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Autore: casstheliar    25/12/2013    6 recensioni
«Zayn aggrottò le sopracciglia e sentì un peso all'altezza dello stomaco, quel ragazzo gli dava fastidio ma non sapeva perché. Non sapeva se era per la sua spavalderia, per i dilatatori che portava alle orecchie, per le mani coperte di tatuaggi, per il contorno dei suoi muscoli ben definiti, che emergeva nonostante i vestiti larghi. Zayn si sentì in qualche modo minacciato perché per la prima volta in quattro anni, tutti gli sguardi ammaliati o minacciosi non erano rivolti a lui, ma a qualcun altro che minacciava di spodestarlo dal trono del ragazzo più guardato della scuola. Eppure nemmeno lui fu in grado di distogliere gli occhi da quel tipo che gli passò accanto con noncuranza ed entrò nell'aula di spagnolo.»

Zayn/Liam • Skaters!AU • Highschool!AU
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nose manual





Quella mattina di marzo, Zayn, si svegliò più tardi del solito. Non appena aprì gli occhi, maledisse la sua nottata passata davanti alla Xbox. Si portò le coperte fin sopra ai capelli e rimase immobile nel letto, finché non sentì i rapidi passi di sua madre su per le scale. Allora si scalciò le coperte di dosso e si mise in piedi. La donna quando spalancò la porta era già pronta a dar fiato alle sue corde vocali, urlando al figlio di alzarsi, ma non disse nulla quando lo vide mentre tentava di infilarsi gli skinny jeans neri. Gli dedicò una severa occhiata e "Muoviti" disse prima di uscire dalla stanza del figlio. Zayn si lasciò cadere sul letto, tra le lenzuola sfatte e sbadigliò. Raccattò i jeans da terra e se li infilò rimanendo steso sul letto. Si tolse la maglietta che usava come pigiama e indossò una felpa. Corse nel suo bagno e si guardò allo specchio, imprecando: i suoi capelli erano uno scempio ma non aveva il tempo materiale per dare loro una forma, quindi li lasciò così, in completa libertà. Si lavò i denti, liberò la vescica. Tornò in camera, agguantò lo zaino e prese il suo amato skateboard. Salutò la madre con un bacio e prese un toast dal piatto di suo padre. Uscì di casa masticando il pezzo di pane abbrustolito.
Saltò sulla sua tavola e iniziò a sfrecciare lungo le lunghe e rettilinee strade di Tampa. Adorava la sua città perché era perfetta per lui, ogni via era la sua personale pista su cui sfrecciare. Zayn era incurante del traffico e dei passanti, consumava chilometri su chilometri di asfalto ogni giorno e sorrideva tra sé, magari con la musica sparata nelle orecchie, perché in quei momenti esistevano solo lui, il suo skate e la strada.
Quella mattina, però, si dovette affrettare e non poté perdersi tra i meandri dei suoi melensi pensieri. Ci mise i soliti dieci minuti per raggiungere il liceo sul North Boulevard, fu causa di quasi cinque incidenti diversi ma alla fine riuscì ad arrivare con appena venti minuti di ritardo. Prese lo skate sotto il braccio e corse all'interno dell'enorme edificio e abilmente raggiunse l'aula di scienze. Con una fantasiosa scusa riuscì persino ad evitarsi la punizione del professore. Prese posto in penultima fila e si beccò l'occhiata contrariata del suo migliore amico, Louis, "La devi finire di abbindolare i prof con i tuoi sporchi sotterfugi" bisbigliò il ragazzo dagli occhi azzurri. Zaynscrollò le spalle, "Non è colpa mia se tutti cadono sempre ai miei piedi" dichiarò con un sorriso smagliante che lasciava scoperti i suoi denti perfetti e bianchi. Louis scosse la testa, si aggiustò gli occhiali sul naso e si ravvivò i capelli lisci sulla fronte, "Hai semplicemente un'enorme faccia tosta e mentire non ti costa niente" sibilò a denti stretti per non farsi sentire dal professore di scienze, che aveva sì un debole per Zayn ma che non sopportava Louis forse per la sua vicinanza col bel ragazzo dai capelli scuri e dalle braccia tatuate. Infatti il ragazzo si beccò l'ennesimo rimprovero da parte del professore, che venne accompagnato dal sorriso strafottente di Zayn. Quando la lezione finì, sgattaiolarono fuori dall'aula.
"Allora oggi perché hai fatto tardi?" domandò Louis, col cuore più leggero dopo aver abbandonato la temuta aula di scienze. Zayn fece spallucce, "Ieri pomeriggio ho preso il nuovo Assassin's Creed e questi occhi rossi non sono per le canne, una volta tanto". Louis arricciò il naso, "Sei uno stupido bambinone" commentò acidamente, prendendo dall'armadietto i libri di spagnolo. "Oggi sei in vena di complimenti?" gli domandò il moro, rigirandosi l'anellino nero che aveva al naso e guardandosi attorno.
"Io sono sempre in vena di complimenti, Malik" rispose l'altro, sbattendo l'anta dell'armadietto e chiudendo il lucchetto. Si avviarono uno accanto all'altro verso l'aula di spagnolo, quando il chiasso che di solito animava il corridoio della Blake High School si acquietò d'un tratto. Zayn e Louis si voltarono incuriositi e videro un ragazzo percorrere il corridoio con un'infinita sicurezza. Era alto e camminava a testa alta, senza guardare in faccia nessuno. Indossava uno snapback, una larga felpa grigia e un paio di pantaloni della tuta neri, calati fino al limite della decenza. Le ragazze parlottatono tra loro, commentando positivamente quella figura che mai prima di allora aveva camminato tra quelle mura.
Zayn aggrottò le sopracciglia e sentì un peso all'altezza dello stomaco, quel ragazzo gli dava fastidio ma non sapeva perché. Non sapeva se era per la sua spavalderia, per i dilatatori che portava alle orecchie, per le mani coperte di tatuaggi, per il contorno dei suoi muscoli ben definiti, che emergeva nonostante i vestiti larghi. Zayn si sentì in qualche modo minacciato perché per la prima volta in quattro anni, tutti gli sguardi ammaliati o minacciosi non erano rivolti a lui, ma a qualcun altro che minacciava di spodestarlo dal trono del ragazzo più guardato della scuola. Eppure nemmeno lui fu in grado di distogliere gli occhi da quel tipo che gli passò accanto con noncuranza ed entrò nell'aula di spagnolo.
"Chi è quello?" chiese curioso Louis, scuotendolo per il braccio.
"Non ne ho idea e non mi piace" rispose acido Zayn, entrando in aula e prendendo il suo solito posto. Inutile dire che, per tutta la durata della lezione, rimase a guardare il ragazzo misterioso che si era seduto due file avanti rispetto a lui.



Dopo le lezioni, Zayn e Louis presero un autobus che li lasciò direttamente sulla Columbus Drive. Piano il moro si era tolto dalla testa quel ragazzo nuovo, nascondendolo in un angolo recondito del suo cervello e si concentrò su quello che più amava: il suo skate e lo skate park più grande di Tampa. Sentiva già tutto il suo corpo tremare non appena intravide le rampe che costellavano il grande parco cementato.
"Mi ripeti perché anche oggi ti ho accompagnato?" domandò Louis, passandosi una mano sugli occhi e osservando quasi impaurito un paio di ragazzi che si stavano lanciando ad alte velocità su quelle rampe.
"Perché mi vuoi un mucchio di bene" lo prese in giro Zayn, intrappolandolo in una stretta senza via d'uscita.
"Io ti odio, non hai capito" Louis alzò gli occhi al cielo e provò a staccarsi l'amico di dosso.
"In realtà mi hai accompagnato solo per poter vedere il tuo bello" Zayn si mise a ridere vedendo le guance dell'amico colorarsi d'un rosso vivo. Louis sgranò gli occhi e lo guardò costernato, "Non so a chi tu possa riferirti" disse altezzosamente, sistemandosi gli occhiali sul naso, come era solito fare quando era nervoso. Zayn gli mollò un ceffone in testa e poi corse via, lanciò davanti a sé lo skate e ci saltò sopra, scaldandosi prima di passare alle rampe. Si destreggiò in un paio di semplici ollie che ormai gli uscivano da anni alla perfezione, e aumentò gradualmente la velocità dei suoi esercizi, fece un paio di grind, andando quasi a sfiorare Louis che arretrò spaventato. La risata di Zayn rempì tutto il parco per diversi minuti visto che l'amico aveva fatto cadere a terra il libro che stava leggendo e ora gli stava imprecando contro, ripetendogli che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe accompagnato in quel postaccio. Ma il ragazzo ammutolì quando vide entrare dal cancello di ferro quello stesso ragazzo che aveva turbato tutta la Blake High School.
"Che ti succede, Boo? - domandò Zayn, vedendolo irrigidirsi - E' per caso arrivato Ha..." ma Louis scattò e lo zittì con una mano sulla bocca. "Stai zitto, brutto stupido che non sei altro" sibilò a denti stretti e fece voltare la testa del ragazzo con poca gentilezza. Per poco Zayn non stramazzò al suolo perché dal cancello non era entrata solo la cotta di Louis, il ventenne Harry Styles, ma accanto a lui c'era anche quel ragazzo, quello con i dilatatori, quello con lo snapback. Zayn, per quanto amasse il suo skate, ebbe la disarmante voglia di prenderlo e fracassare il legno di acero canadese sulla testa di quello sconosciuto.
Il ragazzo non lo degnò di uno sguardo, mentre poggiava il piede sul suo skate e cominciava a gironzolare per il parco, ma era ben consapevole degli occhi di Zayn poggiati su di lui, perciò decise di dedicargli un'esibizione. Eseguì dei rapidi kickflip e heelflip tanto per scaldarsi.
Nel frattempo Harry aveva preso posto sulla panchina accanto a Louis e guardava compiaciuto quello che doveva essere il suo amico. Zayn era in piedi vicino a loro e osservava accigliato i movimenti perfetti di quel ragazzo che si fermò dopo un fluido casper. Harry si alzò gli occhiali da sole dal naso, fischiò e batté le mani estasiato. Poi diede una gomitata nel fianco morbido di Louis che teneva certe distanze da quel ragazzo. "L'hai visto? E' bravo eh?" gli chiese con un ghigno. Louis si limitò ad annuire e lanciò uno sguardo nervoso a Zayn che stava fermo immobile con i pugni stretti.
"Più di me, ma anche più bravo del tuo amichetto" constatò Harry, alzandosi in piedi e andando ad abbracciare il suo amico. Quello si beò delle feste del riccio e si sfilò di dosso la larga felpa grigia, tirandosi su anche la semplice canotta che aveva sotto, mostrando a tutto il mondo i suoi addominali scolpiti, quasi marmorei. Si tirò in giù la canottiera con una risata.
"Vieni, ti presento due miei amici" disse allegramente Harry, trascinandolo per un braccio davanti a Zayn e Louis.
"Ragazzi, questo è Liam Payne. Liam questi sono Zayn e Louis lo sfigatello" li presentò il riccio.
"Noi non siamo tuoi amici" rispose vagamente Louis, fissandosi i piedi in imbarazzo, uccidendo mentalmente Zayn, infliggendogli infinite sofferenze perché era colpa sua se adesso erano in quell'imbarazzante situazione. Lanciò uno sguardo all'amico, teso come una corda di violino e se ne rallegrò, meritava di soffrire.
"Non sono molto loquaci i tuoi amici" commentò ironicamente Liam, squadrando con i suoi occhi scuri soprattutto quel ragazzo bassino ed esile che stringeva nervosamente i pugni e che teneva un piede su uno skate.
"Ci sai andare su quello, ehm, Zack?" domandò Liam, tentando di apparire il più amichevole possibile. Ma quella domanda non fece che far innervosire ulteriormente Zayn, "Certo" rispose acido quello, voltando stizzito il volto. Liam si grattò la testa col dito e si girò verso Harry che fece spallucce.
"E comunque, il mio nome è Zayn" riprese il moro, allontanandosi sullo skate. Tentò di calmarsi ma era irrimediabilmente nervoso. Odiava quel ragazzo, la sua strafottenza, la sua faccia, la barba che gli incorniciava il volto, i bicipiti muscolosi lasciati scoperti dalla canotta, che gli avevano azzerato la salivazione. Zayn lo odiava. Senza far caso al suo stato emotivo, senza concentrarsi a dovere ma solo per impressionare quell'odioso Liam, eseguì un nose manual, ma perse l'equilibrio e cadde rovinosamente a terra. Louis scattò in piedi e corse dall'amico, seriamente preoccupato. Ma Liam lo raggiunse per primo e si chinò a terra, "Tutto ok?" gli domandò, esaminandolo con lo sguardo alla ricerca di qualche ferita. Si sentiva stranamente inquieto.
"Sì sì sto bene" rispose Zayn, provando a rimettersi in piedi. Sentì il suo orgoglio frantumarsi contro le forti braccia di Liam che lo aiutavano ad alzarsi. Sentì bruciare non le sbucciature che si era procurato cadendo, ma quei punti in cui Liam lo stava toccando. Si morse l'interno delle guance per non esplodere in un poco dignitoso pianto. Poco lontano da loro tre, Harry si stava spezzando in due dalle risate. "Sei quasi più sfigato di Louis, Zayn" commentò tra una risata e l'altra. L'orgolio di Zayn non esisteva più.



Il giorno successivo alla sua rovinosa caduta a terra, Zayn non ebbe il coraggio di uscire dalle coperte e di affrontare il mondo. Non sapeva nemmeno spiegarsi il perché di quella esagerata reazione. Si finse malato e rimase a letto tutto il giorno, con l'iPod alle orecchie, cambiando canzone ogni trenta secondi perché schifava tutto. Ignorò le chiamata di Louis per tutto il pomeriggio e affogò nella pizza ai peperoni che sua madre gli aveva comprato per tirarlo su di morale. Dopo aver cenato Zayn si sentì come rigenerato. Si fece una doccia, preparò lo zaino per il giorno seguente, rilesse gli appunti di letteratura inglese, chiamò Louis e gli spiegò che era ancora vivo e si mise a letto. Avrebbe riparato il suo orgoglio. Giustificò la sua caduta, redense se stesso, si rianimò. Ce l'avrebbe fatta a farsi valere, l'avrebbe fatto sin dal giorno successivo, non avrebbe calcolato quel Liam a scuola, lo avrebbe ignorato e lo avrebbe ferito. Ghignava tra sé mentre formulava quei pensieri, era estremamente entusiasta del suo piano. Nella sua testolina credeva di essere rimasto senza dubbio impresso nella mente di quel ragazzo, con una certa soddisfazione aveva visto un lampo di preoccupazione negli di quel Liam quando era accorso in suo aiuto. Presto il suo ghigno malefico fu sostituito da un sorrisetto idiota mentre si figurava nel buio della sua stanza quel ragazzo. Se lo vedeva davanti agli occhi mentre si destreggiava sullo skate. Vedeva i suoi muscoli guizzare. Li vedeva sotto ai vestiti e ci mise davvero poco a figurarsi Liam tutto nudo mentre alternava ollie, fakie ollie e switch ollie con il suo skate. Immaginare quelle cose avrebbe dovuto divertirlo, ma l'effetto che quelle immagini mentali sortirono in lui fu tutt'altro che ilare. Sentì l'eccitazione partirgli dal basso ventre ed espandersi velocemente in tutto il suo corpo. Sentì improvvisamente un gran caldo e una gran voglia di liberarsi del pigiama. Diede al suo corpo accaldato tutte le attenzioni che esso reclamava e si addormentò subito dopo, stanco ma soddisfatto.



Arrivò tardi a scuola anche quella mattina, corse fino all'aula di letteratura inglese e si beccò un'ora di punizione visto che la professoressa non si fece abbindolare dalle sue bugie. A qualche banco di distanza dal suo notò Liam e sentì il cuore perdere un battito prima di tornare a pompare il sangue ad una velocità inaudita. Ma il ragazzo non sembrò notarlo, prendeva appunti sul suo quaderno e mai lo guardò, per tutta l'ora di lezione. Nemmeno quando suonò la campanella Liam sembrò accorgersi della sua presenza, si trascinava fuori dall'aula a testa bassa, come se morisse di sonno. Zayn, al contrario, aveva dormito per dieci ore ed era iperattivo, voleva mettere in atto il suo piano, voleva vedere quel ragazzo agognare per un contatto con lui e il suo atteggiamento lo lasciò alquanto deluso.
E per tutta la lunga giornata scolastica Liam lo ignorò, non lo salutò e se per caso i loro occhi si erano incontrati per una frazione di secondo aveva distolto lo sguardo come se fossero sconosciuti. Acciuffò Louis mentre stava andando in mensa, "Secondo te che problemi ha quel tipo?" gli chiese, torturando l'anellino nero al naso. Louis si guardò attorno cercando tra la gente il soggetto dell'interesse dell'amico, "A chi ti riferisci?" domandò infine sorpreso.
"A quel Liam" rispose Zayn come costatando l'ovvio. L'altro alzò gli occhi al cielo, "Che problemi dovrebbe mai avere?" prese un vassoio e fece la fila per farsi servire quel cibo di scarsa qualità. Zayn era troppo su di giri per ricordarsi del vassoio e quando si rese conto di dove fosse era troppo tardi e orde di ragazzi avevano allungato la fila dietro di loro.
"Lou dovrai dividere il pranzo con me. Comunque è strano, mi evita, anzi fa come se non mi conoscesse" sputò Zayn, mentre Louis prendeva dalle mani della cuoca il suo piatto di pasticcio di carne che gli mise brividi addosso.
"Mi era parso di capire che ti stesse antipatico" osservò, cercando con lo sguardo un posto a sedere in quella mensa ormai stracolma.
"Ma mi sta antipatico" urlò quasi Zayn, rubando una delle patatine dal piatto di lui e mangiucchiandola lentamente. "Avevo in mente di ignorarlo" concluse poi.
"E quindi che ti importa?" Louis non riusciva a capire la contorta psicologia del suo amico.
"Ma ero io a doverlo ignorare, non lui a dover ignorare me" questa volta Zayn urlò veramente e le persone sedute ai tavoli vicini si voltarono verso di lui. Sorrise a destra e manca e rubò l'ennesima patatina dal piatto di Louis che glielo piazzò davanti, "To' e smettila di toccare il mio cibo. Comunque non ti capisco, Zayn" scosse la testa, frizionando con la forchetta quel poco invitante pasticcio di carne.
"E non ho nemmeno voglia di spiegarti. Sappi che lo odio quel tipo e che non voglio avere nulla a che fare con lui" asserì con decisione, ma lo vide entrare nella mensa e lo seguì con lo sguardo. Si stava avvicinando e a pochi passi dal loro tavolo i loro occhi si incrociarono.
"E' libero qui?" chiese cortesemente, mettendosi a sedere accanto a Louis. Zayn sbarrò gli occhi. "Ciao Liam" lo salutò poi il ragazzo dagli occhi azzuri, tirando verso un lato del vassoio il piatto, disgustato. "Ciao a te, Lucas". Louis scoppiò a ridere, "No il mio nome è Louis, ora scusatemi ma vado un attimo in bagno a vomitare questo schifo che ho mangiato" Liam gli rivolse un'occhiata apprensiva, "Stavo scherzando, devo pisciare" aggiunse subito prima di allontanarsi e lasciare soli i due ragazzi. Zayn era seduto su quella sedia come se avesse un candelotto di dinamite su per il culo. Liam trangugiava in silenzio i suoi panini e non sembrava intenzionato a conversare con lui. "Beh non dici niente?" sbottò infine, come se il candelotto fosse esploso.
"Che dovrei dire?" osservò l'altro alzando il sopracciglio sinistro, nel quale - notò Zayn - era incastrato un piercing.
"Ma che ne so, magari mi dovresti chiedere come sto" continuò Zayn stizzito. Liam lo guardò per qualche secondo, "Ah ma sei tu! E' vero! Come stai?" e si sbatté il palmo della mano contro la fronte. Era la seconda volta nel giro di tre giorni che l'orgoglio di Zayn andava in frantumi, la causa era sempre la stessa. Si alzò e riprese il suo zaino da terra, "Aspetta che fai? Dove vai? Zayn?". Il moro lo guardò grato perché non aveva dimenticato il suo nome ma se ne pentì nell'istante successivo, infatti fece dietrofront e uscì dalla mensa, dandosi ripetutamente del coglione.







Erano passate un paio di settimane da quando Liam era diventato ufficialmente studente della Blake High School, era riuscito a farsi parecchi amici eppure era sempre alla ricerca di quello sfuggente Zayn. Ogni volta che lo chiamava lui si girava e gli rivolgeva larghi e bellissimi sorrisi candidi, ma poi i suoi occhi si spegnevano e scappava via. Il comportamento di quel ragazzo lo confondeva e non poco. Era l'unico lì dentro che lo evitava e Liam voleva saperne il motivo. Quindi lo seguiva per i corridoi, non distoglieva mai gli occhi da lui e lo studiava, tentando di capire cosa gli passasse per la mente. Eppure quello Zayn era gentile e disponibile con tutti all'infuori di lui; la cosa lo infastidiva e non poco. Si convinse, Liam, che era interessato a lui solo perché lo evitava come la peste; il ragazzo non riusciva ad ammettere che il ragazzo lo intrigava a tal punto da perderci il sonno.
Fuori dalla scuola chiedeva continuamente informazioni a Harry che sembrava conoscerlo. Ma lo smemorato e libertino amico non gli diceva mai nulla di interessante, si limitava a canzonarlo, a dargli della checca innamorata: allora Liam si arrabbiava e lo colpiva, facendogli spesso e volentieri del male.
Quasi ogni notte Liam decideva che l'indomani avrebbe fermato Zayn e gli avrebbe chiesto spiegazioni, ma puntualmente ogni giorno si faceva scivolare tra le dita tutte le occasioni. C'era qualcosa in quel ragazzo che lo metteva in soggezione, che non gli permetteva di ragionare decentemente e se nei primi giorni era solo curiosità nei confronti dei suoi strampalati comportamenti, ora la situazione era drasticamente mutata, perché quando Zayn gli sorrideva il cuore di Liam smetteva di battere e il cervello si resettava. Lo trovava bellissimo, l'essere umano più bello che i suoi occhi avessero mai catturato.
Per giunta i suoi pensieri non trovavano pace nemmeno al di fuori di quelle quattro mura che rappresentavano la sua scuola, perché quasi ogni giorno ritrovava Zayn allo skatepark: arrivava in compagnia di Louis, l'amico un po' sfigato, e passava le ore a destreggiarsi sulle rampe. Liam perdeva la maggior parte del tempo a vagare con lo sguardo su quella figura longilinea, sulle forme dure del suo corpo, che si intravedevano dai vestiti scuri che quello indossava. Capitava, a volte, che Zayn cadesse e allora Liam si precipitava apprensivo da lui, ma quello lo scacciava in malo modo, sminuendo la caduta, trattandolo con freddezza e Liam, quasi con la coda tra le gambe, andava via con un'espressione triste stampata sul volto. Quell'atteggiamento stonava completamente con la sua figura, Liam se ne rendeva conto ed aveva anche smesso di discutere con Harry, accettava i suoi scherzi cattivi, non fiatava perché sapeva di essere ridicolo.






"Ehi Louis!" Harry arrivò al parco, ma ormai non si portava più dietro lo skate da diverso tempo: aveva capito di essere abbastanza negato, ma ne approfittava per farsi osservare da quel ragazzino, il cui volto era incorniciato di folti capelli castani nei quali voleva far correre le sue dita. Louis trasalì e fissò lo sguardo sul libro che stava leggendo, ingnorando il ragazzo.
"Louis? Ehi mi senti?" Harry gli si parò davanti e con uno scattò gli chiuse il libro tra le mani, facendo imprecare l'altro a denti stretti, "Mi hai fatto perdere il segno" si lamentò poi, cominciando a sfogliare freneticamente le pagine. Harry gli rubò direttamente dalle mani il libro e vi ci sedette sopra, "Stai sempre a leggere, fai mai altro?" e lo guardò con i suoi occhi verdi ed incredibilmente calmi.
"Non sono affari tuoi quello che faccio io" lo rimbeccò Louis, guardando altrove.
"No infatti non sono affari miei ero semplicemente curioso" continuò candidamente l'altro. Louis sbuffò, "Potresti alzarti dal mio libro? Ti giuro che poi non mi rimetto a leggere e ti ascolto" gli propose, guardandolo in tralice.
"Come fai a sapere che voglio parlarti?" domandò stupito Harry, alzandosi involontariamente e porgendogli il libro. "Mh sono bravo a capire gli intenti delle persone, forse" mentì Louis, indossando uno sfavillante sorriso.  
"Louis Tomlinson il chiaroveggente" lo canzonò l'altro, avvicinando pericolosamente una mano alla sua testa, avrebbe voluto scompigliargli i capelli, ma Louis gli rivolse uno sguardo tra l'atterrito e l'omicida che lo costrinse ad abbassare il braccio.
"Allora cos'è che volevi dirmi?" lo incitò a parlare Louis. Harry si grattò la fronte e si aggiustò la bandana che si era arrotolato attorno alla testa, "Di solito queste cose non le faccio, ma... che cazzo di problemi ha Zayn?". Louis lo squadrò stranito, "Che intendi?" l'altro fece spallucce, "E' un lunatico pazzo e voglio sapere che problemi ha col mio amico". Louis si lasciò scappare un risolino, "Non ha alcun problema con Liam, o almeno nulla di grave" provò a rassicurarlo, ma Harry lo guardava confuso, "Spiegati meglio" gli disse, sedendosi ad una spanna da lui e scrutandolo con gli occhi chiari, curiosi.
"Zayn non ha nessun problema con Liam, è semplicemente un ragazzo molto orgoglioso" rispose con una mezza verità. Harry rimase in silenzio per una trentina di secondi a rimuginare sulle parole del più giovane.
"E questo cosa c'entra con Liam?" domandò poi, tornando a guardarlo dritto negli occhi. Louis si schiarì la voce, "Zayn è sempre stato abituato ad essere il centro delle attenzioni di tutti e con l'arrivo di Liam questo posto l'ha perduto, è semplicemente ferito nell'orgoglio, non è che lo odi o qualcosa del genere" spiegò il ragazzo a Harry che annuiva ad ogni sua parola, "Comunque è un po' stupido" osservò facendo sorridere Louis.
"Lo è e anche tanto" ammise Louis che non faticava ad offendere il suo migliore amico. I due non parlarono più: Harry cadde nella rete dei suoi pensieri e Louis tornò a leggere il suo libro.





Una mattina di fine aprile Liam si alzò dal letto convinto che sarebbe stato il giorno perfetto per capire cosa passasse nella mente del moro che possedeva ormai da quasi due mesi i suoi pensieri. Indossò un paio di jeans chiari e una canotta bianca, si gettò sulle spalle una camicia e uscì di casa con un vivida speranza mischiata ad una celata inquietudine - forse ansia - nel cuore. Arrivò a scuola con largo anticipo e prese posto nell'aula di letteratura inglese, ad un paio di banchi di distanza da quello a cui era solito sedersi Zayn. Suonò la prima campanella e nessuna traccia del moro. Arrivò Louis e si mise a sedere, Liam lo guardò e rimase in attesa, abituato ormai ai continui ritardi del ragazzo. Suonò la seconda campanella e la professoressa iniziò la lezione. Liam mordicchiava nervosamente la matita: possibile che Zayn non arrivasse? La lezione terminò, il ragazzo raccattò in fretta i suoi libri, pronto a raggiungere Louis per chiedergli spiegazioni, ma l'altro si era volatilizzato dall'aula in un paio di secondi. Liam lo cercò con lo sguardo tra la gente che si riversava nel corridoio e avendolo individuato lo raggiunse a passo spedito.
"Ehi" lo salutò Liam, l'altro aggrottò le sopracciglia, "Ciao" gli rispose, mentre trafficava nel suo armadietto. Senza particolari giri di parole, "Dov'è Zayn?" gli domandò Liam, mordendosi il labbro inferiore e senza celare la sua evidente preoccupazione.
"A casa" rispose criptico Louis. Liam si spazientì, "Gli è successo qualcosa?" sentiva dentro di sé che c'era qualcosa che non andava bene, lo leggeva nello sguardo sfuggente di Louis, la sua preoccupazione si stava calcificando nel suo petto diventando sempre più pesante.
"Che ti importa?" lo stuzzicò Louis che da tempo ormai aveva letto nei pensieri di entrambi, sapeva cosa provavano l'uno per l'altro ma, allo stesso modo, sapeva che non l'avrebbero mai ammesso.
"Voglio solo sapere" mormorò Liam, passandosi un dito sull'orecchio: quella mattina si era persino dimenticato di indossare i dilatatori, come aveva fatto? Eppure si era svegliato speranzoso.
"Ti basta sapere che è a casa, non ti serve sapere nient'altro" aggiunse acido Louis, chiudendo il lucchetto dell'armadietto e facendo per andarsene. Liam sentì un'inusuale rabbia ribollirgli dentro, allungò il braccio e strinse forte le dita della mano sulla spalla del ragazzo più basso e magro di lui. "Che cazzo ti prende?" chiese a bassissima voce Louis, voltandosi verso di lui quasi spaventato.
"Lo so che è successo qualcosa, dimmelo che ti costa?" lo implorò quasi Liam. Louis cedette, "Ieri sera è rimasto fino a tardi al parco, stava provando non so quale trick e si è fatto parecchio male, hanno chiamato un'ambulanza e ora è a casa" gli spiegò. La stretta di Liam sulla spalla di Louis si allentò, "Dimmi dove abita ti prego". Louis strappò un piccolo pezzo di carta dal suo quaderno di spagnolo e ci scarabocchiò sopra l'indirizzo di Liam e lo guardò correre via, verso l'uscita. In realtà Zayn non si era fatto molto male e lo sapeva benissimo, ma Louis era stanco di vedere il suo amico così stressato a causa di quel Liam e a casa sua, costretto a letto, il moretto non avrebbe avuto alcuna chance di fuggire. Sorrise tra sé mentre si avviava verso l'aula.





Zayn era a letto e quella situazione, essere costretto a letto col joystick in mano, non gli dispiaceva per nulla. Quella mattina si era fatto mettere nella Xbox un nuovo gioco dalla madre che era uscita di casa promettendogli che sarebbe tornata per preparargli il pranzo. Guardò la sveglia sul comodino e sbuffò, nonostante il gioco si stava annoiando e non poteva nemmeno tormentare Louis perché il ragazzo, a lezione, non gli avrebbe mai e poi mai risposto. Spense la televisione e si tirò sul naso le coperte, voleva provare a dormire così il tempo sarebbe trascorso più velocemente.
Si addormentò ma il rumore del campanello lo fece svegliare di soprassalto. Pensò subito a sua madre, ma poi diede una rapida occhiata alla sveglia ed era ancora troppo presto per il suo ritorno. Pensò che non potesse essere nessuno di importante, ma il campanello riprese a trillare incessantemente, per lunghissimi minuti. Zayn si sarebbe voluto alzare, far cessare quell'odioso rumore, ma ovviamente non ci riuscì, la gamba steccata gli dava non pochi problemi: ci provò lo stesso, fallì ed imprecò. Il campanello cessò di trillare e Zayn trasse un respiro di sollievo. Si acquietò e rimase in ascolto del silenzio che era in quel momento la sua casa, dopo il caos creato dal campanello. Sentì all'improvviso dei passi e il cuore gli si intrappolò nella gola, d'impulso afferrò la stampella che aveva accanto al letto ma che ancora non riusciva ad usare. I passi si fermarono davanti alla porta chiusa della sua stanza. Trattene il respiro.
"Zayn?" si sentì chiamare.
"Chi è?" domandò con voce tremante, stringendo forte la stampella fino a far sbiancare le nocche delle mani.
"Sono io, Liam" rispose la voce al di là della porta e Zayn lasciò cadere a terra la stampella.
"Posso entrare?" chiese poi titubante. Il moro si ritrovò ad annuire inutilmente, "Sì entra pure" e non appena mise piede nella sua stanza, "Come cazzo ti permetti a venire in questo modo in casa mia? Chi ti ha invitato? Chi ti ha dato il mio indirizzo? Sarei potuto morire d'ansia" gli vomitò addosso queste parole. Liam era in piedi, visibilmente sollevato.
"E' stato Louis a darmi il tuo indirizzo, ero semplicemente preoccupato perché non ti ho visto arrivare oggi a scuola" rispose candidamente Liam, sedendosi accanto a lui sul letto, senza che il ragazzo lo invitasse in alcun modo. "Louis, quello stronzo, lo devo uccidere" disse Zayn a bassa voce, più a se stesso che al ragazzo che lo guardava divertito.
"Allora che ti sei combinato?" gli domandò, sollevando la coperta e osservando il supporto attorno alla gamba di quello che avvampò. "Come ti permetti ad entrare in casa mia e a scoprirmi?" si ricoprì velocemente, nascondendo il suo corpo. "E poi - continuò - quello che mi sono fatto non è affar tuo, non siamo nemmeno amici, perché sei qui?" Zayn era rosso in volto e fissava Liam che scrollò le spalle e si grattò la testa, "Non lo so nemmeno io perché sono qui e lo so che non sono affari miei, ero semplicemente preoccupato per te. Che ti sei fatto?" la sua voce si addolcì e con essa l'animo di Zayn.
"Niente di grave, è sono una distorsione al ginocchio, in un paio di settimane sarò di nuovo sullo skate" Zayn gli sorrise per la prima volta e il cuore di Liam prese a pompare il sangue più velocemente, improvvisamente sentì caldo e si slacciò i bottoni della camicia.
"E come hai fatto?" agli occhi di Liam non sfuggì il rossore sempre più vivo delle guance di Zayn che scosse ripetutamente la testa, "Affari miei" rispose acidamente, voltando il viso verso il muro.
"Dio mio sei un rompicoglioni, uno si preoccupa per te e tu ti comporti in questo modo, ma è mai possibile?" si lamentò quello, si passò una mano sul volto e lo guardò esasperato.
"Nessuno ti ha invitato qui, te ne puoi benissimo andare" e tacquero entrambi per due minuti di fila, due minuti di silenzio assordante scanditi solo dai loro respiri. Alla fine Liam si mise in piedi, "Beh sono contento che tu stia bene, ora vedo di tornare a scuola per farmi un paio di ore di lezione" affermò. Si avviò verso la porta, ma fu bloccato dalla mano di Zayn stretta attorno ad un piccolo lembo della sua camicia.
"No aspetta non andare" lo implorò il moro, sorprendendosi lui stesso del suo tono di voce. Lo lasciò immediatamente andare. "Vuoi che rimanga?" gli chiese Liam con un sorriso furbo stampato sul viso, "Sì rimani, mi annoio a stare solo, che ci vai a fare a scuola?" Liam scoppiò a ridere e tornò a sedersi sul letto del moro.
Zayn lo sfidò a giocare alla Xbox e Liam accettò, ben consapevole della sua ignoranza in materia: infatti perse la maggior parte degli scontri. Un sorriso soddisfatto andò a colorare il volto di Zayn.
"Sei proprio una femminuccia" lo prese in giro il moro, spostandosi dalla fronte i capelli scuri e morbidi e guardandolo con quei suoi occhi grandi e caldi. Liam si incantò nel guardarli, non aveva mai visto iridi più belle: erano di un marrone caldo in cui si incastonavano alla perfezione pagliuzze verdi e dorate, erano chiari, profondi, splendenti e unici grazie a quel piccolo neo attorno all'iride sinistra, un'imperfezione, forse, che lo rendeva ancora più particolare.
"Ehi?" fu risvegliato da quello stato di semi incoscienza dalla mano che Zayn gli sventolava davanti alla faccia. "Eh? Ah scusa mi ero incantato" si giustificò arrossendo appena. Zayn alzò gli occhi al cielo e rise sommessamente, "Sì sei proprio una femminuccia" riprese a canzonarlo.
"No è solo che preferisco cose più... pratiche" rispose con saccenza Liam, scuotendo ad occhi chiusi la testa. Zayn quasi si strozzò con la sua stessa saliva, "E cioè?" si informò, tentando di reggere il gioco dell'altro. Liam si avvicinò impercettibilmente a lui, scivolando sulle lenzuola, facendo attenzione a non toccare la gamba infortunata del ragazzo.
"I giochi all'aria aperta, ad esempio" gli spiegò e lanciò uno sguardo allo skate poggiato contro la parete della sua stanza. Zayn annuì, "E quando fuori fa freddo oppure piove cosa fai in casa?" e si ritrovò a sussurrare quella domanda perché Liam, in silenzio, si era portato vicinissimo a lui e lo fissava dritto negli occhi. Il ragazzo si portò il pollice e l'indice sotto al mento e fece finta di rifletterci su, "Mh quando sono a casa e c'è tempo brutto sono sempre molto triste e devo sempre fare qualcosa per... tirarmi su" e lo fronteggiò con lo sguardo, mentre gli occhi del moro si sgranavano, le sue guance si coloravano di rosso e le sue labbra si piegavano all'insù. Si fece prendere da un risolino sconnesso, era evidente che Liam stesse flirtando con lui e invece di esserne infastidito si stava godendo - e anche troppo - tutta quella situazione.
"Non so se mi conviene indagare oltre" sussurrò, indugiando con lo sguardo sulle labbra piene di Liam. Pensò che dovevano essere morbidissime e fu preso dalla voglia di toccarle con le dita. Alzò il braccio e portò la mano vicinissima al volto del ragazzo. Gli sfiorò la guancia coperta da un sottile strato di barba e attese in silenzio che l'altro gli permettesse di continuare. Zayn non sapeva se aveva malinteso tutta quella situazione, se Liam era semplicemente preoccupato per lui e voleva sapere come stava solo perché erano in una qualche strana maniera amici. Si osservarono in silenzio e piano, impercettibilmente, Liam strusciò il volto contro la mano di Zayn e Zayn capì.
E allora il moro continuò ad accarezzargli la guancia, con un polpastrello percorse le linee morbide del suo viso, fino ad arrivare alle labbra che erano morbide esattamente come aveva immaginato nella sua testa. Pensò, poi, che dovessero essere buone e allontanò di scatto la mano, tentando di dissimulare quel pensiero.
"Che succede?" Liam lo guardò stranito mentre lui scuoteva ripetutamente la testa, "Niente niente mi sono lasciato prendere un po' troppo dal momento" straparlò Zayn, tormentandosi l'anellino che aveva al naso - era evidentemente nervoso. Allora fu il turno di Liam di avvicinare la mano al volto del ragazzo e "Posso?" chiese. Zayn si limitò ad annuire, sulle spine per il prossimo contatto con Liam.
Anche Liam lo accarezzò, come Zayn aveva già fatto con lui, ma le sue mani non tremavano, si muovevano sicure sulla pelle ambrata del moro che aveva incastonato i suoi preziosi occhi in quelli di Liam. Indugiò per qualche secondo con la punta delle dita sulla bocca di Zayn, sentì la testa vorticare e mandando mentalmente a 'fanculo un po' tutto, si chinò su di lui e rese quelle labbra sue. Zayn sbarrò gli occhi e si irriggidì a quel contatto, del tutto inaspettato ma sinceramente sperato. Durò qualche frazione di secondo e subito Liam si staccò per studiare l'espressione del ragazzo. Quello sorrise, "Tutto qui?" lo stuzzicò a voce bassa facendo sorridere Liam che si abbassò nuovamente e riprese possesso di quella bocca così morbida da far invidia alle nuvole. Fu un bacio fatto inizialmente solo di labbra inesperte che si accarezzavano, si conoscevano piano, scappando e rincorrendosi. Poi Liam mordicchiò il labbro inferiore di Zayn e passò la lingua su di esso, portò le mani sul volto del ragazzo e lo accarezzò piano, sentendolo tremare contro il palmo delle sue mani. Quella era una silenziosa richiesta a cui Zayn rispose affermativamente, allacciando le braccia dietro al collo di Liam che poté approfondire il bacio, assaporando completamente la bocca di Zayn. Facendo molta attenzione al suo ginocchio e senza staccarsi da quelle labbra fantastiche, si mise a cavalcioni su di lui. Le mani di Liam vorticavano sul volto, sul collo e sui capelli di Zayn, scendevano e stringevano possessive le sue spalle, mentre l'altro si faceva possedere permissivo. D'un tratto, però, Liam si staccò da lui per riprendere fiato e per guardarlo negli occhi grandi e dilatati.
"Perché... - iniziò affannato - perché mi eviti?" Zayn avrebbe voluto mettersi a ridere ma fu fermato dall'espressione dannatamente seria che campeggiava sul volto di Liam. "Di cosa stai parlando?" domandò il ragazzo, sfiorandogli dolcemente i capelli. Liam emise un grugnito di dissenso e a malincuore - glielo si leggeva sul volto corrucciato - allontanò la mano di quello dal suo viso.
"Lo sai di cosa sto parlando, quindi rispondimi" asserì deciso. Zayn scrollò le spalle e soffiò fuori l'aria, "Non è niente d'importante, una cazzata" provò a liquidare la questione ma lo sguardo severo che Liam gli rivolse lo pietrificò. "Ok ok, mi arrendo, anche se mi vergogno parecchio a dirtelo - lo guardò per un istante prima di tornare a parlare - ehm allora, vediamo... ti ho iniziato ad evitare perché, lo ammetto, mi stavi un po' sul cazzo e mi sono sentito minacciato. Da un giorno all'altro ecco che arriva a scuola questo nuovo tipo bellissimo ed interessante che mi spodesta dal trono che ho messo su in quattro lunghi anni, capisci? Mi sono sentito parecchio ferito nell'orgoglio. Poi però..." e la sua voce si incrinò. Liam lo incitò a continuare ma lui scosse la testa, "No ti prego, mi vergogno. Ti chiedo scusa per averti ignorato, amici come prima?" propose con un sorriso, porgendogli la mano che Liam prontamente afferrò. Lo attirò a sé, le loro bocche quasi si sfioravano, i loro fiati erano una cosa sola. Zayn socchiuse gli occhi in attesa di un bacio che non arrivò.
"Te lo scordi" mormorò Liam sulle sue labbra. Zayn emise un verso contrariato.
"Se vuoi che ti baci - riprese l'altro - se lo vuoi davvero, ti muovi a parlare" lo sfidò Liam, rimanendo ad una pericolosa distanza da lui. Zayn sbuffò per l'ennesima volta, "Vaffanculo! Volevo che ti interessassi a me, e ce l'ho fatta, mi pare" sbottò, girando il volto da un lato, interrompendo quello scambio d'aria e di calore. Liam rimase interdetto per qualche istante, stupito dall'assurda genialità di quello che, evitandolo per tutto quel tempo, era riuscito ad esercitare nei suoi confronti un'innegabile forza magnetica. "Allora ti faccio i miei complimenti, se è questo quello che volevi, hai vinto di nuovo tu" si complimentò il ragazzo. Portò il pollice e l'indice sotto al suo mento e lo fece voltare, in modo da potersi tornare a guardare negli occhi. "E il mio bacio?" domandò Zayn con un sorrisetto. Liam scrollò le spalle ma lo accontentò, poggiando delicatamente le labbra su quelle del ragazzo. Presto però si allontanò da esse, fece scivolare la bocca lungo la linea della sua mascella, la barba scura di Zayn gli solleticò il volto e lo fece ridacchiare. Zayn rabbrividì per quei brevi suoni gutturali emessi a contatto con la sua pelle. E mentre le mani del moro gironzolavano liberamente tra i capelli di Liam, questo prese a mordicchiargli la pelle morbida del collo, a leccarlo dalla clavicola fino al lobo dell'orecchio, sul quale si soffermò facendo giocare la sua lingua con l'anellino che Zayn portava come orecchino. Il moro si lasciò scappare qualche gemito di troppo: un suono idilliaco per le orecchie di Liam, che lo esortava a continuare, a volerne di più. Ma non aveva fretta, non più, non ora che Zayn gli aveva spiegato il perché dei suoi strani comportamenti nei suoi confronti. Così Liam si prese tutto il tempo del mondo per continuare a baciare il moretto quella mattina e per innumerevoli pomeriggi e sere a venire. Si prese il suo tempo per portarlo fuori a cena e al cinema e per farlo suo ogni giorno di più, conquistando giorno dopo giorno parti della sua anima e del suo corpo dove, vittorioso, puntellava la bandierina col suo nome. Finché riuscì a conquistare il suo cuore, una volta per tutte, ufficializzando a tutti gli effetti la loro relazione.
E Zayn, nonostante agli inizi fosse parecchio riluttante, decise di accettare quel nuovo status di ragazzo di Liam, si sentiva strano ad essere di qualcuno ma si lasciò amare in qualsiasi modo, scoprendo via via lati di se stesso che aveva celato per tutti i suoi diciotto anni di vita. Non sempre erano lati positivi: Zayn si scoprì geloso e parecchio irritabile, ma scoprì anche di avere un gran cuore con una nascosta voglia di amare celata al suo interno.
Zayn tuttavia continuò ad essere il tipo orgoglioso di sempre, ma spesso - si sa - per amore si cambia, o almeno, si tenta di soffocare le proprie parti peggiori. Dopo essersi provocato la distorsione mentre provava il solito nose manual, Zayn aveva rinunciato definitivamente a quel trick, denigrandolo. Liam aveva tanto insistito, lo aveva pregato: voleva a tutti costi insegnargli quell'ultimo trick che mancava al suo repertorio. Zayn si era ogni volta opposto con smorfie e musi lunghi, perciò Liam impiegò diverso tempo per riuscire a convincere il suo ragazzo. Ma dopo lunghe sessioni di sesso - era l'arma più efficace che Liam conoscesse - era riuscito a convincerlo e in un solo pomeriggio a Zayn riuscì alla perfezione anche il maledetto nose manual.






Buona sera e buon Natale a tutti voi!
Inizio col dire che questo parto di one shot partecipa al Christmas Exchallenge del Wanki, iniziativa a cui ho partecipato con vero piacere, quindi un ringraziamento va soprattutto a chi l'ha organizzata. Siccome era un exchallenge avrete sicuramente capito che questa storiella di appena 7030 parole è un regalo di Natale, e questo mio regalo di Natale è per Debs (LOListheway). Spero che ti sia piaciuta e spero di essere riuscita ad usare bene il tuo prompt e il tuo AU. Non sai quanto sono stata felice di ricevere la tua letterina e tu hai ricevuto la mia hahah quindi ci siamo scambiate i nostri doni e qui c'è lo zampino di qualcuno ma okay haha.
Cos'altro posso dire? Ah non so una mazza di skateboarding quindi ringrazio i miei amici Wikipedia e Youtube, senza di voi sarei stata persa. Il titolo - come avrete capito - è un trick, il trick che mette in crisi Zayn ed è veramente semplice solo che ci vuole la testa per farlo e si addice alla perfezione a Zayn.
Bene, direi che posso congedarmi.
Buone feste e ci risentiamo presto cari miei.
Alexa
  
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