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Autore: Valeriagp    23/12/2013    1 recensioni
E' Natale. E come tutti gli anni Bradley vorrebbe che questi giorni sparissero dal calendario.
Ma in fondo c'è una cosa che desidera per queste feste: rivedere Colin dopo mesi di lontananza. E così decide di prendere un aereo e partire per Armagh.
***
Storia scritta a quattro mani con shipalltheships :) Nostro regalino di Natale per il fandom!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice:
Ciao ragazzi!! Benvenuti nel nostro regalo di Natale al Fandom Merthur/Brolin :-) !!!

Questa è una fan fiction infatti scritta a quattro mani da me e Luisella - mia Beta e amica - e siccome avevamo voglia di scrivere qualcosa insieme una volta, ci siamo dette: "Perché non farlo con una bella Brolin Natalizia??"

La trovate pubblicata su entrambi i nostri profili perché è frutto della mente e della penna di entrambe.

Ha due capitoli, questo è il primo, speriamo di pubblicare - salvo imprevisti che ci costringano a rimandare - il secondo per Capodanno.

Ringraziamo la disponibilissima Boo che ci ha fatto da Beta e che ha scelto il bellissimo titolo della FF :D
E ringraziamo anche Lucia e Silvia, visto che molte delle idee sono nate da meravigliose chiacchierate con loro <3

Che rimane da dire??

Godetevela e... Buon Natale!!!!

Lu e Vale

*****

 

Non nevica, ha smesso da qualche ora, ma il cielo è plumbeo, e probabilmente ricomincerà presto. Appena atterrato a Dublino, all'aeroporto internazionale, la macchina a noleggio appena ritirata, Bradley carica il bagaglio non troppo voluminoso – non prevede di trattenersi molto – nel cofano, e poi si accomoda teso alla guida, la testa sovraccarica di pensieri, i muscoli irrigiditi delle gambe e le mani fredde, con le nocche bianche, sul volante: prevede di arrivare ad Armagh in poco meno di un'ora, se il traffico lo consentirà.

E' la vigilia di Natale, e Bradley ha sempre passato questa festa lontano da casa: in realtà non gli è mai piaciuto festeggiarla, permeata com’è dai ricordi malinconici e tristi della separazione dei genitori. A un certo punto della propria vita, Bradley aveva anche smesso di vivere il Natale, dedito a farlo passare in sordina per non pensare, solitamente impegnandosi a trascorrere quei giorni in America in vacanza, possibilmente al mare, per cancellare il freddo dell'Inghilterra e dei ricordi, e chiuderli dietro di sé.

Poi, però, Col era arrivato nella sua vita, e Bradley aveva cominciato ad amarlo, il Natale. Per due anni di fila, lo aveva passato a casa di Colin, ad Armagh, con la sua famiglia, i genitori e il fratello Neil, e così aveva scoperto la sua forza, il suo calore, e che cosa volesse dire avere una famiglia che si riunisce per l'occasione. Il primo anno, era rimasto incantato dall'enorme albero della casa di Col, addobbato nel salone centrale; dalla moltitudine di luci appese, nel cortile esterno, alla cancellata di casa; dalle varie siepi da vaso decorate; dalle ghirlande nell'ingresso; dalle stelle di Natale e dai fiocchi rossi disseminati ovunque; dal calore sprigionato in quei giorni. Tutte cose che Bradley aveva sempre evitato per molti anni e che, invece, gli avevano sciolto il cuore, vissute insieme a Colin.

Anche quest'anno era dunque lì, in Irlanda. Non era riuscito a fare a meno di voler festeggiare con loro, ormai era diventata un’abitudine alla quale voleva cedere, e poi doveva ammetterlo: da quando aveva conosciuto il Natale attraverso gli occhi di Colin e dei suoi cari, lo amava molto, e gli sarebbe mancato dolorosamente non viverlo. Così aveva preso l'aereo all'ultimo momento, ritrovandosi poi lì, sulle strade ghiacciate del freddo Irlandese. All'inizio, aveva un po' lottato contro la propria volontà di tornare nel Regno Unito, data la situazione di tensione con Colin, e aveva anche programmato delle vacanze in Florida insieme a Georgia e ad alcuni amici. Poi, però, man mano che il Natale si era avvicinato, non aveva potuto fare a meno di desiderare con tutte le proprie forze di rivedere Colin, che gli mancava da troppi mesi, ormai; di rivivere il calore degli anni precedenti, delle serate allegre, delle cene e dei pranzi di Natale pieni di tutto l'amore che una famiglia possa desiderare. L'aereo era partito qualche ora dopo la sua decisione, e, in fondo, era stato meglio così; una volta fatta la scelta, non aveva avuto molto tempo per riflettere, altrimenti, forse, non sarebbe più partito, quando, invece, era quello che voleva, e lui quello che desiderava davvero lo lasciava troppo spesso alle spalle.

*****

Adesso, tuttavia, ha una paura matta, mentre guida veloce, ansiosamente, consumando i chilometri che bruciano la distanza dalla casa di Colin. Manca dal Regno Unito da mesi, ormai; hanno litigato seriamente, stavolta, e Colin ha detto basta, sfinito dai continui tentennamenti di Bradley, stanco di elemosinare un posto al suo fianco o anche solo giorni e ore insieme.

Colin stava consumando i propri anni dietro a lui, accontentandosi di un rapporto incostante e altalenante, accettando tutte le sue partenze, i suoi ritorni, le sue decisioni non prese, i suoi umori ballerini… Finché un giorno di quella passata estate, talmente rassegnato al fatto di non potersi abbandonare a eventuali sentimenti, Colin non aveva ceduto definitivamente, chiudendo i rapporti tra loro. Non si sentivano più nemmeno su Skype, né al telefono, era davvero finito tutto. Bradley gli aveva mandato solo un paio di messaggi (“Spero tu stia bene…”), a cui Colin aveva risposto con un freddo e distante “Tutto a posto,” senza aggiungere altro.

Anche Bradley era crollato, sentendosi triste e solo, ma conscio delle proprie, profonde colpe nella fine del loro rapporto, e si era adattato, seppur soffrendo, ostinato nella posizione di sempre: quella dell'eterno indeciso, col piede in due scarpe, che non trova il modo di affrontare seriamente la propria vita.

Non era felice comunque, nemmeno così.

Non lo era mai.

L'America, ultimamente, gli stava stretta come non mai, proprio lei che era diventata, a un certo punto, il Paese della fuga, la compagna perfetta per volare via da tutta la propria inquietudine, dalla propria indecisione, da una vita incostante e altalenante. Perché un po' gli somigliava, e gli consentiva di ritrovare la leggerezza della distanza, del poco coinvolgimento nelle cose. Bradley, in quella terra, poteva concedersi di respirare emozioni poco forti e dense, di non provare niente e non lasciarsi coinvolgere, spaventato a morte da qualsiasi legame. Anche Georgia la viveva nel medesimo modo: stavano insieme da tempo, ormai, ma era sempre tutto così superficiale, così poco coinvolgente! Il loro rapporto andava avanti per inerzia, senza che mai si raggiungessero davvero, senza che mai si toccassero a un livello più profondo. Anche quello, a suo modo, un rapporto perfetto per lui: distanza emotiva, nessun reale impegno. Tutto perfetto, dunque, per la sua volontà di vita. Trascorreva mesi e mesi, chiuso fuori persino da se stesso, e quando non riusciva più a capacitarsene e stava male per tutto ciò che si negava e che, invece, desiderava – compreso, e soprattutto Colin – tornava a casa in Inghilterra. Ed era lì che si sentiva davvero vivo e parte del mondo, che faceva il pieno di vita vera e di emozioni fino a sfinirsi, per poi ritornare a star male sentendosi soffocare dalla troppa densità dei propri sentimenti; quindi si straniva e si estraniava nuovamente. Persino respirare diventava difficile, a Londra, a un certo punto. Quindi scappava per l’ennesima volta.

Da quando, poi, aveva iniziato a frequentare intimamente Colin e, quindi, a non vederlo più solo in amicizia ma ad andarci a letto, di fatto, aveva cominciato a fuggire più spesso, a tornare più spesso. Alternavano lunghi periodi in cui stavano benissimo insieme e sembravano vicini a fare sul serio a periodi di lontananza emotiva abissale, in cui si chiudevano le porte a vicenda.

E Bradley fuggiva ogni volta.

Passava così tanto tempo sugli aerei, ormai, da averne fatto un po' la propria casa. E ogni volta tutto crollava, nella sua vita: dapprima nel suo cuore, poi tutt'attorno.

I pensieri accavallati gli impediscono quasi di rendersi conto di essere arrivato ad Armagh, la casa di Colin davanti a lui; è pomeriggio inoltrato, e Bradley non ha dubbi che i Morgan siano tutti a casa: nel parcheggio la macchina di Bernard, il padre di Colin, e quella di Neil. Bernie, la vigilia, non lavora mai, organizzandosi a lavoro, e Colin è sicuramente con loro; il Natale è sacro per la loro famiglia e Colin non lo passerebbe mai con qualcun altro. Il camino fuma sul retro, già acceso, e, quando Bradley accosta per parcheggiare, nell'aria il profumo è quello di... casa.

Bradley non sa spiegarselo, ma sente più aria di famiglia in quel luogo che a casa propria, e quella vista gli provoca il magone ogni volta.

Trema, scendendo dall'auto, non sa che cosa lo attenda. Non ha avvisato nessuno che sarebbe arrivato a trascorrere il Natale con loro. E' certo che la famiglia di Colin sarà comunque felicissima di rivederlo e lo accoglierà con grande affetto e calore, ma non sa come Colin potrà prendere la cosa.

Ha, però, messo in conto tutto, compreso il suo eventuale malumore, e compreso anche il fatto che Colin potrebbe mandarlo via non appena finita la cena; ma Bradley ha un disperato bisogno di rivederlo adesso, anche se significa farlo solo per un'ora. Colin… L'unica persona al mondo che riesca a dargli un confine entro il quale stare con se stesso, l'unica a mettere a nudo davvero tutto ciò che è veramente; e, nonostante l'inquietudine al pensiero che, in quel momento, Colin potrebbe allontanarlo, sente di aver preso la decisione giusta nel voler stare a casa sua, con lui, ancora una volta insieme.

Il campanello suona con un tono natalizio e Bradley si trova a ricordare quel piccolo particolare dimenticato. Ogni dettaglio, tutti gli anni, è curato per le Feste a casa Morgan, persino il più insignificante; tuttavia, quell'anno, è cambiata la melodia, è più malinconica del solito... O è solo il suo cuore a percepirla in quel modo?

Ad aprire la porta è Neil, in pantaloni verde scuro e un grande maglione di lana natalizio e caldo, con l'effige di Babbo Natale dal naso a ciliegia. Bradley sorride apertamente a quella vista. Come da tradizione, in casa Morgan, alla Vigilia tutti ne indossano uno simile, e quel maglione gli fa venire subito una gran voglia di abbracciarlo, di respirare profondamente.

“BRADLEY?!? Oddio Brad!!!! Ma sei matto a venire così senza avvisarci?!? ENTRA!!! Col!!! Mamma!!! Papaaà!!! Indovinate chi è alla porta!”

Neil avanza nel vialetto per andare ad aprire personalmente il cancello e Bradley affonda nel suo caloroso abbraccio.

“Non hai risposto al mio biglietto! Lo hai ricevuto? Ti ho mandato l'invito per venire qui da noi a trascorrere le feste il mese scorso…”

Bradley si stacca e sorride, un po' in imbarazzo. “Sì, cioè, non ho risposto perché non ho saputo fino all’ultimo se sarei potuto venire e...”

“Lo so, anche Colin ha detto le stesse cose, e visto che non ti aveva invitato lui, rimanendo vago, ho pensato di farlo io. Non mi sembrava Natale, quest'anno, senza la tua presenza. Sarà che ormai siamo abituati ad averti qua con noi!!”

Il calore di Neil è disarmante e non è propriamente quello che gli ci vuole prima di rivedere Colin. Bradley ha seriamente paura che, con tutte quelle emozioni già addosso al solo pensiero di rivederlo dopo cinque mesi, potrebbe mettersi a piangere. Adesso che Colin è così vicino, infatti, la sua mancanza lo schiaccia, tutto gli fa così male da fargli quasi perdere le parole.

“Be’, eccomi qua! In realtà, neanche io volevo assolutamente perdermelo.” E’ sincero fino in fondo, e, nel pronunciare quelle parole, si accorge di quanto lo sia finalmente, dopo mesi. Tutto gli sta ritornando dentro le vene piano, la superficialità lasciata alle spalle, le emozioni adesso vive, una a una di nuovo tutte dentro. Dolorosamente dentro. Come tutto ciò che lo costringe a vivere Colin, presentando conti continui alla sua coscienza.

Bernard lo accoglie anche lui all'esterno, con la calma e la gentilezza che lo contraddistinguono, felice di rivederlo come sempre. “Bradley, siamo felicissimi di vederti! Sai che puoi venire quando vuoi, anche senza avvisare. Non dare retta a Neil, non devi sempre dircelo prima se vuoi passare le Feste con noi, va bene anche se decidi all'ultimo momento. Bernie stava giusto riattizzando il fuoco… Vieni, così ti riscaldi, che oggi è particolarmente freddo. Colin stava preparando il thè quando sei arrivato... Ti sta aspettando dentro.”

Il cuore di Bradley cede un battito: Colin ha saputo che era lui, alla porta, ma non gli è andato incontro come le altre volte, a rimarcare che tutto è cambiato rispetto ai due anni precedenti.

“La valigia?” Neil gli porge la mano per avere le chiavi della macchina e Bradley gliele consegna. “Sei stato fortunato. Trovare un biglietto aereo all'ultimo momento...”

“Ho un open ticket.” Sorride nel dirlo, ma adesso quell'affermazione lo gela dentro sbattendogli in faccia tutta la precarietà della sua vita. Il cuore si stringe un po' di più.

“Presa. Brad, la porto in camera di Col come sempre."

“Ehm, non lo so... Ogni volta ti esili nella camera degli ospiti per me."

“Oh, insomma, è vero che non vieni a trovarci da molto tempo, ma qui da noi le cose non sono cambiate.”

“Grazie Neil.”

Bradley vorrebbe dirgli che, per lui, non è un problema dormire con Colin, ma l'altro, probabilmente, non sarà d'accordo; poi, però, prende la decisione di lasciar stare un attimo le cose come sono, la valigia può sempre cambiare stanza anche dopo.

Avanza nell'ingresso addobbato e multicolore come sempre, il cuore stretto al pensiero che tra poco vedrà Colin, il suo viso così caro, gli occhi che gli sono mancati come l'aria, e la sua bocca, che ha già voglia di baciare per riprendere a respirare. Perché adesso proprio non riesce...

Bernard aiuta Bradley a togliere il giubbotto di pelle, e ride sonoramente quando quest’ultimo rimane vestito solo di un paio di jeans e del maglione natalizio che i Morgan gli hanno regalato il primo anno in cui ha passato il Natale con loro, per renderlo parte della tradizione di famiglia:

“Lo hai portato con te? Bravo ragazzo! Le tradizioni non si scordano!”

Bradley accarezza il maglione che indossa, sorridendo: è rosso, ha una renna che traina una slitta, e gli piace da morire perché, con esso indosso, si sente di appartenere anche lui al loro contesto, e poi Colin lo adora – o lo adorava? – perché le corna della renna sembrano disegnate a mo’ di corona e il rosso della lana è, a suo dire, 'rosso Pendragon'; e, l'anno in cui i Morgan glielo avevano regalato, nella serie Arthur era diventato Re, e tra lui e Colin era cominciato tutto. Colin era impazzito, vedendoglielo addosso. Una volta, Colin aveva preteso che non lo togliesse mentre facevano l’amore, e, quando avevano finito, lo aveva indossato lui. “Ha il tuo odore…”

Con il cuore un po' più stretto, Bradley vede avanzare Bernie nella sala: anche lei indossa un cardigan rosso con delle palline di Natale – simile a quello dell'anno precedente – e Bernard indossa quello con il pupazzo di neve che, invece, aveva messo Neil due anni prima.

Bernie. Rivederla, per Bradley, un sorriso quasi di liberazione… “Bernie... Come stai?” Perdersi nel suo abbraccio… Sarà davvero possibile trattenere le lacrime?

“Cielo, Brad, sono mesi che non ci vediamo! Nemmeno a teatro quando ha recitato Colin, nemmeno quando è stato male ci siamo visti!” Il tono non è di rimprovero, solo una semplice constatazione, e Bradley scioglie l'abbraccio, disarmato da quanto tutto ciò che lo circonda gli sia mancato.

“Già... Davvero.”

Poi lui.

Colin appare sull'uscio della porta della cucina: più magro, i suoi soliti jeans e il maglione in cui sembra navigare, quello del pinguino col cappello da Babbo Natale; è blu, e Bradley lo predilige, tra tutti i maglioni di Natale di quella casa, perché quel colore, unito al cappello rosso che ha vagamente l'aria di un fazzoletto sulla maglia, restituisce un po' a Colin l’aspetto di Merlin, che Bradley ama tanto; e il cuore gli si stringe ancor più nel petto: Colin ha messo il suo maglione preferito pur sapendo che, quest'anno, non avrebbero trascorso il Natale assieme. Un modo triste per averlo con sé?

Lo sguardo di Colin su di lui è… affamato. Triste e spento come non mai, dannato e sfinito dopo mesi di lontananza, ma Bradley sembra leggervi anche sollievo, voglia di piangere a suo pari.

Neil si avvicina a lui sulla porta per sfotterlo. “Di’ la verità!!! Tu lo sapevi, vero?!? Col, lo sapevi che Bradley sarebbe venuto!! Per questo non sei sorpreso e non scoppi dalla gioia quanto noi nel rivederlo!!”

Colin resta in silenzio, osserva Bradley e il suo maglione rosso di Natale, la sciarpa regalatagli da sua madre e lavorata da lei stessa ai ferri, e davvero non ha la forza di parlare. Perché rivedere Bradley significa soffrire e stare male, ancora… (Ma perché? Senza vederlo – riflette – sta forse bene?) E significa anche avere voglia di abbracciarlo e sprofondare in lui, nel suo fiato, nel suo calore; e tutto gira come un vortice attorno, e sparisce oltre quegli occhi azzurri, così belli e intensi, che lo fanno precipitare a fondo e nella voglia di piangere e urlare e imprecare e cacciarlo via… Per poi chiedergli di restare, esattamente come ogni volta.

Anche il suo cuore cede un battito, perché anche adesso, in mezzo a tutta la rabbia e all'infelicità, alla frustrazione del litigio e della separazione, Bradley è una visione che scava dentro le vene, prosciugandole, tirandosi appresso tutto il suo sangue, in un intenso e soffocante caos.

E' sfinito. Dopo tutti quei mesi di lontananza, gli manca ancora tantissimo, o forse persino più intensamente, anche se non lo avrebbe mai ritenuto possibile. Riuscirà mai a uscirne? A riemergere da quell'inferno? Da quel... Paradiso?

Bradley gli viene in soccorso. “Sì, lui lo sapeva, è così, Neil! L'ho chiamato anche prima, ed è per quello che stava preparando il thè...”

Bradley lo fissa, cercando di coinvolgerlo nella piccola bugia, per dargli una via di fuga secondaria rispetto alla lettura, da parte della sua famiglia, di quel momento di mutismo e distacco.

Colin lo ascolta imbarazzato. Bradley è così stronzo da schiaffargli in faccia, fin da subito, di essersi accorto del fatto che Colin stesse preparando il thè alla solita ora in cui lo prendevano assieme per le Feste?! Del fatto che indossi il maglione preferito di Bradley anche se lui non è da loro per Natale?! Si sente patetico, prevedibile e, naturalmente, un budino, gelatina, davanti a lui. Tanto che, adesso, è arrabbiato non con Bradley, ma con se stesso, e con tutto il potere che Bradley esercita sulla sua vita.

Si sporge un po' per riprendersi, per non dare a vedere agli altri niente della tensione che scorre tra sé e Bradley.

“Sì. Lo sapevo. Poteva FORSE Mister 'Ultimo Momento’ James lasciarci in pace per Natale, secondo voi?”

Bradley coglie la provocazione rivolta solo a lui, mentre gli altri ridono divertiti.

“Brad, non lasciarci mai in pace, ok? Fai pure come vuoi, tanto lo sai che Colin adora queste cose dell'ultimo minuto!”

Altra pugnalata dritta nel cuore di Colin, da parte di un Neil inconsapevole, stavolta; e Colin lo fulmina senza farsi vedere, disarmato da quella triste ma solida verità.

Perché, tra la rabbia e la solitudine, in mezzo a tutta la propria inquietudine, la felicità di vedere Bradley a casa, ad Armagh, per Natale, è più grande, meglio di qualunque cosa.

*****

Il fuoco brucia lento nel camino, e Bernie porta il thè. Bradley siede sul divano grande di pelle nera del salotto insieme a Neil, l'albero di Natale di lato: sotto, pochi regali, ma incartati con colori vivaci e soffocati dai nastri che Bernie, ogni anno, compra a dozzine. I genitori di Colin sono accomodati sul divano piccolo, e Colin siede, invece, sull'enorme tappeto davanti al salotto, scaldandosi con le spalle al fuoco, rivolto verso di loro.

“Allora, Bradley, come sta la tua famiglia?” Bernard chiede gentilmente. Si sono incontrati una volta sola in tutti quegli anni, ma Bernard chiede sempre di loro, per sincero affetto verso Bradley.

“Stanno tutti bene. Stephanie è in America da mio padre, in montagna, e mamma è partita per un paio di giorni in Scozia su invito dei genitori di Georgia.” Bradley vorrebbe mordersi le labbra per quell'ultima affermazione, ma ormai è troppo tardi. Colin solleva lo sguardo e gli punta gli occhi addosso in disapprovazione. 'Dovevi proprio sbattermi in faccia la cosa?'

Bradley cerca di risistemare le cose in qualche modo: “Sua madre, Isobel, è una cantante d’opera e questo Natale è in scena a teatro; lei sa che mia madre adora l’opera, e così l’ha invitata...”

Colin non sembra, tuttavia, distendersi.

Neil chiede a Bradley dettagli sulla sua vita: quando riprenderà a lavorare? Forse dovrebbe ricominciare col teatro? Gli amici? E’ un fiume in piena, interessato a ogni dettaglio, e Colin ha occasione, tramite il fratello, di apprendere informazioni sulla vita di Bradley che non ha più avuto da quando si sono divisi, come ad esempio il fatto che abbia avuto per le mani una grossa parte al cinema, per un kolossal; che la parte fosse già sua ma che poi il progetto sia stato messo in stand by.

Alla notizia, Colin trema e riesce a parlargli per la prima volta. “Riprenderanno in mano il progetto? Voglio dire… E’ una grande occasione!”

Bradley lo osserva felice, cercando di catturare i suoi occhi, leggendovi un serio interesse, l’eccitazione che Colin non sa trattenere quando è contento per qualcosa di bello che succede a Bradley.

“Sì… Penso che se ne possa riparlare alla fine dell’anno prossimo. Ed è per questo che sto aspettando; ho avuto altre offerte, ma non voglio impegnarmi con qualcosa che non mi consenta di muovermi liberamente dopo, se tutto riparte. SPARTACUS è un grande progetto.”

Colin si raddrizza un po’ di più.

“Ma significa stare un altro anno senza lavorare... Ci hai pensato bene?”

“Sì, so che la cosa mi terrà fuori dalle scene ancora, e questo è un problema; stavo pensando, infatti, di accettare finalmente qualche ruolo come guest star in qualche serie americana finora rifiutato, tanto per non sparire. Mi sono preso il mio anno sabbatico, ma sono cosciente di dover riprendere a lavorare adesso, e il mio agente è già impegnato e in corsa su un paio di cose…”

Colin si rilassa. Riprendere il dialogo con Bradley, dopo tutti quei mesi, non è stato poi così difficile. Tra loro va così: si ritrovano subito, hanno un impatto empatico immediato, solo che la cosa fa maledettamente male. Ancora.

Bernie gli sorride calorosamente e poi osserva  il figlio con attenzione, cercando i suoi occhi, volendo leggergli dentro. Colin ha una luce diversa nello sguardo, è innegabile. Dopo mesi di lasciva vita sociale, di disinteresse, Colin sembra riavere un minimo di luce dentro; è bello rivedere suo figlio così… Bradley gli fa bene.

“Allora! Ci sono dei cambiamenti per stasera! Ovviamente, essendoci Brad, stanotte non andremo a Messa, si va domani; e chi vuole può venire, altrimenti rimanere a dormire… Insomma, fate voi. Stanotte passiamo la mezzanotte assieme, qui a casa, tra di noi. Avremo da dirci così tante cose! Bradley, sappi che ho preparato il mio fantastico Christmas pudding e non vedo l’ora di vedertici affondare come hai fatto lo scorso anno, quando lo hai praticamente finito da solo!”

Bradley ride sonoramente, adesso. “Era davvero buono…”

Neil gli dà una pacca sulla spalla. “Noi domattina dormiamo. E, se Bradley ne ha voglia, andiamo a fare jogging. Nessuno corre come te, e avremo da smaltire la cena e preparare lo stomaco per il pranzo.”

Bradley lo fissa un attimo, indeciso… e Neil contiunua…

“Ok… altrimenti possiamo andare a pattinare al parco, così viene anche Colin che non reggerebbe il nostro ritmo"

Colin sorride calorosamente con finto disappunto,  rilassato per la prima volta dall’arrivo di Bradley …

“Grazie per avermi considerato Neil, molto gentile da parte tua…”

“Ok Bradley andata … domani si va a pattinare, puoi noleggaiare i pattini là … a meno che Colin non abbia ancora i suoi vecchi pattini in cantina …”

Bradley si rilassa sul divano, la tazza vuota di the al latte tra le mani, e cerca continuamente lo sguardo di Colin, in muta richiesta, per capire se abbia gradito il suo ritorno, o se invece sia arrabbiato …

Bernard si alza e incalza Neil …

“Ok Neil, andiamo a portare dentro un altro po’ di legna, se non usciamo stasera, quella che abbiamo non basta …”

Neil si alza ed insieme escono, ed anche Bernie fa per lasciare la stanza …

“Devo andare a controllare la cena, se non voglio che bruci tutto. Bradley dopo ti aspetto in cucina, la tua Cheese Sauce lo scorso anno ci è piaciuta un sacco e mi piacerebbe la preparassi tu! a dopo allora…”

Colin rimane seduto sul tappeto, mentre Bradley si sporge un po’ di più sul divano, appoggiandosi sulle ginocchia coi gomiti e le mani unite in un pugno davanti a lui.

“Mi dispiace di essere piombato qui senza preavviso, e mi rendo conto che probabilmente non sarei dovuto venire, che bruciare cinque mesi di distanza non è una cosa che potevo decidere da solo … ma…”

“Bradley …”

lo sguardo di Colin è sfinito, sofferto, e a Bradley fa male vederlo a quel modo.

“Vorrei dirti di non essere felice, ma non posso. E mi odio per questo. Odio il fatto che dopo tutto questo tempo in cui avevo pensato di poter sopravvivere senza di te la porta si apre, tu entri, e per me la vita ricomincia. Mi odio, quando ti rivedo e la rabbia vola via e mi lascia finalmente respirare, e mi odio ancora di più perché

ho cosi tanto bisogno della tua presenza da non avere una vita senza di te, tanto da accontentarmi delle briciole solo per rivederti una volta.”

Bradley chiude gli occhi e scuote la testa piano …

“Sapevo che non era buona cosa venire … ma…”

Gli occhi di Colin trattengono una lacrima. ..

“Non avrei mai immaginato, sul serio Bradley … che tu potessi trovarti ad un passo così importante per la tua carriera, ad una svolta, ed io non saperne niente. Mi fa malissimo il fatto che tu non me ne abbia parlato. Quando pensavi di dirmelo? o volevi che lo apprendessi dai giornali??”

“Non … avevo il coraggio di chiamarti, avevo paura che mi chiudessi la porta in faccia, e avresti avuto ragione.”

“Non l’hai trovata chiusa nemmeno adesso …”

“Col, non serve chiedere scusa, o spiegare. Sono qui perché era la cosa più naturale del mondo essere qui ok? perché non dovrei stare da nessun’altra parte a Natale, lo sappiamo entrambi che questo è il mio posto, era … scontato.”

Colin annuisce piano, dolorosamente, ritornando sul discorso della parte di Bradley nel film.

“Non capisci quanto mi fa male che tu non abbia trovato le palle per dirmi tutto? anche se ti beccavi la porta in faccia? non posso pensare che succeda una cosa così importante nella tua vita ed io non ne so niente! come dici tu.. dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo condividere le cose importanti fra di noi .. ed invece mi tagli fuori ancora.”

“Non ti ho tagliato fuori, ancora non lo sa nessuno. Nemmeno la mia famiglia.”

“Nemmeno Georgia?”

Bradley ammutolisce e Colin abbassa il capo sorridendo arrabbiato, arreso.

“appunto.”

Bradley incalza:

“Lo sa perché è stata lei a fornirmi i contatti, a procurarmi gli agganci giusti.”

“Come è stata lei presumo ad accompagnarti ai provini, a vederti ottenere la parte, a vivere con te quella gioia … sai qual’è il punto Brad? che siamo troppo diversi. Io sono abituato a vivermi le cose con le persone a cui tengo davvero. E secondo me, dovevo esserci io quel giorno al tuo fianco, non lei. O forse vaneggio io, e tu invece tieni molto a lei... ma se così è ... non mi torna il fatto che la vivi come un passatempo e la tradisci venendo a letto con me."

“ancora siamo rimasti al venire a letto con te Col? Onestamente pensavo avessimo superato quella fase... lo sai che tra noi le cose non vanno proprio così."

"e come vanno allora? Dimmelo perché tutte le volte fai mille giri di parole attorno all'argomento senza dire in definitiva niente.. e poi sparisci. Non ho più voglia delle tue entrate teatrali nella mia vita.. torni, mi riempi di attenzioni, non vedi nessuno a parte me per mesi ... viviamo nell'Eden per un po, sei geloso marcio se anche provo ad avere una vita sociale che vada al di là di te, non esco con nessuno, passiamo settimane chiusi in casa e mi soffochi col tuo ardore .. poi? Il giorno dopo trovo le valigie sulla porta e stai andando via per tornare di nuovo dalla tua donna. Permetti che mi senta incazzato... usato????... come cavolo vuoi che mi senta? Un'uscita secondaria!!"

"Col mi spiace sentirti parlare cosi. Io non ti userei mai!!! Non credi nemmeno tu a quello che dici.. sai quanto tengo a te... quello che abbiamo, la nostra amicizia..."

"tu scopi con tutti gli amici Brad?"

Bradley ammutolisce...

"Col .. sai che non volevo dire questo!"

"e allora smettila di dirlo. Non sono un tuo amico e a me sembra chiarissimo. Finiscila di trattarmi come tale. Non lo reggo più ..."

Bradley abbassa la testa piano ...

"non dovevo venire. E' chiaro che sei ancora arrabbiato e probabilmente per te le cose sono cambiate davvero..."

Colin abbandona le spalle, fino a quel momento tese, e lo fissa in silenzio col cuore in mano, lo fissa ed è una tortura stargli vicino senza poterlo desiderare... senza perdersi nelle sue braccia.

Anche lui abbassa lo sguardo:

"È meglio raggiungere gli altri..."

*****

Bernie ha preparato la tavola natalizia nel salone, la cucina è piccola e le piace avere spazio attorno nei giorni di festa. Il grande televisore a parete è fisso su un canale che nessuno ascolta e i Morgan chiaccherano come sempre amabilmente... fuori ha ripreso a nevicare.

Manca ancora un'ora alla cena e il buio esterno accentua l'atmosfera serena e distesa, tutto il calore in casa; Bradley si rilassa davvero dopo molto tempo. Neil ha cominciato a discorrere della prima volta che si sono incontrati e sta raccontando di quando Bradley lo ha salutato senza sapere che fosse il fratello di Colin, quella volta in cui aveva fatto da comparsa nella serie...

"Bradley avevi uno sguardo ed un atteggiamento molto diverso allora... te la tiravi molto di più. .. eri inavvicinabile... ce n'è voluto prima di capire che fosse tutta una facciata... e che sotto sotto eri un buono.."

"ero un ragazzino, nel paese dei balocchi ...una grande occasione in mano e un cast eccezionale ... volevo essere all'altezza."

Lo sguardo di Colin è fisso su di lui da quando sono immersi nei ricordi di qualche anno prima, e Bradley nota che adesso è più rilassato, un moto di tenerezza nello sguardo.

Bradley abbassa lo sguardo poi lo rialza verso Neil ..

"in realta' mi trovavo antipatico anche da solo in certi momenti..."

Neil ride e Colin ... sorride, un sorriso sincero. Bradley affonda, parlando apertamente.

"è stato il lavorare a fianco di Colin a cambiare il mio modo di pormi ... aveva un talento immenso ed innegabile e non se la tirava mai, davanti a lui ho capito che se hai talento e carattere vieni fuori come persona anche senza bisogno di fare niente...."

"non avevo mai conosciuto una persona più esibizionista e ... piena di sé di te. Te ne andavi in giro con la spada anche nella pausa, sempre desideroso di metterti in mostra, ne combinavi una dietro l'altra a tutti e davvero eri incontenibile!! Lo scherzo sempre dietro l'angolo e la troupe esasperata, ci facevi dannare, era sfiancante starti appresso!"

Colin sta parlando di Bradley con affetto immenso adesso, l'emozione della sua voce palpabile e a Bradley manca il fiato ...

Anche adesso stargli vicino è sfiancante ovviamente, e lo legge chiaramente nei suoi occhi...

Neil appoggia il fratello..

"si .. mi ricordo questa cosa. Come la volta in cui, quei tre giorni in cui ho girato con voi, ha fregato una maglia rossa ad un cameramen, e ci ha girato tutto il giorno solo perché era una maglia originale di una squadra di rugby che adorava e l'ha restituita solo la sera ... quando ha rimesso la sua felpa."

"Camicia. Aveva una camicia bianca quel giorno..."

Colin lo fissa intensamente ed è come se lo avesse ancora davanti ...

Neil ride...

"Accidenti Col sono passati quattro anni! Ma dimenticavo la tua formidabile memoria!"

Bradley fissa Colin immobile, senza fiatare. Colin ricorda ogni cosa di lui, persino gli albori. Da quanto tempo Morgan si danna l'anima appresso a lui? Lo voleva e lo desiderava già allora? Possibile che non si fosse mai accorto di niente? A lui ci sono voluti quattro anni e una sbornia da manuale prima di cominciare a vedere tra loro due qualcosa di ... oltre?

Colin lo sta ancora fissando e l'aria adesso dopo le sue parole è densa.

"Ecco spiegato perché tutti amavano Colin e non me.." cerca di scherzare Bradley.

Neil ride...

"ahhhh Bradley adesso non sottovalutarti, sei cambiato quasi subito, non appena ti sei .. rilassato, diciamo."

"non appena ho conosciuto un po di più Colin e i suoi modi davvero esemplari."

Colin non ha mai smesso di fissarlo e Bradley sente le gambe tremare sotto il tavolo, il cuore accellerare ...

Bernie interviene per rompere la tensione:

"Andiamo.. eri già un amore di ragazzo, avevi solo bisogno di un'occasione e di una guida per venire fuori davvero per com'eri."

"Già."

ll cuore di Bradley si stringe di più e distoglie lo sguardo da Colin richiamato da Bernard.

"Allora Brad! Chi vince quest'anno la Premier League? Voglio la tua opinione!!"

Un sospiro di sollievo e la conversazione si sposta definitivamente.

*****

La cena di Natale è volata, cosi come il brindisi di mezzanotte, tutti hanno passato molto tempo al telefono per inviare messaggi e chiamare amici e parenti, un po' meno Bradley, limitatosi ai soli messaggi, ai quali almeno la sua famiglia ha risposto solo dopo molto tempo, ma lui non se ne cura più.  Il Natale è tutto li, a casa di Colin, vicino a lui.. altrimenti per quanto lo riguarda potrebbero anche cancellarlo.

Hanno aperto i regali, Colin e Neil hanno regalato a Bernard una magnifica e accessoriata Reflex che il padrone di casa non vede l'ora di usare. Neil e Colin hanno ricevuto dei biglietti ingresso per uno spettacolo teatrale a Dublino in scena quei giorni e che entrambi volevano vedere - per andarci insieme - Bernie ha ricevuto dai suoi tre uomini di casa un buono weekend da trascorrere in un centro benessere con un'amica e sta già programmando quando andarci, ridendo sonoramente.

Poi fa cenno a tutti di stare un attimo in silenzio..

"Bradley, non pensavamo tu venissi anche quest’anno, quindi non abbiamo preso niente per te, ma volevo darti qualcosa ugualmente..."

Bradley è imbarazzato ..

"non devi dirlo nemmeno per scherzo Bernie non preoccuparti.. ci mancherebbe che tu ti creassi questo problema!"

Colin guarda la madre e non ha idea di dove voglia andare a parare..

Bernie sparisce e dopo qualche minuto torna con un plaid a patchwork cucito da lei stessa, intessuto con svariate sfumature di blu, care a Colin..

"Questo l'ho fatto per Colin, ma ancora.non glielo avevo dato, lo regalo a te, lui lo avrà il prossimo anno."

Bradley sorride imbarazzato.. senza parole.. e guarda Col ... che gli fa cenno di prenderlo se la madre ha deciso così. ..

"Grazie... è davvero molto bello.. e fa tanto idea di caldo."

"Cosi te lo porti sull'aereo durante i tuoi viaggi..."

Bradley sorride teneramente e poi si alza anche lui.

"Anche io non ho portato niente, non ho doni per voi, non sapevo di venire sino a ieri e ho preso l'aereo dell'ultimo momento.. però in viaggio, in aereo.. ho fatto una cosa..."

Bradley si allontana verso l'ingresso e ritorna da loro con in mano un cartoncino arrotolato e tenuto evidentemente nel giubbotto lasciato sull'attaccapanni prima... lo srotola ed è un disegno a carboncino, una caricatura della famiglia Morgan al completo, sorridente e naturalmente allegorica, che mette in bella mostra le caratteristiche principali di tutti.

Neil si alza dalla sedia e comincia a ridere in maniera fragorosa, e Bernie e Bernard sono entusiasti ..

"Oddio Bradley ma sei bravissimo!! Sul serio! Quando Col ha detto che disegnavi bene non immaginavo quanto!! E' bellissima e la farò incorniciare cosi che troverà posto nello studio! Seriamente! Hai talento!"

Bradley sorride felice, lusingato dal fatto che il dono sia piaciuto a tutti, poi guarda Colin, e ciò che legge in lui lo sfinisce.

 

Nel suo sguardo la resa. Colin alza bandiera bianca. La rabbia volata via, il risentimento anche, nei suoi occhi solo immenso calore e voglia ... di affondare in lui. È lo sguardo che conosce meglio Bradley, quello che gli vede in faccia ogni volta che poi gli si avvicina per baciarlo: desiderio intenso, battaglia interiore di sensi.

Perché tutto è cosi complicato?

Perché non sono soli e non finiscono l'uno nelle braccia dell'altro?

Bradley quasi soffoca per la voglia che ha di baciarlo e il suo sguardo adesso è dannato e perduto su Colin, che leggendolo si volta per non soccombere davanti a tutti e alla voglia di corrergli incontro e buttargli le braccia al collo ed annegare in lui ...

Bernard mette una pezza, anche se senza volerlo...

"Bene!!! Allora?? Voglio provare la mia nuova macchina! Facciamo una bella foto? Ragazzi prima voi! Andate sul divano!"

Neil si accomoda approvando sul divano e Bradley prende posto al centro tra lui e Colin, poi dopo qualche scatto di prova Bradley alza le braccia e le poggia sulle spalle dei fratelli Morgan, abbracciandoli:

"Bernard fai un paio di scatti! Queste le voglio ... le stamperò"

Neil allarga il sorriso, e si rilassa giocoso, mentre Bradley stringe di più inconsapevolmente il braccio sulla spalla di Colin, attirandolo di più a se, anche se in maniera impercettibile dall'esterno.

Colin si lascia andare ad un lungo brivido ed il cuore gli pulsa nelle orecchie, sono mesi che lui e Bradley non si sfiorano, e quel semplice contatto è elettricità pura tra i loro corpi. Bradley stringe la mano serrandola un po di più,  e Colin scioglie la tensione e si accomoda più morbidamente nel suo calore...

Bradley profuma di buono, non può paragonare il suo profumo a niente al mondo, semplicemente profuma di .. Brad. Sono la sua pelle e la sua chimica ad entrargli dentro le narici e raggiungergli le vene, non è necessario altro.

Per lui è come se il mondo adesso perdesse spessore, il tempo è immoto, Colin non realizza ciò che succede attorno, e quasi si dimentica di respirare, vorrebbe girarsi e abbandonarsi sul suo petto, vorrebbe che Bradleylo abbracciasse e lo stringesse così forte da tagliargli il fiato ...

non ha difese adesso, e scivola un po di più premuto verso il suo fianco, tanto vicini che può sentire anche Bradley trattenere il respiro ... il suo medesimo desiderio che tutti attorno a loro spariscano ..

Poi l'attimo passa, e sono costretti loro malgrado a slegarsi. Bradley si gira per un attimo a fissare Colin, e ci sono parole inespresse nei suoi occhi, Col ricambia lo sguardo per una frazione di secondo perché di più non può fare, le mani sudate e il respiro che gonfia nuovamente i polmoni ridotti quasi in mancanza di ossigeno.

Non è stato un abbraccio intenso, ma è come se lo fosse stato: i loro corpi hanno parlato per le loro labbra, ed è dura, durissima staccarsi.

Neil si alza e si avvia alla tavola per stappare l'ennesima bottiglia di vino ..

Bernard e Bernie danno forfait...

"ragazzi continuate pure senza di noi, io e vostra madre siamo troppo stanchi e domani andremo presto in chiesa... perciò vi salutiamo e vi auguriamo un buon proseguimento!!"

Il congedo è caloroso, e l'attimo per Bradley e Colin è ormai svanito, la conversazione riprende leggera e fitta tra una bottiglia e l'altra per ancora un'ora, sono tutti e tre brilli e rilassati, l'aria del Natale ormai invade gli animi e tutto sembra scorrere più facilmente anche per Bradley e Colin, poi anche Neil si congeda,

"Ragazzi.. è stato un piacere. Io me ne vado a letto, ho bevuto troppo, e anche voi ... ma è stata una serata memorabile. Bradley .. la tua valigia è in camera di Colin... io vado nella stanza degli ospiti."

Colin non ribatte, e Bradley si rilassa ...

Neil lascia la stanza.

 

"Ho voglia di restare qui ancora un po'... ti va?"

Colin si siede sul divano ancora una volta, e Bradley si siede accanto a lui piano. Non sono pronti ad andare in camera soli, è tutto ancora denso tra loro nell'aria ... meglio rimanere ancora davanti al fuoco ..

Colin si leva le scarpe, solleva le gambe agganciadosele al petto abbracciandole e poggiando il mento sulle ginocchia, fissando il fuoco.

"Quando riparti?"

"Domani."

"Toccata e fuga, anche peggio delle altre volte ..."

"Non sapevo di venire ... andiamo a sciare per il Capodanno, e devo tornare."

Colin annuisce in silenzio. Il calore di Bradley gli invade il corpo anche da lontano e ha i sensi annebbiati dall'alcool. Da quanto tempo non beveva a quel modo? E il fatto di voler bere cosi tanto ... era dovuto alla voglia di scacciare via la tristezza? o all'eccitazione di avere nuovamente Bradley al proprio fianco? Impossibile capirlo... le emozioni sono troppo intense e invischiate ...

"Ho la nausea."

"Hai bevuto troppo"

"Anche tu."

"Ma io lo reggo meglio..."

Bradley ride e Colin si lascia andare al ricordo della loro prima volta, un po’ il risultato finale di una sonora sbornia. Colin aveva trovato il coraggio di farsi avanti con Bradley con l'alcool, di provarci insomma ... e Bradley... semplicemente c'era stato, ritrovandosi a desiderarlo davvero.

"Ti gira la testa?"

Colin annuisce piano e Bradley si avvicina...

"Sono sempre incazzato Brad..."

"Volevo solo che ti appoggiassi... se ti va."

Colin si stende un po' sul divano, allunga le gambe e si infila sotto il braccio di Bradley, che lo ha sollevato ed appoggiato sullo schienale.

"La stanza ha smesso di girare?"

"Si. Ma tu continui a darmi le vertigini."

 

Bradley sorride e gli posa un lieve bacio sulla testa, fa scivolare il braccio su di lui e poi gli si abbandona contro morbidamente, gli occhi di Colin si chiudono nel sonno, e il ritmo del suo respiro è una ninna nanna adesso che pare accompagnarlo nel proprio, di sonno.

*****

E’ trascorso un po’ di tempo, e Bradley si sposta piano aprendo gli occhi, spinto da Colin che si muove accanto a lui: è scivolato un po’ più in basso sul suo petto, accomodato come su di un cuscino, il viso disteso.

Bradley lo guarda e sorride. Il calore del corpo di Colin lo ha cullato fino a fargli perdere i sensi... realizza così di aver dormito un po’, a sua volta.

Accarezzati dal tepore del camino, in cui ancora bruciano gli ultimi tizzoni accesi, alla fine si sono addormentati abbracciati, e nonostante siano passati mesi in cui non si sono visti, l’ultima cosa a cui Bradley pensa adesso con Col tra le braccia è l’attrazione fisica che  ha sempre provato per lui. Più passa il tempo - e più si reincontrano nelle proprie nottate calde e lussuriose rubate alla “vita reale” - più Bradley diventa consapevole di quanto non sia il corpo di Colin quello di cui ha bisogno come l’aria, bensì la sua mente brillante, il suo talento, e la luce nei suoi occhi che fa impallidire quella di mille soli, il sorriso che trasforma il suo volto spigoloso in un quadro di Botticelli...

E’ di Colin come persona che ha  bisogno,  ed è della sua anima che non può fare a meno, e la cosa mentre ci pensa lo terrorizza.

Nel buio della notte irlandese, Bradley lo stringe un po’ di più, respirando l’odore dei suoi capelli, e sfiorando con le labbra il suo orecchio caldo. Fino a ieri si era permesso a malapena di pensare a quanto Colin fosse importante per lui, e parlarne ad alta voce era per lui impossibile.

Finora infatti, non ha mai detto al giovane che ha tra le braccia che cosa significhi per lui; si era imposto infatti di non fare mai certi discorsi, di non aprire mai il proprio cuore ... tutto perché sapeva che comunque non ci sarebbe stato futuro per loro due, entrambi ingabbiati nelle proprie facciate di normalità - Colin schiavo del proprio lavoro per scelta e per passione... Bradley schiavo della propria presunta eterosessualità.


Bradley lo ascolta respirare piano nel sonno, pensando a quanto siano entrambi incapaci di liberarsi delle rispettive catene, o incapaci di fare quel salto di fiducia che sarebbe necessario per accettare davvero i sentimenti che provano l’uno per l’altro. Perché sebbene nessuno dei due lo dica mai o non si esponga mai con l’altro, entrambi sanno che quello che c’è fra di loro è Amore, di quello con la A maiuscola, di quello che sei fortunato se lo trovi una volta nella vita.

E adesso Bradley sa che loro lo hanno trovato, e questa vicinanza dopo mesi di lontananza lo ricorda duramente, anche se non sono capaci di viverlo…. E lasciare cadere la cosa lì sta distruggendo entrambi, impossibile negarlo ormai.

Cosa li aspettava in fondo adesso? Nuovamente?

Bradley alza gli occhi al soffitto, il solletico dei capelli di Colin sotto il mento... riflette: lui tornerà da Georgia, a fingere di amare una donna a cui vuole sì molto bene, ma in cui non troverà mai quello di cui ha bisogno.

E Colin tornerà alla propria frenetica vita, fra uno spettacolo e l’altro, fra un teatro e il prossimo, a schivare fans e allontanare amici, perché ormai è evidente che ha un’anima troppo tormentata per lasciar entrare qualcuno nella propria vita…

Qualcuno che non sia Bradley.

Dilaniato dai propri pensieri, Bradley ha passato un sacco di tempo, quasi tutta la notte, sveglio a riappropriarsi della vicinanza di Colin, accarezzandolo lievemente, incapace di realizzare che di lì a poche ore si troveranno di nuovo separati, e che per mesi non si rivedranno, ancora una volta quindi, e per  molto tempo.

Nel fissarlo lieve, adesso il solo pensiero di ripartire ancora una volta gli fa riempire gli occhi di lacrime, ma questo fatto è comunque una realtà oggettiva ed ineluttabile nella mente, tanto da non permettergli nemmeno di valutare un’alternativa.

Bradley osserva per l’ennesima volta l’orologio a parete del salotto. Quante volte lo avrà fissato durante la notte? quanto lo scorrere delle lancette lo avrà accompagnato nei pensieri?

Le ore si sono susseguite e poi, alle prime luci dell’alba, stremato e angosciato dall’ennesimo distacco che stava per consumarsi, si è assopito, con le lacrime seccate sulle ciglia in reticoli salati, a cementare il suo dolore in modo palpabile.

A un certo punto, Bradley non aveva neanche più cercato di ricacciarle indietro… perché era stato come se, a lasciarle uscire, avesse sentito una prova tangibile di quello che provava, sbattendoselo in faccia, e quel piangere era parso perfino salutare alla fine: meglio di nulla. Quello che non riusciva a esprimere a parole, ci avevano pensato le sue lacrime ad esteriorizzarlo.

La legna nel camino si è ormai consumata, e Bradley ipnotizzato dai tizzoni accesi ritorna nel torpore del sonno, scivolando ancora di più a fianco del corpo esile di Colin, mentre si riaddormenta cercando il calore che emana dalla sua pelle e dal suo cuore.

 

Un movimento nel salone fa ridestare per un attimo Bradley dal dormiveglia ... è solo un piccolo fruscio, ma è forte abbastanza per fargli riaprire gli occhi.

Nel buio sente scivolare addosso a sé e Colin una coperta, e poi dei passi silenziosi che si allontanano. Non è capace di svegliarsi del tutto però, e per qualche minuto rimane lì a godere del delizioso tepore: spostando una mano può riconoscere al tatto il patchwork che gli ha regalato Bernie qualche ora prima.

Colin continua a dormire senza dare segno di essersi accorto di nulla, ma Bradley a quel punto è cosciente, ormai troppo sveglio e scosso dalla cosa per non chiedersi chi sia stato a coprirli discretamente perché non soffrissero il freddo.

Si districa lentamente dalle lunghe gambe di Colin, ormai  intrecciate alle sue, e quando ci riesce, sente la mano di Colin che si stringe appena alla sua, come a volerlo trattenere anche nel sonno.

Si alza delicatamente dal divano e deposita un lieve bacio sulle nocche della mano che ancora stringe, così vede Colin  rilassarsi di nuovo.

Bradley si passa una mano fra i capelli, e stropiccia gli occhi per cercare di cacciare il sonno dal viso e dalla mente, poi si guarda intorno, e grazie alle luci colorate dell’albero il cui riflesso danza sulle pareti, riesce ad orientarsi e si sposta verso l’androne della casa. E’ ancora immersa nel buio: il sole non ancora sorto del tutto, e le tapparelle chiuse nascondono per la maggior parte il suo flebile bagliore. C’è solamente una luce che filtra da sotto la porta della cucina, così Bradley si dirige lì in silenzio, poi entra adagio fino a trovarsi davanti Bernie, seduta al tavolo alto con in mano una tazza di caffè fumante.

Quando la donna sente aprire la porta, alza lo sguardo e fissa il ragazzo con un’espressione indecifrabile, e Bradley per un attimo ha paura di quell’essere minuto e delicato. Bradley trattiene il fiato in attesa, fissandola. Era stata lei evidentemente a trovarli. Gli altri sicuramente ancora dormivano, e poi adesso lo legge anche nei suoi occhi.

Questo fa precipitare in un attimo la sua sicurezza, lasciandolo disarmato davanti alla madre di Colin, faccia a faccia con un pensiero che non aveva mai voluto affrontare, perché sa quanto siano religiosi i Morgan, e sa cosa il cattolicesimo dica dell’omosessualità… e adesso, la posizione in cui la madre di Colin li ha trovati è assolutamente inequivocabile.

Bradley è in agitazione, non sa molto in realtà di cosa Colin racconti ai genitori della loro strana storia, ma e' certo che non gliene abbia parlato granché, forse per niente, e adesso sono invece stati beccati abbracciati da sua madre!

Non e' pronto ad affrontare la Santa Inquisizione.

‘Bene’, pensa Bradley. ‘E ora che faccio?’ Rimane quindi impalato sulla porta, incerto su come comportarsi, fino a che Bernie gli sorride: “Vuoi un caffè? Dalla tua faccia direi che ne hai bisogno.”

Il giovane lascia sfuggire un respiro che non si era accorto di aver trattenuto. “Ti ringrazio.”

Si siede di fronte alla tazza di caffè che gli viene offerta, e la afferra con entrambe le mani assorbendo il suo calore, prima di portarla lentamente alle labbra. I suoi occhi rimangono ostinatamente fissi sulla superficie chiara del tavolo, in qualche modo incapace di guardare negli occhi la madre della persona più importante della sua vita,  terrorizzato da cosa potrebbe trovare o leggere in quello sguardo.

E’ Bernie a rompere il ghiaccio: allunga una mano verso quella di Bradley  e lo accarezza dolcemente, con un gesto affettuoso, simile a quello che faceva sua madre quando lo vedeva in crisi, così, per la prima volta da quando è entrato nella cucina, incrocia lo sguardo della donna, e vi legge un misto di emozioni, in prevalenza tenerezza. Bradley si rilassa così un poco e stringe la mano che copre la sua, in muto segnale per trasmettere a Bernie che ha capito ciò che lei gli sta offrendo: comprensione.

“Quando era piccolo, Colin dormiva sempre come un angioletto. Tutte le mamme dei suoi compagni d’asilo mi invidiavano, perché era capace di cadere in un sonno profondo e sereno per tutta la notte, mentre loro penavano fra risvegli in lacrime e nottate in bianco. E poi…. con l’adolescenza tutto è cambiato. Per il mio piccolino sono iniziate ad arrivare le nottate insonni. Non sai quante volte l’ho trovato qui seduto, avvolto in una coperta e con le occhiaie che gli cerchiavano gli occhi, immerso a leggere libro dopo libro, incapace di dormire per più di un paio d’ore di fila.

E ora è di là sul nostro divano, che sta finalmente dormendo profondamente dopo mesi in cui non lo faceva più.

Ho la netta impressione che il motivo sia di fronte a me.”

Bradley non sa come reagire all’onestà di Bernie. Il suo volto è aperto, e la mano calda ancora stringe la sua, tutto a manifestare chiari segnali che non ci sia volontà di critica nelle sue parole, non un’aggressione. Bernie ha semplicemente dato voce al proprio pensiero e ora si aspetta che Bradley risponda con la stessa onestà.

 

Ma lui non riesce a dire ad alta voce cose che lo mandano in crisi al solo pensarle, tantomeno alla madre dell’uomo a cui sa di stare distruggendo la vita.

Prende quindi fiato, intenzionato a rispondere che non sa di cosa lei stia parlando, pronto a sfoggiare il proprio sorriso più noncurante…

 

Ma mentre sta per iniziare a parlare, lei riprende la parola, lasciando la sua mano e riafferrando la tazza.

 

“All’interno dell’anta dell’armadio di Colin c’è una fotografia dei tempi di Merlin… credo sia stata fatta mentre giravate la quarta stagione. Ci siete tu e lui che vi guardate, probabilmente stavate ridendo ad una delle vostre assurde battute che capite solo voi. E il sorriso di Colin è bellissimo: in quella foto mi ricorda tantissimo il mio bambino sempre allegro e solare, che ormai sono tanti anni che non vedo più davanti a me quando guardo mio figlio.

Quando è con te, Bradley, Colin rinasce. Sono anni che ne sono convinta… Tu sei venuto spesso a trovarci, e il Colin che mi trovo davanti quando sei presente è un’altra persona rispetto a quella che vedo quando non ci sei. Una madre certe cose le vede, che le vengano dette o no.

Colin ti ama. E tu ami lui.”


Il fiato mozzato in gola, le lacrime che si fanno strada nei suoi occhi, Bradley stringe i pugni come a cercare un appiglio per non annegare nella marea che lo assale. Sentir dire queste parole è una pugnalata al cuore, perché una volta rilasciate nell’aria attorno a loro, non c’è più ritorno. Bradley stringe i pugni, perché avverte che adesso è come se fossero state disperse per sempre nelle molecole di ossigeno che li circondano, e non c’è più alcun modo di sfuggir loro; ormai le inalerà ad ogni respiro da quel momento fino alla morte.


Colin lo ama.

Lui ama Colin.

Non c’è via di fuga, ormai non ha più senso nemmeno nascondersi, perché non c’è più nulla da nascondere.


Deve ancora rispondere a Bernie, e cerca ancora le forze per mentirle, come ha sempre fatto con se stesso e con suo figlio, ma si rende conto che non può farlo. Non adesso. Non è in grado di nascondere nulla a questa donna.

Gli occhi di lei - così simili a quelli di Colin che a Bradley fa male guardarli - sono nudi, in attesa della sua risposta. E lui non ha scelta… Sente nascere piano dentro di sé la voce che le vuole dire tutto, tutto come non ha mai fatto con anima viva fino a quel momento.


“Lo amo.”

 

Due parole adesso sulla sua bocca che Bradley non avrebbe mai pensato di pronunciare in vita sua, quel pronome che sarebbe dovuto suonargli alieno associato a quel verbo… Eppure, una volta fuori dalle sue labbra, sussurrati in un alito quasi impercettibile, Bradley si accorge che non sono altro se non naturali, consoni, affini alla sua anima quanto non lo era mai stata alcuna parola pronunciata fino a quel momento.

Bernie sorride e gli prende di nuovo la mano incoraggiandolo ad andare avanti.

Una lacrima solitaria si fa così strada sulla sua gota, incastrandosi fra i peli della barba corta. Le dita tremanti di Bradley cercano di cancellare quella tangibile manifestazione della sua fragilità: il suo orgoglio gli impone di non farsi mai vedere così indifeso. Però allo stesso tempo è consapevole di quanto poco gli importi farsi vedere così da Bernie, lei capisce ed accetta la sua debolezza, e non la critica.

Aspettandosi un qualche rimprovero da Bernie a causa di quanto faccia soffrire suo figlio, Bradley si mette sulla difensiva: “So cosa pensi di me, Bernie. Che sono un disgraziato, un bastardo che approfitta di tuo figlio e di quello che lui prova per divertirsi ed appagare le proprie voglie inconfessate.”

“Oh, mio caro ragazzo, ti sbagli di molto. Di te penso che sei probabilmente più disperato di Colin… Con l’unica differenza che tu hai delle braccia in cui rituffarti quando lo lasci, mentre lui si isola da tutti, noi inclusi.”

A occhi sbarrati, con un’altra lacrima che scappa indisturbata dai confini della sua palpebra, Bradley guarda di nuovo quella donna acuta ed eccezionale, che riesce a  leggerlo nel profondo come nemmeno sua madre e' capace di fare, annuendo poi in un tacito ringraziamento per la sua apertura mentale: “Allora ti chiederai perché, disperato come sono, io non faccia niente per cambiare la nostra situazione.”

“Non voglio dare l’impressione di pensare di sapere tutto, ma immagino che ci siano molti motivi per cui questo non è ancora successo. Se interpreto bene i segni che ho letto, negli anni, nelle parole e nel volto di mio figlio, direi che questa vostro tira e molla va avanti da almeno un paio d’anni… Direi che avete iniziato a considerarvi più che amici verso la fine delle riprese della quarta stagione di Merlin. Quell’anno passasti il Capodanno qui con noi: era la seconda volta che ti vedevo qui a casa mia da quando ti conoscevo, e il modo in cui voi due vi guardavate in quell’occasione era inequivocabile. Vi amavate allora come vi amate adesso.

Eppure gli anni sono passati, e io ho atteso che qualcosa cambiasse, atteso pazientemente che mio figlio mi dicesse che aveva finalmente ammesso a sé stesso cosa provava, e che non aveva interesse per le donne - tra parentesi, questo l’ho capito quando aveva 12 anni, e lui non me ne ha mai fatto parola. Non ha mai avuto il coraggio di confidare alla propria madre di essere gay. E nonostante la delusione dovuta al fatto che mio figlio non si fidasse di me abbastanza da condividere questo aspetto così fondamentale del proprio essere, non l’ho mai forzato affinché me lo dicesse: venire a patti con una verità così profonda su sé stessi, quando si è cresciuti in una realtà cattolica e - onestamente - un po’ bacchettona come quella di Armagh, non dev’essere facile, e io non avevo nessun desiderio che lui si sentisse in soggezione con noi della famiglia a causa di questo.”

Bradley la guarda con rispetto: aveva sempre avuto l’impressione che Bernie fosse una donna straordinaria, ma finora non ne aveva mai avuto la prova definitiva. E vedere l’amore di una madre, così assoluto e totale, e la sua prontezza ad accettare qualsiasi cosa per amore del figlio, lo commuove.

“E poi sei arrivato tu… la sua luce e insieme la sua oscurità più profonda. Colin non è mai stato innamorato come lo è di te… Nonostante non me ne abbia mai parlato, il suo sguardo non mente. Tu e la sua arte siete le sue ragioni di vita. E non posso che star male quando vedo che, a ogni tua partenza, lui ricade nella disperazione.

Immagino che non vi sentiate spesso quando tu sei a Los Angeles, e immagino che anche tu, quando decidi di tornare lì, lo faccia con il cuore a pezzi, dilaniato dal dolore di lasciare lui qui. E allora non posso fare a meno di chiedermi: hai mai provato a non andartene? Hai mai dato una possibilità a questo amore?

Bada bene… non sto criticandoti per non averlo fatto. Sto solo cercando di aprirti gli occhi sul fatto che forse una possibilità c’è… che finché non ci provi non lo saprai mai. E, onestamente, è un gran peccato abbandonare una cosa così rara come quello che vi lega senza averci nemmeno provato.

Ti sto parlando con il cuore in mano, per il bene di mio figlio, ovviamente, ma anche per il tuo. Perché sei ancora in tempo, Bradley, hai ancora modo di cambiare le cose… sei giovane, non sei sposato, non hai figli, e per quanto tu abbia un’immagine pubblica da preservare, non è un reato amare qualcuno così tanto da decidere di cambiare se stessi. Anzi… è una cosa bellissima. E ci vuole coraggio a rivalutare le fondamenta della propria vita, molto più di quello che ci vuole a lasciarsi scorrere le cose fra le mani perché è quello che la società vuole da te.”

Bradley abbassa gli occhi rendendosi conto che la madre di Colin ha ragione: “Non so come ringraziarti, Bernie. Non ho idea se avrò mai il coraggio di prendere in mano questa situazione, e non posso promettertelo perché con te voglio essere franco e non mentirti. Ma sentirmi sbattere in faccia certe realtà mi è sicuramente servito."

La mano di Bernie che è poggiata su quella del giovane si stringe in un gesto affettuoso, e un sorriso le si dipinge in volto. A sua volta Bradley le sorride e, molto toccato dalla chiacchierata appena terminata, si alza e gira attorno al tavolo che li separa per stringere la donna in un abbraccio, in cui cerca di infondere tutta la propria gratitudine e il proprio rispetto per lei.

“Mamma?”

Bradley e Bernie si girano all’unisono nella direzione della voce che ha pronunciato quella parola, e vedono Colin sulla porta della cucina con la faccia assonnata e i capelli sconvolti: è la cosa più tenera che Bradley abbia visto negli ultimi mesi, e vorrebbe tanto correre ad abbracciarlo, ma ha paura di metterlo in imbarazzo davanti a Bernie, così si trattiene con molta difficoltà.

“Che succede qui?” chiede il giovane, evidentemente perplesso nel trovare il proprio... non-proprio-ragazzo abbracciato alla propria madre alle sette del mattino.

Bradley, senza perdere la calma per la paura che Colin abbia sentito l’ultima parte della loro conversazione, risponde: “Mi sono svegliato presto, Col, e ho visto la luce della cucina accesa, così sono venuto di qua per elemosinare un caffé e stavo giusto ringraziando tua madre per avermi accolto così, senza alcun preavviso, per la cena di Natale. Tutto qua!”

“Mmmm… ok.” dice Colin con la voce ancora impastata dal sonno. “Non è che ce ne sarebbe un altro po’ di quel caffé?” Il giovane guarda Bradley ma nei suoi occhi non c’è sospetto che gli abbia mentito, quindi il biondo gli sorride, sicuro di non essere stato sentito mentre dichiarava il proprio amore per lui a sua madre.

Bernie sorride a Colin e gli va incontro per dargli un vigoroso abbraccio e una carezza sulla guancia ombrata dalla barba di un giorno. “Certo tesoro mio, te lo preparo subito! Andate in salotto ad aspettarmi, ragazzi, sciò!”

“Siii siii mamma, andiamo, tranquilla!” Colin sorride e si avvia in salotto, con Bradley subito dietro. Una volta lì, entrambi si siedono sul divano, e Colin prende guardingo la mano dell’amico: “Mi sono svegliato e non ti ho trovato. E sai quanto questo… mi faccia stare male. Meno male che eri solo andato nell’altra stanza…”

Per Bradley è come se una pugnalata gli trapassasse il cuore: l’espressione ferita negli occhi dell’uomo che ama, anche se dura una frazione di secondo, lo uccide sempre. Non può sopportarlo, ma non sa cosa fare per uscire da questa situazione… se Colin soffre così tanto a trovarsi da solo al suo risveglio quando hanno solo dormito abbracciati, come starà quando lui sta via per mesi? Dopo le loro intense settimane insieme?

Probabilmente malissimo, tanto quanto sto male io, suppone Bradley. Solo che io sono un po’ più capace di distrarmi, mentre Col si strugge da solo e non fa avvicinare nessuno a sé.

Non sarebbe dovuta andare così, non avremmo dovuto lasciare che ci accadesse questo. Ma ormai è tardi…. ormai è fatta, pensa. Eppure… dopo la chiacchierata con Bernie, una vocina piccola piccola in un angolino della sua coscienza gli dice: “Non è vero. Sei solo tu che puoi decidere se hai perso la tua occasione o se sei ancora in tempo per cambiare la vita di entrambi.”

Assorto nei propri pensieri, Bradley non si accorge che Colin gli si sta avvicinando, così quando le loro labbra si uniscono, è quasi più la sorpresa che la gioia di quel contatto così anelato. Colin lo sta baciando, con una tenerezza e una delicatezza inenarrabili, e Bradley non fa nulla per rendere il bacio più passionale, perché in quel momento è esattamente questo quello di cui ha bisogno: una conferma che nonostante tutto, nonostante le parole dette con rabbia e quelle non dette, nonostante tutte le cose brutte che si sono fatti negli ultimi anni, Bernie ha assolutamente ragione. Colin lo ama e lui ama Colin.

Le loro labbra si separano, ma i loro visi restano vicini, fino a che non sentono la voce di Bernie che li chiama: “Bradley, visto che sto portando il caffé a Colin, ne vuoi un’altra tazza anche tu?”

Al biondo viene da sorridere, perché immagina che la donna li abbia intravisti baciarsi mentre usciva dalla cucina, e che li stia avvisando in modo indiretto di ricomporsi, per non mettere in imbarazzo Colin. E’ davvero una grande donna, pensa Bradley. E ad alta voce aggiunge: “Ti ringrazio Bernie, sarebbe magnifico.”

*****

La giornata è ormai trascorsa, volta al termine da un po'. Bradley ha finito di fare i bagagli e ripone in valigia anche la coperta regalatagli da Bernie per portarla con sé in America. Ha l'aereo l'indomani mattina presto, quindi saluterà i Morgan quella sera, e recupererà la macchina a noleggio parcheggiata nel viale senza disturbarli svegliandoli.

È ancor più difficile partire stavolta, dopo i discorsi tenuti quella mattina presto assieme a Bernie, dopo aver lasciato uscire allo scoperto i propri sentimenti... Eppure, in questo momento, Bradley sente che imporre una distanza è, se possibile, più necessario che mai; non tanto per fuggire da Colin ancora una volta, quanto perché tutto ormai è chiaro come il sole; e, soprattutto, dopo aver chiarito i propri sentimenti e quelli comuni, adesso significa anche prendersi le proprie responsabilità e, dunque, la decisione di lasciar stare Colin per non farlo soffrire più.

Bradley, nel ripensare a questo, rivede il pranzo di Natale consumato solo poche ore prima, l'atmosfera gioviale e rilassata, con Colin che, dopo il bacio fuggevole, aveva abbandonato completamente rabbia e tensione, regalandogli la parte di sé che Bradley ama di più, quel suo lato divertente e piccato, sempre pronto allo scherzo acuto e provocatorio, e che gli conferisce ogni volta quell'aria da genio talentuoso e sofisticato che lo fa impazzire.

Avevano giocato distesi e felici con gli altri.. e per tutta la giornata i loro mesi di lontananza erano stati cancellati.

Dopo pranzo, lui Colin e Neil erano andati a pattinare.

Avevano corso ed erano scivolati sui pattini per un po’, difendendosi dal freddo ben coperti, riappropriandosi del tempo perduto, e alla fine era stato esattamente come nei due anni precedenti, era stato tutto così familiare e meraviglioso da diventare una normalità dolorosa e difficile da guardare, per quanto bella.

Poi Bradley aveva giocato un po’ a hockey unendosi ad alcuni ragazzi lì vicino assieme a Neil, mentre Colin aveva abbandonato l'attività fisica allontanandosi verso un chiosco per prendere un thè caldo.

Bradley, dopo un po’, aveva lasciato il gioco e aveva raggiunto Colin per rimanere un po’ solo con lui e riappropriarsi dell'intimità ritrovata al mattino e perduta durante il giorno assieme agli altri.

Bradley lo aveva guardato intensamente, una volta davanti a lui, sorseggiare con le labbra strette attorno alla tazza, senza aspettare che il thè si raffreddasse - bruciandosi come altre volte la lingua - e lo aveva amato immensamente; seppure imbaccuccato all'inverosimile, mostrava come suo solito le guance arrossate, sensuali e allo stesso tempo tenere, in fiamme per il freddo e la corsa sui pattini, cosicché, in mezzo all'aria bianca attorno e la neve, il suo viso era apparso sempre pallido e ancora stanco, ma le sue guance colorate di felicità ed emozione, rosse come il suo cuore innamorato.

Per Bradley, ormai conscio e pienamente sicuro di quello che c'era tra loro, la visione di lui a quel modo, il leggere l'amore soffocato nei suoi occhi e tutta l'emozione palpabile dei loro sentimenti nell'aria, era stato troppo... e, sopraffatto da tutto ciò, non era riuscito a reggere, aveva deciso di tornare prima a casa con la scusa di sistemare la valigia per la partenza e alla fine erano ritornati a casa tutti e tre assieme.

E ora è lì in camera, a tenere in piedi il proprio cuore ancora una volta in partenza.

Bradley chiude la valigia e poi si cambia, smette la felpa un po’ bagnata di neve, s’infila la maglia di tuta rossa e scende nuovamente in salone.

I Morgan sono fuori, in visita a casa di alcuni parenti, e anche Neil è uscito a bere qualcosa con un amico, così Bradley trova Colin solo nella grande sala, davanti alla finestra, che guarda fuori.

Tra poco si riuniranno tutti per cena ed è bello poter stare un po’ soli dopo due giorni intensamente vissuti.

Bradley riflette su come, al proprio arrivo ad Armagh, non avesse idea di ciò che sarebbe stato tra loro, ma sicuramente quello che poi era successo, almeno per lui, era andato oltre quanto aveva potuto immaginare, e non era sicuro di come affrontare la nuova situazione tra loro due... o la propria... la necessità di guardare in faccia i propri sentimenti con calma e lucidità.

Colin sente Bradley arrivare dietro di sé, ma continua a fissare il buio fuori, le luminarie a intermittenza vicine, nel giardino, e quelle lontane, oltre la strada, inizialmente in silenzio; poi, sentendolo più vicino, parla, senza voltarsi, con tono basso e serio. "Valigia pronta?"

"Non era poi così complicata. Giusto un paio di cambi..."

Colin annuisce senza parlare e si stringe le braccia attorno come in cerca di calore, anche se il grande camino nella sala è acceso, come se sentisse freddo. "Domani te ne vai di nuovo."

Bradley si avvicina da dietro, lo circonda con le braccia e affonda il viso nei suoi capelli, ancora scompigliati.

"Ho un viaggio prenotato con gli altri per Capodanno..."

Colin si irriggidisce tra le sue braccia e Bradley stringe un po’ più forte, attirandolo ancora di più a sé.

"Lo passi con lei..."

"E con gli amici. Abbiamo prenotato tutti insieme."

Colin annuisce rabbrividendo. "Perché sei venuto? Dopo tutti questi mesi? Perché??"

"Avevo bisogno di vederti. Anche solo per qualche ora." Affonda piano sul collo adesso, depositandogli un bacio sull'incavo tra il collo e la spalla, da sopra la maglia. Rimangono così, stretti e in silenzio, per un tempo lungo e imprecisato, ed è Colin, infine, a staccarsi. Bradley non trova la forza.

"Bradley..." Colin si divincola e si volta, perso nei suoi occhi adesso tormentati, incollato con lo sguardo dentro al suo. "Quando sei arrivato, ero molto arrabbiato. Avrei voluto mandarti via e chiuderti la porta in faccia. Adesso, invece, capisco che è valsa comunque la pena rivederti; anche se alla fine fosse stato solo per un'ora, ne sarebbe valsa comunque la pena. Sempre."

Bradley rimane davanti a lui, indeciso se prenderlo tra le braccia, poi decide di non farlo per non causargli altro dolore. Resta cosi, immobile, e mette le mani in tasca per trattenersi.

Colin si avvicina e si china verso di lui fino ad arrivare a toccargli la fronte con la propria.

"Non abbiamo nemmeno scopato. Allora mi dici perché stavolta è ancora più dura delle altre volte lasciarti andare via?"

Bradley chiude gli occhi e rimane in silenzio, ascoltandolo respirare piano, sperando che il proprio cuore parli al suo posto e che Colin capisca. 'Perché possiamo negarcelo ancora quanto vogliamo, ma adesso sappiamo entrambi che ci amiamo.’

Naturalmente, rimane tutto sospeso a mezz'aria ancora una volta, le cose davvero importanti non dette.

"Col, se vuoi stanotte dormo qui sul divano, non... voglio costringerti ad avermi nella tua camera e a ulteriore tensione."

Colin scende verso il basso e lo bacia piano ancora una volta, un po’ più duramente, però, che quel mattino. Il bacio è intenso e pieno di sapore, la lingua che aggancia solidamente la sua, ed è possesso, realtà,  la fermezza di ogni cosa che trova il giusto posto. La bocca di Colin è calda e sicura, e gli sta volutamente comunicando che Bradley deve ricordarselo, quel contatto, vuole che il ricordo di quel bacio lo ossessioni nei suoi giorni in America. 'Sei stato mesi senza questo... e te ne priverai ancora.' Colin ha messo tutto dentro la sua bocca, assieme al bacio e alla propria lingua, ogni muta promessa: 'niente sarà mai così. Come il sapore di noi due.'

Bradley lo capisce e si lascia baciare, lo lascia fare, arreso, godendosi la forza che Colin sembra avere per entrambi, adesso, e che invece lui non riesce ad avere.

Quando Colin lascia le sue labbra, è come se si trascinasse appresso il suo respiro e Bradley ha bisogno di riappropriarsene. Sospira, e lui sorride lieve.

"OK. Ma resto con te. E' stato bello dormire a quel modo, stanotte, e non voglio correre il rischio di rimanere addormentato e non salutarti domani, di risvegliarmi che tu già non ci sei più."

Bradley annuisce piano, si allontana e gli prende la mano, dirigendosi insieme a lui verso il divano.

 

Il viaggio di ritorno in America, adesso, è una prospettiva non solo desolante, ma anche assolutamente sofferta, nel realizzare che, davvero, l'America sta già al suo fianco.

'Libertà non vuol dire libertà da legami affettivi o emotivi,' pensa Bradley, stringendo la mano di Colin più forte, 'ma soprattutto la libertà di fare ciò che più ci fa stare bene...'

E, presto o tardi, dovrà trovare in sé il modo di perdonarsi e concedersi la possibilità di farlo.

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