Gli Amanti.
“Mamma, raccontami una storia, per favore!” pigolò la
giovane Ichigo, raggomitolata accanto a me nel futon.
La guardai con aria incuriosita, scostandole la frangetta
castana dalla fronte, simile a come la portavo anche io da ragazza.
“E che storia ti piacerebbe sentire?”le chiesi.
“Vorrei sentire una storia che parli di un amore
straordinario…romantico…con un finale tragico però.” Rispose lei, sorridendo.
“Allora ho una storia vera per te, quella di due innamorati
che conobbi tempo fa…La storia tratta di Hinata, Kiba e Neji.”
“Ma non erano due gli innamorati?” domandò Ichigo,
leggermente in disappunto.
“Lascia che io ti racconti e capirai! Comunque, ti anticipo
che Neji ed Hinata erano cugini, mentre Hinata e Kiba erano stati legati fin da
bambini da una grande amicizia e da affetto fraterno.
Lui la aveva sempre amata teneramente, glielo aveva
dimostrato più volte con la sua impacciata dolcezza e con le grossolane premure
che comunque sulla ragazza avevano un certo effetto.
E, nonostante il suo canone di bellezza fosse rispecchiato
più da altre fanciulle che da lei, alla fine si era abituato alla sua taciturna
compagnia.
Lei, dal suo canto, non si era mai posta il problema
dell’idoneità del ragazzo come suo sposo, si era ritrovata ad acconsentire
ancor prima di essere pienamente consapevole di quel che le stava accadendo
attorno.
La famiglia Inuzuka, d’altronde, era benestante, e così
Hiashi, il padre di Hinata, si sarebbe assicurato un alleato economico
affidabile, favorendo la formazione di un polo di riferimento per tutto il
Paese della Foglia.
Così, unendo l’utile al dilettevole, i due si erano
sposati.
E, alla fin fine, la cosa tutta era sembrata a tutti
ragionevole, nonché quanto più di naturale vi fosse: avrebbe destato sicuramente
maggiori sospetti se Hinata e Kiba non si fossero uniti in matrimonio.
Il loro era stato un matrimonio per pochi intimi, giusto
qualche amico d’infanzia.
Ed in quella occasione, dopo tre anni, Hinata aveva rivisto
suo cugino Neji, tornato per l’appunto da una missione.
Si erano definitivamente riappacificati, e così come si
erano ritrovati, si erano di nuovo separati con un breve incrocio di sguardi
che aveva a suo tempo detto molto più di quanto qualunque discorso potesse mai
sperare di esprimere.
Ma quella strana sensazione che aveva dominato la ragazza
in quel frangente era poi scomparsa brevemente, per lasciare il posto a gesti
di una serena quotidianità coniugale.
La vita nell’elegante villa di campagna di Kiba ed Hinata
da allora aveva proceduto nella calma più beata: lui lavorava a Konoha come
sensei dei nuovi giovani ninja della Foglia, lei invece si era andata
affermando come ninja medico.
I due passavano molto tempo insieme, come facevano da
appena adolescenti, da ottimi amici, ed il grande rispetto reciproco gli
permetteva di andare d’accordo.
Per un breve il periodo Hinata aveva pensato che tutto ciò
che si potesse desiderare lei lo avesse già conquistato.
Ma in verità erano ben poche le volte in cui non sentiva la
mancanza di qualcosa, quasi un alone di malinconia che si era adagiato sulle
sue spalle e che non la abbandonava mai.
I loro momenti di più profonda intimità erano velati
dall’imbarazzo e dalla vergogna, anche se alla fine la disarmante tenerezza di
Kiba aveva saputo addolcire, per parte, anche quelli.
Tuttavia, Hinata non aveva mai assaporato cosa volesse dire
essere innamorati, né aveva ancora bevuto un solo sorso di quella che era la
vera ebbrezza dei sensi: con suo marito si ripeteva solo come gesto automatico,
una oramai gelida abitudine, mentre sentiva le sue amiche favoleggiare di
rapimenti mistici raggiunti durante quelle notti che per lei, invece, avevano
il solo suono ritmico e secco dei colpi del bacino di Kiba.
Era una donna giovane, bella, per giunta sposata…eppure
l’amore le era totalmente estraneo.
Così, anche quella umida notte di marzo era andata a letto
con Kiba, che l’aveva stretta nel suo abbraccio rassicurante.
Come da piccoli.
Già, solo che lei era cresciuta, e le cose erano cambiate.
Ad un tratto il suo riposo era stato interrotto da un forte
colpo alla porta, nel cuore della notte.
Era andato ad aprire Kiba ed avevano accolto Neji in un
bagno di sangue, ferito durante una missione di grado S.
Hinata lo aveva curato ed aveva suggerito di ospitarlo, con
grande disappunto del marito, in casa loro per tutto il tempo della guarigione
e della convalescenza.
Neji si era andato ingentilendo nei confronti della ragazza
e le aveva mostrato attenzioni particolari e preziose, che aveva oramai
dimenticate.
E poi le parole avevano osato andare oltre gli sguardi,
tramutandosi in tocchi stentati ed esitanti, pronti ad intramezzare le intense
chiacchierate dei due, fatte nei lunghi pomeriggi trascorsi insieme nella
stanza preparata per il bell’uomo.
Nondimeno, i due erano entrati in confidenza finché, un
pomeriggio come tanti, Neji si era lentamente proteso verso di lei e,
afferrandola per la vita, la aveva baciata come Hinata non aveva mai immaginato
le sarebbe capitato.
Perché sentiva la brama di lui, ne percepiva il profumo pregnante
e violento, riusciva a capire che quelle erano le labbra che aveva sempre
desiderato, e si era abbandonata in balia dell’incontenibile passione che
l’aveva invasa.
Quella famigerata passione, con la quale avevano
progressivamente perso ogni controllo, emancipandosi da ogni inibizione
preesistente.
Avevano vissuto per altre due settimane quell’incantesimo
di peccato e concupiscenza, dopodiché erano stati costretti a separarsi.
Ma il ritorno alla dolorosa ipocrisia della consuetudine
aveva avuto la meglio sulla fragile psiche di Hinata, distrutta dal dolore
della separazione, che non avrebbe sopportato quella rinuncia definitiva.
E così era stato.
Si era di nuovo incontrata col suo innamorato, nell’ombra,
ed avvolti nel segreto della notte, che è complice dei delitti d’amore, aveva
preso la decisione di distaccarsi definitivamente dal mondo, accompagnata da
lui.
Così si conclude la storia di Neji ed Hinata, coloro che
non sottostarono alla spietatezza della realtà e preferirono continuare a
vivere il loro splendido sogno intessuto di meraviglia ed amore.”
“Mamma, tu hai davvero conosciuto i protagonisti?”
“Certo, Ichigo. Ora però a ninna, va bene?” dissi, uscendo
dalla stanza e dirigendomi nella camera mia e di mio marito.
“Vieni a letto, TenTen?” mi chiese lui impaziente mentre io
mi ero soffermata alla finestra.
“Arrivo, caro.” risposi.
Scrutai il cielo terso, finché non le trovai: due stelle
vicinissime, chiamate anche “gli Amanti”, comparse la notte del suicidio di
Neji ed Hinata: forse era solo suggestione, o magari c’erano sempre state e
nessuno le aveva mai notate prima, ma da allora si diceva che fossero le anime
di quei due splendidi innamorati, finalmente insieme.
Spazio Cos:
Amati lettori, pubblico la mia one-shot rigorosamente NON CORRETTA, visto che mi sarebbe sembrato scorretto verso le altre partecipanti.
Spero che, nonostante non sia stata una fic podista, venga
ugualmente apprezzata dal mio pubblico ^^’ sostenetemi anche nelle avversità
miei prodi e lasciate un commentino di consolaziò <3<3<3
Bacini, vostra affezionata Cos.