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Autore: jo_gio17    21/12/2013    3 recensioni
La Corte più Oscura di Parigi, la famosa Corte dei Miracoli. I gitani sono in festa quando ad un tratto.......
Questa storia si è classificata 5 al contest Che Duo!
Genere: Sentimentale, Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il fuoco alla Corte dei Miracoli


I timidi e labili raggi lunari filtravano dai lucernari. Alcune stelle facevano capolino dalle sottili nuvole che coprivano il cielo notturno di Parigi; era tutto semplicemente perfetto. La misteriosa musica invadeva le mie orecchie, deliziandole. Gli sposi erano sul palco, al centro dell’enorme sala sotterranea. Selina suonava il vecchio pianoforte mentre il Ministro dei Gitani celebrava le nozze. Finalmente la melodia venne completamente invasa da un unico strumento: un violino. Avrei potuto riconoscere quel suono ovunque, a eseguire quella meravigliosa musica c’era Jack. Le note erano impetuose e forti proprio come il suo animo, i suoi capelli neri contrastavano il vestito multicolore delle feste. Era davvero bellissimo, senza accorgermene mi stavo innamorando di lui, di nuovo. Dopo pochi mesi avrei compiuto gli ambiti sedici anni, la maggiore età, secondo le regole della Corte dei Miracoli; solo allora, io e Jack ci saremmo potuti sposare. I suoi occhi si posarono su di me mentre muoveva l’archetto, la sua musica mi procurava gli stessi brividi dei suoi baci. Io, attraverso questa, riuscivo a sentire la sua passione…il suo amore.

La nostra vita non era facile, gli abitanti della Parigi del sole ci odiavano e non ci permettevano di vivere in libertà, ci consideravano parassiti, ma noi, angeli notturni, non ci saremmo mai arresi. I nostri avi avevano creato questo mondo, questa corte, solo per noi. E noi l’avremmo difesa e onorata fino all’ultimo respiro.

L’officiante iniziò a cantare sulle note vigorose, dopo poco sarebbe iniziata la vera festa; i matrimoni degli zingari duravano almeno tre giorni e tre notti. Celebrazioni come questa erano un momento di unione per la nostra comunità, servivano a ricordare che ognuno di noi era libero e che solo uniti eravamo forti.

La cupa sinfonia stonava un po’ con l’atmosfera festosa, ma quella era un’antica canzone della nostra tradizione; le ultime note vibravano ancora nell’aria quando le guardie del vescovo irruppero nel nostro nascondiglio.

Ci avevano trovati. Il mio cuore prese a battere all’impazzata. Quei bastardi stavano dando fuoco agli arazzi sulle pareti, il fumo e le fiamme correvano inesorabilmente verso di noi. Le grida di terrore erano acute, non eravamo pronti a un agguato. Le sentinelle all’entrata non avevano dato l’allarme…perché?

I miei pensieri vorticavano impazziti, come le persone accanto a me. Nella sala grande c’era una sola uscita, che adesso era bloccata dai soldati nemici. Io ero all’altro capo della stanza, la paura e il dolore mi paralizzavano. Non riuscivo a gridare, non riuscivo a muovermi, tutta la mia famiglia stava venendo sterminata davanti ai miei occhi e io non riuscivo a fare nulla.

Qualcuno gridò il mio nome, il suono mi raggiunse ovattato, appena udibile sopra le grida degli altri gitani.

- Sally, scappa! Sally!

"Jack."

Il mio unico pensiero; alla fine la mia stessa paura mi riscosse.

“Dov’è Jack?”

Corsi verso il palco, il punto più alto della sala; dovevo trovarlo. Quando guardai attentamente sotto di me, vidi la bocca dell’inferno. Fiamme, sangue e crocifissi. Quale dio avrebbe permesso questo sterminio? Alcuni di noi venivano ammazzati senza pietà, altri catturati, solo per essere uccisi dopo un finto processo.

Poi lo vidi.

- Jack – urlai, con tutto il fiato che avevo in gola. Tre uomini lo avevano ammanettato e lo stavano portando via. – No, no, no! Non portatelo via! – Il panico si era di nuovo impossessato di me. Senza pensare mi lanciai in quella guerra per raggiungerlo. Nella mia mente solo l’immagine dei suoi occhi perfetti bagnati dal suo stesso sangue. Mi feci spazio tra la calca a spintoni, qualcosa mi ferì alla spalla, ma non mi fermai. Il mio vestito era pesante e scomodo, la ferita mi faceva male, ma dovevo raggiungerlo. Caddi a terra a pochi metri da lui. Quando mi vide, una nuova forza s’impadronì di lui e ricominciò a lottare, i tre uomini faticavano a tenerlo fermo. Jack teneva puntati i suoi occhi nei miei come se potessi dargli forza. Poi l’impensabile: delle lacrime scesero sulle sue gote, mentre urlava e scalciava ancora più forte. Solo dopo capii il perché di tutta quella furia.

Il dolore fu lancinante, mi avevano trafitta di nuovo e più a fondo. Un grido disumano invase l’aria, io cercai invano di rialzarmi, ma un piede mi schiacciò la testa a terra, ancora una volta, dalla mia bocca non uscì nessun suono.

Capii, stavo per morire. La morsa della paura non mi attanagliò, come pensavo. Lo guardai per l’ultima volta, e con le labbra gli mimai un “ti amo”…poi non vidi e non sentii più nulla.




 
NdA
Ciao a tutti! Questo racconto è breve e concentrato, almeno spero è stato scritto per un bellissimo contest: “Che Duo! Di LadyBalck89. In principio la storia doveva essere un’altra ma per questione di tempo non sono riuscita a concluderla, quindi ecco qui una piccola Oneshot. Conto di pubblicare comunque l’altra, che ancora non ha un titolo che mi convinca (ma questo è un dettaglio di cui non ve ne frega nulla, lo so, volevo rendervi partecipi XD) .

 La storia è ambientata in una Parigi antica, circa 1830/40. La Corte dei Miracoli era appunto la corte dei gitani parigini, nessuno a parte loro sapeva dove fosse situata. Solo molti anni dopo vennero scoperti e la corte bruciata, in quanto venivano considerati parassiti e malfattori. Dovete immaginare un po’ l’atmosfera festosa e misteriosa che viene descritta in “Notre Dame de Paris”, e poi considerare che non sono una scrittrice professionista ovviamente ;). Spero comunque che vi sia piaciuta o almeno che l’abbiate trovata interessante. La musica che descrivo nel testo è quella del prompt “Dance Macabre” e beh spero che la paura (la parola chiave)  si percepisca.

Ps: ho inserito negli avvertimenti “tematiche delicate”  per la questione religiosa, dato che ho utilizzato il punto di vista dei gitani.

Mi porto avanti con i ringraziamenti, sia a chi la leggerà e per chi (vi prego in tanti XD) la recensirà :D
Baci Baci

Jogio
  
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