Buon
S. Stefano a tutti!
E' da un po' che mi tenevo in disparte dal fandom di OUAT ma vista la
pausa
interminabile che ci attende e (soprattutto) visto lo stato d'animo da
suicidio
di un po' tutto il fandom Rumbelle dopo la 3x11, ho deciso di sbucare
nuovamente su questi lidi. Stavolta però non sono qui con
una mia storia ma con
una traduzione. Cosa c'è di meglio di un po' di sano
Rumbelle fluff per farci
tornare il sorriso? Ho
adorato questa
mini-storia di pochi capitoli e ho chiesto all'autrice il permesso di
tradurla.
Lei ha acconsentito e quindi eccomi qui :) La storia, scritta da Just
2 Dream of You, la potete trovare in originale QUI
Detto
questo ci vediamo
sotto con info varie, buona lettura!
"Sono
seria,
Belle". Ruby iniziò il discorso per la milionesima volta.
"E' solo
che non capisco. Cosa ci vedi in lui?".
Belle
scosse la testa e finì
di sorseggiare il suo terzo bicchiere di tè freddo.
"Ruby...sarebbe troppo
difficile da spiegare. E' solo che..." guardò di lato, il suo volto
un'espressione
di pura onestà, "c'è del buono in lui. L'ho
sempre saputo. Non so
come, lo so e basta. E quando siamo soli..." ridacchiò, "quel
grande e grosso uomo austero scompare completamente".
Ruby
alzò gli occhi e
sorrise, scuotendo la testa. "Se lo dici tu".
La
nonna si avvicinò al loro tavolo e prese il suo piatto
vuoto. "Se me lo chiedessi, per me lo fa solo per averti attorno.
Non
c'è un singolo osso buono nel suo corpo". Belle
aggrottò la fronte e Ruby tossicchiò.
"Nonna!"
"Cosa? Sono solo
onesta. Bisogna esserlo. Scommetto cento dollari che se
fosse
messo alle strette sceglierebbe se stesso al posto tuo ogni volta".
Indicò Belle e lei abbassò lo sguardo mentre la
nonna camminava via. Ruby scosse
la testa esasperata.
"C'è
l'onestà e c'è
l'essere crudeli!"
Belle
si morse il labbro
inferiore. Lui non le farebbe mai questo. Non di nuovo. "Il
mio potere mi importa più di te...".
Scacciò via quel ricordo e si alzò. Non doveva
più vivere nel passato. Era un
nuovo giorno, un nuovo mondo accidenti, e lei non aveva intenzione di
lasciare
che le opinioni altrui la dominassero.
Non l'aveva mai fatto in passato e non avrebbe iniziato
ora.
Pagò
il conto e uscì dal
locale, Ruby che la seguiva scusandosi, e si fermò quando
notò qualcosa sdraiato
sulla grondaia accanto a loro. Trattenne il respiro e si
avvicinò vedendo un
piccolo, magrissimo gatto nero. "Oddio..." si abbassò e
prese in
braccio la povera creatura, sentendone il pelo umido, e gli occhi le si
riempirono di lacrime pensando a come gli animali venissero maltrattati
in quel
mondo.
Ruby
si fermò a metà frase,
qualcosa a riguardo di senilità e lasagne troppo care, e
trattenne il respiro a
sua volta quando vide cosa aveva Belle fra le braccia. "Oh mio Dio. E'
un
gatto quello?"
Belle
annuì, le lacrime che
minacciavano di uscire. "Come si può essere così
crudeli? Era stato
lasciato tutto solo qui - nella grondaia, Ruby! Che cosa orribile..."
Ruby
aggrottò la fronte, il
proprio istinto animale che usciva fuori prepotentemente, guardandosi intorno per
vedere se
qualcuno avesse un'espressione colpevole sul volto. Non c'era nessuno
nelle
vicinanze e si strinse nelle spalle, annusando per un attimo il gatto.
"Non sento l'odore di nessuna persona su di lui. Credo che sia un
randagio."
Belle
sembrò un po'
sollevata alla notizia, ma non troppo quando il gatto
miagolò pateticamente.
"Oh, credo che abbia bisogno di un dottore."
Ruby
guardò il gatto.
"Credo che abbia solo bisogno di cibo. Non odora di malattia, solo di
bagnato. Ha piovuto un po' stamattina, in effetti." Belle la
guardò e Ruby
fece un passo indietro. "Uh, no. Non posso prenderlo. I gatti e io non
andiamo d'accordo. La cosa del lupo, sai?"
Belle
annuì. Accarezzò il
gatto sulla nuca e sul collo e sorrise sapendo cosa doveva fare. "Devo
andare da una parte. Ci vediamo dopo, Ruby."
Ruby
sospirò mentre guardava
Belle attraversare la strada. "Oh fantastico, Gold amerà tutto ciò..."
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Perchè
gli orologi erano
così maledettamente complicati? C'era davvero bisogno di
tutte quelle molle?
Avrebbe potuto semplicemente usare la magia per sistemarlo e avrebbe
finito, ma
aveva promesso a Belle che avrebbe smesso con la roba dell'Oscuro.
Sospirò
mentre inserì la molla proprio nel posto giusto, solo per vederla letteralmente
saltare fuori
dall'orologio e suicidarsi fuori dal bordo del bancone.
Rumple
si guardò attorno per
un attimo.
"Tsk,"
rise e
schioccò le dita, un fumo viola coprì l'orologio
e poi scomparve. Era tornato
come nuovo e lui sorrise, rimettendolo a posto.
Beh,
quello che Belle non sapeva non l'avrebbe di certo ferita.
La
campanella del negozio
tintinnò e Belle entrò, un'espressione sconsolata
in volto. Oh merda, l'aveva
appena visto usare la magia? Credeva che le tapparelle del negozio
fossero
abbassate...
Belle
corse da lui e ansimò,
come se avesse corso per un po'. Lui si avvicinò per
chiederle cosa ci fosse che
non andava ma poi si accorse di
cosa aveva
fra le braccia. Era un mucchio di pelo nero che piagnucolava con voce
roca. Alzò
un sopracciglio. "Belle, dearie... cos'è quella cosa nelle
tue adorabili
braccia?"
Lei
arrossì leggermente
sporgendo in fuori...l'animale? "L'ho trovato disteso nel fango in una
grondaia. Non è terribile?"
Oh,
lui avrebbe dovuto
essere d'accordo "Sì, molto."
Lei
annuì. "Credo che
sia un randagio". Poi appoggiò la cosa sul suo bancone
pulito e lui fece
una smorfia. Belle iniziò ad accarezzarlo e lui
guardò il pelo letteralmente
volare via dalla sua schiena e cadere tutto sul bancone. Il resto
galleggiava
nell'aria. Mantenne la calma e si disse che avrebbe pulito tutto dopo.
"Credo che abbia bisogno di una casa..." sentì Belle
concludere e
guardò dentro i suoi imploranti occhioni azzurri, sbiancando
a quello che
sapeva gli stesse chiedendo.
"Oh...Belle...dearie..."
quello era l'inizio di un no e la delusione nei suoi occhi mostrava
quanto lei
invece sperasse per un sì. "Non lo so...non ho mai avuto un gatto. Non
so
come prendermene cura."
"Beh,
nemmeno io ma
credo che potremmo...insieme".
Rumple
sentì le sue guance
diventare bollenti e si schiarì la gola. Ogni volta che
menzionava noi e insieme
nella stessa frase lui si sentiva...beh, come un
adolescente idiota che sbavava sulla propria fidanzata. Avrebbe dovuto
comportarsi
meglio, loro vivevano insieme, ma era ancora una vera e
propria benedizione sentire ogni giorno lei che parlava di loro come
una
coppia. Una vera coppia.
"Belle...non lo so..."
"Abbiamo
abbastanza
soldi per prendercene cura. Voglio veramente aiutare questo piccoletto,
ha
bisogno di qualcuno che lo ami". Lui deglutì alle sue
parole. La dolce
Belle. Sempre con la voglia di amare ogni povero cretino immeritevole
che
incontrava. Sospirò mentre i suoi occhi imploranti lo
fissavano. "Per
favore, Rumple?"
E
il ghiaccio si incrinò.
"Oh, e va bene. Se insisti".
Lei
lanciò un sorriso più
luminoso del sole dritto dentro il suo cuore oscuro e annuì
con fervore,
prendendo di nuovo in braccio la piccola bestia. "Oh, lo sapevo che
avresti detto di sì! Grazie..." si sporse e lui apprezzò
molto il tenero
bacio che gli diede, come sempre succhiandogli leggermente il labbro
inferiore
mentre si allontanava dal suo volto.
"Per
prima cosa,
tesoro," iniziò lui, girando intorno al bancone "ha bisogno di
andare dal veterinario. Voglio che sia vaccinato..." fece un'altra
smorfia
"lavato, e legalmente microchippato". Fece una pausa. "Oh, e
ehm...sterilizzato se è un maschio".
Lei
ridacchiò e gli diede un
bacetto sulla guancia. "Okay. Vieni con noi?".
"Devo
fare ancora
alcune cose qui al negozio, ma vi raggiungerò fra poco". Lei
annuì e gli
diede un altro bacetto.
"Grazie,
Rumple..."
e uscì, i lunghi boccoli che rimbalzavano sulla sua schiena.
Lui
sospirò profondamente e
tornò dietro il bancone, vedendo tutto il pelo che il nuovo
amico del suo Vero
Amore aveva lasciato. Avrebbe potuto usare la magia per toglierlo, ma
dopo aver
visto di nuovo Belle, e quanto felice era insieme a lui, non poteva
farlo di
nuovo. Afferrò uno straccio bianco e iniziò a
pulire quando lo sentì.
Ora,
non era così inusuale,
no, ma a lui non accadeva spesso. Non si ammalava mai, i suoi poteri di
Oscuro
si occupavano di quello, e lui non aveva allergie, così la
sensazione che stava
provando lo sorprese. Scrollò le spalle. Doveva essere
qualcosa nell'aria.
Provò
a respirare di nuovo,
ma il prurito infernale nella parte interna del suo naso era troppo
forte e
finalmente si liberò, facendolo semplicemente accadere.
Passarono pochi secondi
nell'orologio che aveva appena aggiustato quando il suo
respirò si bloccò
improvvisamente e lui lo rilasciò all'interno del suo
gomito.
"Etchù!". Tirò su col naso e a quanto pare fu un
errore perché un
bruciore enorme eruppe nella sua gola. Il suo bastone era dimenticato e
agganciato al bordo del bancone quando si portò entrambe le
mani al volto ed
esplose dentro di loro. "ETCHU'!".
Gemette e barcollò un po' all'indietro. Quello era
stato...beh, potente e lo fece
sentire un po'
confuso. Scosse la testa, il prurito bruciante scomparso
così come era venuto.
Qualunque cosa fosse a dargli fastidio, sembrava andato via.
Afferrò
lo straccio di nuovo
e riprese a pulire il bancone, alcuni peli che cadevano sul pavimento,
ma non
importava finché erano fuori dal
suo bancone. Si voltò e
gettò lo
straccio nel cestino dei rifiuti. Nessun prurito per una frazione di
secondo, e
poi non poté fare altro che starnutire. "Etchù!".
Okay,
che diavolo stava
succedendo? Non starnutiva mai più di tre volte al mese, figuriamoci al
minuto! C'era qualcosa che non andava qui. Abbassò
lo sguardo e cercò di
raccogliere i suoi pensieri, chiedendosi cosa avesse fatto di diverso
quel
giorno. Lo straccio nel cestino sembrava gridargli qualcosa e lui
impallidì.
Guardò prima il bancone e poi lo straccio.
OH.
Prese
lo straccio con un
sospiro. C'era un solo modo per scoprirlo, e lui odiava dover usare se
stesso
come cavia, ma non aveva scelta.
Doveva
sapere.
Con
uno sguardo di enorme
disgusto stampato sul volto si chinò e annusò il
panno.
Non
successe niente.
Annusò
nuovamente in un
punto diverso.
Niente.
Ringhiò
per la frustrazione
e capovolse lo straccio, facendo la stessa azione più volte
senza risultati. Ma
l'Oscuro non si arrendeva facilmente e la sua ricompensa
arrivò proprio alla
fine quando annusò il punto jackpot, facendogli girare la
testa dalla sorpresa.
"E-e-e..." la reazione fu così istantanea che tutto
ciò che poté fare
fu reggersi con entrambe le mani al bancone.
Lo
straccio cadde a terra
come una persona che precipitava verso la morte.
"Etchù!
E-e-etchù!
Etchù! ETCHU'!" ansimò un paio di volte,
trattenne il respiro mentre una
nuova banda marciava fuori dal suo naso. "Oh, buon
Dio...e...e...a...aetchù!" tentò di trattenerli
stringendosi il naso, il
risultato una serie di rumori stridenti e bagnati che sembrava che il
suo
cervello fosse in punto di morte. "Etchù! Etchù!
Oh, dannazione!".
Rimase a bocca aperta mentre l'orchestra raggiunse un nuovo crescendo,
le note
finali in piena espansione. "E...e...ETCHU'!".
Gli
girava la testa e la
gamba sinistra stava gridando pietà per tutto lo show che
era appena accaduto
senza l'equilibrio del suo bastone, e lui ringraziò di non
essere crollato a
terra. Non aveva mai sperimentato qualcosa del genere in tutta la sua
vita e
ansimava per riprendere fiato. Con mano tremante prese il bastone e si
allontanò dalla zona, cercando di avere quanta
più aria fresca possibile. Il
suo fiato continuava a bloccarsi in falsi starnuti e faticava a
respirare.
Okay,
la sua domanda aveva
ricevuto risposta.
Era
allergico ai gatti.
Non
ne aveva avuto idea.
Nell'Enchanted Forest non aveva mai incontrato molti gatti e le poche volte che era capitato non ci si era mai avvicinato. A Storybrooke non c'erano altri
animali
oltre a Pongo ma dopo che la maledizione era stata spezzata
immaginò che gli
animali avessero iniziato ad attraversare il confine della
città potendo
finalmente vederla. Questo gatto randagio era entrato andando dritto
tra le dolci
braccia della sua Belle. L'ironia.
Sospirò
e sentì un altro
piccolo prurito dentro la narice destra. Imprecò,
tentò di trattenerlo e fallì,
lanciando un altro "Hetchù!".
"Qualcosa
non va, Mr.
Gold?"
A
quanto pare era stato
talmente distratto dagli starnuti che non aveva sentito la campanella
del
negozio tintinnare o la porta chiudersi. E ora la persona peggiore in
assoluto
era in piedi dietro di lui, dopo aver assistito a un suo momento di
debolezza. Il che non era accettabile.
Raddrizzò
la schiena e si
ricompose, girandosi lentamente verso di lei. "Regina. A cosa devo
questo
dispiacere?".
Lei
sorrise, le labbra rosse
luccicanti. "Volevo chiederti qualcosa" disse semplicemente.
"Ah,
devi essere
proprio disperata per venire da me..." si volto e le si
avvicinò con la
sua camminata disinvolta e confidente che usava sempre per mostrare
dominanza.
Ricordava quel punto preciso dietro il bancone dove era caduto il panno
e cercò
di tenersene il più alla larga possibile, sperando che lei
non se ne
accorgesse. "E cosa vorresti?".
"Io..."
iniziò
cercando di fare un'espressione il più triste e sconsolata
possibile "ero
solita usare un profumo quando ero più giovane. Ultimamente
ho nostalgia di
casa e vorrei poterlo usare di nuovo. Mi serve un certo fiore".
Lui
esibì il suo mezzo
sorriso, "Capisco. Un fiore, eh? Questo certo fiore non è
per caso un
Olfuriom, vero?" Lei aggrottò la fronte. "Quello che ti fa
provare
immense sensazioni di amore quando lo odori?" Ridacchiò.
"Bel
tentativo, Regina".
"Non
ho idea di cosa tu
stia parlando".
"Per
favore..." la
stuzzicò ricordando vecchie ferite*
"So che vuoi ancora Henry e questo fiore potrebbe tornarti molto
utile".
Lei
sospirò, messa alle
strette. "Voglio solo che lui sia più...ricettivo del mio
affetto".
Questa
volta Rumplestiltskin
scoppiò apertamente a ridere e scosse la testa. "Non cessi
mai di
stupirmi, dearie. Anche se avessi quel fiore, dovresti darmi qualcosa
in
cambio" le si avvicinò "e per fortuna non hai niente che
voglio". Si voltò e si diresse verso la tenda che separava
il negozio dal
retro. "Ora, se vuoi scusarmi, ho qualcosa di meglio da fare. Sai
dov'è
l'uscita".
Regina
ribolliva di rabbia
coi pugni serrati ma si controllò, tirandosi su la giacca e
sospirando. Il
sorriso era tornato sul suo volto mentre lo guardava entrare nella
stanza sul
retro. Sì, voleva un Olfuriom, ma mentre si stava avvicinando al
negozio aveva
guardato attraverso gli spazi delle tapparelle come faceva sempre prima
di
farsi vedere da lui.
Ciò
che aveva visto l'aveva
sconcertata.
Lo
aveva visto odorare un panno
bianco più volte, per
poi lasciarsi andare alla più grande serie di starnuti che
avesse mai visto in
vita sua. Non sapeva nemmeno che la gente potesse essere in grado di
fare una
cosa simile. Che diavolo era quel panno?
Scivolò
dietro al bancone
come un serpente e vide lo straccio sul pavimento. Lo raccolse con
cautela, non
volendo subire la stessa sorte del folletto. Forse era una pozione che
stava
preparando ed aveva fallito miseramente. Guardò attentamente
il panno ma niente
spiccava su di esso. Non riusciva a vedere niente di speciale. Bene,
qualunque
cosa ci fosse su quello straccio lei lo avrebbe scoperto. "Non ho
finito con
te, Rumple" e sparì in una nuvola di fumo rosso.
Rumplestiltskin
uscì dalla
stanza sul retro e si guardò intorno, non avendo sentito il
suo congedo. Era
pronto ad insultarla un altro po' ma ora che lei non c'era
più si strinse nelle
spalle. Doveva essere semplicemente scomparsa in una nuvola di fumo
come faceva
sempre. Si aggiustò i guanti di pelle nera e
uscì, chiudendo la porta e
dirigendosi verso l'auto.
Doveva
arrivare all'ufficio
del veterinario e spiegare la situazione a Belle. Sicuramente avrebbe
capito.
Non c'era modo che avrebbe lasciato che quella cosa stesse intorno a
lui quando
sapeva che lo faceva stare male in quel modo.
Belle
era gentile e
amorevole e dolce e meravigliosa e perfetta. Tutto
ciò che non meritava. Lei avrebbe capito.
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Odiava
stare in luoghi
chiusi. Odiava stare in luoghi chiusi con un sacco di gente. Odiava
stare in
luoghi chiusi con un sacco di gente che
lo fissava.
Sospirò e aprì la porta
della minuscola clinica veterinaria ed entrò, ignorando i
rantolii e i sussurri
di una vecchia donna che sembrava sul punto di perdere il contenuto
della sua
vescica.
Non
avrebbe prestato loro
nessuna attenzione, ma quando li guardò sentì un
pezzo di ghiaccio enorme che
gli cadeva nello stomaco. Tre...tre
di loro avevano un gatto.
Veramente?
Si
avvicinò al bancone della
reception e cercò di non pensarci. Provò a non
considerare quanto pelo stesse
volando in tutta la stanza dritto nel suo
naso. Okay no, quello era ridicolo.
Non
c'era nessuno alla
reception e si guardò alle spalle notando che un gatto
veniva rimesso nel suo
trasportino, un altro era seduto sulle ginocchia della proprietaria che
lo
accarezzava ripetutamente e l'ultimo era una palla di pelo bianca,
chiaramente
un gattino, che veniva tenuto da un bambino.
Deglutì
e iniziò a colpire il
campanello sul bancone più volte. La receptionist venne
fuori e, vedendolo, si
avvicinò tremando.
"S-si?"
"Sto
cercando Belle
French". Sembrava confusa. "Belle French?" Scosse la testa.
"Lunghi capelli castani, incredibili occhi blu? In questa
città non sanno
tutti chi è Belle ormai?"
Come
ad un segnale, la
bellissima donna in questione uscì dall'ufficio del
veterinario, donandogli un
sorriso. "Mi sa che conosco quella persona". Lui arrossì ma
cercò di
non darlo a vedere e sorrise mentre
lei continuava
a parlare.
"Ha
fatto i suoi
vaccini e un check-up. E' solo malnutrita, quindi avrà
bisogno di una dieta
speciale. Le hanno fatto il bagno - non è carina? - e ora
col microchip non
potremo mai perderla, fantastico vero? Ah, ed è una
femmina". Ridacchiò mentre
concludeva e lui cercò di raccogliere
tutte le informazioni che le aveva appena dato. Il felino sembrava
molto più
sano, doveva ammetterlo, ma ora poteva vedere che la cosa era un
Persiano nero
con tantissimo pelo. "E ah,
quasi dimenticavo!" indicò un oggetto di plastica con un
ciondolo appeso,
"Qui si possono acquistare collari e ciondoli con il nome. Non volevo
aspettare per farne fare uno personalizzato così ne ho preso
uno da qui e ho
trovato il nome perfetto". Gli mostrò il ciondolo color oro
a forma di
cuore appeso al collare rosa e deglutì.
"Izzy?"
"Non
è il nome più
carino di sempre? Dovremo aspettare per le targhette legali che
arriveranno per
posta, ma per ora questo basterà".
Avete
presente quando sognate di essere in un posto importante e vi
presentate in mutande? E' un po' come
si
sentiva Mr. Gold in quel momento. Sicuramente quello era una specie di
scherzo
cosmico e sapeva che da qualche parte c'erano delle fate che ridevano
di lui.
Guardò
il viso ansioso della
sua amata e sentì le pareti della stanza avvicinarsi a lui.
Quello
non stava succedendo
veramente.
Aveva
vaccinato la cosa.
L'aveva lavata. L'aveva microchippata. E peggio di ogni cosa, le aveva
dato un
nome. Nome che significa attaccamento. Oh,
nononononononononono.
"A
te...ehm...piace molto
questo gatto, vero?"
Lei
scosse la testa dandogli
speranza, che poi venne frantumata quando rispose. "No, io la amo
già". Belle strinse a sé il mostro e tutto il suo
mondo diventò rosso.
Aveva
usato la parola con la
A. Ovviamente la amava. Amava tutto troppo presto e troppo a fondo.
Aveva senso
che tenesse a questa creatura. E' la
stessa identica cosa che aveva fatto con lui dopotutto.
"C'è
qualcosa che non
va?"
E
fu allora che sentì il
prurito. Lo ignorò e scosse la testa. "No, per niente". Che
cosa doveva
fare adesso? Dirle che non poteva tenerla? Quando lei la amava?
"Aspetta, sei allergico ai gatti? Questo
è orribile. Dobbiamo lasciarci
immediatamente". No, lei non lo avrebbe mai fatto.
"Cosa?! Sei allergico ai gatti? Oh, no! Ora
dovrò darla via per colpa
tua. Piangerò per tre settimane di fila e
TI.FARO'.STARE.LI'.A.GUARDARE."
Okay,
no. Non stava andando
affatto bene. Tirò su col naso di nuovo, stava diventando dolorosamente consapevole dell'aria
pesante che circolava nella
stanza. Sbatté la propria carta di credito sul bancone e
guardò a denti stretti
mentre la receptionist cercava, tremando, di scannerizzare la carta. "Si potrebbe sbrigare?" sputò
fuori e la donna sembrò sul punto di vomitare su tutto il
bancone.
"E-ecco..."
gli
diede la ricevuta e fu tentato di far esplodere l'edificio alla vista
dei
prezzi scandalosi. Ma aveva molti soldi da parte, dopotutto.
Firmò velocemente
e uscì, una preoccupata Belle dietro di lui.
"Stai
bene?"
"Sì"
finse
"E' solo che odio stare intorno a persone incompetenti".
Lei
si aprì in un sorriso
complice. "Impareranno a conoscerti tutti quanti Rumple, fidati" gli
sorrise di nuovo, "Grazie ancora, lo apprezzo molto".
Si
allungò e premette le sue
labbra contro le sue, tutta la rabbia che avvolgeva il corpo di lui
scomparve all'istante. Lei lo baciò, aprendo
la bocca
per accogliere la
sua lingua, e si rese conto che lo stava baciando in piena
vista del pubblico. Non un accenno di vergogna o
preoccupazione
di ciò che gli altri pensavano di loro, lei lo amava e non
aveva paura di
mostrarlo a tutti.
E
altri pezzi di ghiaccio si incrinarono e caddero, perforandogli lo
stomaco.
Lui
gemette quando la lingua
di lei raggiunse la sua. Ma ovviamente quelle fate allegre
volevano un altro
po' di divertimento! Il prurito infernale
tornò ad attaccargli il naso
e Rumplestiltskin si rese conto che lei teneva
in braccio il gatto mentre si baciavano e stava praticamente
inalando tutto
il pelo della dannata cosa. Indietreggiò e cercò
di nascondere il disagio, ma
lei non se ne accorse.
"Dobbiamo
passare al
negozio d'animali. Ha bisogno di una ciotola per il cibo e una lettiera
e un letto e un tiragraffi e dei giocattoli, oh si voglio giocattoli, e bla
bla bla,
bla bla bla" o almeno è così che suonava a lui
mentre combatteva contro il
suo naso che non desiderava altro che sparire verso l'angolo
più lontano della
terra per starnutire dove nessuno potesse vederlo. Non all'angolo della
strada
con la gente che passava!
Perse
la battaglia,
ovviamente, e non ebbe altra scelta che lasciarsi andare,
più educatamente che
poteva. Si piegò nuovamente verso l'incavo del gomito e, il
più silenziosamente
possibile, "etchù!"
"Oh"
sorrise
Belle, "Salute!"
Lui
annuì, il respirò che
gli mancò di nuovo, stavolta con più forza,
mentre girava intorno all'auto.
"Hetchù!". Questo lo piegò in due e Belle corse
da lui.
"Stai
bene?"
"Sì,"
e ora era
chiaramente visibile che aveva il naso chiuso. "Andiamo al negozio,
dai". Non c'era nessun modo in cui avrebbe potuto sopravvivere a tutto
quello.
Mary
Margaret conforta una Belle piangente. "Come è potuto
accadere?"
Belle
singhiozzò. "Gli è esplosa la testa!"
Si
schiarì la voce mentre
Belle si sedeva accanto a lui nella macchina e quello fu il momento in
cui il
suo cervello decise di iniziare a funzionare quel giorno e gli
ricordò che lei
era seduta a meno di un metro da lui con ancora il gatto in braccio.
Voleva
aprire i finestrini ma sarebbe potuto apparire sospettoso visto che
fuori faceva
abbastanza freddo.
"Sei
sicuro di stare
bene?" gli chiese di nuovo e lui annuì, non fidandosi ad
aprire la bocca
col rischio di far esplodere il suo naso tutto addosso a lei. Accese il
motore
e fece un totale di sei metri lungo la strada quando il solletico
tornò a
bussare alla sua porta.
"Ciao. Ti ricordi di me? Sono qui per farti sembrare
un idiota. Spero
non ti dispiaccia, ma ho intenzione di rimanere per un po' e rovinare
completamente la tua vita. Fa schifo essere te!" una risata
maniaca
echeggiò nella sua testa proprio quando Belle accese la
radio. Una canzone pop
fastidiosa colpì le sue orecchie, il suo naso che sembrava
cantare insieme ad
essa.
"Baby, I love y-CHUUUU!" era
più o meno come suonava. Belle
spense la radio e si girò verso di lui.
"Rumple,
cosa sta
succedendo?"
"Oh,
niente. Sto solo per ucciderci entrambi mentre guido perché
NON POSSO
STARNUTIRE CON GLI OCCHI APERTI!"
Belle
urlò mentre l'auto non
si fermò allo stop e rischiò di scontrarsi con un
camion all'incrocio.
Rumplestiltskin inchiodò di colpo e poi accelerò
di nuovo, allontanandosi
dall'incrocio. Se qualcuno avesse osato fargli una multa avrebbe
scoperto cosa
si provava ad essere trasformati in lumaca.
"Rumple,
basta! Che
cosa sta succedendo?"
Sospirò
e, parcheggiando
l'auto all'angolo della strada, aprì la portiera per
respirare meglio.
"Io...ehm..." Belle teneva ancora in mano l'animale, il suo Izzy, cullandolo come un figlio.
"Credo che...mi stia prendendo il raffreddore." Ok, aveva mentito. E
allora? Tanto non poteva andare peggio di così.
I
suoi occhi si
spalancarono, colmi di compassione. "Oh no...tesoro, perché
non mi hai
detto niente? Sei sempre il solito. Oh, cosa dovrei fare con te?".
Lei
lo aveva chiamato tesoro e per
questo la sua testa girava
mentre la guardava sporgersi verso il lato del guidatore.
"Esci.
Guido io fino a
casa". Lui la guardò.
Belle.
Che guidava. Sì,
forse poteva andare peggio.
"Non
discutere. Non
puoi guidare in questo stato, lo farò io. Provò a
protestare e lei gli lanciò
lo sguardo da niente cose divertenti
stanotte. Lui annuì e starnutì di
nuovo mentre scendeva dall'auto e
risaliva dalla parte del passeggero. E subito dopo...lei gli mise il
gatto in
grembo.
"Cosa..."
"Mi
dispiace, non posso
tenerlo mentre guido. Starà bene, è molto
amichevole".
Il
gatto guardò in alto come
per dire "Ti ucciderò, idiota".
Rumplestiltskin ansimò e si sventolò il
viso. "Possiamo aprire i
finestrini? Ho caldo". Lei annuì, troppo concentrata nella
guida, e lui li
aprì, rendendosi conto che la loro casa era nella direzione opposta.
Avrebbe
dovuto tenere una
scheda di valutazione per queste fatine spiritose.
Guardò
il gatto, sperando
che non decidesse di graffiarlo o di innamorarsi improvvisamente della
sua
faccia. Quello si limitò a miagolare annoiato mentre lo
fissava coi suoi grandi
occhi verdi inquietanti.
E
poi si sgrullò il pelo su
di lui.
-To
be continued
Note
della traduttrice:
*
"per favore"
(nella versione originale "please") è la frase che Rumple ha
messo
come condizione nell'accordo fra lui e Regina quando
acconsentì a creare la
maledizione che ha dato inizio al telefilm. Ogni volta che lui la
pronunciava
Regina doveva fare quello che le chiedeva, senza poter rifiutare.
-
Le allergie possono
manifestarsi a qualsiasi età, anche se prima non si era mai
avuto cenno di
averle.
-
Izzy viene da
Isabelle, il nome con cui un po' tutto il fandom chiama Belle nelle fan
fiction
AU.
-la
cosa della scheda di
valutazione per le fatine la capirete nei prossimi capitoli
duuunque
grazie a
chiunque è arrivato a leggere fin qui :) spero che la storia
vi piaccia, è
composta da un totale di 4 capitoli e credo che aggiornerò
una volta a
settimana, se riesco anche prima a volte ma comunque
cercherò di non superare
mai la distanza di 7 giorni fra un aggiornamento e l'altro. L'autrice
tra
l'altro è stata molto gentile e ha acconsentito a farmi
tradurre anche altre
shot che ha scritto e in particolare ce n'è una esilarante
che vorrei proporvi
appena finirò di tradurre questa, dipende dal responso che
riceverò (diciamo
che non è un lavoro da niente tradurre e quindi se non interessa a nessuno
me lo evito senza
problemi, ecco lol). Grazie infinite a chi legge, spero
mi lasciate una recensione (che girerò
anche all'autrice della storia)!