringrazio tutti quanti per la grande impresa di aver sconfitto definitivamente Malefica, di aver capito qual era il suo segreto e soprattutto di aver capito come fare, senza neanche consultarmi, a riportare qui Aqua e Ansem il Saggio. Per premiarvi, daremo a tutti voi nuovi poteri ai vostri vestiti. - 
Sora era seduto, Riku gli diede una pacca sulla spalla e si alzò. Anche Topolino e gli altri ricevettero nuovi poteri. Forse fusioni, o nuove magie?  
- Dov’ è Pietro? – chiese Paperino. Era l’unico a non fidarsi ancora di lui.
- Pietro sta proteggendo la prima Pietra di Luce. Non può rubarla e scappare. – aggiunse, prima che Paperino potesse domandarglielo. – È sotto l’obbedienza delle luci, ora. 
- Bene, ora lascio parlare il Maestro Ansem. – annunciò infine, sedendosi.
- Grazie mille, Maestro Yen sid. – L'uomo dai capelli lunghi e la barba biondi era appena arrivato nella stanzetta.
- Allora, le fate sono riuscite a creare il collegamento tra questo mondo e Radiant Garden. Sono appena stato messo al corrente che il sistema di controllo è minacciato dalle Oscurità. Qualcuno deve andare al più presto a controllare … - 
- Il sistema di controllo? – urlarono Pippo, Paperino e Sora all’unisono. – È terribile! Dobbiamo subito andarci! Tron … - disse Sora. Topolino gli si avvicinò e cercò di consolarlo: - Non preoccuparti! Starà benone, è lui l’MCP ora, ricordi? Quei malvagi lo staranno solo ostacolando! -
- Vero, Topolino. Mi sono sempre fidato di Tron, ed è per questo che voglio aiutarlo. Qualcuno deve andare ad aiutarlo. La banda di Leon da sola non ce la fa … - disse Ansem. Sora stava per parlare, evidentemente per offrirsi, ma Topolino lo fermò: - No, Sora. Andremo io, Paperino e Pippo. Kairi e Lea visiteranno gli altri mondi minacciati dalle Oscurità. Tu, Riku e Aqua avete la missione più importante …  -
- Ven! – urlò Aqua. – È vero. Lui è’ al Castello dell’Oblio, nella Stanza del Risveglio … -
Ansem le fece segno con la mano, e poi disse: - Hai ragione Aqua. Ma dimmi, sei mai uscita da quella stanza? Dopo aver lasciato Ven, devi essere uscita. Come? – chiese.
- Be’, la porta per uscire ed entrare era nel retro del castello, quando sono uscita c’era ancora. Poi ho stretto il Trovavia: mi ha portato dove c’era anche Terra, Radiant Garden. E poi … Be’, è andata come è andata … - rispose Aqua. Lea sembrava aver capito qualcosa.
- La stanza è stata murata! – urlò, soddisfatto. – Xemnas mi ha mandato a cercarla! Ma non l’ho mai trovata. Sospettavo fosse dietro quel muro. Ho provato a distruggerlo, bruciarlo, ma non ha funzionato. La stanza è protetta. – 
- Esatto! I due mondi sono collegati! Da due stanze simili! La stanza del risveglio, dove vi è il corpo di Ven, e la stanza del sonno, a Radiant Garden! Sono convinto che sia lì che si trova anche la tua armatura, Aqua! Lo Xehanort amnesico che ho preso con me aveva creato quella stanza per nasconderci la tua armatura e il tuo Keyblade, Diluvio! – 
- Non capisco. -  ammise Sora. 
- Come? – domandò Ansem, stupito. Ma a quanto pare nessuno capiva bene, e si affrettò ad aggiungere: - La Stanza del Risveglio si può aprire solo sedendosi sul trono uguale a quello di Ven, nella Stanza del Sonno.
- Xehanort l'apprendista cominciava a ricordarsi, allora cercò la sua casa, la trovò. E trovò Ventus. Tentò di svegliarlo, ma non ci riuscì, capì che doveva trovare il cuore perduto, ma non poteva lasciare il corpo lì, non poteva neanche portarlo con se. Chiunque sarebbe potuto entrare e prenderlo. Allora mise una protezione, e costruì una stanza sotto la Fabbrica di Heartless, in cui nascose anche l’armatura di Aqua. Poi accadde quello che accadde. Divennero Heartless. Xehanort cercava il Kingdom Hearts in più modi, e in più forme. Da Nessuno Xemnas si dimenticò parzialmente di Ventus. Poi rammentò, ma era stata la parte di Terra a proteggere dai pericoli la stanza, quindi non ricordò che era nascosta e mandò Axel a cercarla. Più avanti si ricordò della Stanza sotterranea e andò alla Fortezza, sperando finalmente poter raggiungere la Stanza del Risveglio usando il trono che le collegava. Per aprire la stanza serve una password, costituita da sette nomi. Non delle principesse, - aggiunse. agli sguardi di Sora, Paperino e Pippo. - ma dei sei apprendisti, e un altro nome che evidentemente associava a se stesso: “altro”. Violò la stanza creata dal suo "Qualcuno" e trovò l’armatura. Si sedette sul trono e ricordò: il cuore di Terra e degli amici di Ven era la chiave della connessione tra le due stanze ; lui non aveva  quel cuore, con quelle capacità. – spiegò infine Ansem.
-Quindi lasciò perdere? – chiese Riku. 
- No, non ancora. Pensò che forse sarebbe bastato avvicinare il cuore di Ven alla stanza per farli ricongiungere, quindi creò un burattino, un pupazzo fatto dai ricordi del cuore di Sora, dove pensava si trovasse il cuore di Ventus. Capì che non era così, allora avvicinò Roxas a "Xion", questo fu il nome che scelse per il pupazzo che Roxas credeva un membro dell’organizzazione. Alla fine entrambi cedettero davanti all’influenza che il corpo di Ventus emanava, e quando si avvicinarono, svennero. Xemnas lasciò perdere, e decise che Xion poteva assorbire Roxas. Era una copia di Sora, unita a Roxas sarebbe servita ancora di più di Roxas da solo. Alla fine Roxas e Xion si affrontarono e Xion ritornò all’origine, poco dopo anche Roxas, grazie a me e a Riku. È questo che contenevano i dati nel cuore di Sora messi da me, oltre a ciò che è stato detto dalla mia proiezione. A quanto pare, una volta estirpati dal cuore di Sora sono finiti in quello di Riku. Ecco perché non li avete trovati. Prima che me lo chiediate, ho ricavato queste informazioni dai diari che ho trovato, quelli dell’apprendista Xehanort, e da alcune mie supposizioni che ritengo siano giuste. – terminò.
- Ecco perché me la ricordavo.  Xion … - rifletté Riku, ad alta voce.
 – Ehi, Riku! A quanto pare tutti adesso se la sono dimenticata. Ma tu ora la ricordi. Anzi, adesso sappiamo tutti chi è. – osservò il moretto, avvicinandosi.

- Ma Sora, Xion fa parte di te! Noi la conosciamo da sempre in realtà! – esclamò saggiamente Kairi.
Passarono alcuni minuti a parlare di Xion. 
- Be’, a quanto pare c’è un cambio di programma. – intervenne Topolino. 
Ansem disse infine: - Sora, Riku, Aqua, vi accompagnerò  dentro quella stanza a Radiant Garden. Voialtri, Yen sid vi dirà cosa dovete fare. Ora andiamo. – e lasciarono la piccola biblioteca, oltrepassando le fate e Pluto, che li osservava incuriosito.

Ansem, Aqua, Sora e Riku si diressero nella Sala della Prima Pietra, in cui si trovava il passaggio per Radiant Garden, accompagnati dalla Regina Minnie: - Mi raccomando, fate attenzione! – disse, mentre la piattaforma con i troni si spostava, lasciando l’entrata per la grande stanza.
Vicino alla Pietra c’era un vortice di luce azzurrina, i quattro entrarono e si trovarono in un’altra grande stanza, diversamente da quella precedente però, non era vuota ma piena di scaffali colmi di libri. Era su due piani, collegati da una scalinata ricurva e, in svariati punti c’erano dei tavolini per leggere, Sora la riconobbe immediatamente: era la biblioteca della fortezza di Radiant Garden, chiamata Fortezza Oscura quando sia Sora sia Riku c’erano stati la prima volta.
 - Pensavo che questa stanza fosse stata distrutta dopo la fine del falso Ansem … - rifletté il più piccolo .
- Questa è l’unica che è rimasta invariata dopo il mio esilio. Ma ora hanno tolto tutti quei congegni e meccanismi inutili, quindi dovrebbe essere più facile sapersi orientare. Ormai saprete che il mio studio e sul retro … -
Uscirono, e si ritrovarono nell’entrata, dove Sora aveva combattuto con Riku una volta, più di due anni prima: Sora quasi non la riconobbe, era molto più colorata e luminosa, e la piattaforma in alto non c’era più, sostituita da un grande lampadario. 
- Si sono impegnati, - disse Ansem con entusiasmo. – è esattamente come la ricordavo, mi fa piacere. - 
- Li avrà aiutati Tron. – rifletté Riku. 
- Be’, suppongo di sì. A proposito, qualcosa sta causando problemi alla città, gli Heartless sono di nuovo aumentati e ora ci sono anche i Nescens in giro. Gli abitanti hanno avvistato un “tizio colla giacca nera”, l’Organizzazione 13 rivuole questo mondo indietro. Xehanort non è felice, ma sa anche che siamo qui per trovare una delle luci, non ci ostacolerà troppo. Comunque voglio aiutare Tron a mettere a posto le cose … -
- Andiamo, allora! – lo interruppe Sora. 
- Un momento, devo informarti che non è più possibile entrare nel mondo di Tron. Qualcuno dell’organizzazione si è infiltrato e ha bloccato i terminal. – Sora fece un sospiro di delusione, Aqua gli si avvicinò e lo confortò: - Mi dispiace. Cosa possiamo fare allora? -
- Be’, ho già detto a Yen sid di preparare un nuovo sistema di controllo insieme agli altri esperti di magia, così sarà più potente di quello di Merlino. Mentre io cerco di capire come sistemare il computer, voi andate da Merlino, sarà lì che Yen sid manderà il disco con il programma, intanto dovete …  -
- Sì, combattere, abbiamo capito. – terminò l'albino, per nulla sorpreso. Si avviarono fuori dalla fortezza, era simile a quando Sora l’aveva vista l’ultima volta, ma anche a quando l’aveva visitata Aqua, che rimase sorpresa: - Wow! Si sono impegnati davvero! È quasi identica a quando ci sono venuta io! Davvero questo posto è stato la sede degli Heartless e di Malefica? – chiese infine, stupita.
- Oh si! Ho anche delle foto … - disse Sora, poi mise le mani in tutte le tasche che aveva, ma non trovò niente. 
- Che strano... ah! Giusto, ce le aveva il Grillo. A proposito, lui dov’è? -
- Era tornato nel suo mondo, ma ora è di nuovo con Paperino e Pippo. Comunque Yen sid mi ha dato questo nuovo diario automatico. Si sono davvero modernizzati … 
- Ma quello ce l’ avevo anch’io! – esclamò Aqua. Poi qualcuno urlò: - Ehi! – era Leon. Un Heartless gigante era appena comparso dietro di loro e sparava getti di liquido verdastro: era simile a una fontana, ma era nero e grigio, aveva almeno una decina di zampe che somigliavano perlopiù a tubi, ed era coperto di catene. Sora pensò che si trattasse di un possessore, un tipo di Heartless particolare che poteva animare e far combattere oggetti, perfino stanze intere. Aveva ragione: con l’aiuto di Leon e Yuffie combatterono il Possessore che prese controllo anche di alcuni alberi. Lo sconfissero una volta, poi arrivò un uomo dalla Fortezza, con capelli neri e lunghe basette, che lo finì con la sua lancia: Dilan. 
- Tu! – urlò Sora. – Xaldin! Dopo tutto quello che hai fatto … Io, non capisco. – Dilan si avvicinò. 
- Ehi, ehi! Calmo, ok? Primo, sono Dilan ora. Secondo, vi ho salvato la vita: non basta per capire che sono cambiato, anzi che sono tornato come prima? Il punto è che non ce la facevo più di quell'organizzazione e desideravo tornare una persona. Volevo far diventare un’ Heartless quella bestia perché il suo Nessuno si sarebbe unito a noi e ci avrebbe aiutato a ottenere Kingdom Hearts. Pensavo che entrambi saremmo tornati normali alla fine, capito? Alla fine, non volevo fargli niente di che … - si giustificò Dilan.
- Quindi, - rifletté Riku. – quando Xehanort non ti ha voluto più con loro hai deciso di andare sul sicuro, no? Unirti a noi per salvarti la pelle, che coraggio … - Sora e Aqua risero, era chiaro che Dilan non era pericoloso.
- Ehi! Infondo anche Roxas e Axel stavano con loro. Non avevo scelta, capite? Da Nessuno non avevo un cuore, e se ce l’avevo era pieno di oscurità, ma ora no. Sono stato felice che Xehanort non mi ha più voluto con loro, e poi non avrei accettato comunque. Capite che quello che ho sempre voluto è la libertà? Davvero, come potrei tornare a essere un burattino di quello lì e rinunciare alla mia libertà? Io, Aeleus, Even e Ienzo abbiamo già parlato con Ansem e ci ha ordinato di pattugliare l’interno della Fortezza. Quindi, non posso andare a chiedere scusa alla Bestia, se è questo che volete. - rispose Dilan.
- No, tranquillo. Abbiamo capito, tutto a posto. – tagliò corto Aqua, gentile.
Arrivarono da Merlino e presero il programma. Fecero di corsa, quindi Aerith, Cloud, Cid e gli altri che erano lì fecero solo in tempo ad augurargli “buona fortuna”. Tornarono combattendo solo pochi Heartless e Nescens ed entrarono dal retro della Fortezza. Il solito corridoio che portava allo studio era lì, ma ad attaccarli furono dei Nessuno. Anche se non videro incappucciati, Sora intravide una scia di fumo nero sparire. Poi entrarono: lo studio era stato ordinato, ma era vuoto. Entrarono nella parte segreta della stanza, molto più moderna e tecnologica rispetto al resto del castello. Ansem si stava alzando, aiutato da due persone con camici bianchi: Even e Ienzo. Sora non li aveva mai visti, o meglio non li ricordava, ma era sicuro che fossero le versioni umane di alcuni membri dell’organizzazione scomparsi al Castello dell’Oblio.
- Sto bene, - disse Ansem. – quelle orribili creature mi hanno attaccato, ma per fortuna questi ex membri mi hanno assistito. Con questo posso perdonarli. Ora, avete il programma? 
- Sì, eccolo. – Aqua lo diede ad Ansem, che lo lasciò scivolare nell’apposita entrata. 
- Tron, ci senti? – domandò Ansem. 
-Sì, siete creativi? – rispose una voce amichevole dal computer. – Tron! – urlò Sora. – Sora, sei tu? Che bello sentirti … 
- Scusate se interrompo, ma dobbiamo sbrigarci. Tron, ti spiegheranno dopo i miei apprendisti. Mi serve che trovi l’accesso a una stanza segreta nel castello …
 - Trovato! – urlò Tron, felice. – Ma bisogna mettere una password... - 
- Non preoccuparti, la sappiamo. – assicurò Ansem il saggio. – Bene, vediamo un po’… – e si mise a scrivere: - Allora, Dilan, Aeleus, Braig, Even, Ienzo e … Altro. Bene, dovremmo esserci. – 
Sentirono un rumore, scesero nella Fabbrica Heartless: un passaggio sotterraneo si era appena aperto.

Scesero nella Fabbrica Heartless: dove prima c’era parte del pavimento, ora si era aperta una scala sotterranea. 
- È questo? Da qui si arriva alla Stanza del Sonno? – chiese Aqua impaziente. Ansem il Saggio fece cenno di sì con la testa.
- Sbrighiamoci allora! – esclamò Riku con tono autoritario, passando avanti.
 S’incamminarono. Dopo un po’ si ritrovarono in un tunnel quasi completamente buio, con poche luci: era dello stesso stile della fabbrica, moderno e tecnologico. Poi una discesa a chiocciola, oltrepassarono un’altra porta automatica e si trovarono in un altro lungo corridoio bianco e blu. 
Dopo aver attraversato un altro passaggio (un’altra porta bianca, che ovviamente si apriva da sola, sparendo ai lati), finalmente trovarono la stanza: Aqua pensò per un attimo di trovarsi proprio dove aveva lasciato Ven, ma c’erano alcune differenze: al posto dei simboli della scuola del Maestro Eraqus (simili a un cuore con tre linguette sotto, due orizzontali verso i lati, una verticale verso il basso) incisi sul muro, c’erano i simboli sia dell’Organizzazione 13 sia dei Nessuno (simili al simbolo di prima, ma rovesciati), l’armatura di Aqua era per terra, dall’altra parte della stanza, e soprattutto seduto su quel trono bianco non c’era nessun biondino addormentato. 
La stanza era tutta bianca, circolare, al centro vi era il trono dal quale si diradavano delle catene disegnate sul pavimento, nere, quindi si contrastavano al resto della stanza. Ogni catena arrivava alle pareti e finiva con uno di quei simboli, anche questi neri: era come se queste catene collegassero il trono ai simboli. 
- È questa? – domando Sora, avvicinandosi al trono: anche sullo schienale di quest’ultimo c’era il simbolo dell’Organizzazione. 
Ansem si avvicinò e rispose: - Si, è questa. Aqua, ora puoi riprenderti la tua armatura e il tuo Keyblade. Immagino che non è la stessa cosa con quello di un altro. – 
Aqua prese la sua armatura, più leggera di quanto sembrasse, e l’avvicinò alla spalla: questa sparì, assorbita dal frammento metallico che Aqua aveva sul braccio.
- Immagino che dovresti sederti, ora. – le ricordò l'albino. 
- Se lei si siede, saremo trasportati nella stanza del Castello dell’Oblio? – chiese il più piccolo.
- Si, dovrebbe essere così. – rispose l’uomo. 
- Ma non capisco … Non sarebbe bastato che Yen sid ci facesse apparire qui con la magia? – domandò Sora, stupito.
- Oh, non è così semplice. – cominciò Ansem. – I maghi, le fate o le streghe hanno bisogno di molto potere per far sparire e riapparire in altri luoghi le altre persone, e possono solo farlo verso posti di cui conoscono l’esatta posizione o meglio, dove sono già stati. Più volte ci sono stati, più facile sarà per loro tornarci, usando meno potere. Ecco perché Yen sid e Merlino lo fanno spesso senza difficoltà. Solo questa tecnologia avanzata è in grado di portarci velocemente lì. Dopotutto, questa stanza è stata costruita a tal scopo. Ora non sprechiamo altro tempo. Aqua, accomodati. – 
- Giusto! Ven ci aspetta! – esclamò, e si mise a sedere.
 Appena Aqua toccò il trono, le catene per terra furono percorse da frammenti luminosi, che raggiunsero i simboli sulle pareti. Un grande bagliore di luce, chiusero gli occhi … 
Quando riaprirono gli occhi videro l’interno di una stanza quasi identica, al posto dei segni dell’Organizzazione, c’erano i simboli della Scuola, le catene disegnate erano più chiare e quel posto, se comunque molto simile, sembrava più accogliente. Aqua però non si ritrovò più sul trono in mezzo, occupato da un ragazzo molto simile a Sora, biondo e con vestiti simili sia a quelli del moretto che a quelli di Roxas, al quale per tutto il resto era identico. Anche lui, come Aqua, aveva lo stemma della Scuola di Eraqus sui vestiti.
- Ven! Ven! Sono io, Aqua! – urlò la ragazza, strattonandolo dolcemente. - Ehi, in tutto questo non mi avete ancora spiegato come fare a svegliarlo. – finì, rivolgendosi ai compagni.
- Giusto. Preferirei risparmiare a tutti voi altre lunghe spiegazioni. Nel suo esame, Riku ha imparato a risvegliare i cuori dal sonno, farà una cosa simile a quella che ha fatto con Sora dopo che fù addormentato. 
- Dovrò combattere altri Nightmares? – chiese Riku, sconcertato. 
- No, non ce ne sarà bisogno, è un tipo diverso di assopimento, lui non è stato intrappolato dai Nightmares. – raccomandò infine Ansem.
Riku non ribatté ancora, impugnò il Keyblade con entrambe le mani, lo puntò su Sora: sia lui che Ventus s’illuminarono di giallo-oro. 
Poi una sfera di luce uscì dal petto del castano ed entrò in quello del biondo addormentato, Riku fece sparire il Keyblade, tutti stavano per avvicinarsi, ma Ansem li bloccò: - Fermi! Non troppo vicini! Sono più di dodici anni che dorme, potrebbe avere un piccolo shock. – li avvertì.
Passarono qualche secondo a fissarlo, poi si mosse: lentamente aprì un occhio, poi l’altro e si alzò di scatto.
Tutti fecero un sorriso di trionfo e Ven parlò- Aqua! Che bello vederti! – disse, stringendola. – Dove siamo? Che succede? I- io, ho dormito? E Terra, dov’è? Ricordo solo di aver combattuto contro Vanitas, e … e … ma chi sono loro? – finì, riferendosi a Sora, Riku e Ansem. 
- Ven, tranquillo ora. Ti sei perso molte cose. Però te le racconteremo dopo. C’è tanto da dirti, tu hai dormito per dodici anni … - gli spiegò Aqua. 
- Dai! Non mi prendere in giro, Aqua! È impossibile, non vedi che non siamo invecchiati per niente? Mi stai facendo uno scherzo? – chiese Ventus, ridendo.
- Be’, anch’io mi sono persa 12 anni. Sono stata fino a poco fa nel Regno dell’Oscurità, a vagare senza metà. Lì non s’invecchia, il tempo è relativo. Ho incontrato questo signore: è il sovrano di Radiant Garden, uno studioso molto saggio. Questi ragazzi, hanno salvato il mondo più di una volta, capisci? Riku e Sora … - spiegò Aqua.
- Un momento! Tu sei Vanitas! Non ti avevo riconosciuto! Aqua, forza! Dobbiamo sconfiggerlo! Non so cosa sia successo ma non … Ehi, un momento! Perché state insieme? Non mi vorrai dire che ti sei unita a loro? Forza! Però, c’è qualcosa di strano, non sembri malvagio. E non sei proprio uguale. Un momento, lui ha salvato il mondo? Aqua? Smettetela di ridere! 
- Scusa, Ven. È che stai dicendo cose assurde. Questo ragazzo è dove è rimasto il tuo cuore per tutti questi anni, capisci? Ormai è molto che loro combattono l’oscurità viaggiando per i mondi … 
- Be’, Ven, - cominciò Sora, scherzando. – Che dici? Il mio cuore è abbastanza accogliente? – chiese.
- Tu sei quel bambino, tu sei quello che mi ha aiutato.  Tu sei … Sora! –

Sora, Riku, Ansem e Aqua decisero di tornare presto al Castello Disney, prima di poter essere sommersi di domande da Ventus, ma quando uscirono trovarono il passo sbarrato da una giovane: aveva capelli biondi, corti e avvolti in parte in due codini sopra la testa e indossava una tutina viola con disegnati i segni del tuono.
Fu Riku a parlare, arrabbiato: - Larxene, o come ti chiami ora ... che ci fai qui? 
- Ah, quindi il piccolino è suscettibile - commentò la ragazza, sarcastica.
- Quindi tu facevi parte dell'Organizzazione! - urlò Aqua, infuriata. - Tu facevi parte di quelli che hanno demonizzato la mia casa! - le puntò contro il Keyblade.
- La nostra casa? Come sarebbe a dire? - domandò Ven.
- Scusa Ven, ora non è il momento. -
Larxene non parve troppo spaventata, ma abbassò il tono insolente: - Io sono Arlene, sono stufa di quel sudicio nome che mi ha assegnato quello, ragazzetta! E voi chi sareste? Altri bamboccini seccanti? 
- Forza, combattete! - ordinò Ansem il Saggio.
- Non vi conviene! Io ho un'arma segreta! Arlumia, vieni qua! - ordinò infine.
Un Heartless gigante apparve: era Rosa e nero, aveva delle falci taglienti al posto delle braccia, occhi gialli e una testa piccola, che somigliava a un cappuccio, anche questo rosa.
- Okay! Io e Sora ci occupiamo di lei! Voi pensate all'Heartless! - e si misero all'attacco. 
Da persona completa, Arlene era più potente. Sora si chiese cosa sarebbe successo se avessero usato la fusione che invocava i "cuori di Sora", la Fusione Unione, ora che Ventus era di nuovo sveglio. Quella battaglia fu anche la conferma di quello che Yen sid gli aveva detto tempo prima: sia Sora che Ven, infatti, riuscivano a usare un Keyblade perfettamente.
Usarono comunque i nuovi poteri che avevano, la Fusione "Stregone": durante la fusione, per ogni colpo che davano, lanciavano anche una magia (fecero particolare attenzione a non usare l'elemento "Tuono", quello di Arlene, che l'avrebbe solo rafforzata). 
La bionda cadde a terra, esausta. L'Heartless fu sconfitto: Sora si chiese cosa succede quando viene sconfitto prima il Nessuno e poi l'Heartless di una persona, ammesso che quello fosse l'Heartless di Marluxia, e che Arlumia fosse il suo vero nome.
Arlen scappò.
- Sì, ce l'abbiamo fatta! - esultò Ven. - Ma chi era quella? - chiese.
- Era un membro dell'Organizzazione 13, ma l'ha tradita. L'Organizzazione fu fondata dal Nessuno di Xehanort, l'apprendista Xehanort. Quello che avete sconfitto è un'Heartless, e uno particolarmente forte. Ti spiego: gli Heartless hanno provato più volte, e sotto il comando di diversi individui, a distruggere i mondi. Sono creature completamente oscure, simili ai Nescens, ma una volta erano persone, persone a cui è stato sottratto il cuore, da altri Heartless. - finì Riku.
- Xehanort? Quindi, è ancora vivo? 
- Oh si, - cominciò Aqua. - e in più forme. Vedi, nell'ultima battaglia che abbiamo affrontato, quella al Cimitero dei Keyblade, Xehanort ha fatto sì che Terra usasse l'oscurità al massimo, e l'ha usato come suo contenitore. Insomma, si sono fusi insieme, e Xehanort si è impossessato del suo corpo. Poi ... 
- Xehanort è stato trasportato a Radiant Garden da una tempesta interdimensionale, e i miei apprendisti l'hanno trovato, io l'ho accolto con me, mi sembrava un normale giovane studioso, molto dotato. Aveva solo un problema e, ahimè, io lo ci ho portato. Cominciò ad avere la fissa per i cuori e l'oscurità. La parte di Terra in lui si ricordò di te, allora cercò la sua casa. trovò questo castello, che è la vostra casa trasformata da Aqua dopo la fine di Eraqus. Trovò te, allora fece in modo che nessuno ti potesse rapire o farti del male nascondendo la stanza e rendendola accessibile solo attraverso un'altra stanza simile nascosta a Radiant Garden, nel mio castello. Dopo lui e i miei altri apprendisti sono diventati Heartless per mano sua, e si sono creati anche i loro Nessuno. Ma continuiamo dopo, sono stufo di questo posto. Yen sid, ci siamo! - 
E il passaggio che si era aperto tempo prima per Cenerentola si aprì di nuovo, portandoli nuovamente al Castello Disney.

Intanto Kairi, Topolino e Lea tornarono con Yen Sid alla Torre Misteriosa. Usarono una Gummiship, poiché il mago in quel momento voleva risparmiare “Punti magia”.

Quando arrivarono, come si usava fare per risparmiare tempo, non fecero atterrare la Gummiship, ma si “materializzarono giù” ovunque ci potesse essere un cerchio di energia. Si trovarono nello studio, e seduto sulla scrivania c’era Paperino, mentre Pippo rovistava tra i libri e perlustrava la stanza.

Paperino, notando lo sguardo di sasso dello stregone, si affrettò a dire: - Oh, mi scusi Maestro Yen Sid! Io … hmm … stavo controllando che la sedia non fosse rotta!

- Non importa! Non mi va di stare seduto, tanto. Rimani pure lì. –

Ultimamente, notò Lea, Yen Sid era meno rigido del solito. Pensava che forse si sentiva in colpa perché non partecipava attivamente alla battaglia, ma lo stregone aveva anche una certa età, quindi forse era troppo stanco per combattere.

- Allora, attualmente non sappiamo dove si trovi Xehanort. Può darsi che lui e le oscurità siano tornati nel Mondo Che Non Esiste, oppure al Cimitero dei Keyblade, dove si è tenuta la Guerra del Keyblade. Ma mi sembra improbabile: entrambi luoghi, infatti, sono piuttosto inospitali, ma quando li avete incontrati, erano nel primo tra i due, quindi voglio che controlliate quel posto. Intanto ho tracciato una nuova rotta da seguire che porta al Mondo Che Non Esiste e che comprende i mondi più soggetti alle oscurità, che quindi sono in pericolo: in questi, inoltre, potreste incontrare qualcuno dell’organizzazione che si diverte a torturare innocenti e scoprire dov’è il loro Punto di Ritrovo. Domande?

Nessuno aprì bocca, Kairi era raggiante, entusiasta di come stava andando il suo primo viaggio.

- Bene, allora non sprechiamo altro tempo. –

Anche questa volta Yen Sid dette loro nuovi poteri. Le magie che Kairi e Lea possedevano erano le seguenti: fuoco, ghiaccio, tuono, magnete, riflessione, acqua, sonno, blocco e altre, derivate.

Partirono presto e dopo aver sconfitto un Nessuno gigante lungo la rotta “Giungla Luminosa” e raggiunsero il “Regno delle Lanterne”: questo era il nome che qualcuno aveva considerato più adatto per tutti coloro che lo visitavano da mondi esterni.

Scesero e si trovarono in una foresta, alla fine di un sentiero, vicino alla quale c’era una vecchia locanda, chiamata “Il bell’anatroccolo”. Non erano soli, una donna stava origliando dalla porta: era alta, con capelli ricci e neri e sopra un vestito lungo rossastro portava un copri spalle grigio con cappuccio, portava anche una misteriosa borsa in mano. Si sentiva un gran baccano provenire dall’interno. Si nascosero dietro un albero senza farsi vedere.

Poco dopo uscì un piccolo vecchietto barcollante vestito da Cupido, ubriaco, canticchiando parole che somigliavano a “Un sogno c’è”.

- Ma che bel bocconcino! – esclamò, riferendosi alla donna, che finse di essere lusingata, ma dopo un attimo gli puntò il coltello sul naso: - Dove sbuca il passaggio segreto? – chiese, minacciosa. L’ometto le rispose che portava al burrone oltre la foresta, e questa corse via, sparendo alla vista. Subito dopo arrivò un uomo, incappucciato, qualcuno dell’organizzazione, magro. Kairi stava per correre ad attaccarlo, ma fu fermata dal Re Topolino, che la spinse indietro.

L’incappucciato parlò: - Tu, vecchio! Dimmi, chi è che sta cercando, quella donna? - Lea riconobbe subito quella voce: era Xigbar, o Braig? Si chiese.

- Ma Rapunzel naturalmente, la dolce ragazzina! Un sogno c’è … – ricominciò a cantare.

- Allora è veramente per questo che le serve! Rimanere giovane per sempre, questo è quello che vogliamo noi dopotutto: l’immortalità. Il vecchio maggiore sarà fiero di me stavolta! La rapirò e gliela porterò! – esclamò tra sé e sé.

- Oh no! – esclamò il Re sottovoce. – Dobbiamo aiutarla! Forza, andiamo anche noi, il passaggio segreto!

- Certo! Se la prendono, è la fine! – avvertì Lea. – Andiamo, allora! – finì Kairi.

Entrarono nella locanda, piuttosto vecchia e sporca. C’era un gruppo di uomini possenti dentro che sbevazzavano, e fu l’uomo seduto a suonare il pianoforte che gli aprì il passaggio segreto, sotto un armadietto.

- Entrarono in un tunnel sotterraneo e furono attaccati dagli Heartless a forma di spettro, quelli a forma di fiore e da quelli a forma di scavatrice. Evidentemente Xigbar aveva mandato i Nessuno sotto il suo comando ad attaccare Rapunzel, perché i custodi dovettero sconfiggere, più avanti, anche dei “cecchini”.

- Sono suoi? – chiese Kairi. – Oh sì! Non scherza mica! Quella ragazza può essere davvero un’alternativa alla guerra se ha veramente quei poteri. Mi stupisco che non sia una delle Principesse, ma forse non conta molto. Muoviamoci! Sono già due persone che la cercano! E anche le guardie che seguono il ladro li stanno inseguendo! – urlò Lea.

Corsero e presto videro un’uscita: sbucarono sopra un burrone e videro che il ladro era occupato a battagliare usando una padella con le guardie del Regno e un cavallo bianco (anche lui con spada in bocca), allora corsero in suo aiuto. Poi videro la ragazza: era non troppo alta, similmente a Kairi, portava un vestito lungo rosa, aveva sulla spalla un piccolo camaleonte, ma quello che fu subito evidente furono i lucenti capelli biondi, lunghi più di venti metri. Rapunzel li usò per far scendere Flynn, il ladro, come una corda, e i due scapparono nell’entrata di una miniera, giusto un attimo prima che questa fu tappata per via del crollo di una diga, che presto avrebbe allagato l’interno di quella miniera.

Dopo gli attacchi di Kairi e gli altri, le guardie furono costretti a scappare, ma non era finita. Un Heartless gigante saltò giù da sopra il burrone: somigliava a un enorme bassotto nero e verde, con enormi padelle al posto delle orecchie, occhi e muso rossi e il segno degli Heartless sulle orecchie e sul petto. Kairi lo sconfisse con la nuova invocazione collettiva, comparvero Stitch, il Genio e Trilli, spese molti Punti Magia ma il mostro cagnesco alla fine cadde e sparì, liberando un cuore: Lea si chiese se Xehanort aveva ancora intenzione di usare i loro cuori liberati.

Poi cercarono i due per un po', ma alla fine si fece tardi e si accamparono.

Il giorno dopo i tre amici si svegliarono quando il sole splendeva già alto nel cielo blu, in una zona più aperta del resto della foresta.
Sentirono delle voci non troppo lontane, abbastanza alte da potersi far comprendere dai custodi.
Una non era proprio una voce, ma un nitrito, l'altra era una voce bianca, di una ragazza: - Buono, buono. Ascolta, oggi è il mio compleanno e ... lui sta cercando di realizzare il mio sogno. Non potreste ... fare una piccola tregua? Solo per oggi. Poi potrete azzuffarvi quanto volete. Per favore? - la sentirono implorare. Poi il cavallo, che doveva essere Maximus, quello delle guardie, fece un verso di approvazione.
- Perfetto! - esclamò Rapunzel. - Su, andiamo! - chiamò il compagno di viaggio, Flynn.
- Come? dobbiamo portarlo con noi? Uffa ... - brontolò quest'ultimo.
- Dai! Dovremmo andare con loro. - consigliò Topolino. - Mi stupisco che non l'abbiano rapita durante la notte! Ma forse, conoscendolo, non ne avrà avuto il coraggio, oppure vuole farlo quando è da sola. -
Li raggiunsero presto sul limitare della foresta.
- Voi siete quelli che prima ci hanno aiutato, vero? Piacere, io sono Rapunzel, questi sono 
Pascal e Maximus, - disse, indicando il piccolo camaleonte e il cavallo bianco. - e lui è Eug ... - Flynn la colpì con il braccio. - Ah, scusa, Flynn. -
- Be', andiamo allora! -
Si avviarono, ma appena usciti dalla foresta furono attaccati dai soliti Heartless a forma di fiore e scavatore, a cui si aggiunsero anche dei nuovi tipi di Blu Ciccio, maestri in tutte le magie principali: fuoco, ghiaccio e tuono.
- Questo sarebbero gli Heartless? - chiese Flynn. - Non li sopporto, bastavano già le guardie del palazzo a ostacolarmi, ora anche loro?
- Non c'è tempo per palare, attacca! - urlò Lea.
Combatterono e poi arrivarono in città.
Era molto affollata, quindi nessuno notò Flynn nel villaggio.
Fecero delle spese, visitarono il posto, combatterono alcuni Heartless, e delle banbine legarono i capelli di Rapunzel in una treccia che le arrivava alle caviglie. Quella sera realizzarono il sogno di Rapunzel: portarla a vedere le lanterne: ogni anno infatti, il giorno del suo compleanno migliaia lanterne venivano liberate in aria nel villaggio, lei voleva vederle da vicino e scoprire perché venivano lanciate. Rapunzel aveva ricattato Flynn (quando si era infiltrato nella sua torre per sfuggire a un inseguimento): dopo averlo steso con una padella, infatti, nascose la corona da lui rubata e quando si svegliò lo ricattò dicendo che gliel'avrebbe ridata solo se l'avesse portata a vedere le lanterne, allora i due erano scappati, dopo che Rapunzel aveva ingannato la madre Gothel, che la teneva segregata nella torre. Quindi (con la scusa che la barca era piccola), solo Rapunzel e Flynn presero la barca per vedere le lanterne da vicino: si creò una situazione romantica e anche loro fecero volar via una lanterna. Rapunzel diede la corona al moro, che però non era la priorità di quest'ultimo.
I due si stavano per baciare, ma qualcosa li bloccò: sulla nebbiosa sponda opposta del lago li osservava un uomo, incappucciato e dall'aspetto misterioso: di nuovo Xigbar. 
- Quello è l'incappucciato di cui parlano, ci sta spiando:  non permetterò che ti prenda, tu resta con loro, io vado ad affrontarlo.
- Sta scherzando? - chiese Lea, ora che la barca si era avvicinata poteva sentire cosa dicevano. - Vado con lui, voi restate con lei.
- Ma ... - Kairi tentò inutilmente di replicare, perché Lea corse via con il Keyblade, Flynn usò la barca.
Lea e Flynn incontrarono Xigbar, che non era solo: Gothel, la madre di Rapunzel, era con lui: - Forza, legalo!
- Non prendo ordini da te, vec ... - 
- Non  osare. Abbiamo un patto, ricordi? Tu mi aiuti, e io ti do la Rapunzel.
- Cosa? - cominciò Flynn. - Non l'avrete mai! - ribattè.
 Xigbar lo legò con uno schioccò di dita.
- No! Fuoco! - Lea bruciò le corde.
- Non riprovarci, traditore!! Sonnolenza - e con quest' ultima formula fece addormentare momentaneamente Lea, che si accasciò a terra.
A quel punto anche Flynn fu addormentato, e i due furono legati a una  piccola nave. Flynn fu legato in piedi con le mani sul timone, in modo che sembrasse sveglio.
il piano riuscì, poco dopo Rapunzel e gli altri arrivarono: - Se ne è andato, voleva solo quella borsa. Io te l'ho detto: non gli servi più. Il mondo è crudele e spaventoso. Torniamo a casa, Rapunzel! - disse Gothel.
- Io ... Io non ci credo! - disse col viso tra le mani, piangendo. - Non può essere!
- Guarda con i tuoi occhi allora! - ribattè la madre, indicando il Flynn sulla nave.
- No! Se Rapunzel non vuole non verrà con te! - urlò Kairi. - Giusto! - confermò il Re.
Gothel prese il pugnale che aveva: - Non costringetemi ad usarlo, e non immischiatevi! Forza, andiamo! -  
Non poterono fare niente: Rapunzel tornò alla torre con Gothel, e loro si chiesero che fine avevano fatto Xigbar e Lea.
Probabilmente dovevano essere entrambi su quella nave, ma non di propria volontà: anche questa era sparita alla vista.
Si addormentarono. Fu Lea a svegliarli, poche ore dopo: il sole era spuntato.
- Su, alzatevi! - con lui c'era Maximus. - Flynn è stato arrestato, gli uomini del pub hanno un piano per salvarlo! Ma sono ostacolati dagli Heartless! Dobbiamo aiutarli! - Ok, meglio se ci sbrighiamo allora! - consigliò il Re, e li fece trasportare sulla Gummiship: dopo pochi secondi erano di nuovo scesi vicino al palazzo, colorato e maestoso. Combatterono i soliti Heartless, mandarono Maximus a prendere Flynn, dove c'erano anche i consumatori della locanda. Poco dopo videro Flynn correre via in galoppo a Maximus, e anche loro si avviarono alla torre per salvare Rapunzel. Presto la raggiunsero: ad attenderli c'era Xigbar: lo combatterono insieme, ma lui scappò.
Non c'erano porte: - Gothel entrava sempre aggrappandosi ai capelli di Rapunzel, eppure è riuscita a prendere la corona quando lei non c'era. Ci dev’essere per forza un'entrata alternativa ... - ricordò Kairi.
- Hai ragione! Eccola! - esclamò Topolino, indicando un buco nel muro. Corsero sopra: trovarono Gothel con il pugnale insanguinato, Flynn steso a terra  e Rapunzel che implorava: - Va bene madre, resterò sempre con te! Non ti chiederò più di uscire da qui, non tenterò mai di scappare, anche se contro la mia volontà. Permettimi solo di salvarlo. - finì, trattenendo a stento le lacrime. - E va bene! -
acconsentì Gothel . - ma resterà legato nel frattempo. - infatti Flynn era incatenato. - No! Rapunzel, non te lo permetterò! - ribattè quest'ultimo, riuscendo a stento a parlare. - Adesso so qual è veramente il mio nuovo sogno: sei tu. - poi prese un frammento dello specchio che la strega Gothel aveva rotto poco prima, e lo usò per tagliare di netto i capelli dell'amata, che divennero scuri e corti fino al collo. Anche se silenziosamente, Xigbar era lì da qualche minuto, e alla vista di questa scena disse, prima di sparire: - Ormai è inutile: io me la svigno. -
Gothel invece,  prima di invecchaire completamente e dimostrare il suo reale aspetto e di tramutarsi in polvere, si nascose la faccia con il cappuccio, cadde dalla finestra e si dissolse in caduta.
 I capelli, infatti, contenevano tutto il potere del fiore che ringiovaniva e che poteva curare le ferite: con questo gesto, Eugene (questo era il suo vero nome, rivelato solo a Rapunzel), si sacrificò per la sua libertà. - No! - urlò la neo brunetta, appoggiando il viso bagnato dalle lacrime sull'amato.   La melodia che sprigionava il potere dei suoi capelli, che poteva essere estirpato solo tagliandoli, ormai era inutile, ormai Flynn sembrava spacciato ma Rapunzel tentò ugualmente. :- Fiore dammi ascolto, tu mi aiuterai! E non dirmi che per me è tardi ormai, tardi ormai ... - a questo punto una lacrima della fanciulla cadde sulla ferita di Eugene, e accadde qualcosa: il potere del fiore poteva essere sprigionato anche dalle lacrime di dolore, ecco perché a quel punto filamenti dorati comparvero dalle  sue lacrime e Fynn si svegliò: - Lo sai che preferisco le more? - disse piano, scherzosamente. Dopo di che Kairi, Topolino e Lea partirono, augurando felicità alla  coppia, che andò a palazzo: Rapunzel aveva infatti scoperto la verità. Lei in realtà era la Principessa perduta del regno, rapita da piccola da una strega che voleva usarla per i suoi scopi, Gothel. Quindi tornò dai genitori al palazzo reale e sposò Eugene: i due vissero per sempre felici e contenti.

Ventus fu quindi portato al Castello Disney, dove gli venne spiegata la storia  da capo.
- Quindi voi avete sconfitto Xehanort, ma ora è tornato... E ha portato anche le sue varie forme dal passato, giusto? E vuole riformare l’Organizzazione XIII", fatta di membri  che contengono parte del suo cuore, giusto? Quello che vuole è la Guerra del Keyblade, giusto? Ma invece noi cosa vogliamo? 
- Be' - cominciò Ansem. - in realtà anche noi vogliamo questo, quello che non vogliamo è che Xehanort abbia il controllo della X-blade e di Kingdom Hearts. I mondi non possono restare divisi per l'eternità, esiste una profezia, la Profezia della Strega, che è andata perduta nei secoli, non l'ho ancora rivelata a nessuno, ormai è giunto il momento di recitarvela: 
L'oscuro padrone, con tredici oscurità, l'eterno controllo del mondo di possedere tenterà. Ma i Guardiani delle sette pure luci pronte saranno a scontrarsi.
Tredici oscurità contro sette luci: venti  sono i frammenti in cui si divise il Re dei Cuori, venti sono i guerrieri che si scontreranno nella fatale guerra per riformarlo.
Il ragazzo padrone della luce e il padrone dell'oscurità si scontreranno infine con la forza delle proprie luci e delle proprie oscurità, e l'arma più potente sarà formata. Solo colui che non ha paura dell'oscurità potrà controllarla, ma colui che avrà il coraggio anche di affrontarla l'eventuale sua sconfitta smentire potrà. Il vincitore assoluto conoscerà la vera forza del cuore, una forza che l'altro sottovaluterà. - 
intanto nella stanza affollata di libri si era creata un'atmosfera di suspense: Sora, Riku, Aqua e Ven erano in piedi e ascoltavano attentamente, Yen sid era seduto e ascoltava con l'aria più seria possibile.
 Ansem era concentrato a recitare la profezia come un bambino che dice a memoria una poesia a scuola: 
"Ci sarà veramente il giorno in cui qualcuno avrà il potere di aprire la porta della luce?": i pochi sapienti si chiedono! Ebbene sì: sarà riconoscibile per il suo nome, simboleggerà l'infinito cielo che unisce i separati mondi. Incapace di maneggiare la famosa arma inizialmente sembrerà, ma alla fine tutti con il suo coraggio stupirà.
Più volte i mondi dal buio eterno salverà, si scontrerà con il precursore più famoso di oscurità, e infine con i leali compagni nella fatale battaglia eccellerà. 

L'ho imparata a memoria ormai. Il Maestro Xehanort conosceva inizialmente solo una parte della profezia: "Il ragazzo padrone della luce e il padrone dell'oscurità si scontreranno infine con la forza delle proprie luci e delle proprie oscurità, e l'arma più potente sarà formata. Solo colui che non ha paura dell'oscurità potrà controllarla".
Credette che bastassero una luce e un'oscurità, perciò utilizzò te, Ventus, e la parte oscura che aveva estratto, Vanitas.  Ma  l'arma che ne uscì fuori non era la vera X-blade, solo una versione più debole che fu facilmente distrutta dal legame di Aqua con te e Terra. Ero io in possesso della registrazione della profezia, il giovane Xehanort la trovò e fu in quel momento che si ricordò chi era veramente. Sapete cosa successe dopo: iniziò subito a raccogliere altri dodici contenitori oscuri e formò l'organizzazione, mentre cercò le sette luci utilizzando il suo Heartless. Questo è stato spiegato molte volte. Vi racconto le mie conoscenze gradualmente, prima che lo domandiate, perché troppe informazioni in una volta fanno male. Xehanort non comprende che sarà Sora a vincere, e che se non sarà così, potrà utilizzare la forza dell'amicizia, la forza del cuore da lui sottovalutata di cui parla la profezia, per far tornare la luce nell'immensa oscurità. Xehanort non può vincere, ma non ne è a conoscenza. Nel suo cammino ha fatto molti danni, troppi, non possiamo permettere che ne faccia altri. Questa battaglia deve finire, è durata troppo a lungo.
La profezia svela che comunque colui che conosce la vera forza del cuore, e che la utilizza come arma, potrà risvegliare la vera luce nell'oscurità. -
Sora si avvicinò alla scrivania e disse: - Quindi, in pratica non possiamo perdere? Perché non ce l'ha detto prima? 
- Non volevo che vi impegnaste di meno, e comunque non vuol dire siate fuori pericolo. Ricorda, per formare il Kingdom Hearts c'è bisogno comunque di sette luci e tredici oscurità. I cuori sono imprevedibili, non sappiamo cosa succederà dopo, ma tutto questo deve finire.
- Un momento, - iniziò Aqua. - e Terra? Se fa parte delle oscurità, lui non tornerà più?
- Xehanort si è impossessato del vostro amico quando aveva già un cuore dentro di sé. Terra aveva il cuore del Maestro Eraqus. Lui lo aiuterà a sopravvivere, non morirà.
- Non capisco più niente ... - ammise Riku.
. Oh, non è necessario, non possiamo più fare niente. Quel che accadrà.  Noi assisteremo quando succederà e vi aiuteremo in tutti i modi.
- E ora che facciamo? - chiese Ventus.
- Cercate gli altri. Dirigetevi anche voi al Mondo Che Non Esiste. Dobbiamo scoprire cosa ha in mente Xehanort, e quali sono le nuove oscurità. 
- Chiamerò tutti coloro che possono aiutarci  e li preparerò alla Guerra. Non resta molto tempo. –

Presto tornarono anche Lea, Kairi e Topolino. Stavolta si riunirono a Radiant Garden, visto che finalmente anche l'interno del Castello era stato sistemato.
 Ovviamente Sora sapeva che Ansem e Yen sid li avrebbero mandato a visitare altri mondi, non che questo gli dispiacesse. Si era sempre divertito a visitare posti sconosciuti e a incontrare ogni genere di  "persone". Che poi gli abitanti incontrati nei vari mondi non erano neanche tutti umani. E, pensandoci bene, neanche lui era stato sempre "umano".
Durante i suoi viaggi, infatti, si era trasformato tante volte. Nel mondo di Simba era stato trasformato in un leone. Più di una volta era stato ad Atlantica, ed era diventato un tritone, cosa del tutto normale per lui. Nel mondo di Tron era diventato un programma, anche se questo per lui fu irrilevante cisto che si sentiva come sempre.
 Nel Paese delle Meraviglie fu soggetto più volte a cambiamenti di dimensioni, ma in quel mondo tutto era assurdo.
Inoltre aveva cambiato abiti tante volte, e neanche quelli erano stati sempre "normali". Anzi, si può dire che spesso si erano cambiati da soli, ma anche questo era un  dettaglio.
Tutto era un dettaglio, pensò, quando c'era di mezzo la magia. In modo particolare, la magia di Yen sid.
Anche Ventus e Aqua una volta si erano ritrovati rimpiccioliti, per mezzo della magia della Fata madrina di Cenerentola, questo accadde nel Castello dei Sogni, ma nient'altro. Per il resto erano rimasti sempre normali.. Gli unici con cui condivideva queste esperienze non avevano più un ruolo importante. O così credevano loro, ma per Sora erano molto importanti. Non li conosceva da sempre come con Riku o Kairi, ma con loro aveva viaggiato per lungo tempo, in quasi tutte le sue avventure.
Paperino e Pippo non si potevano definire i più forti in combattimento, ma erano alcuni dei suoi più grandi amici, sempre fedeli compagni. Che poi, anche se loro non possedevano il potere del Keyblade, avevano combattuto e sconfitto tantissimi nemici insieme a lui, addirittura il capo degli Heartless. Da un po' si sentiva in colpa perché non viaggiavano più insieme, e i loro compiti erano più banali. Ma soprattutto gli mancava. Gli mancavano i litigi con Paperino, le intuizioni e le battute di Pippo. Si decise: quella volta sarebbe andato con loro. Anche perché furono divisi in gruppi da tre: Il Re Topolino avrebbe assistito all'esame di Ventus e Lea, tenutasi quel giorno. Kairi sarebbe partita con Aqua dopo l'esame, ma tre di loro dovevano partire ora, e non sarabbero tornati per un po' di tempo. Yen sid aveva specificato che non potevano più comunicare a distanza perché dovevano conservare il potere magico destinato all'ultima battaglia, e che si erano riposati troppo tempo. Sora stava per offrirsi, ma non ce ne fu bisogno. Fu Ansem a comunicarglielo: - Eccoti! Tu partirai con Paperino e Pippo, niente storie! So che siete un'ottima squadra, e gli altri sono occupati al momento e non possono venire con te. Una nuova rotta è stata tracciata. 
- Storie? Ma quali storie! Non vedo l'ora, stavo per chiedervelo io! Però mi serve una scorta di elisir! 
- Ci  hanno già pensato i tuoi amici. Su! Cosa aspetti? Paperino e Pippo ti attendono sulla Gummiship! -
Sora non esitò e si materializzò sulla nave, utilizzando il cerchio d'energia più vicino
- Ehi! Come va qui?
- Ti stavamo aspettando da un sacco di tempo! 
- Dai, Paperino, basta facce arrabbiate! Ricorda, il sorriso è il carburante della Gummiship! Yuk! Siamo di nuovo un trio, non vedo l'ora di vedere qual è il prossimo mondo! - esclamò Pippo, entusiasta.
In effetti anche Sora era curioso di scoprire quale fosse la loro destinazione. Dettero un'occhiata al mappamondo e scoprirono trattarsi di un mondo già visitato:  La Terra Dei Dragoni.
Il mondo di Mulan e Mushu, vero? Scehdiamo subito!! - disse Sora, eccitato.
Dopo le lamentele di Paperino riguardo al fatto che non era Sora a dare gli ordini in quella Gummiship, scesero dalla nave: il mondo era lo stesso, ma stavolta atterrarono nel villaggio, precisamente vicino alla casa di Mulan, perché sentirono la voce di Mushu, un draghetto rosso alto più o meno dieci centimetri. Stava parlando con un grillo, e sembrava esaltato come al solito: - Cricri, dobbiamo farli separare! -
- Ehi Mushu! Separare chi? - fu Pippo a parlare, quando li raggiunsero all'interno della scuderia.
- Sora! Paperino! E anche Pippo! Ma cosa ci fate voi tre di nuovo qui? È passato solo un mese dall'ultima volta che siete venuti! O almeno così dice Mulan...
Ma se non sbaglio il tempo in alcuni mondi è più lento che in altri ... Comunque non ci posso credere, non potete immaginare la mia felicità nel rivedervi! - Mushu pronunciava queste parole molto velocemente, entusiasta. - Scommetto che siete qui per fare a botte con i mostri, vero? E scommetto che vi farebbe comodo un aiutino, vero? Be' non c'è bisogno che chiediate. Io sono magnanimo e posso prestarvi la mia forza di drago ...
- Davvero? Be' grazie! Anche noi siamo felici di rivederti, ma dov'è ... - rispose Sora, ma fu interrotto dal draghetto: - Ovviamente a condizione che voi aiutiate me! Visto che questo stupido grillo non vuole farlo ... - disse, riferito al grillo, che aveva un'aria molto contrariata.
- Va bene, - rispose Sora - ma potresti dirci dov'è Mulan?
- Mulan! Ecco in cosa dovete aiutarmi! Sta per commettere il più grosso sbaglio della mia ... insomma ... della sua vita!  Non posso permettere che sposi quello lì! E devo stroncare la cosa sul nascere! 
- Mulan si sposa? E con chi, con Shang, vero? Forza, andiamo... Voglio sapere tutto di questa storia!
- Ma mi hai sentito? Dobbiamo impedirlo ...
- Perché vuoi impedirlo? Non siete grandi amici voi due? 
- Certo! Ecco perché voglio impedirle di commettere questo errore ... 
- Okay ... prima di "stroncare" il suo matrimonio possiamo almeno vederla?
- Ora se n'è andata con Shang! L'imperatore li ha convocati entrambi! Deve essere importante, e non mi ha neanche invitato! Mi sta già rimpiazzando con quello lì ....
- Non dire sciocchezze, Mulan non ti rimpiazzerebbe mai. Comunque andiamo, l'imperatore sa che noi abbiamo salvato la Cina insieme a Mulan, non credo che si arrabbierà.
Il trio si era portato dietro il Grillo Parlante, che iniziò a conversare con Cricri. Intanto tutti insieme usarono il potere della Gummiship (si materializzavano dentro a questa e scendevano di nuovo in un'altra zona) per raggiungere in fretta il Palazzo Reale. Incontrarono Mulan e Shang, che erano appena stati dall'imperatore, nel grande cortile del palazzo. Mulan corse ad abbracciare Sora, Paperino e Pippo e anche Shang li salutò in modo amichevole.
- Fortuna che siete tornati! Gli Heartless e altri mostri stanno mettendo a soqquadro il villaggio. Ma c'è qualcuno che sta mettendo delle difese da fuori. Per caso siete voi? A proposito, alla fine hai ritrovato i tuoi amici?
Sora pensò che fosse una delle cose di cui si occupava Yen sid, ma rispose che gli avrebbe raccontato dopo tutta la storia.
- Piuttosto ... so che vi sposate. Congratulazioni! Ma perché Mushu ... - e al nome di quest' ultimo si fermò perché gli aveva fatto segno di tacere con le mani.
- È entusiasta ancora più del solito, vero? - disse Mulan sorridendo. I tre aggrottarono le sopracciglia, erano confusi, ma preferirono lasciar perdere.
- Comunque la missione è molto importante: dobbiamo accompagnare le principesse al loro matrimonio. Sono le figlie dell'imperatore. Lui vuole un matrimonio combinato tra le sue figlie e tre principi del Qui Cong per stipulare un'alleanza ed evitare che la Cina venga distrutta dai mongoli. A me non sembra giusto, ma non posso fare nulla ...
- Ehi, se volete venire l'imperatore sarà felice di sapere che ci sarete, gli avevo detto che avrei portato solo tre uomini. Ma voi e loro insieme valete tre truppe.
In quel momento comparvero dei Nessuno e dovettero affrontarli,  erano semplici Simili, ma Sora notò che erano più forti, e ne comparvero molti. Si chiedeva sempre cosa avesse intenzione di fare Xehanort e se avesse trovato tutte le oscurità, ma in quel momento voleva aiutare Mulan. Anche Paperino e Pippo erano più forti e il primo faceva magie molto avanzate a "poco prezzo" come cometa e altri attacchi limite molto dannosi.
Viaggiarono per molto portando le Principesse della Cina in carrozza. Alcuni usavano il cavallo, altri erano in carrozza. Sora il Keyblade trasformato.
Ed era un bene che Sora usasse quello, perché furono attaccati varie volte da Heartless e Nescens, proprio come successe nel  Regno dei sogni, nella Contea Dei Moschettieri con Minnie. Allora però era solo un Dream Eaters, anche se di alto rango.
Il viaggio per il resto andò bene, anche se Mushu tentò più volte di separare Mulan e Shang. Intanto Chien-po, Ling e Yao, i tre soldati, cominciarono a innamorarsi delle Principesse Ting Ting, Mei e Sue, e questo amore era corrisposto, o almeno così era evidente agli occhi del trio.
 Il peggio però successe una notte, quando si accamparono vicino a un villaggio molto romantico: i tre soldati invitarono le principesse a fare un giro nel villaggio e le corteggiarono. Contemporaneamente Mushu ingannò Shang facendogli credere che Mulan volesse prendere il suo posto, creando un pupazzo simile a quest'ultima. Fece muovere il pupazzo dietro la tenda di Shang, in  modo che potesse vederne solo la sagoma, e finse di parlarne male imitando la voce della ragazza. Dopo quella messa in scena Shang andò da Mulan e l'accusò senza che quest'ultima capisse perché. Intanto Sora, Paperino e Pippo dovettero affronatre un Heartless gigante che attaccò il villaggio distruggendo il mercato allestito nel villaggio.  Somigliava molto a un samurai, combatteva con due katana fiammeggianti ed era a stisce rosse, nere e oro. Portava uno strano copricapo che nascondeva la testa di cui si vedevano solo i penetranti occhi gialli. Era motlo veloce e fecero fatica a sconfiggerlo, Sora e Paperino si unirono nella fusione "Bufera di Ghiaccio", che favoriva l'utilizzo dell'elemento ghiaccio, a cui l'Heartless era vulnerabile. Grazie a questa fusione e all'invocazione del Genio, che Sora non chiamava dopo molto tempo, il Samurai Di Fuoco fu annientato.
Il giorno dopo erano tutti molto tristi e nessuno parlava. Shang aveva infatti scoperto l'uscita segreta dei soldati e delle principesse e si era arrabbiato ancora di più.
- Non potrete più parlarvi o avere contatto tra di voi! Lo proibisco da questo momento! Ma una sola parola! Neanche una! E sarà così fino al termine della missione! - ordinò il capitano, infuriato, Quel che era peggio era che Mulan e Shang non solo non  si parlavano più, ma non si guardavano neanche.  Sora sapeva in cuor suo che Mushu c'entrava qualcosa, allora lo spinse indirettamente  a tirare fuori tutto, anche se il draghetto insisteva che lui non c'entrava.
Comunque, alla vista di quella scena triste, Mushu si pentì e confessò a Mulan la verità. La bruna si arrabbiò molto inizialmente, ma poi comprese che quello significava che in realtà lei e Shang non avevano reali problemi: - Allora noi non siamo troppo diversi! Non ci sono mai stati problemi tra di noi! L'unico problema eri tu! Forza, devo parlare subito con lui! 
- Posso fare qualcosa per aiutarti? - domandò Mushu mortificato.
- Tu hai già fatto abbastanza! - rispose Mulan.
Ma in quel momento furono attaccati dai banditi e non ebbe il tempo. Ai banditi si aggiunsero anche dei Nessuno, e Sora dovette impegnarsi mentre gli altri proteggevano le principesse. Alla fine scapparono e dovettero attraversare un ponte sospeso in legno che al passaggio di tante persone iniziò a cedere. Una delle principesse stava per cadere ma Pippo riuscì a salvarla.  Tutti erano in salvo dall'altra parte tranne Mulan e Shang. Infatti, mentre la ragazza aiutava Shang a rimettersi in piedi, uno dei banditi rese il pugnale e tagliò di netto le corde che tenevano il ponte con i due sopra.
Ormai erano letteralmente appesi a un filo, Mulan urlò, in preda alle lacrime: - Shang! Ce la faremo! Non ti mollo! 
- Non ci reggerà tutti e due! 
-Lo farà. Lo farà!
- Mi dispiace ... 
Ormai la corda a cui erano attaccati stava per rompersi e Shang scivolò dalla presa di Mulan, e cadde. 
- SHAAAAAAAAAAAAAAAAAG! SHAAAAAAAAAANG!
Niente da fare. Shang era caduto da un burrone altissimo, non c'era possibilità. 
Sora e gli altri cercarono di consolare Mulan, ma niente poteva cambiare il suo umore. Si era anche messo a piovere.
Prese una decisione difficile, non voleva rovinare la felicità delle nuove coppie. Almeno loro potevano essere ancora felici. 
- Devo finire la missione che ci è stata assegnata. - disse. - Non ho più niente da perdere ormai. -
Mulan si diresse al Qui Cong. Si era già organizzata coll' imperatore. Si sarebbe sposata lei con un principe dei mongoli.
Sora decise di cercare quello che rimaneva di Shang. Utilizzò il Keyblade per fare prima, e seguì il cavallo su cui si erano messi Paperino e Pippo
Presto raggiunsero un laghetto, e il cavallo trovò Shang in acqua. Possibile che fosse ancora vivo? Non era ferito. Dopo poco tossì e sputò acqua. E finalmente aprì gli occhi.
- Sora, Paperino, Pippo! Ehi, bello .... - aggiunse, rivolto al cavallo. - Come avete fatto a trovarmi! Dov'è Mulan?
- Abbiamo seguito lui. Comunque, sì, Mulan. Dobbiamo raggiungerla! Ha scelto di offrirsi al posto delle principesse in modo che possano vivere felici con Chien-Po, Linh e Yao! Non possiamo permetterlo, capitano! 
- No, hai ragione. - disse, e salì in groppa al cavallo.
- Forza bello, andiamo!
- Raggiunsero Qui Cong velocemente, ma prima di poter entrare, furono attaccati da un drago, o un'Heartless? Doveva essere come l'ultima volta. Qualcuno aveva riempito di oscurità uno dei draghi della Cina. Era molto grande, quanto un palazzo. Era rosso e giallo. Aveva un corno diritto al centro della testa e due ricurvi ai lati. Le ali sembravano enormi ventagli d'argento. Dovette usare l'invocazione di Roxas e Xion per abbatterlo, ma alla fine scomparve. Un altro drago era stato annientato solo perché qualcuno l'aveva riempito di oscurità. 
Il palazzo dall'eterno era molto simile a quello dell'imperatore, grande e con un cortile spazioso, pieno di gente. Inoltre all'entrata c'era la statua del Grande Drago.
Il matrimonio si stava svolgendo. Mulan era sul punto di dire "sì" ma Shang fermò la cerimonia.
- Shang! Allora sei ancora vivo! Oh, mi dispiace tanto! Sora, Paperino, Pippo! L'avete ritrovato voi! -  
Il re era un ometto con vestiti tipicamente mongoli, arancioni. Portava un copricapo dello stesso colore sulla testa. Anche Mulan era vestita allo stesso modo.
Alla fine fu Mushu a salvare a situazione, stavolta fingendosi il Grande Drago. Si sistemò nella bocca della statua, dove la sua voce era amplificata, e ordinò al re di sposare Shang e Mulan, e di non provare ad attaccare la Cina.
Festeggiarono tutta la notte, e anche se Mushu si era fatto perdonare era molto triste perché aveva perso il suo piedistallo, e quindi anche il privilegi di guardiano di Fa Mulan, perché gli antenati gli avevano detto che il nuovo guardiano della ragazza sarebbe stato quello della famiglia dello sposo.
Ma Shang sistemò le cose unendo i templi delle due famiglie, e Mushu poté mantenere il suo titolo.
Infine Sora, Paperino e Pippo se ne andarono dicendo loro addio, consapevoli che non sarebbero più tornati. 

Il mondo successivo, videro nel mappamondo, sembrava essere fatto da qualche casa, possibile che esistesse un mondo così piccolo?

Ma quando atterrarono videro che non era il mondo ad essere piccolo, ma loro: erano alti ormai circa una decina di centimetri, più o meno quanto le dimensioni di un giocattolo.

Inoltre si trovarono in un salotto, il salotto de La casa di Andy. Un bambino, che doveva essere Andy, stava giocando con un pupazzo cowboy in vecchio stile e pareva divertirsi molto. Quello che impressionò Sora fu più che altro il bambino gigante, infatti gli era già capitato di diventare molto piccolo, ma in quel caso anche tutti gli altri erano tutti molto piccoli. Pippo ebbe una reazione diversa: - Be’ non è mica la prima volta. - disse. - Siamo abituati a questo genere di cose, quando c’entra Yen sid capitano spesso. Probabilmente l’avrà fatto apposta: c’è qualcosa che dobbiamo fare in queste dimensioni … - e a queste parole uscì da dietro la poltrona dove si erano nascosti per esaminare il luogo: si trattava ovviamente di un soggiorno, e sembrava preparato per una festa di compleanno. Un cagnolino li vide e corse da loro. Che poi per loro era un cagnone, infatti inizialmente si spaventarono, ma poi videro che era piuttosto entusiasta: forse pensava fossero dei nuovi giocattoli?

- Meglio se ci facciamo portare dove vuole … - disse Sora.

- Stai scherzando? Lo vedi com’è vivace? E se inizia a masticarci come giocattoli di gomma?

- Se preferisci che lo faccia allora resta giù, Paperino. Perché non credo che sia disposto a lasciarci qui…

- Va bene, va bene. – brontolò Paperino, salendo a cavallo del cane con l’aiuto di Pippo. Il cane portò i tre in una cameretta, non c’era Andy, ma c’erano tanti giocattoli. Sora notò il cowboy per primo, ma presto fu attratto anche da un piccolo Tirannosauro Rex, tutt’altro che pauroso. C’erano anche un salvadanaio simile a un maialino, una patata dotata di faccia, baffi e cappello, una pastorella, un microfono (come tutto il resto, dotato di occhi), un cagnolino a molla e tanti altri. In effetti non ne fu attratto perché erano molti, più che altro perché erano vivi, e a quanto pare stavano avendo una riunione.

Il cowboy stava usando il microfono giocattolo e disse che tutti dovevano trovarsi un compagno di trasloco. A quanto pare la famiglia avrebbe traslocato una settimana dopo, per questo la festa di compleanno sarebbe stata quel giorno, cosa che terrorizzò tutti. - E se Andy mi rimpiazzasse con un altro dinosauro, uno di quelli cattivi? - disse Rex il tirannosauro, terrorizzato.

- Hmm… mi dispiace interrompere la riunione, ma… SONO ARRIVATI! OSPITI CON REGALI A ORE TRE! – urlò il salvadanaio, che era rimasto vicino alla finestra tutto il tempo. Tutti i giocattoli corsero allarmati alla finestra, mentre Sora, Paperino e Pippo iniziarono a discutere: - Giocattoli parlanti, non mi stupisce più di tanto ormai… - disse il moretto raggiante.

- Una festa di compleanno, precisamente che dovremmo fare noi qui? Se ci attaccano Heartless o Nescens giganti?

E a queste parole più di una decina di mostri simili a giocattoli comparvero. Sora riuscì a distinguere il simbolo degli Heartless sul petto dei nemici. Alcuni somigliavano ad orsetti di peluche e altri a bamboline di pezza particolarmente brutti, con occhi mancanti e tutti rovinati. Verdi e neri, combattevano con delle lame che avevano al posto delle appendici. Comparvero anche degli Shadows, dei Soldatini (che Sora aveva già incontrato alla Città di Halloween) e gli Heartless affrontati nel Fiume senza tempo, come il Magimartello e la Biella Rovente, ovviamente colorati, infine alcune Bombe a Tempo. Naturalmente i giocattoli li avevano notati, e fu il cowboy a chiedere: - Grazie mille, l’altra volta che ci hanno attaccati ci siamo dovuti nascondere. Comunque voi chi siete? Nuovi giocattoli?

- Non proprio, diciamo che siamo qui per aiutarvi a disfarvi di quei mostri. Comunque io sono Sora e loro sono Paperino e Pippo! Piacere!

- Piacere, io sono Woody! E loro… Be’ ve li presenterei, se non fossero così impegnati a spiare i regali degli invitati… Non è che voi potreste andare a controllare di cosa si tratta? Manderei una pattuglia, ma i soldatini dicono che ogni volta che escono da qui vengono attaccati da quei mostri, e visto che voi… 

- Sì, certo. Andremo, non è un problema… Dicci che dobbiamo fare! - tagliò corto Paperino.

Woody sembrava pensieroso. Portava stivali e vestiti tipici da cowboy e ovviamente un cappello sulla testa, quest’ultima parecchio più grande del corpo. Dopo un po’ rispose: - Non potrete andare da soli … In tre non riuscirete a portare il ricetrasmettitore… Accompagnerete i soldatini! - e così fecero. 

I piccoli soldatini verdi portavano il ricetrasmettitore per le scale e per il corridoio mentre Sora, Paperino e Pippo combattevano i soliti Heartless. Poi arrivarono giusto in tempo per assistere all’apertura dei pacchi. Inizialmente andò tutto bene con regali come cestini da picnic e lenzuola… Mr. Poteato, il tubero, sperava che in uno di quei pacchi regalo ci fosse Mss. Poteato. La tensione tra i giocattoli cresceva. Poi finalmente l’ultimo, che si scoprì essere un gioco da tavolo. Ma a quanto pare c’era un ultimo regalo a sorpresa, Buzz Lightyear, giocattolo spaziale, simile a un astronauta. Il segnale saltò e non poterono comunicarglielo, ma tornò appena in tempo per avvertirli che Andy, entusiasta, e i bambini corsero di sopra in camera. Intanto Sora e gli altri si erano nascosti sotto una pianta.

Presto i bambini scesero nuovamente, chiamati dalla mamma di Andy per fare un gioco e Sora e gli altri tornarono di sopra. Buzz Lightyear si ritrovò sul letto di Andy e credette di essere veramente uno Space Ranger in missione e di trovarsi in un pianeta sconosciuto. Non consapevole di essere un giocattolo, premette un pulsante e cercò invano di contattare il comando stellare, poi corse allarmato alla sua confezione, una scatola simile a un’astronave: - La mia astronave! Ci vorranno mesi per ripararla!

- Ciao! - lo salutò Woody, che era saltato sul letto.

Buzz si spaventò e gli chiese chi fosse. Buzz gli raccontò di essere finito lì per sbaglio e gli chiese che cosa usavano come carburante. Presto anche gli altri lo salutarono, ma egli si mostrò diffidente. In fine li ringraziò per il benvenuto e si presentò. Disse che era un’unità scelta per la protezione della galassia dal malvagio imperatore Zurg. Si fece anche spuntare le ali vantandosi di poter volare, poi decise di dimostrarlo a Woody che le definiva inutili. Si buttò urlando “Verso l’infinito e oltre!” e per una serie di coincidenze quali il rimbalzo su una palla e l’appiglio a un aereoplanino che stava veramente volando si convinse di poterlo fare e stupì tutti, che ne furono entusiasti. Tutti tranne Woody, il quale venne esonerato dal titolo di “giocattolo preferito da Andy”. Sora lo consolò: - Non preoccuparti! Andy si stuferà e tornerà a giocare con te! - gli disse, quando anche Andy lo mise in secondo piano.

Ma intanto tutto dimostrava il contrario: Andy rimpiazzò la tappezzeria e i disegni di Woody con quelli di Buzz. Quando vide Sora, Paperino e Pippo pensò trattarsi di nuovi giocattoli, ma i tre si nascosero e pensò di averli persi. A Sora piaceva essere piccolo: così si vedeva il mondo da una prospettiva completamente diversa. Scoprirono che c’era un bambino nella casa accanto, Sid, che torturava i giocattoli, e intanto gli Heartless aumentavano. Paperino chiese a Sora se potevano andarsene da quel mondo.

- Forse quel ragazzino ha qualcosa a che fare con gli Heartless, voglio scoprire se è davvero così… -

Quella sera La mamma di Andy l’avrebbe portato al Pizza Planet, una pizzeria ispirata allo spazio, e quest’ultimo poteva portare solo un giocattolo. Woody cercò di far finire Buzz dietro la scrivania in modo che Andy non lo trovasse e portasse lui, ma il piano andò storto e per sbaglio lo fece cadere dalla finestra.

I giocattoli lo accusarono e lo condannarono a venir distrutto dagli Heartless, ma Sora si intromise:

- Un momento! Ho visto cosa è successo, è stato un incidente! Non permetterò che venga distrutto!

- Ah! Scommetto che sono in combutta! – criticò il salvadanaio.

- Credete quello che volete! Io continuerò a sconfiggere gli Heartless tanto…

- No, è colpa mia. Ma non mi farò distruggere, farò una cosa utile: andrò a salvare Buzz. Ho visto che l’ha rapito Sid. Se è così non ha speranza, e io non permetterò che lo faccia esplodere, per mille pistole! – rispose il cowboy.

- E noi verremo con te! – esclamò Pippo.

- Giusto! – confermò Paperino.

- Grazie, da solo non saprei sconfiggere i mostri, così abbiamo più speranze. Qualcuno di voi dovrà andare con Andy… - disse infine Woody.

- Ma come scendiamo? - chiese Sora.

- A questo penso io! – dichiarò Paperino. – Invocazione Dumbo! –

Sora si chiese se l’elefantino sarebbe apparso come un gigante o anche lui sarebbe rimpicciolito. L’elefantino che venne era piccolo come Sora lo ricordava. A quanto pare tutti i visitatori esterni in quel mondo diventavano piccoli come giocattoli.

Sora, Paperino e Pippo salirono sopra l’animale. Appena lo toccarono si rimpicciolirono ancora di più.

- Sali e non fare domande. – disse Sora a Woody, tendendogli la mano.

- Per mille stivali, ma come avete fatto?

- Che cosa ti ho detto? – insistette Sora mentre Dumbo si alzava in volo.

Quando scesero, Paperino spiegò: - Yen sid mi ha detto che adesso possiamo usare tutte le vecchie invocazioni e anche chiamare i vecchi alleati degli altri mondi. I più entusiasti sono Aladdin e il Genio. Ma in questo momento mi è venuto in mente solo lui… -

- Grazie! – dissero tutti, mentre l’elefante volante dalle grandi orecchie spariva.

Erano atterrati direttamente sul davanzale della finestra di Sid, da cui si vedeva la macabra stanza del bambino, pullulante di esplosivi e giocattoli modificati o smontati e riassemblati in modo da avere un aspetto pauroso e ripugnante. Il più spaventoso era la testa spelacchiata di una bambola a cui mancava un occhio, attaccata a uno strano aggeggio con tante zampe.

Buzz stava tentando di distruggerlo con la luce del finto laser.

- Spera di distruggere quei cosi con la luce della lampadina? – chiese Woody.

- Buzz! Stiamo venendo a salvarti! – urlò Sora.

- Bravo, Sora. -

Qualcuno aveva appena parlato, una voce profonda, Sora la conosceva: era Xehanort, Young Xehanort, la versione giovane di Xehanort.

- Xehanort! Cosa vuoi ancora?

- Solamente quello che tu fai. Combatti Heartless, è per questo che sei qui. Questi sono particolari. Qui i giocattoli hanno un cuore, ma non essendo umani diventano Heartless particolari. I cuori sono sempre utili, se sai come usarli. Forse non dovrei neanche definirli Heartless. Vittime o Padroni dell’oscurità, queste sono le reali opportunità. Io ho optato per la seconda, voi sarete vittime. Ma così dev’essere. Le sette luci sono essenziali come le oscurità. I tredici Xehanorts sono quasi pronti.

- Xehanorts? – chiese Sora.

Si rese conto che il tempo si era fermato, Xehanort sapeva fare addirittura questo?

- Sì, Sora. Tutti identici a me. Questo è il piano principale, da sempre. Io esisto in ogni dimensione. Sono stato diviso tante volte, non ho avuto paura dell’oscurità, ho potuto sottometterla, controllarla. Esserne il padrone. Voi ci aiutate, sconfiggendo Heartless, Nescens e Nessuno.

- Ma non capisco… A cosa vi servono i cuori e i Nescens?

-Questo mondo è speciale. Quel bambino… Lui crea oscurità in quei giocattoli, ecco come io li trasformo in Heartless. I cuori vengono dati loro quando trovano il posto a cui appartengono. I bambini ci giocano e fanno sì che i giocattoli non abbiano oscurità nel cuore. Sid, il bambino che si diverte a torturarli, crea oscurità. Io faccio sì che l’oscurità di ogni cuore porti al moltiplicarsi di Heartless e Nescens, dalla loro oscurità, negatività, tristezza. L’oscurità va oltre i cuori, più lontano. In questo mondo non ci sono Heartless, i tanti giocattoli con cuori pieni di luce impediscono la diffusione di oscurità. Ma questi sono perfetti, sconfiggendoli mi darete ulteriore forza… A presto, ragazzino. E così facendo allungò il braccio verso i giocattoli rovinati, e li riempì di oscurità.

- No! - urlò Sora, evocando il Keyblade. Ma era troppo tardi, Young Xehanort sparì nell’oscurità, e così il suo incantesimo di blocco. 

- Che è successo? – chiese Woody.

Ma Sora non rispose, corse verso l’Heartless nato dalla fusione dei giocattoli rovinati. Aveva la testa di un orsetto, rosa e con occhi gialli. Il corpo era un insieme di gambe, braccia e altre parti di diversi giocattoli, ormai di colore blu scuro, con il simbolo degli Heartless al centro. Usava le grosse mani verdi per lanciare tante Bombe a Tempo e faceva grossi salti cercando di colpire Sora, Paperino e Pippo. Il suo punto debole era soprattutto la testa, che abbassava raramente, quindi Sora saltò spesso con l’aiuto di Paperino e fece molte magie. A metà battaglia le mani del gigante s’ infuocarono, poco dopo anche il corpo. Sora invocò il Genio che lo aiutò a spegnerlo, poi gli diede un colpo e questo si distrusse, divenne cenere. Woody e Buzz scapparono. Sora aprì con il Keyblade la serratura per arrivare al prossimo mondo. Infine lui, Paperino e Pippo tornarono sulla Gummiship.

Presto arrivarono in un mondo chiamato la Foresta dei Fuochi Fatui. Aveva l’aria di essere una zona scozzese.

I tre esaminarono il luogo per qualche secondo, poi videro qualcosa.

- C’è un palazzo lì! Vogliamo andare a vedere se c’è qualcuno in pericolo? – chiese Sora.

Paperino però era distratto da qualcosa. – Un orso! – urlò. – Sta attaccando quella ragazza! –

- Che cosa? Oh, è vero! Aiutiamola! – e corsero dall’altra parte, al di là del fiume.

- Ehi, tu! Lasciala stare! – urlò Paperino, mentre Sora evocava il Keyblade.  L’orso aveva alzato la zampa e stava per colpire la fanciulla con gli artigli, ma si fermò di scatto.

Era una ragazza dal viso dolce e tondo, e portata un vestito blu scuro, tipicamente medievale. Ma quello che la caratterizzava maggiormente era senza dubbio la chioma ribelle di capelli ricci, di un acceso rosso fuoco.

- No! Non fatele del male! Lei è… mia madre! – L’orso si era messo in piedi su due zampe, e sembrava comportarsi come un umano.

- Che cosa? Come può essere tua madre? È un orso! Ti stava attaccando! -

- Sbaglio o i tuoi amici sono una papera e un cane?

- Be’ in effetti… - ammise il moretto. – Ma loro sono animali personificati! -

- Ehi! – si lamentò Paperino.

- Comunque, ovviamente lei normalmente non è così. Una strega mi ha ingannata… Io le ho solo chiesto di fare cambiare idea su alcune cose a mia madre. Invece l’ha fatta diventare un orso. E adesso, be’, non so che le è successo. Per un attimo si è comportata come un orso... – spiegò la rossa, mentre l’orso assunse un’aria colpevole.

- Comunque io sono Merida, e lei è mia madre Elinor. Piacere di conoscervi! –disse tendendo la mano.

- Piacere nostro! Io sono Sora, lui è Paperino e quest’altro è Pippo! Possiamo aiutarvi? -

Ma Merida non fece in tempo a rispondere: comparvero almeno una dozzina di Nescens fluttui, i più semplici, simili a saette di colore blu intenso, con arti e antenne a punta.

- Eccone un altro! – urlò Paperino in fine, indicando una fiamma azzurrina.

- No! Aspetta! Quello non è un mostro, è un fuoco fatuo. I fuochi fatui ci indicano la strada per il nostro destino. Sono loro che mi hanno portato dalla strega.                                                                                                - Ci indicheranno la strada. Venite? –

- Va bene. – rispose Sora.

Allora i cinque si avviarono seguendo la strada dei fuochi fatui, venendo più colte attaccati da vari generi di Nescens: Attaccabrighe, Boxer, Serbatoio da Dieta, Morsicarono fiammante, Corvo Lunato e Fungo gommoso.  Grazie all’aiuto di Merida e di Elinor li sconfissero facilmente. Alla fine raggiunsero delle rovine in pietra, come di un palazzo. – Chiunque abitasse qui se n’è andato da molto tempo… - commentò Sora.

Ma poi le pietre sotto Merida cedettero e lei cadde: - AAAHAHAHHAHA! – urlò.

- Oh no! – gridò Sora, mentre Elinor fece un verso preoccupato. Poi si affacciarono al buco che si era formato e Sora chiese: - Stai bene? - 

- Sì, non preoccupatevi, sto bene. – fu la risposta della ragazza. – Questa è una… sala del trono. – commentò la ragazza, dopo aver esaminato il luogo.

- Pensi che appartenesse al regno di quella della storia che mi raccontavi sempre? – chiese poi, rivolta alla madre. – Quella con i principi? –

- Che storia? – chiese Paperino.

Ma Merida era distratta da quattro figure di uomini scolpite nella pietra, i principi. Somigliava a una tavolozza di pietra, spezzata in due parti: in una ce n’erano tre, nell’altra solo uno.

- Il più anziano, squarciato. Come con l’arazzo… - rifletté Merida.

- Ma di che sta parlando? – commentò nuovamente Paperino.

Ma la fanciulla sembrava aver fatto una scoperta sconvolgente, che la terrorizzò.

- L’incantesimo… è già successo una volta!  La forza di dieci uomini… Cambiò il suo destino!

- La storia di mia madre, capite? Quella di quattro fratelli di cui il primogenito, avido di potere, finisce per fare la guerra agli altri e per condurre in rovina il suo regno…. E divenne l’orso… Mor’du! Oh, no! –

A queste parole un orso feroce comparve dietro Merida e l’attaccò. Lei lo schivò.

- Scappa! Arrampicati! Ci pensiamo noi a lui! – urlò Pippo. La rossa, in preda al panico si arrampicò e afferrò la zampa della madre, mentre Sora, Paperino e Pippo si buttarono per affrontare il bestione.

Sora non ne aveva paura, prese il Keyblade e urlò – Stopga! – facendo bloccare Mor’du. Poi creò un razzo magico con l’aiuto di Peperino e insieme a Pippo gli si lanciarono addosso. L’orso riprese a muoversi e afferrò Paperino. – Lasciami, brutto coso! – urlò quest’ultimo. Sora fece un gran salto e afferrò per le mani Paperino, poi usò il suo Keyblade e lo scettro dell’amico per colpire l’enorme bestia e lanciarla contro il muro di pietra. In fine Pippo lo colpì forte con lo scudo e questo cadde a terra, non morto, ma sfinito.

Intanto madre e figlia erano scappate da quel luogo, e Sora, Paperino e Pippo si addentrarono nella foresta per raggiungere il castello.

- Merida ha detto che è già avvenuto... Deve aver strappato l’arazzo che raffigura la sua famiglia. Adesso stanno tornando per ripararlo, ne sono sicuro. Il padre è un cacciatore di orsi, me l’ha detto prima. Se tornano non ci sarà possibilità per Elinor, quindi meglio che li raggiungiamo il più presto possibile… - disse Sora.

Altri Nescens comparvero presto, ma non avevano tempo per affrontarli tutti. Poi lo raggiunsero, un enorme castello scozzese dominava su tutto il resto. Stavano per raggiungere un’entrata oltre il piccolo ponte, ma qualcosa li bloccò: una nuvoletta di fumo nero comparve e ne uscì Saix (- O Isa? -  si chiese Sora), ma era diverso. I capelli non erano più di quell’ azzurro splendente che lo caratterizzava, ma erano grigio-argento, come quelli di Xehanort, inoltre era più basso. Sora capì, Saix si stava trasformando lentamente in Xehanort, la versione giovane di Xehanort, precisamente.

- Tu? E cosa ci fai qui? Non capisco perché continuate a sparpagliare i vostri mostri nei mondi…                                                                 

- Insomma, cosa c’entra con i vostri fini? – chiese Sora, non minimamente spaventato, e neanche confuso, avvicinandosi in modo spontaneo all’essere, perché non era più neanche una persona, quello che aveva davanti.

- Il nostro fine è il trionfo e la divulgazione dell’oscurità, non è mai uno spreco di tempo fare questo, Sora… - E poi dobbiamo indebolirvi il più possibile… - spiegò l’altro. La sua voce non era cambiata, notarono.

- Com’è che non lo chiamate più Roxas? – chiese Paperino.

- Diciamo che non è interamente corretto… Almeno per metà, non lo è… -

- Che cosa vorresti dire? – Sora era nuovamente confuso.

- Diciamo che il nome più corretto da usare per te sarebbe “Soxas”. –

- Ci risiamo, e noi come dovremmo chiamare te, Saixehanort?

- Almeno il mio aspetto non è stato mutilato… -

- Questo non è vero. Mentre per un anno hai dormito, l’aspetto di Ventus e Vanitas ha condizionato il tuo. Credevo fosse ovvio… evidentemente non sei più sveglio di un anno fa… -

- Certo, certo…  Possiamo sbrigarci ad affrontare l’Heartless o il Nescens o qualche altro mostro sotto il vostro controllo, salvare anche questo mondo e andarcene. –

- Ti sbagli, – commentò nuovamente Saix. – non c’è bisogno che io convochi niente. Le persone colpite dall’incantesimo di quella strega bastano e avanzano. Dopo il secondo calar del sole il loro cuore si riempie di oscurità…

- Fra poco saranno due gli orsi … In realtà sono persone, capite? Possono cambiare aspetto, ma non il loro cuore… In realtà si riempiono di oscurità e sembrano effettivamente orsi anche dentro… Orsi molto feroci. - 

- Sono stufo! – urlò Sora. – Stufo di voi e dei vostri assurdi piani! Troveremo Merida ed Elinor, non ho tempo per ascoltare le tue chiacchiere! A presto! – disse Sora chiamando i compagni e correndo all’interno del castello.

Sentirono una risatina malvagia e intravidero Saix sparire dentro la nuvola di fumo nero.

Era un luogo molto affascinante, in pietra e con varie scalinate, ma Sora e gli altri non ebbero il tempo per ammirarlo, poi videro un orsa scappare fuori dal castello: Elinor.

In un primo tempo provarono a chiamarla, ma non si accorse di loro. Poi corsero nella direzione dalla quale era arrivata: poco dopo incontrarono una donna, bassa e abbastanza in carne, con una cuffietta bianca sulla testa: la cuoca.

- Dov’è Merida? – le chiese Sora spaventando leggermente la donna. – Ti ho chiesto dov’è! – Sora era fuori di sé. La cuoca, tremolante, indicò una porta sopra le scale. – Grazie! – esclamò Pippo. La porta era chiusa a chiave, Sora si ricordò di possedere un’arma che apriva tutte le serrature, e così riuscirono a entrare.

- Sora, Paperino, Pippo! Meno male che siete venuti. Dobbiamo salvare mia madre, okay? Ho appena ricucito l’arazzo… “Lo strappo dall’orgoglio causato riparare” … Ovviamente si riferiva a questo… - Merida parlava molto velocemente ed era difficile seguirla. Poi tre piccoli orsi entrarono. – Loro sono i miei fratellini… - spiegò la ragazza. – credo che siano così perché anche loro hanno mangiato il dolce…

- Vi siete occupati di lei? – chiese ai tre orsetti, che annuirono. – Perfetto, andiamo! –

E si precipitarono via- presto furono fuori dal castello, Merida e gli orsetti salirono in groppa al cavallo della ragazza. Si addentrarono nella foresta bagnata dalla pioggia, seguirono i fuochi fatui, apparsi nuovamente, e in breve tempo raggiunsero il cerchio di pietra, dove alcuni uomini, tra i quali il più grosso e con i capelli rossi ribelli era di certo il padre di Merida, avevano puntate le armi contro Elinor. –No! Quella è mia madre, non ti permetterò di farle del male! – urlò la ragazza rivolta al padre. – Figliola, ma sei impazzita? – chiese lui-

Lei si procurò una ferita cercando di fermarlo, ma presto un orso molto più grosso e brutto di Elinor si mostrò alla luce delle fiamme in mezzo al circolo di pietra. – Mor’du! Uccidetelo! – ordinò il padre.

Il trio, aiutato dagli uomini e da Merida iniziò ad attaccarlo. Inizialmente fu facile metterlo al tappeto, ma presto un’aura oscura si impadronì della bestia feroce, rendendola molto più pericolosa. Sora, Paperino e Pippo utilizzarono il limite Trio, più potente e più forte che mai, facendo perdere i sensi a Mor’du. Si svegliò e intrappolò Merida con gli enormi arti. Sembrava la fine, ma improvvisamente Elinor si liberò rompendo le corde che l’intrappolavano, e più furiosa che mai si lanciò sul rivale, allontanandolo dalla figlia. Ormai era una battaglia tra orsi. Elinor afferrò Mor’du e cominciò a sbatterlo contro uno dei pietroni, ma questo con una zampata l’allontanò. Intanto però il pietrone si era diviso in due, e prima che l’orso potesse raggiungere Elinor e Merida, cadde, schiacciando Mor’du, e annientandolo. All’improvviso un leggero fumo blu cominciò a svilupparsi dal pietrone, e assunse la forma di un uomo possente, con lunghi capelli scuri e barba. Li osservò un momento, e improvvisamente si trasformo in un fuoco fatuo e si allontanò. Intanto la notte era passata, e l’alba stava per arrivare. – Il secondo sorgere del sole! – esclamò Pippo. Merida afferrò l’arazzo che aveva portato dal castello e la utilizzò per avvolgere l’orsa Elinor. La luce illuminava leggermente il luogo, e Elinor sembrava essere diventata definitivamente un’orsa. Merida iniziò a piangere, l’orsa non aveva comunque aria feroce, poi l’abbracciò e disse – Mamma, è tutta colpa mia. Mi dispiace, ti rivoglio come prima… -

Intanto un’aria di profonda tristezza si diffondeva in tutti i presenti. Ormai il luogo era completamente illuminato dal sole, mentre Merida piangeva sempre stretta alla madre, avvolta nell’arazzo. Poi successe qualcosa che sconvolse tutti, una mano accarezzò Merida: Elinor era tornata umana. Aveva lunghi capelli neri, sciolti, ed era coperta solamente dall’arazzo.

Sorrise alla figlia, che esclamò gioiosa: - Sei di nuovo tu! – e la riempì di baci.

- Sei cambiata! – disse Merida.

- Tesoro, lo siamo entrambe! – rispose Elinor.

- Elinor! – urlò felice il marito, correndo ad abbracciare moglie e figlia.

- Vi ringrazio tantissimo! Ci siete stati di grande aiuto! – disse Elinor, rivolta a Sora, Paperino e Pippo.

- Oh, niente di che! Cose da tutti i giorni! – rispose Sora, felice.

- Ora però dobbiamo proprio partire… -  disse Paperino, che evidentemente riteneva che si fossero fermati troppo al lungo.

- Che peccato…  Be’, è stato un piacere conoscervi! Spero che un giorno ci rivedremo! – li salutò Merida.

- Grazie per aver aiutato mia figlia e mia moglie! –

D’un tratto l’arazzo s’illuminò e una serratura comparve nel cielo. Sora la chiuse come era abituato a fare. Poi partirono, salutando allegramente gli abitanti, e Sora si chiese se li avrebbe veramente mai rivisti.

 Sora, Paperino e Pippo avevano sbloccato una nuova rotta, ed era la prima volta da molto tempo, considerato che gli altri mondi erano già stati visitati da Yen sid e quindi non avevano dovuto affrontare un viaggio molto pericoloso per raggiungere i vari mondi. Evidentemente c'era un posto preciso dove dovevano andare, qualcuno che aveva bisogno di aiuto. Nel viaggio per arrivare dovettero affrontare soprattutto Nessuno, ma furono ostacolati maggiormente da frammenti incandescenti e dalla lava, la rotta si chiamava infatti "Pista di fuoco".

Il mondo era Crepuscopoli.

- Perché qui? - chiese Paperino.

- Non so... - rispose Sora.

- Be', dopo questo viaggio... tanto vale scendere e controllare che sia tutto a posto... -

E così fecero, la città non era cambiata: si ritrovarono nella Piazza della Stazione, l'eterno tramonto illuminava la torre dell'orologio, che aveva sempre attratto l'attenzione di Sora. S'incamminarono verso il ritrovo di Hayner, Pence e Olette, ma degli Heartless li bloccarono a metà strada, erano degli Shadows, tanti e in branco. Sora evocò il Keyblade e iniziò a combattere, ma gli Shadows continuavano ad apparire.

- Cosa succede? Non finiscono mai... -

- Andiamocene! - suggerì Pippo, respingendo un Heartless con lo scudo.

- Mai visto gli Heartless così accaniti, soprattutto gli Shadows poi... Comunque ho appena ottenuto nuove abilità... Sembro un acrobata! - Sora faceva salti enormi e rapidi. In poco tempo raggiunsero il ritrovo, ma questo era vuoto. - Oh... peccato. - disse Sora deluso.

- Hmmm... Ora che ci penso in questo mondo c'è ancora la Crepuscopoli virtuale! E il passaggio per il Mondo Che Non Esiste! Non è lì che siamo diretti? - chiese Pippo.

- È vero, non è mai stato disattivato, credo... -confermò il moretto.

- Va bene, facciamo in fretta allora! - esclamò Paperino.

- In fretta! Legame persistente! - disse Sora, e in un attimo Paperino e Pippo furono assorbiti dal ragazzo, che aveva appena usato una fusione speciale: non gli dava nessun potere in più, ma gli permetteva di assorbire i membri del gruppo senza limiti di tempo, per muoversi più rapidamente.

- Va bene, ora... LA VILLA! - disse Sora, e raggiunse rapidamente il Ring di Sabbia, dove qualcuno urlava. Erano Seifer, Hayner, Pence e Olette, circondati da almeno una ventina di Shadows. Seifer e Hayner cercavano di sconfiggerli con le armi da Struggle, lo sport più famoso della città. Sora smise di saltellare sui tetti e annullò la fusione.

- Sora! Paperino! Pippo! Grazie al cielo siete qui! - li chiamò Seifer, al quale si unirono presto gli altri.

- Indietro! - urlò Paperino. - Non so cosa vogliono queste infime ombre, ma mi sono stufato! ALL'ATTACCO! - urlò Paperino.  -  Cosa gli prende? - chiese piano Sora a Pippo, che alzò le spalle. Dopo svariate fusioni, magie e attacchi speciali avevano sconfitto almeno un centinaio di Shadows, che continuavano ad apparire... Poi accadde qualcosa di strano, e la squadra si fermò.

- Che cosa stanno facendo? -

I mostriciattoli cominciarono a salire uno sopra l'altro, nel tentativo di creare una sorta di grande Heartless... ormai facevano parte di un enorme vortice di Shadows, simile a uno sciame di mosche... Poi l'insieme di esserini si alzò in volo e cominciò a muoversi, Sora riattivò il legame persistente per scappare insieme agli altri, e raggiunse l'Area del Tram... Li aveva appena seminati che si fermò, poco prima della crepa che portava nel Bosco, sapeva che era più forte ora, in fondo erano solo Shadows, ce la poteva fare... Zampettavano veloci come leopardi verso di lui... Evocò di nuovo il Keyblade, saltò su un palazzo e salì in groppa agli Shadows...

 Era una sensazione stranissima, ormai stava serfando su di loro, erano sottomessi a lui, poi saltò di nuovo, stavano per andargli addosso... Poi li colpì, il suo Keyblade più volte aveva fatto a pezzi palazzi enormi, come poteva fallire? Era uno di quei momenti in cui era il Keyblade a comandare lui. Gli Heartless si divisero e anche la fusione cessò. Paperino iniziò a folgorare i nemici e insieme usarono il limite esplosione, distruggendoli tutti. Ma presto riapparvero, e Sora intravide un Heartless dagli occhi rossi in mezzo a tutti gli altri, ma diversamente da quelli era fermo, muoveva gli artigli in modo strano, poi capì: quell'Heartless si nascondeva e controllava tutti gli altri, e quando venivano sconfitti ne evocava altri. Corse verso quello strano Shadows e lo eliminò, ma insieme a quello anche tutti gli altri scomparvero.

- Mai visto una cosa simile con degli Shadows… - disse infine Pippo.

Poi arrivarono anche Hayner e gli altri.

- Ehi! Grazie per averci salvato! – disse Pence.

- Già, meno male che ci siete sempre voi ad aggiustare la situazione… - disse Olette.

- Sono peggiorati, quei mostri… vero? – osservò Hayner.

- Non sopporto più questi strani tipi… - brontolò Seifer.

- Dove andate? Ancora alla villa? Per caso all’altra Crepuscopoli? – chiese Olette, interessata.

- A proposito, alla fine hai ritrovato Kairi e i tuoi amici? – chiese Hayner.

- Oh sì, in effetti è successo poco dopo che ci siamo incontrati l’ultima volta. Poi abbiamo sconfitto il capo dei Nessuno e siamo tornati a casa. Il problema è che avendo eliminato sia l’Heartless sia il Nessuno di Xehanort lui è tornato e ha riformato l’Organizzazione… Questa è una storia davvero molto complicata, e dobbiamo sbrigarci, sapete, non c’è molto tempo ormai. Credo che sia giuunta l'ora della fine, la fine reale... La verità, tanto vale che lo sappiate, è che ci sarà una guerra, una guerra che coinvolgerà tutti i mondi. Se tutto andrà bene, vinceremo noi. –

- Una guerra? E io che ero tutta preoccupata per gli esami… - disse Olette.

- Immagino che noi non possiamo fare niente per aiutarvi… - mormorò Hayner deluso.

- Be’, in realtà c’è qualcosa che potreste fare per… - ma Paperino lo bloccò, e sussurrò: - Non vorresti farli combattere, vero? –

- Be’, perché no? Yen sid ha detto di chiamare quanta più gente possibile per aiutarci! – rispose il custode. Un bel sorriso si posò sulle facce dei ragazzi di Crepuscopoli, che parvero subito entusiasti.

- Ma sulla Gummiship non c’è spazio, e non possiamo neanche comunicare con Yen sid… -

- Be’, ma c’è sempre il Treno Fantasma, no? Quello che collega questo mondo alla Torre Misteriosa! –

- Non credo che sia ancora in funzione… L’avete visto ultimamente? – chiese Pippo alla banda.

- Andiamo alla Stazione e vediamo se c’è qualcosa sull’orario dei treni? – propose Pence.

- Non credo che mostri anche… Ehi! Forse potrebbe esserci una sorta di attivazione in quella stanza del computer nella Villa! Non c’è altra spiegazione! – esclamò Olette, e Sora, Paperino e Pippo alzarono il dito indice in segno di approvazione.

- Ora abbiamo due cose da fare all’interno di quella villa… Sbrighiamoci! – blaterò Paperino, e così fecero.

Raggiunto il cancello, notarono che era di nuovo sigillato: - Qualcuno l’ha chiuso poco dopo che ve ne siete andati… - Quando siamo tornati qualche giorno dopo c’era questo lucchetto… -

- Questo non è affatto un problema… - disse Sora, tendendo il braccio con il Keyblade per rompere il sigillo. Subito dopo entrarono, e raggiunsero la biblioteca della vecchia villa, quasi completamente occupata dal passaggio che portava alle stanze di sotto, dove si trovava il sistema di controllo della città virtuale, precedentemente abitata da un Roxas dotato di una nuova, finta personalità, di nuovi amici e di una nuova vita. Raggiunta la Stanza del Computer Pence, che era il più esperto con la tecnologia, cominciò a cercare qualcosa che avesse a che fare con il treno fantasma.

- Trovato! C’è scritto qualcosa! – E insieme cominciarono a leggere:

TRENO FANTASMA.

Mezzo di trasporto inter dimensionale, comunemente chiamato “Treno Fantasma” per l’assenza di conducente.

Piccolo treno magico in grado di spostarsi nello spazio inter dimensionale, ma solo in determinate rotte precedentemente organizzate. Il treno può anche cambiare aspetto, a seconda di chi lo usa. Il mezzo arriva automaticamente quando qualcuno che ne conosce l’esistenza ne ha bisogno, ma non sarà visibile con il suo reale aspetto a chi non ne conosce l’esistenza.

Appunti: Non rendere accessibile il mezzo nella città virtuale.

- Be’, direi che dovrebbe essere già qui! – esclamò Sora.

- Perfetto! Andiamo, allora! – disse Olette, entusiasta.

- Aspetta, non possiamo andare tutti, noi dobbiamo andare nel Mondo Che Non Esiste! – esclamò Sora.

- Perfetto, proprio quello che volevo evitare. – blaterò Paperino.

- Perfetto allora! Visto che Hayner e gli altri non possono andare da soli li accompagnerete voi. Io invece andrò nel Mondo Che Non Esiste… - annunciò Sora.

- Separarci? Yuk! – chiese Pippo. – Non so se è una buona idea… -

- Perché? Appena arrivate mi raggiungete con la Gummiship, oppure restate da Yen sid, tanto dopo saremmo comunque tornati. Oppure preferite andare voi al Mondo Che Non Esiste? Per me è indifferente… -

- No, no               Vai tu, vai tu… Io e Pippo accompagneremo la banda di Hayner da Yen sid… - si affrettò a rispondere Paperino.

- Ehi! Come sarebbe a dire la “banda di Hayner”? – brontolò Seifer.

- Be’, io sono il leader. – ribattè il biondino.

- Ehi, non mi avevate detto che c’era questa gerarchia quando ho accettato di unirmi a voi! –

- Non importa a nessuno chi è il capo! – tagliò corto Paperino.

Sora salutò gli altri e, dopo aver digitato nel computer la password apposita, "Gelato salmastro" (il prferito di Ansem il Saggio), toccò il meccanismo per entrare nella città virtuale. Sapeva che lì non c’era niente da fare, perché il tempo era stato fermato completamente, poi entrò nella stanza accanto, completamente vuota se non fosse stato per una nuvoletta nera-verde, che alleggiava all’angolo opposto della stanza: il portale.


Sora  si avvicinò, e molto lentamente attraversò il portale, aperto da Axel molto tempo prima, ancora prima che Roxas si riunisse a Sora. Un familiare senso di freddezza lo attraversò, poi si trovò nel corridoio costituito da  una sorta di vortice molto lento, di colore blu/rosso chiari, con svariati simboli dei Nessuno che alleggiavano all'interno dell'immenso e calmo vortice. Camminò per qualche metro, poi una serie di mostri gli sbarrarono la strada, ma non riconobbe che tipo di mostri. Erano delle dimensioni e della forma dei Nessuno Simili, i più semplici, però neri come la pece e con immensi occhi gialli sotto la cerniera che faceva loro da bocca, all'interno del grande cappuccio che faceva loro da testa. Il corpo estremamente elastico dei Simili era avvolto da un alone di oscurità, e sulle loro normali appendici costituiti da un puntale lungo e sottile c'erano i tipici artigli degli Shadows. Sembravano Heartless, ma anche Nessuno, ed erano molto potenti. Inizialmente attaccarono sollevandosi in aria e tentando di colpire Sora con gli arti simili a fruste. Poi lo accerchiarono e cominciarono a usare delle magie, che Sora respinse con "Reflexega". Con vari attacchi speciali ne sterminò molti, anche se era difficile, cisto che i mostri avevano l'abilità particolarmente fastidiosa di aderire al terreno sottostante come vere e proprie ombre. Il ricordo di Axel che veniva in suo soccorso balenò nella sua mente, ma si rese conto che stavolta non sarebbe arrivato nessuno. Dopo averne sterminati più
 di un centinaio raggiunse la fine del vortice e in fretta attraversò l'uscita....
 La pioggia cadeva fitta in una città scura, dagli enormi palazzi dalle mura nere e insegne luminose, simile alla New York del 1933...
Il Mondo Che Non Esiste era esattamente come se lo ricordava: evidentemente era stato riformato completamente da Xehanort. 
Il Castello Che Non Esiste era imponente sulla città, bianco/grigio a differenza di tutto il resto, e le enormi torri simili a tubi sembravano quasi sospese in aria per quanto piccola la parte inferiore della fortezza, che si reggeva sulla cima di un monte.
Combattendo ancora questi nuovi strani esseri, raggiunse in fretta Il Grattacielo Della Memoria, un grattacielo enorme con svariati schermi, da cui il castello era be visibile e molto vicino. Nella sua mente affiorarono parecchi ricordi: qui aveva sconfitto più volte Xemnas, Nessuno, Heartless, Dream Eaters... Qui aveva incontrato Roxas, e nella versione del Regno del Sonno le proiezioni di Naminé, Xion, Aqua, Ven e Terra...
Qui aveva incontrato già una volta la nuova Organizzazione, e doveva farlo di nuovo. Si chiese come arrivare nella Stanza Circolare, c'era stato solo una volta, e in quella situazione era privo dì sensi, quindi non sapeva neanche come fosse, ma sapeva che era la sala delle riunioni. L'ultima volta l'Organizzazione era sparita da lì, pochi mesi prima. Ma poi è tornata? Sora si disse che avrebbe controllato in giro per il castello e se non avesse trovato nulla sarebbe tornato di filato da Yen Sid. 
 Ma come arrivare in quella stanza? Stava per evocare il Keyblade per creare un ponte che già una volta gli aveva permesso di entrare, quando la sua vista fu offuscata e la sua guancia sinistra sentì il freddo suolo. Era caduto. Cadde sulla cima di un monte azzutto, freddissimo, ghiacciato, e davanti a lui c'era uno splendido tramonto. Poi si rese conto di essere minuscolo, e di essere seduto su un enorme ghiacciolo al Sale Marino, sulla torre della stazione di Crepuscopoli. Scivolò e cadde sulla veste nera di un ragazzo, Roxas, vicino a Xion e Axel. Il biondino si mosse e Sora precipitò di nuovo... La scena mutò ancora: ora era disteso su una conchiglia, sempre molto piccolo, alle Isole del Destino, e Xion la stava raccogliendo. - La stava portando a Roxas - pensò subito Sora, anche se non sapeva perché. Di nuovo tutto si oscurò. Ora era davanti a una ragazza più o meno della sua altezza, simile a Kairi, e dai capelli neri come la pece avvolti in una coda piuttosto lunga: Xion. Però era diversa da come l'aveva vista in precedenza: proprio come Sora, Riku e Kairi era cresciuta. Non portava più gli abiti dell'organizzazione, ma dei lunghi pantaloni a zampa neri, un top giallo limone e un piccolo gilè viola. Al collo portava un ciondolo a forma di frutto paopu con la corona di Sora al centro.  
- Ehi, Sora! Posso guidarti io! Forza, stanca fatiche, seguimi! - esclamò, sorridendo. Solo a queste parole Sora si rese conto di essere disteso sulla spiaggia dell'Isola principale, vicino casa sua, le braccia dietro la schiena. 
Si alzò e percorse per qualche metro il sentiero che portava al centro della città. Era giorno e il sole era accecante. Poi tutto divenne buio e Xion scomparve dalla sua vista. Era di nuovo disteso a terra, stavolta con la faccia al pavimento,  non più nero ma bianco/grigio. Si trovava al centro della sala dei troni nel Castello, all'interno del simbolo dei Nessuno, ma la stanza era vuota, al primo sentore. Il ragazzo si alzò, e osservò la stanza. Quando si girò vide Xion, seduta su uno dei troni più bassi, intenta a mangiare un altro ghiacciolo al sale marino.
- Tu qui? Perché? - chiese lui.
- Come? Per caso non sei felice di rivedermi, Sora? - 
- No, non è questo. È grandioso... Ma tu eri dentro di me, giusto? Tu sei parte di me... Quindi perché sei qui? -
- Va bene, allora ti spiego. Ma prima prendi questo... - a queste parole saltò giù e tirò fuori un altro ghiacciolo da una borsa marrone che aveva con sè. Sora lo prese e iniziò a consumarlo.
- Partiamo dall'Organizzazione, visto che sei venuto qui per quella... Prima erano qui, ma hanno deciso di stabilirsi al Castello dell'Oblio per una serie di motivi. Dopo aver salvato quei mondi dal sonno nella tua ultima avventura loro se ne sono andati, ma sono tornati poco dopo, e hanno scoperto che questo mondo è stato invaso dai Dream Eaters, che sono diventato tutti Spirits, quelli buoni... Ma Xehanort non si è dato per vinto, ha mandato dei nuovi mostri qui per rimpadronirsi di questo mondo, ma finora non sta avendo molto successo... Comunque, stavo dicendo... Ah sì! Si sono stabiliti al Castello dell'Oblio e... -
- Di nuovo? - chiese Sora.
- Sì, e credo che stiano costruendo una sorta di arena al Cimitero dei Keyblade. -
- Ma come fai a sapere queste cose? - chiese il ragazzo.
- Ci sto arrivando. Quando Lea ti ha salvato a Xehanort mancava ancora un'oscurità.  Non potendo più usare te, quando io sono tornata ha cercato me... -
- Tornata, e quando? -
- Quando hai svegliato Ven! Non so come, ma Riku ora è in grado di svegliare i cuori, questo dovrebbe spiegare tutto. Roxas non c'è, perché lui, a differenza di me, aveva un cuore che era parte di te e Ven. Io invece ho trasformato i ricordi di noi tre, io, Roxas e Axel, in un cuore nuovo, così ho ottenuto un cuore tutto mio mentre Roxas si è ripreso la parti di lui e te che erano inizialmente in me...  Però le ha potute riprendere solo quando è tornato dentro di te nella Crepuscopoli virtuale. Nei giorni in cui ha ottenuto la nuova personalità aveva solamente il cuore di Ventus in sé, che aveva da quando è nato. Il cuore di Ven si è innamorato di Naminé, collegata a te e a Kairi... Ecco perché Roxas e Naminé sono destinati a stare insieme. Perché ventus e Naminé sono destinati a stare insieme. -
- Ma Naminé fa parte di Kairi! E Kairi è la mia ragazza! Noi siamo innamorati! - 
- Non metto in dubbio questo! - disse ridendo Xion. - Ma il collegamento tra Naminé e Kairi è particolare...  Naminé non era un nessuno qualunque! Come io ho ottenuto un cuore dall'amicizia tra me, Roxas e Axel, lei ha ottenuto un cuore tra il legame tra te, Kairi e Riku... Di conseguenza ha ottenuto un cuore tutto suo, distinto da quello di Kairi, ma molto legato al suo, perché ha avuto origine in quello quando fece tornare  Sora un ragazzo anni fa! Ma anche il suo sta dormendo, e aspetta di essere svegliato. -
- Quello di Roxas è stato risvegliato? -
- Sì, ma solo la parte di lui che non eri tu, cioè il cuore di Ven... Roxas sei tu, ma è anche lui! Roxas non esiste più, esiste solo sotto forma di Ventus! La parte di Roxas che è in te in realtà sei tu, unito e compatto, capisci? La parte di te che era in Roxas non ha più l'aspetto di Ven perché si è unito definitivamente a te. Ora siete, anzi, sei di nuovo uno solo, ma ovviamente sei ancora la chiave. Sei ancora l'unico collegato a tutti. - terminò Xion.
- Quindi... gli unici che stanno ancora soffrendo sono Naminé, Terra e Eraqus? -
- Suppongo di sì... ma per ora l'unica che possiamo salvare è Naminé. Comunque, io mi sono ritrovata qui, ma ancora priva di sensi, quando Xemnas arriva e mi prende, poi però Topolino arriva e lo sconfigge. Lo costringe d andarsene e mi porta da Yen Sid. Allora mi viene spiegata tutta la storia... Inoltre ho scoperto di poter usare ancora un Kayblade, ma non una replica! - e mostrò un Keyblade molto simile alla Catena Regale, ma con il manico  e blu e l'elsa gialla, più chiara rispetto a quella di Topolino: come Keyolder (portachaivi) aveva un simbolo di tre cuori unti all'interno di un finto ghiacciolo al sale marino. - Poi mi hanno detto di venirti a cercare, perché non tornavi, come mia prima missione. Ti ho trovato privo di sensi al Grattacielo e ti ho portato nell'unico posto non invaso da mostri, qui dentro. Inoltre devo anche prendere dei frutti di paopu alle Isole del Destino, non so perché, me l'ha detto Ansem il Saggio.-
- Dove sono gli altri? - chiese Sora.
- Riku e il re stanno cercando altri custodi e aiutanti in giro per i mondi e Aqua, Ven e Kairi, ormai tutti maestri, stanno mettendo in guardia le vostre famiglie... -
- Ah! Mamma e papà e gli altri delle Isole? -
- Sì, loro. Credo che andranno a Radiant Garden. Stanno mettendo tutte le più grandi protezioni su quel mondo in modo che non venga distrutto se, be'... se Xehanort vince. Non sappiamo bene cosa succederà, ma meglio rimanere insieme... Mi piacerebbe avere una famiglia... - disse Xion, con aria molto triste.
- Ma tu ce l'hai! Noi siamo la tua famiglia, Xion! I miei di sicuro ti terranno con noi! Hanno sempre voluto una femmina! Come sei venuta qui?- disse Sora, e Xion sorrise.
- Oh! Yen Sid mi ha fatto un'armatura e adesso anch'io posso viaggiare solo con il Keyblade!
 - Perfetto! Ora meglio se andiamo... - disse il ragazzo, alzandosi dal trono dove si era seduto.
- Certo - confermò Xion, e i due partirono. L'armatura di Xion era degli stessi colori dei suoi vestiti, ed era molto simile a quella di Kairi e Aqua. Il Keyblade "Scherzo del Destino" si trasformò in una specie di monopattino volante, di acciaio e con ali d'argento al posto delle rotelle, degli stessi colori del Keyblade in forma normale. Presto arrivarono o nel mondo natale del ragazzo e atterrarono nell'isolotto dell'Isola più piccola, dove raccolsero tutti i paopu che poterono.
- Non potevano prenderli gli altri che sono venuti a prendere i miei genitori? - chiese Sora.
- Be', forse Ansem ci ha pensato dopo, e comunque non credo avrebbero avuto tempo. È una storia molto lunga! - rispose Xion.
- Puoi dirlo forte! - esclamò Sora ridendo. - Ehi, perché tu non ti avvii? Io voglio controllare un'ultima cosa... - disse il castano.
- Va bene, ci vediamo dopo. - rispose allegramente Xion, e subito partì. 
Sora voleva tornare un'ultima volta nel Rifugio segreto, il posticino nascosto che da sempre aveva un significato profondo per lui, Riku e Kairi... 
Ma la sua attenzione fu attratta da qualcos'altro... Un Keyblade splendeva alla luce del sole sulla spiaggia, poco prima della riva... Era simile al suo, ma i colori erano più sul grigio, in alcuni punti del amico rosso/marrone... Lo prese e lo esaminò con cura... Era il Keyblade che aveva Aqua quando l'aveva incontrata poco tempo prima, prima di riavere il suo, il Keyblade del Maestro Eraqus!
Che cosa ci faceva lì? Perché l'aveva trovato lui? Non aveva tempo, questi interrogativi erano troppo grandi. Doveva volare da Yen Sid e Ansem a mostrarglielo.

- Be', mi sembra ovvio che questo è un segno - disse lo stregone Yen Sid, quando Sora gli mostrò il Keyblade di Eraqus trovato poco prima alle Isole del Destino. - Cosa facciamo, Ansem? - chiese, lasciando la scrivania sulla quale era seduto, nello studio della Torre Misteriosa. Sora spostò lo sguardo all'imponente uomo dai capelli niondi e lughi. - Temo che non ci sia più tempo...  Sora, hai fatto molto e ti meriti il nostro ringraziamento, ma devo assegnarti un'altra missione - disse, poggiando la mano destra sulla spalla del ragazzo. - Devi tornare al Castello dell'Oblio, dove si trova l'organizzazione...  Ora che sei un maestro hai il potere di trasformare nuovamente quella terra.  Devi trovare una serratura e aprirla con il Keyblade del maestro Eraqus, senza farti vedere. Ritengo che la serratura si possa trovare dietro il trono sul quale dormiva Ven, ecco perché ho nascosto nuovamente quella stanza prima che vi si stabilisse l'organizzazione poco fa - - Va bene... ma, perché? - chiese sinceramente Sora. - Ritengo che sia opportuno proteggere quella terra, ma è particolarmente difficile nelle stato in cui è adesso. E nelle mani in cui è adesso. - - Va bene, ma non dovrebbe prima disattivare la protezione...? - domandò il custode. - Appena sarai arrivato, Sora, e mi raccomando, fai attenzione. - - Va bene, vado allora... - annunciò allegramente Sora, avvicinando la mano alla spalliera per attivare l'armatura, ma Ansem lo fermò: - Aspetta! - disse, - Prima devono venire gli  altri, dovete fare una cosa. - - Che cos... - tentò di chiedere il ragazzo, prima di essere interrotto da Paperino, che irruppe nella stanza e annunciò: - Stanno arrivando! - E in effetti poco dopo entrò Aqua, seguita da Ven, Xion, Kairi e Pippo. Sora e Kairi si abbracciaro e lei gli sussurrò qualcosa piano. Solo al loro arrivo lui notò un frutto di Paopu, probabilmente uno di quelli che avevano raccolto lui e Xion,e si chiese dove fossero gli altri. Come se gli avesse letto la mente, Yen Sid disse: - Gli altri frutti li hanno presi i ragazzi di Crepuscopoli, le principesse e la banda di Leon. Alcuni li ho spediti a Riku, Topolino, e Lea, questo invece è per voi -. - Noi? Lo dobbiamo dividere? - chiese Xion, la quale evidentemente si era precedentemente presentata agli altri. - Esatto - confermò tranquillo Yen Sid. - Ma è solo uno, e noi... - disse Ventus iniziando a contare sulle dita i presenti - siamo in otto! - - Oh, noi non lo prenderemo - rispose indicando se stesso e ad Ansem. - Ma spediremo a Riku, Topolino e Lea due pezzi di questo, quindi dobbiamo divivderlo in nove. Comunque un frutto di questo tipo può bastare per creare un forte collegamento anche fra tante persone. Ho fatto un incantesimo tempo fa perché questi frutti maturando estendessero il loro potere in modo da legare i cuori di più persone. "Perché?", chiederete probabilmente voi... La risposta è semplice: se doveste trovarvi in una situazione letale nella guerra e non potrete fare nulla per salvarvi, vi basterà pensare con molta forza a qualcuno con cui avete condiviso il frutto e convocarlo in un istante. Inoltre questo dovrebbe rafforzare il potere delle Luci e le probabilità di prevalere nel Kingdom Hearts... - Alcuni dei presenti, tra cui Aqua e Xion, sorrisero speranzosi, altri assunsero un aria leggermente dubbiosa, intanto Yen Sid con un colpo di bacchetta divise il frutto a forma di stella in otto pezzi e diede quello centrale a sora. - Che buono! - esclamò Xion felice. - Finalmente riesco ad assaggiarne uno... - disse allegra Aqua. - Non l'avevate mai provato? - domandò Kairi sorpresa, come se fosse una cosa molto strana - Be' no, sono molto rari e si trovano solo in alcuni mondi, come la vostra  isola... - spiegò Aqua. - Ho sempre desiderato mangiarne uno! -. Poi la ragazza si avvicinò alla scrivania e disse: - Maestro Yen Sid,  non credo che Sora possa... - ma lo stregone le fece segno di tacere con la mano e concluse: - ... trasformare la vostra casa? - L'incantesimo che permetteva solo ai discendenti degli antichi maestri di fare questo è svanito tempo fa. Per fortuna poco tempo dopo la sconfitta di Xemnas ne ho fatto un altro, in modo che potessero farlo i miei allievi, perché allora non sapevo dove fossi finita tu, Aqua, che sei allieva di Eraqus. - - Ah, va bene allora! -esclamò Aqua, con un sorriso. - Comunque credo che dovreste andare tutti lì, potrebbe essere pericoloso... - Poco dopo Sora e gli altri  arrivarono al Castello dell'Oblio con la Gummiship . - Allora, la stanza sul retro... - disse Sora tra sè. Poi apparvero gli esseri che Sora aveva combattutto nel Mondo Che Non Esiste. - Fakeones! - urlò Aqua, il Keyblade stretto nel pugno. - Fakeones? - domandò Sora, evocando a sua volta il Keyblade insieme agli altri. - Ex Nessuno ricongiunti male ai propri cuori... Xehanort ha cominciato a usarli perché sono più forti di Heartless e Nessuno separati... - Iniziarono a combatterli insieme e si sentirono più forti: con un limite ne sconfissero molti. - Andiamo! - urlò Ven, e raggiunsero la Stanza, che si aprì quando si avvicinarono, lasciandoli entrare. Sora puntò il Keyblade del maestro Eraqus sullo schienale del trono sul quale Ven aveva dormito per dodici anni, e un'abbagliante raggio di luce uscì da questo. Una serratura simile a quella che appariva per aprire i passaggi tra nuovi mondi scattò e la stanza fu completamente illuminata dalla luce che questa emanava. Quando i ragazzi aprirono gli occhi si trovarono in una vasta arena dorata, di forma rettangolare, molto semplice e priva si spalti. Al centro c'era un simbolo costituito da due strisce curve, una nera e una argentata, che si univano e si ristaccavano con due riccioli al centro formando un inconfondibile cuore simile al Kingdom Hearts che Sora aveva già visto più di una volta. Il cuore divideva l'arena in due parti, Sora e gli altri si trovavano sulla parte della linea argentata, illuminata dal sole, mentre l'altra metà era oscurata completamente e in modo innaturale da un mucchio di nuvoloni scuri. Intorno all'Arena Dorata, che sembrava levitare per magia, c'erano alte montagne coperte di neve. Due grandi orologi azzurini occupavano le facciate più piccole, con la lancetta più corta simile a una freccia di colore rosso intenso ferma sulle dodici, che come le altre ore era scritta in numeri romani. I custodi erano ognuno sopra un piccolo piedistallo dello stesso colore brillante della linea, Paperino e Pippo erano su quello di Sora, centrale e leggermente più grande. Quelli di Topolino, Lea e Riku non erano ancora occupatii. Dall'altra parte c'erano tredici troni neri, dall'alto schienale a punta. Erano occupati dallo stesso numero di misteriose figure, tutte incappuciate e vestite con il solito soprabito nero e della stessa statura tranne l'uomo al centro: il maestro Xehanort, un vecchio dalla carnagione scura, completamente calvo ma con  un grosso pizzetto grigio sul mento, e ovviamente dagli occhi gialli, il viso magro e gli zigomi pronunciati. Portava un mantello nero e la veste bianca dai bototni neri stretti alla vita da due cinture nere, stivali neri e guanti bianchi. I custodi si guardarono intorno incuriositi e un po' spaventati, poi il vecchio malvagio parlò: - Ne mancano tre, ma possiamo iniziare! - Come risposta al suo annuncio i sosia vestiti di nero si alzarono e invocarono i Keyblade tutti uguali, dall'elsa liscia, tutti di colore grigio, la lama di ogni arma lunga e dritta con alla base un orologio, che sembrava essere fatta di energia azzurra, inoltre l'orologio aveva nei lati due ali da pipistrello grigie verso l'alto, la parte superiore della lama invece terminava in un pezzo rigido grigio con un altro orologio ma molto più grande che rilasciava spine d'energia azzurre che formavano i "denti", tuttavia in cima dell'orologio vi era una testa di capra demoniaca. Il Keyholder era una clessidra nera. La forza del giovane Xehanort era quella di controllare il tempo, - si ricordò spiacevolmente Sora - e ora tutte le Oscurità erano uguali a lui, tranne il maestro e capo. I sette guardiani sui piedistalli divennero brillanti  e insieme a Paperino iniziarono a combattere le Oscurità: l'ultima Guerra dei Keyblade era cominciata.

Sora combatteva al massimo delle sue capacità, nella battaglia alla quale si erano uniti ormai anche i Fakeones, le nuove creature nate dal miscuglio di Nessuno e Heartless, ma nell'ordine sbagliato, e i Dream Eaters buoni, gli Spirits, che doveva aver mandato il maestro Yen Sid. 
Il maestro Xehanort non combatteva, era ancora seduto sul trono centrale, protetto da una bolla indistruttibile e inattraversabile: comandava i Fakeones e ordinava varie cose agli Xehanorts incappucciati...
Facevano attenzione a restare nella  parte illuminata, perché ogni volta che attraversavano la linea che divideva l'arena una maledizione gli impediva di utilizzare le armi, quindi attaccavano soprattutto a distanza. Dopo una decina di minuti Xehanort fece un incantesimo e le lancette dell'orologio della parte oscura iniziarono a girare velocemente, mentre quelle dell'orologio dalla parte delle Luci fecero lo stesso ma nel senso opposto: contemporaneamente le Oscurità iniziarono a muoversi e a colpire molto più velocemente, mentre le luci venivano rallentate progressivamente. Era praticamente impossibile combattere così, e Sora pensò che l'unico modo per bloccare l'incantesimo era fermare gli orologi con la magia.
- Stopza! - urlò, a fatica, e a quanto pare Aqua aveva avuto la stessa idea: due incantesimi insieme erano più potenti di uno solo. La velocità dei movimenti tornò alla normalità, e in quel momento apparvero Riku, Lea e Topolino con il Frammento di Stella, il cui potere di teletrasporto a volte si attivava da solo e in modo imprevisto. Evidentemente li aveva portati lì grazie al potere del frutto di paopu.
- Riku! - urlò Sora. 
- Non c'è tempo per parlare, amico, combatti! -
L'altro annuì, rafforzato dalla presenza dell'amico.
- Insieme! - urlò Topolino, e i sette guardiani avvicinarono le armi: un raggio di luce emerse dal punto di incontro dei Keyblade, e si divise in una serie di piccoli arcobaleni, che fecero perdere i sensi a molti degli Xehanorts, e alcuni Spirits simili a elefanti li attaccarono. 
- Sì! Tredici contro nove, ed è solo questo che riuscite a fare? - domandò Lea a Xehanort, ridendo.
- Davvero, è questo il massimo che si può ottenere con il potere dell'oscurità? Gran bell'affare... - lo schernì Kairi.
- Adesso basta! - ringhiò il vecchio maestro, - Vedremo come riderete quando saremo lì... Preparatevi, schiavi della luce! - e a queste esclamazioni finalmente si alzò dal trono e allargò le braccia: la bolla oscura che lo proteggeva scoppiò e con un alone di oscurità l'arena fu avvolta nel buio, impedendogli la vista di qualsiasi cosa... 
Riaprì gli occhi: era disteso a terra... si alzò dal terreno arido e marroncino, e riconobbe quel posto: la landa desolata nella quale aveva combattuto un'armatura, l'armatura di Terra, I sentimenti di Terra...
Stavolta però non era affatto desolata: Kairi, Riku, Topolino, Ventus, Aqua e Lea erano vicini a lui, con le armi in mano, pronti alla prossima fase...  
E in lontananza, in parte nascoste dalla foschia, le Oscurità. Poi si voltò e il cuore gli si allargò: tantissime persone erano venute, venute per combattere al loro fianco... Sora riconobbe subito la banda di Radiant Garden: Leon e Cloud, con le lunghe armi strette nel pugno, insieme a un ragazzo dai capelli neri e sparati che non conosceva, Tifa, una ragazza dai lunghi capelli neri e dall'aria tosta, insieme a Yuffie, più graziosa ma dall'aria molto pericolosa. Dietro di loro riconobbe Hayner, Pence, Olette e Seifer. Hayner e Pence avevano portato due mazze da Struggle che evidentemente Yen Sid aveva incantato rendendole dorate, e con probabili ingoti poteri, mentre Olette aveva uno scettro magico simile a quello di Paperino e Seifer un'arma simile a una frusta e una falce insieme. 
Poi c'erano tante delle persone che Sora e gli altri avevano conosciuto nei loro viaggi: Ercole su Pegaso, il cavallo alato, che li salutava allegramente; Aladdin e il Genio, anche loro agitavano la mano felici; Jack Skeletron, spaventoso ma amichevole come sempre; Mulan e Shang, con Mushu che agitava i pugni e sorrideva sulla sua spalla; il principe Adam, il principe Azzurro e altri due che Sora non conosceva ma che aveva intravisto al Castello Disney;  Peter Pan e Trilli, che svolazzavano sopra le teste degli altri; Jack Sparrow, stranamente solo; Stitch, su una navicella; Merida, con il suo arco; Simba e Nala, su una roccia più in alto. Infine riconobbe Neku e Joshua, due dei ragazzi che aveva incontrato nel Regno del Sonno: li saluto allegramente con la mano prima di ricordarsi che in realtà non l'avevano mai conosciuto. 
Più a sinistra c'erano gli esperti di magia: il mago Merlino, le fate Smemorina, Turchina, Flora, Fauna e Serenella. Paperino e Pippo avevano usato il Frammento di Stella per avvisare Yen Sid e Ansem, che apparvero pochi secondi dopo di loro, insieme a Minnie e alle Principesse Dal Cuore Puro: lo stregone, con l'aiuto di Merlino e delle fate, creò una bolla protettiva intorno alle fanciulle, simile a quella che Xehanort aveva distrutto poco prima, ma ovviamente di luce. La bolla, pensò Sora, sarebbe resistita per via del potere delle Principesse. Intanto Ansem il Saggio si rivolse a Xehanort, che era a pochi passi da loro, con le mano strette dietro la schiena ingobbita: - Sei così prevedibile, Xehanort... Il Cimitero dei Keyblade... Quale altro posto avresti potuto scegliere, se non questo? - domandò Ansem più a se stesso che a Xehanort.
 - Certo, scommetto che è da un po' che vi state organizzando, ma non siete affatto gli unici, come puoi vedere. - e indicò la folla dietro di lui, grintosa e pronta ad attaccare.
Xehanort fece una risata roca e fredda. - Bene, bene... mi si scalda il cuore a questa vista. Vedo che avete a cuore l'avvenirsi dei miei piani. - disse, indicandola a sua volta con la mano.
Gli incappucciati rimasero fermi dietro di lui, qualcuno con le armi tese, e Sora notò che non avevano più il Keyblade del giovane Xehanort. Anzi, alcuni di loro erano leggermente diversi anche di statura: che l'incantesimo dei sosia stesse svanendo? 
- La Guerra dei Keyblade non è un tuo piano. - replicò Yen Sid. - È destinata a compirsi da sempre, quello che tu vuoi è far prevalere l'oscurità in questa. E fidati, è impossibile, forse presto scoprirai senza aiuto perché. - 
Xehanort non parve minimamente preoccupato da quell'avviso, anzi, rise ancora.
- Pensa quello che vuoi, stupido, ma non potrai mai capire: la tua amata luce ti impedisce di scorgere quello che si cela nell'oscurità... - e a queste parole il vecchio evocò il Keyblade, si voltò e camminò oltre i dodici Xehanorts: puntò l'arma verso un punto poco lontano sul terreno, e una serratura nera e  blu, piccola, fu aperta. Poi la terra sotto di loro cominciò a tremare, per un attimo pensarono che avesse provocato un terremoto, ma poi lo videro: un edificio molto alto, era emerso dal sottosuolo. Fatto di un materiale strano, forse metallo di vari colori molto scuri, era costituito da un'unica torre, non aveva finestre, e vi erano incisi il segno degli Heartless a destra, quello dei Nessuno a sinistra e quello dei Fakeones sopra. Al centro c'era un cuore nero con scritto "XXIII" in rosso e sotto c'era un porotne della forma di una serratura, diviso in due ante nere. A Sora ricordò un enorme mattone creato unendo dei pezzi di puzzle. Alcuni di loro, tra cui Topolino, Aqua e Ven, si guardavano intorno confusi come in cerca di qualcosa che solitamente era evidente... 
-  Oh! Quello! - urlò Topolino, indicando la struttura. - I Keyblade... tu...? - 
- Sì, topo. Ho usato i Keyblade per creare un nascondiglio... - dichiarò Xehanort.
- Prevedibile... come sei prevedibile... - ripeté Ansem scuotendo il capo. - E dentro ci sono dei tuoi aiutanti, vero? O lo usi per comandare questi scherzi della natura... Fakeones, giusto? -  domandò, tranquillo.
- Entrambi - rispose il più vecchio. Con un gesto della mano coperta il portone si aprì e uscirono, con disgusto e stupore di molti, varie figure: Ade, il dio dei morti, del Monte Olimpo, Ursula, la strega del mare (che camminava sui tentacoli), il Baubau (un sacco pieno di insetti animato), Jafar, l'ex Visir di Agrabah (Sora si chiese se fosse ancora un genio) e Malefica, la strega che con molta fatica avevano sconfitto più volte e in varie forme. Infine, col massimo rancore dei Guardiani... Pietro. - Tu! Lo sapevo che non ti sei mai pentito veramente! E voi che non mi cred... eh? Com'è possibile? - urlò Paperino, prima arrabbiato e poi confuso, come tutti: Pietro era dietro vicino a Minnie e alle Principesse, ma era anche insieme a Malefica e agli altri cattivi appena usciti dal nascondiglio. Insieme a queste oscure figure uscì un branco di Fakeones.
- Già... com'è possibile? Aspetta, forse... i dati? - chiese Topolino. Ma Sora vide Ansem sussurrare qualcosa ad Ansem.
- Confusi, vero? - ringhiò Xehanort. - Ma infondo anche questo è merito vostro. Non dovreste digitalizzare dei ricordi scritti su un diario e costudirli  così incautamente... Sì, io li ho presi, ho preso i dati del Grillario... mi è bastato qualche trucchetto, e ho estratto i dati di coloro che mi sarebbero stati utili... Non potevo prendere il mio Heartless stesso digitale, perché quel Data-Sora mi ha fermato... Però come fa anche nella realtà così ingenuamente, quando ha capito di possedere un reale Keyblade, non fatto di dati come lui stesso era, ha aperto il portale tra quel mondo virtuale e il nostro reale... -
- Esatto, e non intendo stare fermo lì senza aiutare i miei amici! - esclamò un Sora quattordicenne, che nessuno aveva notato. Questa volta Sora, quello vero, non si stupì di vedere sè stesso più giovane. Quello era Data-Sora, la sua copia digitale del Grillario della sua prima avventura, che proprio come aveva appena spiegato Xehanort, possedeva un reale Keyblade, e che era riuscito ad aprire un portale per uscire dal Grillario. Ansem parve molto compiaciuto da quell'apparizione improvvisa, alcuni di loro erano ancora sotto schok. 
Poi il Sora reale vide Xion, Dilan, Aeleus, Even e Ienzo dietro la sua versione digitale.
- Li ho portati, maestri. - annunciò la ragazza ad Ansem e Yen Sid. - Bravissima. - disse quest'ultimo con un sorriso. 
- Ah, poco importa. - ricominciò Xehanort. - Tanto la vera battaglia è tra noi! - urlò, e tutti sfoderarono nuovamente le armi.
Poi un'altra bolla protettiva cominciò a espandersi dal punto su cui si trovava Sora, e il ragazzo capì che proveniva dal ciondolo a forma di corona che portava al collo... La bolla si espanse intorno a loro, spinse via tutti quanti, tranne i sette guardiani, la sfera protettiva più piccola che custodiva le Principesse (per Minnie fu creata una bolla ancorapiù piccola che fu spinta via insieme gli altri), e le tredici oscurità.

La battaglia era divisa in due: quella principale, fra le sette Luci e le tredici Oscurità, e quella oltre i margini dell'enorme barriera, fra tutti gli altri.
Ercole combatteva Ade; molte persone, tra cui Paperino, Pippo e Xion, si fronteggiavano con Data-Malefica, e altre ancora, tra cui la banda di Radiant Garden e quella di Shibuya, combattevano il Data-Baubau e la Data-Ursula, insieme a Jack Skeletron. Aladdin, il Genio e altri, come Jack Sparrow, affrontavano Data-Jafar, che si era trasformato in un Genio: Data-Sora aveva portato con sè la lampada dal Grillario, e fu così che lo catturarono. Pietro combatteva  Data-Pietro, la sua versione in dati: Merlino fece apparire una di quelle porte che portavano al passato, dalla quale uscì il Pietro semplice e in bianco e nero di molto tempo prima, che corse in aiuto della sua versione futura per affrontare quella in dati... Intanto Data-Malefica si trasformò in Drago...
All'interno della semisfera, comunque, le cose non erano meno complicate. La bolla dorata delle Principesse, intrapassabile, dava energia ai custodi, tranne a Kairi, che si dava forza e si proteggeva da sola. La forza delle Principesse li faceva splendere...
Intanto i cappucci di alcuni membri volarono all'indietro, mostrandone i volti... Ventus cadde violentemente all'indietro e quasi batté su una roccia quando vide Vanitas, che non smise di attaccarlo.
 Aqua corse a curarlo, prima di scagliarsi su Xigbar/Braig... Kairi e Lea combattevano Saix/Isa e Xemnas, mentre Riku affrontava Ansem SOD e il giovane Xehanort. Un altro cappuccio cadde all'indietro e Aqua quasi urlò: un Terra dagli occhi gialli e vuoti e i capelli argentei continuò ad attaccarla... Ma lei sapeva cosa fare... - Stopza! - urlò nuovamente, e Terra si immobilizzò. Prese un pezzo di frutto di paopu che si era conservata e glielo ficcò in bocca. Non seppe cosa sarebbe se sarebbe servito, ma valeva la pena provare. Intanto Topolino affrontava Riku-Replica, una copia creata per ingannare Sora al Castello dell'Oblio molto tempo prima e Vexen, una copia di Vexen...La figura dai capelli lunghi e chiari e il volto magro era identica a quella fuori dalla barriera, l'attuale e il reale Even, vestito di bianco, che esclamò, indignato: - Tu... rubare delle mie creazioni... e anche un mio clone... come hai potuto?- ma il maestro Xehanort si limitò a ridacchiare e continuò a combattere Sora, insieme a un uomo dai capelli cortissimi e biondi, con l'orecchino... dopo essere caduto gli urlò, nella speranza di distrarlo: - Luxord! Tu? Non pensavo che lui - e indicò il maestro Xehanort - ti ritenesse così importante... -
Ma in realtà sapeva perché l'aveva scelto: lui, da Nessuno, come Xigbar e Saix, era stato uno dei membri che erano sopravvissuti più a lungo, prima di essere sconfitto dal trio.  Ma l'uomo continuò ad attaccarlo con giochi d'azzardo magici, carte e dadi che si ingrandivano, attaccavano e assorbivano gli altri... Si rese conto che i cloni di Vexen erano due quando un altro cappuccio scivolò all'indietro, e cominciò ad attaccare quello... L'ultima figura ancora nascosta dal cappuccio era molto alta e robusta, ma utilizzava ancora il Keyblade del giovane Xehanort... Terra era caduto, privo di sensi, dopo avergli fatto ingurgitare il frutto, l'amica aveva creato una protezione attorno a lui, rendendolo invisibile. - Aqua... - sussurrò. Lei gli sorrise: aveva capito che ora Terra era in grado di riconoscere i buoni dai cattivi, in nemici dagli amici, ma che non era a cora perfettamente completo. Mancava il pezzo nell'armatura, i suoi pensieri. Lei gli si avvicinò, e un lacrima le scivolò sulla guancia. - Aqua... - ripeté - il maestro... Eraqus... tutta colpa mia... Xehanort, oscurità... colpa mia... - continuò piano. - Terra... Non dire così, sai che non è vero... - era sul punto di scoppiare a piangere, ma il suo sguardo di conforto, quasi completamente asciutto, rimase fermo sull'amico, i cui occhi cominciarono a tornare azzurri... - Il maestro... - continuò, sempre meno lentamente Terra. - Sì, il maestro cosa? Sai dov'è, Terra? - chiese Aqua, china su di lui. Terra parlava lentamente e facendo delle pause,  come se stesse rivelando qualcosa che fino ad ora aveva nascosto. 
- Salva... lui... Io... sto bene... - le disse alzando il braccio per indicare l'unica figura dal volto ancora nascosto, che ora combatteva con Sora. - Il resto... nell'armatura-  rivelò infine, poi si alzò, riprese a combattere il nulla e fece l'occhiolino ad Aqua, ricoprendosi il volto col cappuccio.
- Ho capito, Terra! - disse la ragazza, con un forte slancio di orgoglio. - Non temere, vi salveremo, è una promessa! - e corse dal maestro Eraqus, che però stava cadendo all'indietro dopo un colpo di grazia di Sora, e finalmente il suo volto rovinato fu visibile, i capelli neri/grigi legati che toccavano il terreno sotto...
- Sora, il suo Keyblade. Dammelo! - ordinò Aqua, e il ragazzo evocò il Keyblade diventato temporaneamente suo e obbedì senza esitare.
- Maestro! Maestro Eraqus! Sono io, Aqua! - urlò lei avvicinandosi nuovamente al maestro e strattonandolo. Stavolta fu Sora a creare una protezione intorno a loro, per poi ricominciare a combattere...
Gli occhi del maestro Eraqus si aprirono e luccicarono, una lacrima gli scivolò sul viso, mentre Aqua metteva il Keyblade nelle sue mani. - Maestro! - urlò Ventus, raggiungendoli, preoccupato.
- Ven... mi dispiace, questa è tutta colpa mia... se io non avessi... tu... e Xehanort... - sussurrò Eraqus, tremante.
- Non ti devi scusare, devi andartene! - lo ammonì l'allievo.
- No... il Keyblade del Tempo, quello che ho usato fino ad ora, dovete distruggerlo con il mio! - urlò Eraqus.
- Va bene, maestro! Ma tu devi scappare, tieni... - e gli mise il Frammento di Stella in mano. - Me l'ha dato Paperino, stringilo e pensa al Castello Disney, li sapranno come curarti. -
- Non posso, lui non deve sapere... - e fece cenno al vecchio Xehanort, poi mollò il congegno e si alzò. - Va bene. Allora, come si distrugge un Keyblade? - 
- Questa è solo una copia, basta schiacciare il Keyolder... - disse infine il maestro, evocandolo. Il Keyblade di Eraqus nel pugno di Ven si illuminò come in un'unione dimensionale e lui colpì il portachiavi appeso al manico dell'arma: questo esplose, Eraqus si rimise in piedi e continuò a combattere come se niente fosse, proprio come Terra, utilizzando il suo Keyblade.
Il maestro Xehanort, intanto, affrontava Topolino e Sora, e non si accorse della ricomparsa di quel Keyblade, ma dopo un colpo limite dei due cadde a terra, avvolto in un alone di oscurità. Alzò il capo e puntò il Keyblade verso l'alto.
- Va bene, divertiamoci un po', allora! - esclamò, ridendo, con un'espressione folle.
L'alone di oscurità si espanse di nuovo, avvolgendo ancora una volta nel buio tutto l'interno dell'enorme bolla protettiva.
Questa volta Sora si ritrovò in un ambiente non meno conosciuto: I Confini Del Mondo, un mondo che precedentemente era stato il rifugio degli Heartless e il modo per per spostarsi in alcuni mondi, precisamente in un'area spaziosa, chiusa completamente dalle pareti e dal soffito fatte di roccia oscura, un materiale semplice e simile a sabbia solidificata, caratterizzata dai colori blu scuro e viola.  - Qui? Com'è possibile? - chiese. C'era già stato quasi tre anni prima alla fine della sua prima avventura, con Paperino e Pippo, e si chiedeva se fosse possibile che esistesse ancora. Quel mondo, sapeva, era stato creato dai resti dei  mondi che tempo prima furono distrutti, prima di tornare alla luce con la sconfitta dell'Heartless di Xehanort, il falso Ansem, che come le altre forme del maestro Xehanort, ora faceva parte delle tredici Oscurità... Quindi, teoricamente, quel mondo sarebbe dovuto sparire con la sua temporanea sconfitta. Fu il Re Topolino a chiarire i suoi dubbi: - Questo mondo è una sua illusione!- spiegò, con il Keyblade Catena Regale Dell'Oscurità stretto e con sguardo in allerta, come gli altri custodi, aspettandosi un attacco da un momento all'altro. Ma prima che i ragazzi potessero muoversi ci fu un botto, e delle barriere invisibili divisero l'area in sette settori più piccoli... Poi davanti a lui apparve il maestro Xehanort, che aveva alle sue spalle, ovviamente a proteggerlo, un mostro nero e spaventoso simile a un demone. Era il Guardiano Oscuro, un mostro che, gli aveva spiegato Yen Sid, appariva quando si abbracciava completamente l'oscurità, e che era l'ombra di una luce ormai lontana, ma che un tempo doveva essere esistita. Sora notò, con enorme sollievo, che avevano ancora il potere delle Principesse, e grazie a questo riuscì a danneggiare anche Il Guardiano Oscuro, normalmente invulnerabile a qualsiasi tipo di attacco. Nonostante varie maledizioni, come l'abbassamento costante dell'energia di Sora, il ragazzo riuscì a sconfiggere il Guardiano Oscuro, che però, con suo orrore, anziché sparire fu assorbito dal padrone, che divenne molto più forte e agile. Sora tentò un limite prima che potesse attaccarlo con i suoi nuovi poteri. Dopo un iniziale sbandamento, però,  Xehanort si riprese e lo spedì contro il muro, facendolo sbattere e cadere a terra. Sora provò un dolore terribile alla caviglia, che gli provocò un gemito, e non riuscì più ad alzarsi. Tentò una fusione con gli altri custodi, ma le barriere ne impedivano il funzionamento, poi un'invocazione, ma evidentemente la magia della bolla protettiva bloccava l'intervento di aiutanti dall'esterno. L'incantesimo di protezione che aveva imposto su di sé stava sparendo, non aveva possibilità. Poi si ricordò del frutto di paopu: aveva ancora una speranza. Si osservò intorno frettolosamente: Aqua combatteva - per finta, ovviamente - Eraqus e Terra. Era l'unica che non era realmente impegnata a sconfiggere le Oscurità. Pensò intensamente a lei, ricordò la prima volta che la incontrò, quando aveva quattro anni...
Lei, con sua grande gioia, apparve e lo guardò, con l'arma ancora tesa, inizialmente spaesata, poi urlò: - Sora! Perché... La tua caviglia... Curaga!- ma la magia non serviva a molto quando si trattava di danni interni come questo, e quando l'incantesimo di protezione svanì iniziò a combattere il maestro Xehanort, che si riprese dal momentaneo stordimento causato da una magia di Sora.
La ragazza schivò diversi attacchi di Xehanort, danneggiandolo soprattutto a distanza.... Poi il vecchio urlò: - Sleepza! -  e Aqua si addormentò profondamente... Così il vecchio si avvicinò lentamente al ragazzo, con lo sguardo di trionfo, e alzò il Keyblade.... Il massimo che Sora poté fare fu alzare a sua volta il suo cercando di difendersi: aveva finito i Punti Magia...  Xehanort lo stava per colpire, era la sua fine, lo sapeva, e poi...
Un puntino luminoso volante significo il ritorno della speranza: era piombato nell'area da un piccolo buco sulla parete, e proprio come una vera bolla la protezione intorno a loro scoppiò, e l'area illusoria di Xehanort svanì. Si trovavano di nuovo al Cimitero dei Keyblade, e le uniche protezioni ancora intatte erano quella delle Principesse e della Regina Minnie, mentre lui era ancora disteso a terra, la caviglia dolorante, e poi il puntino luminoso si scoprì essere Trilli, la fatina di Peter Pan, che gli svolazzò sopra facendo cadere una abbondante quantità di polvere magica... 'Pensa a qualcosa di allegro, si disse... Poi alcune immagini scorsero vivide nella sua mente, come un film: lui e Riku giocavano agli spadaccini sulla spiaggia della loro isola a quattro anni... un Sora di cinque anni mostrava a Kairi il Rifugio Segreto suo e di Riku... Sora e Riku guardavano le stelle... una Kairi quattordicenne lo svegliava mentre dormiva sulla riva della spiaggia... lui, Kairi e Riku osservavano il tramonto accomodati su una palma dopo una faticosa giornata a costruire una zattera.. conosceva Paperino e Pippo alla Città di Mezzo... Kairi lo abbracciava facendolo tornare umano alla Fortezza Oscura... Riku aiutava lui, Paperino e Pippo a chiudere un'enorme porta bianca nel vuoto, dopo aver finalmente incontrato Topolino... Sora si risvegliava da un sonno lungo un anno dentro una capsula bianca e si ritrovava Paperino e Pippo davanti...  la Fortezza Oscura tornava a essere Radiant Garden.... incontrava finalmente Kairi e Riku dopo parecchio tempo... la Porta della Luce si apriva a lui e Riku nel Regno dell'Oscurità dopo aver letto la lettera di Kairi... lui, i suoi amici e tutti quelli legati a lui erano finalmente e felicemente insieme, uniti per sconfiggere l'oscurità... 
Era di nuovo in mezzo alla grande battaglia nella landa, sospeso in aria, Trilli sopra di lui e Xehanort di fronte, terribilmente infuriato. Poi di nuovo il grande alone di oscurità avvolse tutto, ma questa volta era diverso: il rumore della battaglia cessò, lui sentì di essere stato smaterializzato nel vuoto soffocante... Poi aprì gli occhi e respirò nuovamente l'aria dell'originale Mondo Che Non Esiste.

Sora comprese subito che questa volta non era un'illusione, e che si trovavano vicino al Grattacielo Della Memoria. Il silenzio notturno invadeva l'aria e non pioveva, le Tredici Oscurità non c'erano ancora, la sfera magica delle Principesse era dietro di loro, a dargli forza, mentre le fanciulle si guardavano intorno spaesate e preoccupate. Ma i sette custodi erano preparati e con le armi tese: Aqua guardava vigilante un punto fisso davanti a loro, Topolino osservava l'entrata per il Castello Che Non Esiste,  Lea e Riku si guardavano intorno cercando il punto in cui si sarebbero potute materializzare le Oscurità, Ven osservava curioso il posto nuovo e Kairi era l'unica ad avere lo sguardo puntato in alto, verso la cima dell'enorme grattacielo...
Poi ci fu un botto e i sette caddero all'indietro, le Principesse urlarono, ma i custodi si rimisero subito in piedi, per osservare la scena. Le Oscurità erano in aria, a pochi centimetri dal suolo, con le braccia incrociate, ognuno con un enorme Guardiano Oscuro a proteggerli, di nuovo tutti uguali e incappucciati tranne il vecchio maestro Xehanort. Allora era così che doveva andare: tredici Guardiani Oscuri contro sette Guardiani della Luce. Sora Guardò un attimo Aqua e Ven. Anche loro evidentemente stavano sperando che Terra e Eraqus fossero ancora coscienti. 
Il maestro Xehanort rise freddamente. - Non siamo più nella bolla. Questo mondo non è un'illusione. Siamo solo noi ora, nessuno interferirà... - disse, sempre ridendo.
- Sicuro? - rispose Riku, facendo finta di pensare. - Dici che non è un'illusione? Ma non l'avete creato voi? Anzi, sbaglio o questo mondo non è mai esistito? -
- Non ha importanza! - urlò il vecchio. - Per ora non siamo più al Cimitero dei Keyblade, e nessuno può aiutarvi! -
Poi accaddero molte cose contemporaneamente: una ventina di Fakeones comparve vicino alle Oscurità e un maggiore numero di Spirits vicino alle Luci, sotto la sfera delle Principesse. Le creature iniziarono a scontrarsi: i Fakeones erano molto più forti ma gli Spirits erano nettamente superiori in quantità. Intanto ci fu un altro piccolo scoppio e una scia luminosa simile a un fuoco artificiale impazzito si lanciò vicino a Sora rivelando Paperino, Pippo e Xion, caduti a terra un po' intontiti. 
- Sono stufo di arrivare in questo mondo sbattendo a terra! - brontolò lentamente Paperino.
- Già... - confermò Pippo massaggiandosi la testa.
Si alzarono in piedi ed evocarono le armi. 
- Ma perché siete venuti? - chiese Riku, molto più triste di Kairi e Topolino. - Xion... - si rivolse a lei quasi piangendo. - Siamo già in molti che rischiano di sparire senza che ci siano ulteriori vittime... - 
La ragazza si avvicinò a lui, gli prese le mani  e gliele avvicinò al petto. - Noi ci saremo sempre - . Riku sorrise e guardò di nuovo Xehanort, leggermente rabbuiato dalla comparsa di tre nuovi avversari.
- Infatti! Ed è proprio questa la nostra forza! - esclamò Topolino
- Amici per sempre! - urlò Ven.
- Capito, vecchio? - domandò Lea rivolto a Xehanort, avvicinandosi ad Aqua e prendendole la mano.
- Pensavo che ormai lo sapessi, Xehanort... L'amicizia... Questo è il nostro potere! - esclamò Sora.
Il maestro Xehanort ringhiò. - I vostri legami non contano nulla, sono così inutili, così insignificanti... - rispose Xehanort. - Attaccate! - ordinò infine, e i Guardiani Oscuri iniziarono a combattere Sora e gli altri. Intanto le Oscurità furono avvolte da sfere protettive simili a quella che prima aveva Xehanort, ma a differenza di quella delle Principesse erano divise l'una dalle altre. I punti deboli dei demoni oscuri erano gli occhi e il petto, mentre le enormi mani afferravano e toglievano tantissima energia. Intanto i Fakeones si moltiplicavano e dominavano sugli Spirits. Sora affrontava il Guardiano di Xehanort e quelli vicini, eternamente in aria. Tutte le magie che faceva si trasformavano in lampi o raggi di luce, estremamente potenti. Con un colpo di grazia di Sora i Guardiani si immobilizzarono momentaneamente...
Poi, con enorme stupore di tutti e rancore di Xehanort, due dei Guardiani Oscuri sparirono al primo colpo, e nello stesso istante le protezioni attorno a due degli incappucciati svanirono e questi caddero a terra. Il maestro Xehanort era confuso e infuriato, esitò un istante, poi urlò: - Su! Alzatevi e attaccate! - 
Il rumore della lotta cessò e si ritornò al silenzio assoluto di prima. Anche i Fakeones e gli Spirits smisero di scontrarsi, quando i due incappucciati si alzarono e cominciarono a diventare più alti a cambiare aspetto. I cappucci caddero all'indietro rivelando due figure: un giovane alto dai capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi azzurri, e un adulto dai capelli neri-grigi in parte legati e la faccia piena di cicatrici. Di nuovo il silenzio fu spezzato dai versi di stupore e gioia.   
- Ti avevo avvertito, Xehanort, - disse Terra, avvicinandosi a Sora e agli altri, tranquillo. - di non toccare i miei amici! - esclamò infine.
- Mentre usavi il mio corpo come un burattino, poco fa, il mio cuore ha cercato la mia armatura, che conteneva il resto di me, i miei sentimenti persistenti, e me li sono ripresi entrambi. Attaccherò di certo qualcuno, ma quello sarai tu! - a queste parole si tolse violentemente la veste nera dell'Organizzazione XIII sotto alla quale c'erano i suoi consueti abiti e toccò la spalliera che portava sul braccio: l'armatura gli si materializzò addosso. - Terra! - urlò Eraqus. Il Keyblade di Terra s'illuminò, poi corse verso il Guardiano Oscuro di Xehanort e lo colpì con la lama lucente: questo si fece scudo con il braccio ma pochi secondi dopo dovette cedere e cadde all'indietro. - Bravo, Terra! - urlò Aqua.
-Non importa! Ormai l'atto è compiuto! La battaglia è finita! Il vero X-blade sarà forgiato! -
Il vecchio allargò le braccia e per l'ennesima volta e la vista di Sora fu offuscata dall'oscurità...
Erano di nuovo al Cimitero dei Keyblade, ed era calata la notte. La battaglia era finita, i buoni avevano vinto contro i cattivi, ma gli Xehanorts erano ancora vivi e indistinguibili, a parte Terra e Eraqus. La bolla delle Principesse era stata infranta, e loro stavano curando alcuni feriti con il loro potere. 
- Terra! Maestro! Sono così contenta! - accolse Aqua gioiosa. A lei si unirono presto Ventus e Topolino.
- Eraqus, mio vecchio amico, sono così felice di vederti. Ho visto la tua stella ricominciare a splendere un po' di tempo fa, e questa cosa mi ha dato fiducia. Bentornato, maestro Terra -.
Il ragazzo parve un po' sorpreso. - Maestro Yen Sid, mi ha chiamato "maestro Terra"? Ma io non sono mai diventato un maestro... - 
- Ti sbagli. - intervenne Eraqus. - È stato Xehanort a nominarti maestro, tempo fa. Anche se ingannato, tu accettasti di diventare suo allievo, e lui ti nominò immediatamente maestro - .
- Ma io sono stato sopraffatto dall'oscurità, non lo merito, ho messo in pericolo tutti voi - .
- No, Terra, è stato Xehanort a mettere in pericolo tutti noi, compreso te - lo corresse Ven.
- Ventus ha ragione, Terra. - Confermò Eraqus, - Alla fine hai vinto l'oscurità, sei un degno maestro. - Terra sorrise, - Comunque credo che sia arrivato il momento di finirla con questa formalità di chiamarci "maestri", considerato che lo siamo quasi tutti... - 
- Sì, lo credo anch'io - confermò Aqua. - Comunque, lui è Terra, o non l'avevate capito? - chiese Aqua sorridendo a tutti gli altri. 
Le presentazioni continuarono, poi Terra disse: - Sono fiero, di tutti voi. - ma si riferì soprattutto a Riku e Sora, - Riku, mi dispiace, - lo disse a testa bassa. - se io non... se io non ti avessi coinvolto non saresti stato in pericolo. Ti ho fatto cadere nella trappola di Xehanort nella quale ero già caduto io. Ma tu sei stato più forte, molto più forte di me. Ce l'hai fatta grazie ai tuoi amici. E... Sora, mi dispiace di averti sottovalutato, tu hai salvato il mondo, il Regno della Luce. L'hai fatto ormai tante volte, ovviamente non da solo. Tutti voi avete combattuto. - contemplò un attimo tutti loro, poi lo sguardò tornò su Sora e continuò: - Quando Riku scelse l'oscurità il Keyblade passò a te, Sora, perché io conoscevo il pericolo che si correva abbracciando l'oscurità. Inoltre tu custodivi il cuore di Ven, poi anche quello della tua amica... Hai salvato Riku, hai salvato Ven, hai salvato Kairi, hai salvato le Principesse. Con i tuoi amici hai salvato tantissime altre persone, compreso me. Sei stato scelto da qualcosa superiore al Keyblade, dalla più grande forza che esiste, la forza del Kingdom Hearts. -
Si guardarono un attimo, poi Sora rivelò: - Ma anch'io sono sprofondato nell'oscurità! Anch'io sono stato salvato! Ci sarei io ora sotto uno di quei cappucci se Lea non mi avesse... - 
- Lo so bene, ho seguito tutta la storia dal punto di vista di Xehanort, e ti devo correggere: non sei sprofondato nell'oscurità. Sei solo caduto in un sonno buio dal quale non potevi scappare, e che non potevi evitare. Non hai scelto l'oscurità. L'hai combattuta, sempre e comunque. Non è colpa tua se ti hanno incastrato mentre facevi ciò che è giusto. Questo è il modo migliore per prendersi i puri di cuore. Comunque, Lea, Ven e Riku, anche se non tutti consapevoli di collaborare, ti hanno salvato. Come il male che facciamo ci si ritorce contro, i gesti di bontà alla fine ci vengono ricambiati. Non accusarti, questo non è niente in confronto a quello che hai fatto. - 
- Ma neanche tu devi accusarti! Alla fine ce l'hai fatta! - intervenne Lea.
- Lea ha ragione, Terra, è stato Xehanort a innescare l'oscurità in te, quando ha visto che eri l'adatto contenitore per lui. Sei stato la prima vittima, ma sei riuscito a vincerlo, alla fine. Non ti perderai più. - lo rincuorò Aqua mettendogli una mano sulla spalla, rincuorandolo.
- Grazie, Aqua. Sora, sento di doverti dare un'ultima spiegazione... Mi dispiace che la mia armatura ti abbia attaccato. Quella parte di me conosceva solo l'esistenza di altre quattro persone: Aqua, Ven, Xehanort e Vanitas. Sapevo che non potevi essere Aqua ed era poco probabile che fossi Ven. Perciò saresti potuto essere solo Xehanort o Vanitas. Io ero cieco, ma emanavi un odore molto simile a quello di Vanitas. Solo la parte di me che era in Xehanort sapeva che eravate quasi identici nell'aspetto... e quindi anche nell'odore... - 
- Non preoccuparti. È stato comunque molto utile per il mio allenamento! -
Terra sorrise.
 Per un po' stettero in silenzio, poi...
- Ce l'abbiamo fatta! - urlò una voce squillante molto allegramente, e Sora vide saltellare davanti a lui  Cip e Ciop. - Appena ci siamo accorti che avevano estratto i dati dal Grillario abbiamo portato il macchinario qui... Abbiamo premuto un tasto e ha riassorbito dentro gli intrusi! - .
In effetti Sora non poté non notare un macchinario simile a un computer molto grande, giallo e dai pulsanti e leve molto colorati, con il simbolo del Castello Disney.
- Un momento! - urlò lui preoccupato, - Se avete assorbito anche Data-Sora, ora sarà in pericolo insieme a tutti quegli spregevoli... - 
- Oh no, non funziona così. Se il macchinario funziona, intendo se non ci sono fastidiosissimi bug, l'avventura è identica alla tua e senza imperfezioni, e si ripete all'infinito. Data-Sora probabilmente sarà alle Isole del  Destino del Grillario a costruire una zattera... -
- Oh, bene allora. Ehi, Xion! - 
La ragazza si era appena unita a loro, tristissima, senza entusiasmo. 
- Ansem il Saggio è morto. - dichiarò infine, con le lacrime agli occhi.
Il cuore di Sora sprofondò. Le espressioni di orrore che vedeva negli altri non sembravano nulla in confronto a come si sentiva lui. Il grande Ansem il Saggio, l'uomo che sapeva tutto, che aveva sempre agito in segreto, era morto, per davvero, non era né un Heartlss né un Nessuno. Il suo cuore non era più nell'enorme mondo in cui vivevano, lo sapeva. Era aldilà della loro conoscenza. Sapeva che se si moriva nel mondo di Hercules, il Monte Olimpo, si finiva nell'Oltretomba, ma Yen Sid gli aveva spiegato che non era una cosa permanente, solo una specie di giochetto, non eri morto per davvero. Quelli non erano veri dei. Invece si chiedeva se Ansem sapesse cosa c'era dopo...
Senza che nessuno lo premeditasse stettero in silenzio per qualche minuto, poi Xion continuò:  - Quando la protezione è scoppiata, una roccia si è spaccata ed è finita proprio su... - non finì la frase e pianse più forte.
Riku le si avvicinò e l'abbracciò, cercando di consolarla. Poi Eraqus esclamò: - Adesso basta! Xehanort, hai fatto abbastanza danni, smettila di nasconderti e vieni a combattere! - buttò via anche lui il soprabito nero ed evocò il Keyblade.
Un puntino bianco iniziò a espandersi poco lontano da loro. Questa volta, purtroppo, non era un bagliore di luce, ma piuttosto una leggera scia di fumo. Questa si espanse lentamente in un semicerchio e la terra sotto di loro cominciò a tremare. Sora capì che si trattava di un'esplosione particolare. Questa spinse via tutti e sommerse il macchinario che analizzava il Grillario, rompendolo. Dall'esplosione saltò fuori un Keyblade Catena Regale, come quello consueto di Sora. Proveniva dal Grillario, era il reale Keyblade che utilizzò Data-Sora dopo che Malefica, la vera Malefica, distrusse quello fatto di dati.
Il bianco distrusse tutto, e Sora vide la lama splendente di un'enorme arma al centro di quell'immenso vuoto. Era grande più o meno come lui, se non di più, ed era costituita da due Keyblade di dimensioni normali, molto semplici, uno completamente bianco, l'altro completamente nero, che costituivano una sorta di manico e s' incrociavano formando una "X", dalla quale nasceva la lama dorata, la parte più lunga, a punta.
Poi tutto divenne nero e il ciondolo a forma di corona che portava sul petto s' illuminò, come se fosse una lampadina che reagiva a qualcosa. E finalmente capì da che cosa era stato scelto.

La luce proveniente da un'enorme luna a forma di cuore coprì quasi immediatamente il buio, facendo splendere nuovamente la lama dorata del X-Blade. Sora era sospeso in aria.
Si voltò e osservò l'abbagliante Kingdom Hearts, quasi identico a quello artificiale creato da Xemnas tempo prima, ma più che bianco era azzurrino. O era sempre stato di questo colore? No, impossibile. Lui lo aveva visto solo due volte: in un'occasione si era presentato all'Heartless di Xehanort come una massa nera e indefinita a forma di cuore, con un enorme porta bianca. Invece un anno dopo l'aveva visto proprio come lo vedeva ora, ma candido come la neve. Eppure non gli sembrava la prima volta che lo vedeva così, ed era stato proprio al Cimitero dei Keyblade che lo aveva mostrato il maestro Xehanort... Possibile che quel posto fosse come il Castello dell'Oblio? Stava perdendo i suoi ricordi per ottenerne di falsi? Ma non erano falsi, no... Ormai sapeva la storia di Terra, Aqua e Ven... Quei ricordi appartenevano a loro tre... Poi si accorse che il bagliore proveniente dalla collana si era espanso, facendo splendere tutto il suo corpo, e che sotto di lui c'erano delle nuvole scure. Queste si aprirono formando un grande buco, e Sora riuscì a intravedere la terra ormai desolata del Cimitero dei Keyblade. Desolata... Dov'erano tutti? Possibile che lui, Sora, li avesse...?
- Sì, li hai assorbiti - rivelò uno Xehanort giovane, con la sua voce profonda, senza pizzetto e dai capelli argentati, confermando i suoi sospetti.
Erano accadute più cose insieme: la versione Giovane di Xehanort, anche se più possente e alta del solito, si era materializzata davanti a lui e un'enorme piattaforma tonda e alta come un Grattacielo era comparsa sotto di loro e sotto il X-Blade. Il trovarsi improvvisamente sulla superficie piatta e disegnata di quella piattaforma non turbò Sora. Era già successo varie volte: tredici anni prima lui e Vanitas avevano combattuto in un posto simile... No, era Ven che aveva combattuto Vanitas... Inoltre, in uno di quei luoghi, lui, Ven, era stato aiutato da quel bambino di nome Sora... Un momento, lui non era Ven, era Sora... In una di queste "stazioni" aveva combattuto l'Aculeo Spinato... In quell'occasione però era Roxas. Chissà che fine avrebbe fatto il suo Nessuno che, gli aveva spiegato Xion, in realtà era già tornato, sottoforma di Ven e Sora.... Di persona c'era già stato due o tre volte. Una volta aveva combattuto la sua ombra, il Darkside, e aveva scoperto di poter controllare un'arma simile a una chiave chiamata  "Keyblade"... Lì aveva affrontato Roxas...
Sulla superfice della Stazione dei cuori, circolare come sempre, vi erano ora disegnate due persone: il Giovane Xehanort, il medesimo che era proprio davanti a lui, e lui stesso, Sora. Nell'enorme immagine entrambi erano distesi di profilo, uno di fronte all'altro, in modo obliquo e con un ginocchio piegato, in una posizione a "V",  con gli occhi chiusi e senza toccarsi, ma come separati dalla differenza di colori. Metà della piattaforma, quella occupata dall'immagine di Xehanort, era nera e dai contorni argentati, e intorno alla figura del giovane erano raffigurati dieci capi incappucciati, tutti uguali. Invece la parte di Sora, bianca e dai contorni dorati, era occupata dalle facce allegre dei sette Guardiani della Luce e delle Principesse Dal Cuore Puro, che sorridevano intorno alla figura addormentata di Sora. I capi di Eraqus e Terra erano in mezzo, uno sopra e uno sotto, tra le due metà, senza cappuccio ma con le faccie oscurate.
- Cosa... cosa vuoi dire? - domandò Sora nervoso. Xehanort fece qualche passo, ma si fermò quasi subito.
- Hai assorbito coloro che combattono per la luce, come io ho assorbito coloro che combattono per l'oscurità. Ecco cosa voglio dire, stupido -  rispose Xehanort. Stranamente Sora si trovava nella parte delle Oscuità, Mentre Xehanort nella parte delle Luci. Il X-Blade era in mezzo, Il Kingdom Hearts splendeva ancora alto dietro Sora.
- Intendi tutti quelli che hanno combattuto? - chiese. 
- Sì, tutti coloro che sono venuti per la Guerra dei Keyblade, che ti hanno appoggiato, che tu e i tuoi amici avete aiutato. L'hai detto tu: i tuoi amici sono il tuo potere. Confrontiamo il potere di Xehanort, padrone del tempo e dello spazio, dell'Oscurità e dell'esistenza, con quello di  Sora, l'accidentale custode, e quello dei suoi amichetti! - esclamò, ma stranamente  non evocò nessun'arma, esitò un attimo e poi esclamò ferocemente:
 - X-Blade, vieni dal tuo padrone! - 
A queste parole l'enorme arma si avvicinò a Xehanort, che l'afferrò e fece un verso di esultazione. Sora evocò istintivamente la sua armatura per proteggersi, poi il Keyblade. Scoprì di averne undici, più tantissime armi che, sospese in aria, non riuscì a vedere. I Keyblade appartenevano, capì subito, ai Guardiani della Luce, a Xion, a Terra, a Eraqus e a Data-Sora. Xehanort, che evidentemente non se lo aspettava, s'infuriò maggiormente, ma aveva il X-Blade, l'arma invincibile... Iniziarono a scontrarsi. Le armi di Sora, a parte il suo Keyblade e quello della sua versione in dati, erano in aria e si gettavano sul nemico quasi di loro spontanea volontà. Con grande stupore e contentezza di Sora la battaglia non fu un'impresa impossibile da vincere, grazie alla Fusione Suprema
- Perché? Perché non riesco a comandarti come dovrei? - urlò Xehanort al X-Blade, disperato. I Keyblade di Sora lo colpirono e lo fecero cadere all'indietro. Ora Sora lo sovrastava, e lo guardava con disgusto, dall'alto in basso.
- A quanto pare, Xehanort, hai sbagliato a sottovalutare la "forza dei miei amichetti". Hai viaggiato nel tempo e nello spazio e ancora non hai capito niente. Questa è la vera forza del Kingdom Hearts. L'amicizia e l'amore, la mia forza, e solo chi è dalla parte della luce la può capire. Per questo, te l'ho già detto, Kingdom Hearts è luce. Per questo voi pensate che io non valga niente... - 
- Perché è così! - urlò, - La Profezia Della Strega... Parlava della forza che voi non capite. L'oscurità! Il X-Blade è venuto da me, ha dimostrato che quella è la vera forza di cui parlava la strega. Tutti noi nasciamo nell'oscurità, ed è lì che torniamo! È lì che finiranno nuovamente tutti i mondi! Sarò io a decidere cosa accadrà d'ora in avanti! - urlò Xehanort, alzandosi a fatica. Stava par attaccarlo, ma Sora, con un solo Keyblade, colpì il X-Blade, che scivolò di mano a Xehanort e fu spedito lontano da lui, caduto nuovamente a terra.
- Perché vuoi questo? - chiese Sora, calmo. Xehanort rimase in silenzio, leggermente confuso. - Ah, certo. - continuò, - Non sopporti più di vivere nella luce, ti fa male, ti procura un dolore insopportabile. Fare del male agli altri fa star bene te. Ecco perché vuoi sommergere tutto nell'oscurità -.
Xehanort tentò di nuovo di alzarsi, ma qualcosa nelle parole di Sora bloccava tutti i suoi poteri e i suoi moviumenti. 
Le armi di Sora sparirono sotto suo ordine, poi , con enorme stupore di Xehanort, tese la mano. 
- Non dev'essere per forza così, non devi vivere nell'oscurità. Noi possiamo aiutarti. Basta che tu trovi del rimorso in te, e la luce ti riaccoglierà. Puoi rimediare a quello che hai fatto. -
Xehanort esitò un istante, poi urlò: - Mai! -
Sora fece un respiro profondo, poi riprese: - La vedi questa? - chiese, e indicò la collana a forma di corona che portava al petto. - Questa è la prova. Ciò che dimostra la forza che c'è nel mio cuore. La forza che mi ha donato la luce. È vero, io sono il prescelto, ma sono colui che è stato prescelto da qualcosa di più grande, più significativo, di una semplice arma... -
 Finalmente capiva, e sentiva di saperlo da un sacco di tempo. Si alzò in volo, senza armi, e incrociò le braccia. - La trovaì molto tempo fa, sulla spiaggia del mio... del nostro piccolo e perfetto mondo, Xehanort.  Io sono il custode... il prescelto... il padrone del Kingdom Hearts -. 
Xehanort era disperato, la bocca sigillata, forse non poteva neanche più parlare, ma gli occhi mostravano chiaramente lo stato di rabbia e disperazione in cui si trovava.
- Il X-Blade non serve più, non funziona come dovrebbe, non con te comunque. Più semplicemente, Xehanort, io sono il Kingdom Hearts.-
Un enorme scoppio fece voltare Sora e alzare il capo di Xehanort verso l'enorme luna a forma di cuore: era esploso in un enorme sole della stessa forma, un cuore. La luce dorata colpiva completamente Sora.
Insieme al Kingdom Hearts il X-Blade era svanito in mille pezzi. Anche Xehanort fece un urlo disperato, più forte che mai, prima di sparire dall'esistenza proprio come l'arma che per tempi immensi aveva bramato: in mille pezzi. Questi volarono nel vuoto. Sora li osservò un momento, non sapendo cosa provare, poi comparve una porta dorata. Era riccamente intagliata e alta come un palazzo. Dopo anni che utilizzava il Keyblade Sora sapeva esattamente cosa fare: puntò l'arma così simile a una chiave in alto, verso l'infinito, dalla quale fuoriuscì un raggio luminoso. Una musica dolcissima esplorò il cuore di Sora e lo spazio infinito, la porta si aprì accogliendolo. La luce obbedì così beatamente ai progetti che stava organizzando. Un unico mondo sarebbe bastato a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EPILOGO

Era una calda, ventosa notte estiva e Sora, Riku e Kairi stavano aspettando l'alba nella loro isoletta, contemplando il cielo stellato. Riku era appoggiato alla loro palma preferita, incurvata, sulla quale era stesa Kairi. Sora era sotto di loro, sdraiato a terra, con le braccia incrociate dietro la testa.
- Che ruolo hanno le stelle, Sora? - chiese d'un tratto Riku, svegliando Kairi, che si stava addormentando.
Sora esitò un momento. - Ho voluto un unico mondo, come quello che c'era in origine, non ho scelto io. Le stelle corrispondono ai nostri cuori, e la loro luce splende su di noi - rispose dopo un po', sinceramente. - In realtà - continuò, - ho voluto che i luoghi più importanti continuassero a esistere insieme alle persone che ci vivono -.
-  Sì, secondo me hai fatto bene a collocare Radiant Garden, Crepuscopoli e la Città di Mezzo nella stessa isola. - disse allegramente Kairi, alzandosi per osservare l'enorme arcipelago che circondava le Isole del Destino.
Sora annuì.
- E anche le case delle Principesse -. continuò Riku, - I castelli e il resto, voglio dire. Sono tutti nella stessa isola, mi pare... - 
- Esatto, e anche la Città Disney- confermò Sora.
Stettero in silenzio per un po',  stavolta fu Sora che quasi si addormentò, quando...
- Ehi, ecco! - urlò Riku, indicando il cielo dal colore ormai rosato.
Qualche secondo dopo una splendida luce iniziò a salire dall'orizzonte, proprio in mezzo a due isole. L'annuncio di Riku fece sobbalzare Sora, che alzò il capo e sbadigliò, poi annunciò a sua volta: - Bene, possiamo dormire -.
- Sono d'accordo! - esclamò Kairi, e si rigirò di lato. I due innamorati si addormentarono quasi subito, ma Riku si alzò senza fare rumore e raggiunse una piccola apertura tra i cespugli, vicino alla sorgente. Il ragazzo si rese conto che era molto più scomodo entrarci ora, e dovette stringersi per poter passare, ma in poco tempo riuscì a raggiungere la grotta, il loro Rifugio Segreto fin da quando erano piccoli. Osservò i disegni sulle pareti, fatti da loro molto tempo prima. Si sedette e alla fine si addormentò...
- Sveglia! - esclamò la bellissima voce di Xion. Riku aprì gli occhi e se la ritrovò davanti. 
- Che... che ci fai qui? - le chiese lui, sbadigliando e alzandosi.
- Ah, giusto. Io non potevo entrare qui, vero? - 
- No, non è questo. E comunque Sora ha fatto venire Kairi, quindi... - 
Entrambi risero.
- È che pensavo stessi dormendo... - 
- No, veramente pensavo di portare dei fiori ad Ansem... L'hanno seppellito vicino alla Fortezza, ecco...  Gli altri ci aspettano fuori.  Tutti tranne Terra, Aqua e Lea. Ora stanno sistemando la casa di Terra... Allora, vuoi venire? - 
- Certo -.
I due uscirono e incontrarono Sora, Kairi, Topolino, Paperino, Pippo Ventus e Naminè. - Indovinate un po'? - gracchiò Paperino, ridendo. - Ven e Naminè si sono baciati! - 
- Ehi! - esclamò Ven, indignato.
- Dov'è finita la privacy?- domandò Naminè.
- Paperino non ha idea di cosa significa quella parola, Naminè. - disse Topolino, e tutti risero.
- Ehi, ci siamo anche noi! - esclamò una nuova voce. Aqua, Terra e Lea erano arrivati.
- Vi siamo venuti a prendere! - annunciò Terra.
- Un momento, quante barche ci sono ora? - chiese Sora.
- Credo che tutti ce n'abbiano almeno una... - disse Lea.
- Perfetto! Direi di andare - concluse Sora. - Ma prima... abbraccio di gruppo! - 
Poco dopo presero le barche e iniziarono a navigare sul mare splendente.
Non sapevano se ci sarebbe stato nuovamente bisogno di evocare le armi, ma almeno per ora, non avevano alcun'intenzione di farlo. 



   
 
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