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Autore: larrytheway    26/12/2013    30 recensioni
Germania 1975
"Sono un fottutissimo mostro!"
Iniziai a gridare, spaventandola. Non era mia intenzione, non volevo ferirla
"No non lo sei" mi rispose dolcemente, cercando il mio sguardo "te ne darò la prova".
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Germania, 1975
 
“Malik la colazione!”.

La guardia del mio corridoio batteva incessante il manganello contro le sbarre, ma a me poco importava.
Malik!” continuava ad urlare, imperterrito, così mi alzai di malavoglia, prendendo la colazione che si trovava ai piedi della porta “Ancora questo schifo?!” dissi esausto, scazzato, guardando la guardia che sghignazzò alla mia esclamazione “Ritieniti fortunato” rispose quello, girando i tacchi per poi battere il manganello contro le sbarre della celle vicina.

La mia vita era così da qualche anno e la fine dello strazio era ormai vicina: solo ventiquattro ore e sarei uscito da quell’inferno chiamato prigione.
Presi quello che veniva nominato colazione e mangiai un po’ disgustato; il mio compagno di cella dormiva, il sonno pesante lo avvolgeva ancora e sapevo che sarebbe andato avanti fino alle undici passate. Passai una mano fra i capelli, erano cresciuti, il ciuffo era alto e appena uscito da quello sputo di cella sicuramente sarei andato da un parrucchiere. Tornò la guardia e con un “Malik è ora di uscire” mi fece alzare di colpo lo sguardo, speranzoso “Uscire in cortile, idiota” aggiunse una seconda persona accanto alla guardia, nella quale riconobbi George.

George era dentro da due anni e mezzo, sapeva ogni cosa di questo posto: fu lui il mio primo compagno di cella.
Quello sguardo di pochi minuti prima si tramutò in delusione, mi alzai e misi la mia giacca di pelle nera lucida, perfetta e, sbattendo la colazione in faccia ai due uscì, sghignazzando un poco.
Quello che c’era al di fuori delle grigie mura era uno schifo di parchetto, ma almeno avevamo qualcosa: un po’ di tavoli stile pic-nic, canestro da basket e un piccolo laghetto, minuscolo. Mi sedetti a un tavolo, solo, fumando una delle mie adorate sigarette e stringendomi nel giubbotto. Faceva abbastanza freddo per essere i primi di Ottobre, ma poco importava.

“Ehi” poco più tardi una voce in lontananza mi fece voltare verso la porta d’ingresso al giardino: una delle guardie mi guardava strano e con un cenno di capo mi chiese di tornare dentro. Buttai la sigaretta lontano lasciando che si spegnesse avvicinandomi all’uomo “Hai visite Malik” aggiunse, una volta chiusa la porta dietro di noi. Con le mani in tasca mi incamminai verso la sala dei ricevimenti, ovvero un altro cazzutissimo buco, ma dettagli. Entrai da solo, sbattendo la porta dietro di me e facendo spaventare una ragazza che parlava con un parente. Mi guardai in torno senza vedere qualcuno di famigliare “Zayn Malik?” .

Una voce fece voltare sia me che l’intera stanza: io annuì, guardando una donna che non riconoscevo. Lei sorrise facendomi segno di andarle vicino. Lo feci, sedendomi davanti a lei al piccolo tavolo di legno “Sei cambiato” disse lei, iniziando la nostra conversazione.
“Potrei dire qualcosa, se ti conoscessi” ribattei io, lasciandola stupita “Zayn…sono tua sorella” .
La guardai perplessa: come potevo non ricordarmi di lei? Come potevo? Lei abbassò la testa, delusa “Qui ti hanno fatto il lavaggio del cervello!” disse, alzando la voce di qualche nota.

Come potevo non darle ragione, perché era vero infondo. Una lacrima solcò il suo viso e io, prontamente l’asciugai lasciando un piccolo sorriso sulle sue labbra.
“Mi dispiace…non so cosa sia successo, scusami” dissi rapido, alzandomi dalla sedia e percorrendo la stanza uscendo da lì. Percorsi il corridoio a passo veloce, arrivando alla mia cella dove trovai ad aspettarmi Luke appena sveglio “Amico che ci fai in giro?” disse vedendomi, sbadigliando e stiracchiandosi.
Non lo degnai di uno sguardo, ero pensieroso.
“Ah comunque domani ci viene a prendere mia sorella Dana…la ragazza bionda dell’ultima volta, ricordi?” aggiunse, chiudendo la porta della cella e sedendosi sul letto di fronte a me.
Annuì, mentendo: non la ricordavo, ogni singolo ricordo dei cinque mesi passati a quell’inferno erano spariti, andati persi per sempre e forse anche qualcosa della mia vita era andato perso.
Luke non parlò più per tutta la sera, mancava solo un giorno e saremmo usciti di lì.

Uno soltanto.






 
...PICCOLO SPAZIO...

Eccomi qua! Si lo so, qualcuna di voi che sta leggendo questo
si aspettava in un mio aggiornamento dell'altra ff *le tirano pomodori marci*
Come vi sembra? spero vi piaccia.
Ora vi starete chiedendo che cazzo ha in testa quella pazza ecc. ecc.
Ma che dire, mi piaceva e tutto questo è partito dal banner che sta là, 
in cima a questa pagina.
Spero davvero che vi piaccia, RECENSITE IN TANTE ci tengo moltissimo :)

A prestoo *scappa a gambe levate*
-Alessia
   
 
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