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Autore: iloveyourface    15/12/2013    1 recensioni
Louis è da Eleanor, Harry è solo a casa e non ce la fa più.
Dal testo:
Ti amo Lou. Ti ho sempre amato e sempre ti amerò. Perdonami.
[...]
Lo amavo, lo amavo più di me stesso e se gli fosse successo qualcosa per colpa mia, non me lo sarei perdonato.
[...]
"Sarò sincero con te Louis. Come fidanzato fai schifo, ma nonostante tutto lui ti aspetta. Quando te ne vai gli togli l'aria".
[...]
Un attimo fugace in cui due opposti si attraggono e si annullano.
.
It's LARRY.
Se non ti piace il pairing, sei omofobo, o entri solo per criticare LA COPPIA, puoi pure passare alla prossima storia, a noi non manchi. [M]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I need you to keep me from falling apart


Ehi…
22.37
Oh, ehi… Che fai?
22.37

Cosa vuoi che faccia Lou, sono
in camera che cazzeggio un po’
su Twitter
22.38
Ah, ok… come al solito
22.38

Già… E tu dove sei?
22.39
Sono da lei Harry…
22.40

Oh… ok
22.41
Harry lo sai che mi fa male
ma come faccio? Come cazzo
faccio?!
22.41

Lou, lascia perdere
22.42
Harry…
22.42

Harry…
22.43

Hazza ci sei?
22.44

Cazzo Harry rispondi
22.46

Harry?!
22.47

Dimmi che non è vero. Dimmi
che non l’hai fatto.
22.49

Harry ti prego.
22.50

Mi dispiace Lou.
22.51

Ti amo Lou. Ti ho sempre
amato e sempre ti amerò.
Perdonami.
22.52
No Harry!
22.53

Senza pensarci due volte chiamai Niall.
«Dimmi Lou».
«Niall, cazzo. Vai da lui, ti prego. Ho paura».
Non se lo fece ripetere due volte, chiuse la telefonata assicurandomi che avrebbe agito.
Quella notte non dormii.

- La mattina dopo -

Mi alzai velocemente dal letto della casa di Eleanor, la salutai velocemente e lei sorrise comprensiva prima di augurarmi buona fortuna.
Mi catapultai fuori da quella casa che non era casa mia, entrai in auto e partii il più veloce possibile.
Sfrecciavo tra le vie di Londra con un solo pensiero in testa. Harry. Lo amavo, lo amavo più di me stesso e se gli fosse successo qualcosa per colpa mia, non me lo sarei perdonato.
Quando parcheggiai alla bell’e meglio davanti a casa mia, casa nostra, trovai Zayn seduto sui gradini davanti alla porta con una Malboro tra le labbra.
«Sono dentro», mi disse semplicemente, senza neanche alzare la testa verso di me.
Non risposi, mi fiondai in casa e vidi Niall di spalle appoggiato allo schienale del divano leggermente piagato in avanti. Liam, dopo aver sentito la porta sbattere, si girò verso di me.
«Dorme», sussurrò e in quel momento mi sentii una merda. Una merda perché tutti i suoi amici erano lì e io, che poi in teoria ero il suo ragazzo, ero arrivato solo in quel momento.
Mi avvicinai al divano con le lacrime che spingevano per uscire e guardai Harry. Aveva due garze macchiate di rosso a coprirgli i polsi e il respiro leggero. Bello come sempre, però la sua espressione era turbata, come se stesse facendo un brutto sogno.
Autolesionista del cazzo, pensai tra me e me, c’hai provato. Quando la smetterai eh, Harry?
Quando anche tu la smetterai
, intervenne la mia coscienza. E aveva ragione. Aveva ragione come tutte le coscienze di questo mondo a dire che era tutta colpa mia.
Una volta Liam mi aveva detto che sarei dovuto stare di più con lui. Io gli avevo risposto che l’avrei fatto, se solo non ci fossero stati i manager. Zayn era intervenuto con un: «Ti assicuro che quando ti interessa veramente qualcosa te ne fotti dei manager e potresti pure mandare a puttane tutto, basta avere quello di cui hai bisogno».
E di chi avevo bisogno io, se non di Harry?
«Louis, posso parlarti?», era stato Niall a parlare.
Feci cenno di sì con la testa e andammo in cucina.
«Sarò sincero con te Lou», mi disse quando ci sedemmo. «Come fidanzato sei uno schifo. Perchè Harry ha rischiato di morire stanotte e tu ha chiamato me. Non ti sei scomodato, non te ne sei andato, no. Tu hai chiamato me. E la cosa che mi sorprende è che, nonostante tu sia una merda di fidanzato, lui ti aspetta. Lui ti aspetta perché tu sei l’unica cosa di cui ha bisogno. E invece tu cosa fai? Tu lo lasci solo. Tu stai con lei. Prova un attimo a chiudere gli occhi e smettere di respirare».
Lo feci.
«Cosa si prova Louis? Quando te ne vai, gli togli l’aria, gli togli la luce dagli occhi. E quando stai con lei poi. Quando stai con lei, è come se tutto si fermasse per Harry. È come se stesse affogando e non riuscisse a tornare a galla. L’hai mai provato Lou?».
Sì, l’avevo provato. Una volta stavo facendo surf con Liam, quando a un certo punto un’onda mi aveva preso alla sprovvista e mi aveva portato giù. Non riuscivo più a tornare in superficie. L’acqua era entrata dal naso, e i polmoni, ormai a corto d’ossigeno, bruciavano. Il panico mi aveva assalito, mi dimenavo nell’acqua, anche se sapevo che non serviva a niente e che facevo solo peggio. Poi una mano mi aveva afferrato il polso e mi aveva riportato in superficie. Era Harry. Mi aveva salvato. E io avrei dovuto salvare lui. Da me stesso.
«Panico», sussurrai guardando un punto imprecisato.
«Paura. Polmoni che bruciano».
«Esatto», confermò Niall. «Accumula tutte queste sensazioni, Louis, e sommale ad una buona dose di rabbia, oppressione, stress e lacrime non versate. Sommale al sentirsi morire dentro. Alla fine l’unica cosa che vuoi fare è morire anche fuori».
Rimasi a bocca aperta dopo quelle parole.
«Ma pensi che a me non faccia male?».
«Se ti facesse davvero così male, te ne sbatteresti del resto e manderesti a puttane tutto per lui. Però non lo fai. Da questo deduco che non ti interessa», Zayn era entrato in cucina ed era intervenuto.
«Uscite tutti da questa cazzo di casa!», una voce risuonò dal soggiorno. La sua voce. Dei passi si avvicinavano alla cucina.
«Avete capito o devo ripeterlo? Fuori», scandì lentamente l’ultima parola cercando di non perdere il controllo. Non mi guardò, stava incenerendo Niall, rivolgendogli uno sguardo che non ammetteva repliche.
«Cos’è, ti tira il culo perché abbiamo sabotato il tuo tentativo di suicidio?», chiese Niall con un ghigno.
«Niall, basta!», Liam era entrato in cucina e si era avvicinato al ragazzo biondo.
«Noi gli salviamo la vita e lui ci sbatte fuori di casa. Educato il ragazzo».
«Chiudi quella bocca Niall», anche Zayn lo riprese.
Harry abbassò lo sguardo. «Scusate. Grazie. Ora, potreste uscire?», chiese il riccio più gentilmente.
I tre ragazzi si avviarono verso la porta e io dietro di loro. Stavo per uscire anch’io quando mi sentii afferrare per un polso. Mi vennero i brividi a ricordare quella volta, quando non riuscivo a riemergere.
«Tu rimani. Per favore».
Mi girai verso di lui, teneva lo sguardo basso e sembrava tanto fragile.
«Harry, io… mi dipiace così tanto», improvvisamente scoppiai in lacrime. «Faccio schifo, lo so, sono uno schifo come ragazzo, ho sbagliato tutto, mi dispiace». In poco tempo mi ritrovai tra le sue braccia.
«Louis, shh», cercava di rassicurarmi Harry.
«E vedi, anche adesso sto sbagliando perché dovresti essere tu quello arrabbiato e deluso da me, dovresti essere tu a piangere e io a consolarti, e invece è il contrario. Mi faccio schifo».
«Lou, non dire così, dai».
«Harry ti rendi conto di quello che è successo ieri sera?», quasi istintivamente gli accarezzai i polsi coperti dalla garza.
«Me ne rendo conto Louis, solo, voglio dimenticare. Aiutami a dimenticare».
Per la prima volta i nostri occhi si incontrarono. Azzurro nel verde, verde nell’azzurro, l’insicurezza di Louis Tomlinson e la forza di Harry Styles.
«Come posso fare?».
«Così», sussurrò lui a pochi centimetri dalle mie labbra.
E poi fu un attimo. Un attimo fugace in cui tutto si fermò, un attimo fugace in cui esistevamo solo io e Harry, un attimo fugace in cui l’acqua incontra il fuoco, la pioggia incontra il sole, la luce incontra il buio, il bene incontra il male, un attimo fugace in cui due opposti si attraggono e si annullano. Un attimo fugace in cui mi accorsi che senza Harry ero perso. Un attimo fugace in cui mi accorsi che uno era niente senza l’altro. Un attimo infinito in cui le nostre labbra si sfiorarono appena.
«Louis, ho bisogno di te per non cadere a pezzi», soffiò Harry sulle mie labbra.
«Anch’io ho bisogno di te», gli risposi.
E poi le nostre labbra si toccarono di nuovo, le lingue si abbracciarono e tutto non aveva più un lato giusto o un lato sbagliato. Non c’era più bianco o nero, non c’erano più Harry e Louis, c’era l’essenza del nostro amore e quello bastava a fermare e offuscare tutto per un po’, per il tempo necessario a fare l’amore, fare l’amore con il corpo ma anche con il cuore e con l’anima.
«If you walk away, I know I'll fade»
«Se te ne andrai, so che svanirò»
(Gotta Be You, One Direction)


Angolo autrice
Salve popolo! Allora, questa os è uscita in un giorno normale, solo particolarmente “depresso”. Non so bene cosa dire, non c’è molto che non si capisca, credo. Mi scuso per eventuali errori grammaticali e/o di battitura. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, sono ben accette le critiche :) Il titolo è tratto da una frase di “Strong”, sempre dei cinque fenomeni dai capelli impossibili.
Love ya all,
iloveyourface
  
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