Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Ricorda la storia  |      
Autore: lokina fanfantasy96    16/12/2013    3 recensioni
'Karen percorreva con lo sguardo il corpo perfetto di lui. Osservava il torso scolpito messo in evidenza dalla canotta aderente, le braccia nude e imbiancate che mostravano una muscolatura discreta. In seguito si concentrò sul volto pulito, sui capelli neri, lunghi, tirati all'indietro e fissati col gel, sulla bocca sottile, dischiusa per via di un fremito che lo attraversava da capo a piedi. Infine guardò i suoi occhi, di un azzurro limpido, [...], così penetranti, così intensi.'
Naturalmente la figura di lui è totalmente ispirata a un personaggio che non può non essere un modello d'ispirazione: Loki/Tom Hiddleston. Buona lettura!! E mi raccomando recensite!
Genere: Erotico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Quando entrò nel garage era bagnato da capo a piedi, persino la giacca di pelle nera non era servita a fare da scudo alle sue membra intirizzite contro le intemperie, e l'umidità del maltempo era filtrata fin dentro le ossa.
Karen dormiva nell'angolo in cui l'aveva lasciata: la testa appoggiata al muro, le mani legate dietro la schiena, la gonna di jeans infangata che scopriva le gambe nude e pallide per il freddo pungente.

Si chinò a scrutarla da vicino, a pochi centimetri dal suo corpo all'apparenza esile e gracile, a seguire i lineamenti perfetti del volto. La tentazione di sfiorarla anche solo con un dito si faceva sempre più insistente, ma in qualche modo si sentiva come impedito da una forza maggiore, invisibile.
In quel momento Karen aprì gli occhi e subito s'accorse di quella presenza inaspettata. Un po' intimorita si portò le gambe al petto e lo guardò di sottecchi.
“No no, stai pure comoda, non volevo svegliarti.” disse lui in tono gentile.
“Piove a dirotto sai? Pensavo ti sentissi sola e impaurita, così sono venuto qui per rassicurarti e per... farti compagnia, ma vedo che ambientarti non è stato un problema per te. Una mela?” chiese portandola alla bocca. “Immagino tu sia affamata.”
Gliela porse. Karen continuava a fissarlo, per niente confortata da quella sua calma innaturale che era sempre stata uno dei suoi aspetti più inquietanti. Il fatto che non lasciasse trapelare nessuna emozione era qualcosa che la turbava molto perché non era a conoscenza di alcun indizio che potesse suggerirle il modo di agire.
Lui interpretò quell'atteggiamento come un rifiuto, quindi si sedette a gambe incrociate e iniziò a mangiare il frutto con gusto proprio sotto gli occhi di lei.
La ragazza lo guardò con sdegno.
“Cos'è per te tutto questo, un gioco forse?!!”
“Perché definirlo così? A me pare più una gara spericolata dagli esiti imprevedibili tra squadre in cui prevale un forte senso competitivo.” disse lui come fosse la risposta più ovvia.
“E come in ogni gara che si rispetta bisogna imparare a usufruire al meglio delle situazioni favorevoli in cui ci troviamo, e sapere come trarre profitto da momenti occasionali e magari irripetibili.”. Detto questo le porse di nuovo la mela.
Karen non se lo fece ripetere due volte e iniziò a divorarla dalla sua mano.
“Ah com'è vero che l'istinto di sopravvivenza vince su tutto, anche sull'orgoglio femminile.” disse Castor con sarcasmo.
Poi si mise ad osservarla finché lei non ebbe finito.
Osservava le ciocche brune dei suoi capelli ricadere lente sul viso cereo, lo scollo mostrava in parte le forme di un corpo già maturo che era la prova evidente che ormai la sua natura di donna era sbocciata in tutto il suo splendore.
Tuttavia lo sguardo ingenuo e sognatore di ragazza diciassettenne qual era, rivelava che il suo cammino adolescenziale non era ancora finito.
Castor le offrì da bere, in seguito si alzò, andò a prendere un panno e lo immerse in un secchio pieno d'acqua.
“Ora diamo un'occhiata a quella ferita.” disse tornando a sedersi davanti a Karen.
Allungò un braccio per levare il sangue secco che le segnava la fronte, ma lei lo scansò. Quel rifiuto lo lasciò perplesso.
“Non vuoi essere curata???”
“Non da chi mi ha fatto del male, non dal responsabile di questa ferita!!” disse arrabbiata.
“Già, posso capirlo. Ma ti assicuro che quel colpo non era destinato a te.”
“Davvero?!! Eppure solo io ero presente in quel momento!”
“Voglio dire che non era in programma! Il mio uomo è stato costretto ad agire in quel modo perché tu ti sei dimostrata 'non molto incline ad obbedire'” disse Castor con un tono più serio.
“Perché dovrei crederti? In fondo io sono il nemico che devi temere più di tutti.”
“E per quale motivo, si può sapere?” chiese lui con un ghigno.
“Perché non tradisco ciò in cui credo, perché resto fedele ai miei ideali più di chiunque altro, come un cane resta fedele al proprio padrone fino alla morte. E ogni tuo tentativo di farmi passare dalla tua parte sarà vano, se è questo che vuoi.”
“Peccato perché, visto quello che ci accomuna,...”
“Niente ci accomuna!!” sbottò indignata.
“...pensavo di riuscire a convincerti.” riprese senza badare alla sua interruzione.
“Comincia col dirmi qual è veramente il tuo fine perché sai, nella tua mente così ingarbugliata e apparentemente priva di ragione non è facile individuarlo!” ribatté lei.
“E va bene, tanto non ho niente da perdere. Immagina un mondo perfetto, dove la giustizia regna suprema e le leggi stabilite vengono fatte rispettare in modo costante, senza prestare attenzione alle differenze che sono sempre state il punto debole dell'umanità.”
“E tu sei in grado di fornire questo alla gente??” domandò scettica Karen.
“Gli uomini annegano nella corruzione e nella slealtà, giorno dopo giorno diventano sempre più deboli. Io voglio soltanto affrettare questo processo di auto disgregazione, così alla fine gli abitanti di questa Terra si renderanno conto di chi sono realmente i loro capi, si accorgeranno che i cosiddetti 'politici' sono tutti uguali... nel modo di ingannare i popoli che servono.
Così le persone saranno smarrite, disorientate, perché non avranno più nessun punto di riferimento; si rivolgeranno a qualcuno di diverso, capace veramente di mantenere un controllo stabile e irremovibile. E chi risponderà alla loro chiamata? Inizierà una nuova era, darò vita a un nuovo governo fondato su sani principi, dove l'ordine sarà imposto senza alcun riguardo e la corruzione, il veleno mortale dell'uomo, verrà annientata in modo definitivo!”
“Ma così li privi dell'unica cosa per cui si sono sempre fatti avanti, l'unica cosa che appartiene a loro di diritto sin dalla nascita: la libertà.” disse la ragazza sottolineando l'ultima parola.
“Libertà... la più grande menzogna mai esistita. Rifletti. Gli uomini si battono ogni giorno per diventare padroni di se stessi o di chi soccombe, chi si trova in uno stato inferiore.E ciò che li spinge ad agire è il richiamo luminoso della libertà, ma ogni volta vanno incontro all'asservimento se pure involontariamente!! Il desiderio ardente di vivere la propria vita e decidere del proprio futuro senza rispondere ai voleri di uno sconosciuto venuto fuori dal nulla, riduce l'esistenza dell'uomo ad un folle combattimento per il potere, per un'identità. Egli è nato per inginocchiarsi. Alla fine si piega sempre.”
“Le tue sono solo illusioni. Tu parli senza sapere. C'è molto di più nel cuore degli uomini e mi pare impossibile che tu non riesca a vederlo.”
“Può darsi, ma vale la pena provare.” rispose lui ostinato.
Lei non disse niente, consapevole che era una battaglia persa.
Seguì un minuto di silenzio, poi Castor si alzò e andò a slegare i lacci che impedivano a Karen di muoversi.
“Cosa fai??” chiese la ragazza con stupore.
“Ti offro la libertà.”
Karen lo guardò con sospetto. Non sapeva cosa pensare. Castor non faceva mai niente per caso, le sue azioni seguivano sempre un disegno preciso e le ragioni che stavano alla base dei suoi piani erano ogni volta d'interesse personale.
Così facendo si metteva in una posizione di svantaggio: lo spazio era piccolo, ristretto; sarebbe stato facile per lei condensare l'aria presente in pochi attimi, congelando all'istante l'intero garage, compreso il suo corpo ancora infreddolito.
Si alzò e avanzò fin sotto la luce fioca che pendeva dal soffitto al centro della stanza.
Lui le stava difronte, immobile, pronto a scattare.
Tutto sembrava vibrare per via della tensione che aleggiava sopra e fra di loro.
Entrambi si studiavano. Karen percorreva con lo sguardo il corpo perfetto di lui. Osservava il torso scolpito messo in evidenza dalla canotta aderente, le braccia nude e imbiancate che mostravano una muscolatura discreta. In seguito si concentrò sul volto pulito, sui capelli neri, lunghi, tirati all'indietro e fissati col gel, sulla bocca sottile, dischiusa per via di un fremito che lo attraversava da capo a piedi.
Infine guardò i suoi occhi, di un azzurro limpido, accesi di un desiderio irrefrenabile ormai impossibile da contenere, così penetranti, così intensi.
Improvvisamente Karen sentì una consapevolezza invaderla a poco a poco.
Tutto in quel momento sembrava suggerirle la risposta che si faceva strada dentro di lei: l'ambiente isolato, il carattere misterioso di lui, quella tensione in crescendo...
Cercava di convincersi che tale certezza era senza senso, che la verità era un'altra, ma la sua mente si rifiutava di credere a una bugia.
Perché ora Castor era diventato un libro aperto e nulla più teneva nascosto.
Troppo a lungo aveva soffocato quel sentimento insistente, troppo a lungo aveva controllato il suo istinto!
“Perché sei qui?” chiese lei a bruciapelo, con la voce che tremava.
“Mi aspettavo questa domanda, ma penso che già conosci la risposta.”
Avanzò di qualche passo. Lei restò immobile.
“Io... voglio provare ogni tipo di esperienza con te.” disse, respirando piano per darsi un contegno.
“L'ho sempre voluto.” continuò.
Karen si sentì prigioniera di quella realtà assurda e inevitabile. Le parole di Castor avevano cancellato ogni dubbio lasciando il posto a un sentimento sconosciuto.Infatti non poteva fare a meno di riconoscere, ora che si trovava in piedi davanti a lui, che quella figura imponente di leader del gruppo denudato e indifeso, suscitava in lei un piacere irresistibile mai provato prima.
Il vibrare incessante delle sue membra, lo sguardo fermo e magnetico, alimentavano un fuoco represso da molto tempo, un fuoco che credeva inesistente fino ad allora.
Adesso bruciava, bruciava, e intanto cresceva in lei un'insana voglia di lasciarsi andare, di dare libero sfogo a quel fuoco inarrestabile.
“E voglio farlo senza barare.” disse Castor.
Poi non parlò più, perché quello che aveva dentro era troppo forte per poter continuare.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: lokina fanfantasy96