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Autore: Hysterical    26/12/2013    2 recensioni
Margot è.
Margot è quella ragazza con una madre troppo occupata per starla accanto e un padre troppo lontano.
Margot non sorride mai e non parla mai, Margot non rivolge la parola a se stessa da troppo tempo e non sa quello che vuole.
Margot vuole vivere, non sopravvivere.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Threesome
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Margot. Margot ha deciso di non sprecare più la sua vita, di non rimanere in silenzio davanti alle delusioni, di non chiudersi più in camera a piangere, ma reagire, a tutto. Margot si era appena svegliata e la prima cosa che faceva era controllare il telefono. Così con gli occhi semichiusi e ancora di sonno, prendeva il telefono e visualizzava ogni messaggio, andava su i social e poi posava il telefono sul comodino, si stropicciava gli occhi e poi fissava il soffitto per un po’. Chissà a cosa pensava Margot, forse non voleva alzarvi o forse non voleva andare a scuola, ma quella occhiaie sotto i suoi occhi blu, così pronunciate, facevano pensare tutt’altro, lei era stanca, non perché avesse sonno, ma era stanca di tutto, soprattutto delle persone. C’erano meno quattro gradi e Margot, avvolta da una coperta di lana rossa, andava in cucina a bere l’acqua. Non era una ragazza mattiniera, per questo non dava mai il “buongiorno” a nessuno e parlava a stento. “Margot, ti ho lasciato sul tavolo cinque euro, ci vediamo stasera. Ah, il pranzo e in frigo, mi raccomando.” Le disse la madre uscendo velocemente dalla porta per andare a lavoro. Non rispose, non aveva un ottimo rapporto con sua madre, Ann, non parlavano molto, non uscivano mai insieme e non sapeva di tutti i problemi, le difficoltà che Margot ogni giorno doveva superare, completamente sola. Margot non viveva, sopravviveva. Era solita farsi la doccia, per svegliarsi un po’ e poi si vestiva. Spesso usava dei leggins neri strappati e maglioni lunghi e le scarpe con le borchie, le piaceva essere un po’ diversa dagli altri, lei era Margot, era diversa davvero, ma nessuno se ne accorgeva, nessuno aveva gran fiducia in lei, nessuno la considerava e lei n’era a conoscenza, ma era abituata, non si considerava neanche da sola, era fatta così. Uscii di casa, salì sul suo motorino blu per andare a scuola. La scuola per lei non era un edificio dove stare cinque ore, anche di pi, da condividere con amici, amiche, per imparare, lei era sola anche a scuola, non parlava con nessuno e non aveva una compagna di banco, ma lei era indifferente a tutto questo. Fumava, mangiava, usciva da sola, non aveva nessuno. Fortunatamente era una ragazza molto intelligente, era aperta a tutto, tranne alle persone. Qualcuno della sua classe aveva provato ad avvicinarsi a lei, almeno a parlare, ma lei o non rispondeva o era indifferente, lei aveva paura, paura di essere usata perché era la “prima” della classe, paura di affezionarsi e poi star male, per questo non aveva amiche, per questo non aveva mai avuto un ragazzo in sedici anni della sua vita, ma sembrava che le andasse bene o che fosse abituata alla solitudine. Margot pensava che la musica fosse l’unica sua amica ed era così, le teneva sempre compagnia, c’era sempre per lei e le trasmetteva sempre qualcosa di forte, di indescrivibile. “Ciao Isterica.” A scuola la chiamavano così e non solo. Isterica, asociale, strana, instabile e così via. Ma la musica non era la sua sola amica, anche i libri lo erano, anche la sua penna e il suo foglio bianco, lei scriveva e le sue parole le davano affetto. Aveva contatti con le persone solo tramite face book, twitter, ed era molto simpatica, ironica e socievole, ma le persone virtuali non posso abbracciarti, così ogni tanto non rispondeva e si allontanava. Solo con una persona aveva legato molto: Diamond. Parlavano da circa due anni e per la distanza non si erano mai potute vedere, si erano innamorate e stavano insieme, si erano fidanzate, ma lei non sapeva se fidarsi o meno e spesso litigavano per questo, Margot non voleva essere ferita, sapeva di essere debole e che non avrebbe superato questo tipo di dolore. Si era appena seduta al suo posto, aveva il suo iphone in mano e messaggiava proprio con Diamond, quando un suo compagno di classe le passò accanto e per sbaglio fece cadere il suo libro di storia dell’arte. “Scusami.” Non gli rispose, raccolse il libro e sbuffò. “Ma tu non parli mai, tu non sorridi mai?” Anche questa volta non rispose. Lei sorrideva, sorrideva per Diamond, sorrideva per la musica, come per la scrittura. Parlava con Diamond al telefono, parlava con la musica e la scrittura. La gente aveva sentito poche volte la sua voce e chiunque l’avesse sentita, la maggior parte, diceva che la sua voce era così bella, sembrava una sirena, incantava tutto, sapeva davvero usarle queste dannate parole, ma non solo, anche il suono della sua voce era fine e sembrava accarezzarti. Ricevette un messaggio. “Buongiorno piccola mia, dormito bene?” Le scrisse Diamond. Voleva sorridere, o almeno accennare un sorriso, ma non voleva farsi vedere, era così spaventata dal mondo, era fragile e piccola. “Buongiorno amore mio, ho dormito bene. Tu?” Le rispose. In realtà Margot, non dormiva quasi mai, soffriva di insonnia ed era un segreto che solo lei sapeva e quelle sue occhiaie.
  
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