Prologo

  Una bellissima donna cammina davanti a me tra le spighe di grano maturo, i lunghi capelli rossi appena ondulati smossi dal vento. Indossa un semplicissimo vestito bianco, stretto in vita da un nastro celeste; i piedi sono scalzi.
  Cerco di avvicinarla, ma più mi affretto più sembra grande la distanza che ci divide. La giovane donna inizia a ridere, come una bambina che vuole giocare. Inizia ad affrettare il passo, sfidandomi con degli sguardi fugaci. Continuo a seguirla, camminandole dietro per un tempo esageratamente lungo, ma senza stancarmi minimamente.
  Ad un tratto si gira e mi sorride affettuosamente. I suoi occhi, dello stesso colore del cielo che ci sovrasta, sembrano racchiudere amore e dolore allo stesso tempo.
  Due sentimenti che viaggiano sempre in coppia, penso guardandola. Si avvicina di qualche passo e mi prende le mani. Non avrei mai immaginato che mia madre mi potesse somigliare tanto. Lo stesso nasino all'insù, le stesse ciglia scure, le stesse curve leggermente abbondanti, addirittura la stessa statura.
  - Sai cosa devi fare con queste mani, vero Anya?
  La guardo con gli occhi lucidi e abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate. Anche il colore della nostra pelle è lo stesso: sembrava quasi abbronzato, il colore tipico degli abitanti della nostra regione della Terra del Mare. Scuoto la testa. No, non so cosa devo fare con queste mani. Non ne ho la minima idea. L'unica cosa che sono capace di fare con queste mani è solo una, la più terribile: uccidere. Impugnarci un pugnale, stringerle attorno a un collo, spezzare ossa.
  Mia madre mi sorride dolcemente e mi bacia sulla fronte. - Tu sai cosa devi farci, Anya. Cosa puoi farci, cosa vuoi farci. Scrivici il tuo destino, con queste mani, aggrappati al tuo amore, tieni duro.
  Poi un lampo. Vedo i ricordi di mia madre diventare miei e i miei diventare suoi. Vedo il primo incontro tra lei e papà, il loro primo bacio, il loro matrimonio. Poi il giorno in cui nacqui, la felicità e l'amore stampati in viso ai miei genitori, la paura e il dolore. Quando riprendo coscienza di me, le mie mani sono completamente imbrattate di sangue, come il resto del mio corpo.
  Sai cosa devi fare con queste mani, vero Anya?

.:: Angolo dell'autrice ::.
Bonjour <3
Ed eccoci qua, di nuovo con Anya :3 Sinceramente amo sua madre, l'ho amata dall'istante stesso in cui l'ho creata <3
Anya: Mamma! çwç
Silenzio, parla il faraone.
Anya: Tu! Sei stata tu a portarmela via, razza di ibrido malformato!
Hey, cos'è questo linguaggio? Cuccia! Sciò! Sparisci!
Nessuno mi può chiamare "razza di ibrido malformato" °^°
Ehm... vabbé, spero che almeno di trovare qualche recensione in più oltre a quelle di Drachen ^__^ A proposito, grazie di leggere le mie storie! *si china in avanti*
Alla prossima <3

Vì