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Autore: Miss Kon    18/12/2013    3 recensioni
Per socializzare, per divertirsi, per distrarsi, per fingere che nulla di quel che era successo fosse davvero capitato.
Per fingere che tutto andasse bene, insomma.
Rogue fece una smorfia, stringendosi di più a sé, per non sentire il freddo e neppure il vociare allegro che la attorniava e la stordiva spiacevolmente.
Scosse il capo e i lunghi ciuffi bianchi dondolarono di fronte al suo volto.
Rannicchiata con le gambe strette al petto, da sola in uno degli alti spalti del pala-ghiaccio, guardava gli altri divertirsi, pattinando e ridendo come fossero persone normali.
[Piccolo lavoro introspettivo su Rogue. ]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Logan' Howlett/Wolverine, Marie D'Ancanto/Rogue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Winter sadness.


Per socializzare, per divertirsi, per distrarsi, per fingere che nulla di quel che era successo fosse davvero capitato.
Per fingere che tutto andasse bene, insomma.
Rogue fece una smorfia, stringendosi di più a sé, per non sentire il freddo e neppure il vociare allegro che la attorniava e la stordiva spiacevolmente.
Scosse il capo e i lunghi ciuffi bianchi dondolarono di fronte al suo volto.
Rannicchiata con le gambe strette al petto, da sola in uno degli alti spalti del pala-ghiaccio, guardava gli altri divertirsi, pattinando e ridendo come fossero persone normali.
E magari potevano sembrarlo ma non lo erano. Non si poteva negare.
Nessuno di loro poteva farlo, potevano fingere ma non cambiare la realtà dei fatti.
Non erano normali.
E lei non poteva neppure fingerlo.
Se fosse caduta e avesse sfiorato qualcuno quella recita sarebbe finita, la persona toccata sarebbe stata male, sarebbe svenuta o, peggio, sarebbe finita in coma e lei avrebbe dovuto lottare con la mente di qualcun'altro per riprendere il controllo di sé. Di nuovo.
Rabbrividì a quel pensiero e rabbrividì di più quando sentì il suono delle risate farsi più forte.
Ma non di risate qualsiasi.
Era la risata di Bobby. E quella di Kitty.
Assieme.
La mutante solitaria si strinse di più nelle spalle, ma non era davvero il freddo la causa.
“Che sciocca che sei, Rogue” mormorò ad ammonimento a sé stessa, sovrappensiero.
“Sì, lo sei a stare qui senza giacca” la riprese, in risposta, una voce roca.
Rogue sussultò e si voltò a guardare l'uomo.
Aveva riconosciuto subito la sua voce ma non si aspettava di vederlo lì.
“Logan!” lo salutò sorridendo per la prima volta da quando erano partiti, professori e studenti, per quella gita.
Lui rispose con un cenno del capo e un sorriso.
“Di' che ci fai qui da sola, unh? Non dovresti essere con loro a divertirti?” le domandò avvicinandosi di un paio di passi, per poi sedersi accanto a lei.
Lo sguardo della ragazza parve intristirsi e tornando a guardare la pista di ghiaccio chinò il capo, stringendosi maggiormente le ginocchia al petto.
“Non...non mi va” sospirò mentre, anche senza volerlo, gli occhi tornavano a posarsi su di Bobby. Sul suo volto dalla linea mascolina, su quegli occhi chiari e limpidi, sul suo sorriso.
Ma lui non sorrideva a lei, sorrideva a Kitty.
E la teneva per mano.
Una terribile sensazione di esser stata dimenticata la attanagliò e un'ombra di dispiacere le velò gli occhi, già lucidi in parte a causa del freddo.
Logan la scrutò per un attimo, accorgendosi subito della sua tristezza e voltò lo sguardo cercando di capire cosa, la ragazza, stesse guardando.
Notò subito Bobby e con la stessa rapidità capì il nocciolo della questione.
Sospirò grattandosi il capo, in vago imbarazzo. Consolare la gente non era il suo forte, figurarsi consolare una ragazza adolescente per le sue pene d'amore. Era decisamente una combinazione ostica.
“Sai?” esordì con un mezzo sbuffo, poggiando i gomiti sulle ginocchia “La cosa brutta di quando piangi è che l'unica persona che può farti smettere è proprio quella per cui stai piangendo”
Rogue lo ascoltò in silenzio, mentre gli occhi le si inumidivano sempre di più.
“Già” fu l'unica risposta laconica che riuscì a sospirare.
“Coraggio” mormorò Wolverine, voltandosi verso di lei.
La ragazza, quasi avesse sentito il suo sguardo addosso, girò il capo e lo guardò negli occhi cercando di abbozzare un sorriso.
Lui le sorrise di rimando e le accarezzò i capelli, con quella gentilezza che nessuno avrebbe mai sospettato possedesse e che mostrava solo agli amici più cari, quasi fosse un segreto.
Rogue gli prese la mano e gliela strinse, si sentiva sola e quel contatto umano, per quanto filtrato da dei guanti, era la sua piccola ancora di salvezza.
In realtà era lui, Logan, la sua ancora di salvezza, quell'uomo che sembrava spuntare sempre fuori al momento giusto, pronto a salvarla.
A salvarla da tutto: da Magneto, da sé stessa, dalla tristezza.
Tirò sul con il naso e si poggiò con la testa sulla sua spalla, grata che quell'uomo le fosse amico.
“Coraggio” le ripeté lui, circondandogli le spalle con il braccio “Vedrai che andrà meglio poi” le sussurrò, lei in risposta annuì, accoccolandosi un po' meglio in quell'abbraccio.
Per un attimo il freddo, le risate e il vociare parvero affievolirsi e Rogue pregò che quel momento durasse a lungo.
Chiuse gli occhi e inspirò a fondo.
Sì, per qualche minuto ancora avrebbe lasciato fuori la realtà e la sua malinconia invernale.
  
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