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Autore: Pichan    20/12/2013    2 recensioni
PARTECIPA AL "At the opposite side contest" di Edvige.91
"I miei colleghi possono cavarsela senza di me."- fece spallucce.
"Non posso venire."
"Perché?"
"Perché sei praticamente uno sconosciuto, sono una ragazza sola e sono stanca, voglio tornare a casa."- rispose lei sospirando.
"La tua metro è passata ormai, ti conviene venire con me se non vuoi limitarti a mangiare quel panino. Fai come vuoi."- si voltò lasciandola sola, incamminandosi verso le scale per poi salirle.
ShikaIno♥ of course, with love! :3
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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At the opposite side contest, di Edvige.91

Nome autore: Pichan;
Pacchetto Préfontaine; parola: Autunno;
Titolo della storia: Incomprensibilmente dolce;
Introduzione: <<"I miei colleghi possono cavarsela senza di me."- fece spallucce.
"Non posso venire."
"Perché?"
"Perché sei praticamente uno sconosciuto, sono una ragazza sola e sono stanca, voglio tornare a casa."- rispose lei sospirando.
"La tua metro è passata ormai, ti conviene venire con me se non vuoi limitarti a mangiare quel panino. Fai come vuoi."- si voltò lasciandola sola, incamminandosi verso le scale per poi salirle.>>;
Avvertimenti particolari dell'autore: Nessuno.

 

Incomprensibilmente dolce

"Finalmente si torna a casa!"- sospirò Ino, mentre il vento le scompigliava i capelli dorati e il primo freddo d'autunno le arrossava gli occhi celesti. Si passò una mano sopra uno zigomo, per asciugare una lacrima colata a causa di quel freddo acuto. Cominciò a camminare più velocemente, dopo il doppio turno in ospedale era a pezzi. Era stata lei ad offrirsi per dare una mano, ma non credeva di certo che sarebbe uscita dalla struttura in quelle condizioni pietose. Era letteralmente a pezzi. Si strinse un po' di più nel suo giubbotto, mentre scendeva le scale della metropolitana: sarebbe tornata prima a casa e avrebbe evitato tutto quel freddo. Il rumore dei suoi passi rimbombava nella stazione della metro che stranamente era vuota. Si incamminò verso una panchina, sedendosi su di essa e mettendosi in attesa della metropolitana.
I minuti passavano e guardando l'orologio, notando che mancavano ancora dieci minuti, decise di andare a prendere un panino nel bar all'uscita della stazione. Sentiva un certo languorino e massaggiandosi la pancia, fece per alzarsi. Proprio in quel momento dall'altra parte dei binari, spuntò un ragazzo con un ciuffo disordinato e la barba ispida che la guardò, mentre si sedeva anch'egli su una di quelle panchine in cemento. Non gli diede molta importanza, e velocemente si avviò a prendere il suo panino. Scese poco dopo con una bustina in mano: era quasi ora di cena e non aveva proprio voglia di tornare a casa e mettersi ai fornelli. Meglio mangiare qualcosa di veloce e mettersi a letto. Si mise a sedere sulla panchina dove precedentemente si era seduta, cercando con lo sguardo il ragazzo di prima, che sembrava essersi volatilizzato. Si guardò dietro le spalle, ma niente. E se fosse stato un malintenzionato? Preoccupata, lo cercò ancora, ma non lo trovò, fin quando non lo vide sdraiato su una panchina ad un angolo della stazione. Altro che malintenzionato... era solamente un povero clochard. Si sentì improvvisamente una stupida ad aver dubitato delle intenzioni dell'uomo e spinta da un sentimento di pietà e di solidarietà, attraversò i binari facendo attenzione e si avvicinò lentamente al ragazzo, cercando di non svegliarlo di colpo. Si inginocchiò accanto alla panchina dove dormiva e con un dolce 'Scusi', lo fece svegliare, per poi sorridergli cordialmente.
"Le volevo dare questo -e gli porse il panino, mentre il ragazzo che non diceva una parola sembrava non capire- mi dispiace averla disturbata ma è stato più forte di me."
Il ragazzo guardò prima la busta fra le mani della ragazza, poi i suoi occhi chiari e poi il suo sorriso e di rimando, sorrise anche lui.
"Mi dispiace signorina, ma temo che lei si sia sbagliata scambiandomi per un clochard."- le disse gentilmente. La ragazza sbarrò gli occhi, arrossendo di colpo imbarazzata.
"Ma, io credevo che... Lei stava dormendo qui e..."
"Stavo lavorando ed ho lasciato i miei colleghi per un pisolino..."- rispose facendo spallucce, facendo arrossire ancora di più la ragazza.
"Mi scusi, non potevo immaginare che lei si stesse riposando dal lavoro."- si dimostrò dispiaciuta Ino, che riconobbe un briciolo di pigrizia nel ragazzo.
"Non fa niente signorina...?"- allungò la mano verso di lei per stringere quella libera della ragazza per fare conoscenza.
"Ino! -gli diede la sua mano, stringendola- E lei si chiama...?"
"Shikamaru, ma può anche smettere di darmi del lei, anche se la barba dimostra il contrario, non sono così vecchio."- le sorrise.
"Oh no, io non volevo dire che lei... ehm che tu sembri vecchio, do del lei per abitudine alle persone che non conosco."- arrossì un po' per la confusione fatta mentre parlava.
"Ma ora ci conosciamo Ino, anzi, permettimi di offrirti qualcosa da mangiare."
"Ma veramente io dovrei..."- cercò di obbiettare la ragazza.
"Non mi dire che devi tornare a casa da tuo marito o dai tuoi figli a preparare la cena, perché non ci credo."- la interruppe facendola arrossire di nuovo.
"E tu che ne vuoi sapere di chi mi aspetta a casa?"- chiese con una nota di alterazione.
"Credo nessuno. Dato che sei andata a comprare un panino per una cena veloce, che poi hai deciso di donare ad un barbone."- spiegò il suo pensiero, Shikamaru.
"Beh infatti 'credi'."- si alzò in piedi dalla posizione inginocchiata che aveva assunto per svegliare il ragazzo. Gli voltò le spalle e si incamminò verso i binari, sicura che la metropolitana sarebbe arrivata a momenti. I suoi passi veloci rimbombavano nella stazione mentre Shikamaru la chiamava dal suo angolino. La donna si fermò dietro la linea di sicurezza, in attesa che la metropolitana arrivasse. Tirò un lieve sospiro e questa arrivò, fermandosi di fronte alla ragazza, che avvicinandosi alla porta, fece per entrare, ma una mano la afferrò per il braccio facendola voltare. Di fronte a lei, Shikamaru la guardava negli occhi e per una attimo, le tornò il pensiero che fosse un malintenzionato.
"Che vuoi?"- gli chiese alterata.
"Ok Ino, ti chiedo scusa. Ho dato per scontato che nessuno ti stesse aspettando in casa e quando sono sceso qui in fermata ti ho guardata e ho visto che ti toccavi la pancia come se avessi fame, per questo ti ho offerto di venire a cena. Se avessi qualcuno a casa ad aspettarti non mangeresti un panino al volo, torneresti a casa dal tuo fidanzato o dai tuoi figli per preparare qualcosa."- le disse, tenendola saldamente per il braccio, mentre la metro partiva.
"Sei in orario di lavoro se non sbaglio, non puoi portarmi a cena."- gli rispose lei gelida.
"I miei colleghi possono cavarsela senza di me."- fece spallucce.
"Non posso venire."
"Perché?"
"Perché sei praticamente uno sconosciuto, sono una ragazza sola e sono stanca, voglio tornare a casa."- rispose lei.
"La tua metro è passata ormai, ti conviene venire con me se non vuoi limitarti a mangiare quel panino. Fai come vuoi."- si voltò lasciandola sola, incamminandosi verso le scale per poi salirle.

*
Quella sera tornò poi a casa a piedi e dopo aver mangiato il suo panino, si mise nel suo letto, sotto al quel caldo piumone, mentre Morfeo1 la cullava fra le sue braccia. Il giorno dopo era di riposo e lo passò -per la maggior parte del tempo- a dormire, per rimettere in pari il sonno perso. Non pensò molto all'incontro avvenuto il giorno prima e solo il pomeriggio, quando si svegliò, si decise ad uscire per fare un po' di spesa. Così, lavandosi ed indossando velocemente un paio di jeans, una felpa blu e le sue scarpe da ginnastica grigie, si infilò la giacca in pelle e una sciarpa ed uscì a piedi per prendere qualcosa da mangiare per cena. Da un anno ormai viveva da sola in quell'enorme città. Il lavoro l'aveva chiamata ed aveva dovuto lasciare i suoi familiari e i suoi amici. Così camminando fra le vie della città, diede delle occhiate alle vetrine dei negozi illuminati. Era solo metà novembre e già avevano decorazioni natalizie e lucine colorate ad intermittenza. Rimase incantata a guardare la vetrina di un fioraio: i fiori, dopo la medicina, erano la sua passione. Rimaneva ammaliata a guardare quei colori vivaci e quelle forme strane, le piaceva prendersene cura, sin da bambina ne era attratta. Riprese a camminare: Destinazione supermercato.
Pochi minuti dopo, arrivando un po' infreddolita nel supermarket, entrò, perdendosi fra gli scaffali di merendine, lette, formaggi, carne, pane e chi ne ha più ne metta. Ad un tratto nel reparto delle bibite, un ciuffo disordinato ed un viso conosciuto, le apparve e rimase immobile. Shikamaru, -quell'insopportabile- era lì e a quanto pareva aveva tagliato quella barba da clochard che il giorno prima aveva. Con velocità, si spostò in un altro reparto. Non voleva proprio avere nulla a che fare con lui. Si mise a cercare i biscotti al cacao che le piacevano tanto e non appena li trovò, ne prese un pacco.
"Ciao seccatura!"- una voce orribilmente irritante la fece voltare e dietro di lei, Shikamaru, le sorrideva con un'espressione ebete sul volto.
"Ancora tu? Come ti permetti di chiamarmi 'seccatura'?"- chiese lei, irritata dalla presenza del ragazzo.
"Effettivamente, se ci pensi, sei un po' seccante... Lo saresti molto meno se però venissi a prendere un caffè!"- rispose il ragazzo che la guardava con aria indifferente.
"Non ti arrendi?"
"La cosa è che ho fatto caso che mi hai guardato con leggero interesse poco fa, prima di scappare."- le disse vagamente Shikamaru, mentre lei arrossiva.
"Senti, non so cosa tu voglia da me, ma hai davvero bisogno di un buon oculista!"- esclamò allontanandosi, ma Shikamaru la seguì.
"Ino, ti ho guardata anche io con interesse ieri."- a quelle parole la ragazza si fermò, voltandosi verso di lui, guardandolo in modo strano.
"Veramente?"
"No. Ho capito sin dal primo istante dopo aver aperto gli occhi che eri una seccatura bella e buona."- la sentì bofonchiare qualcosa e andarsene via rossa come un pomodoro.
"E dai scherzavo, seccatura!"- le urlò, beccandosi brutte occhiate da qualche commessa. Le si mise dietro in fila alla cassa, osservando la sua chioma liscia e bionda, perfettamente ordinata. Entrambi pagarono il proprio conto, ed uscendo, il ragazzo, prese la busta di Ino mentre le sorrideva.
"Allora, posso offrirti qualcosa?"- le chiese cortese.
"L'importante è che poi mi lasci in pace."- e non fece in tempo a terminare la frase che Shikamaru la prese per mano, portandola fra le strade della città.

*
Entrarono in un bar e si misero seduti. L'atmosfera era calda ed accogliente e all'arrivo della cameriera ordinarono un latte macchiato ed un caffè, che non tardarono ad arrivare.
"Dato che ho accettato il tuo invito, parlami di te."- lo invitò la ragazza, sorridendo appena.
"Mi chiamo Shikamaru Nara, mi piace dormire, ho ventisei anni e lavoro in uno studio di ingegneri. Tocca a lei, signorina!"- la invitò a sua volta, bevendo il suo caffè.
"Allora, lavoro nell'ospedale della città, sono un'infermiera, ho venticinque anni e vivo da sola, quindi la tua deduzione di ieri era giusta. Come hai fatto a capire che non ho figli o un fidanzato a casa, solo da quel poco che hai visto?"- gli chiese prima di portarsi alla bocca la tazza di latte macchiato e bevendone un sorso. Il ragazzo ridacchiò un po'.
"Io dico solamente che ho buone capacità deduttive elaborative ed organizzative, non mi piace definirmi un 'genio', anche se la maggior parte delle persone che conosco mi definisce così."- le sorrise e lei ricambiò. Le osservò le labbra che morbide, si appoggiavano sulla tazza: Ino sembrava un angelo.
"Allora Yamanaka, ora non sono più uno sconosciuto, non sei stanca, sei solamente sola."- constatò il ragazzo, riallacciandosi la scusa che Ino aveva messo per non andare a cena.
"Quindi?"- chiese lei, non capendo dove il ragazzo volesse arrivare.
"Quindi niente. Vogliamo andare?"- e si alzò andando verso la cassa del bar, lasciando Ino senza una risposta, che si alzava e prendeva la sua busta della spesa.

*
Shikamaru, camminava affianco a quella figura minuta e graziosa che con gli occhi arrossati dal vento freddo di metà dicembre, osservava un bambino ed il suo cane giocare nel parco della città, vicino alla fermata della metro dove aveva incontrato per la prima volta il ragazzo. Erano passati diversi giorni da quello in cui Ino e Shikamaru si erano visti. Parecchie volte si erano incrociati per caso ed altrettante volte erano andati a cena insieme. Quel giorno avevano deciso di passare qualche ora insieme a chiacchierare anche se il copione fra loro era sempre lo stesso: Si davano appuntamento, entrambi arrivavano in ritardo -una perché ci metteva troppo a prepararsi, l'altro perché dormiva come un orso in letargo-, si salutavano con un filo di imbarazzo, cominciavano a stuzzicarsi, passavano ai litigi e ai battibecchi e facevano pace. Malgrado tutto, la cosa non li turbava e provavano piacere a stare l'uno con l'altro.
"Cosa pensi di fare a Natale?"- chiese lui con indifferenza.
"Penso di lavorare. Non tornerò a casa dai miei, tu invece?"
"Dormirò. Dormirò tutto il giorno. Mi rinchiuderò in casa in letargo."
"Non aspetti Babbo Natale?"- gli chiese la ragazza ridendo di gusto, prendendolo in giro. Shikamaru si fermò guardandola negli occhi sorridendo.
"Veramente volevo aspettare te che smontavi dal tuo turno, per stare insieme."- le passò una mano dietro la nuca attirandola a sé, per poi posare dolcemente le sue labbra contro quelle dell'angelo. Qualcosa di incomprensibilmente dolce li avvolse e l'ultima foglia del tiglio accanto a loro, scivolava via, portata lontano dal vento.
Sorrise sulle labbra della ragazza che ricambiò, pensando che oltre a non essere più stanca e a non essere più degli sconosciuti, era riuscito anche a non farla sentire -e stare- sola. C'era lui. E pensare che tutto era cominciato tutto in una metropolitana desolata, quando venne scambiato per un clochard. E pensare che, anche se non lo ammetteva, aveva provato un po' di interesse, appena aveva incrociato quegli occhi chiari.

Ti sei mai stupita se le stelle brillano per te? Fluttuano giù, come foglie d’autunno.


Angolo di Pichan!

Ciao a tutti cuccioli di gatto randagio! Ecco qua Pichan che torna con questa sottospecie di AU comico-romantica. Spero davvero che vi piaccia e soprattutto che riesca a vincere il contest! :) Sarebbe davvero una grande soddisfazione! Vi lascio alle recensioni e qui sotto inserirò il giudizio di Edvige.91! Un bacio!

Morfeo1: dio del sonno.


Ed ecco il giudizio di Edvige! :)

Grammatica: 3/5 
La grammatica ha bisogno di una piccola rispolverata (parlo per la revisione del testo). Ho trovato parecchi errori di battitura, punteggiatura messa nel posto sbagliato e tempi verbali cambiati dal nulla. In ogni caso sono sicura che una più accurata revisione del testo, possa permetterti di eliminare questi errori senza problemi. 

Fluidità: 6/10 
Ho letto la storia con leggera fatica a causa degli errori di punteggiatura, ma nel complesso sono riuscita a seguirla senza dover rileggere delle parti più di due volte. Lavorando sulla punteggiatura migliorerai sicuramente anche la fluidità. 

Coerenza: 7/15 
La coerenza, purtroppo, non l’ho trovata molto convincente. Hai semplicemente detto che era autunno, senza dare nessuna descrizione particolare che facesse intendere quello che il pacchetto stesso richiedeva. Inoltre il contest stesso domandava che la storia si svolgesse alla metropolitana con possibili flashback o ricordi del passato. In questo caso la storia è solamente ambientata fuori dalla metro, fatta eccezione per la prima parte. 

Originalità: 13/15 
Nel complesso, ho trovato molto buona l’originalità che hai messo nella fanfiction. Nonostante tu sia andata fuori tema non seguendo quello che il contest chiedeva di fare, mi hai piacevolmente sorpresa con l’idea che hai dato della storia. Davvero molto bene. 

Gradimento Personale: 4/5 
Alla fine posso dire che ho apprezzato la storia, mi è piaciuta, nonostante ci sia qualche errore di battitura, di punteggiare e grammaticale. Nel complesso l’ho trovata piacevole da leggere e davvero carina. Un bel 4/5. 

Punteggio Finale: 33/50


Praticamente mi sono classificata quinta e a dirla tutta oltre a non dispiacermi devo ammettere di non averci capito nulla di alcune cose, penso che Edvige sia impazzita a giudicare questa roba! :P E vabbè dai, la prossima volta andrà meglio! Un bacio a tutti e grazie per tutte le letture!

   
 
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