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Autore: shinya_00    26/12/2013    0 recensioni
[Angel]
I figli seguono sempre le orme dei genitori. Sia Alex che Willow, entrambi lo sapevano quando è nato Jake, e Willow ne è diventata ancora più cosciente dopo che Cassie ha iniziato a praticare il tiro a segno. Dunque... la storia si ripeterà?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ora sono sola in casa. I ragazzi sono a scuola e io sono senza lavoro, non mi serve lavorare con il mio stipendio da militare e la pensione di Alex. Non so cosa fare e allora faccio i lavori di casa... stiro, lavo, metto in ordine e disfo le valige che mi aspettano in un angolo della mia camera da letto. La mia camera da letto... odio entrare in quella stanza, è peggio di una tortura! E' la stanza della casa che è più piena di lui. Troppo. Ma nonostante io abbia provato a liberarmi delle cose che gli appartenevano... io... non ci riesco. Mi siedo sul letto, prendo tra le mani la sua foto, quella che lo ritrae nella nostra casetta di montagna alla luce dell'alba, con le montagne alle spalle, e la stringo a me. Mi manchi Alex... penso mentre le lacrime mi rigano il volto. Mi guardo intorno. Le pareti color pesca che trasmettono un senso di tranquillità. Il letto e l'arredamento in noce. Quella stanza apparentemente quasi vuota ma in realtà così piena di ricordi... sia belli che brutti. Le notti che io e Alex passavamo abbracciati a baciarci, sussurrandoci parole d'amore... ma c'erano anche le notti dove si andava oltre ai baci. I giorni che io ho passato a letto a causa delle gravidanze con Alex che mi accarezzava il ventre gonfio che ospitava i nostri due angioletti, sorridendo. Sorrido al ricordo di quei giorni tanto belli, dove i giorni di guerra sembravano terminati, dove sia io che Alex speravamo di passare il resto dei nostri giorni insieme, da marito e moglie quali eravamo. Da famiglia. Ma non fu così. Alex accettò quello stramaledetto lavoro per la CIA, mi dispiace dirlo, ma lui non riusciva a stare senza immischiarsi nel destino del mondo. Lavoro che lo teneva spesso lontano da me, da noi. Nel giro di sei mesi divenne caposquadra, era il migliore. Poi durante il periodo più importante della mia gravidanza, l'ottavo mese, la sua squadra fu scelta per andare in Russia a causa di un tizio che aveva intenzione di riportare in vita i sette dèi del caos. Ed infine la lettera... … la lettera che mi diedero Kara e Seb quando mi diedero la notizia che Alex, per salvare la squadra si era gettato nel portale, richiudendolo definitivamente e salvando l'umanità. Il mondo era salvo ma Alex era disperso in una dimensione parallela. Alex non era tornato, le sue braccia non mi avevano più stretta, non aveva visto Jake crescere e non aveva visto nascere Cassie. Lui non sarebbe più tornato. Passai giorni d'inferno, giorni in cui le cose più importanti erano Jake e Cassie. Quando il 24 dicembre mi si ruppero le acque ero ad Albuquerque, Cassie nacque lì. Quando sentii i suoi primi vagiti ritrovai la vita che avevo perso, quando me la misero in braccio si calmò. Io tremavo, ero molto agitata. Ogni cosa svanì quando incrociai per la prima volta gli occhioni grigio tempesta della mia piccola principessina. Quel giorno il mio campione (Jackson) era rimasto in albergo con Seb e Kara ma il giorno dopo vennero tutti è tre a farci visita. Ricordo come Cassie appena vide Jake protese le braccia verso di lui, anche se non lo conosceva gli voleva già bene. Tutt'ora Cassie vuole molto bene a Jake, anche se dovrebbe essere Jake a proteggere Cassie e non Cassie a proteggere Jake. I giorni si trasformarono in mesi e i mesi in anni. Io seguivo la lettera, Alex aveva detto di dargli l'amore di un padre e di una madre, di amarla come se lui ci fosse stato e io sto facendo del mio meglio. Un giorno, per i 10 anni di Jake, li portai per la prima volta al poligono di tiro di Pawntucket. Jake provò a sparare ma non gli piacque perché non fece centro. Cassie, invece, sembrava già esperta... fece centro al primo colpo. L'istruttore di prova guardò con occhi sbalorditi quella bimba di sette anni e a fine lezione mi disse che Cassie era speciale e di iscriverla al corso perché era una bambina prodigio. Lo feci... sentii che era vero. Alla sua prima gara arrivò terza contro i ragazzi di 12-13 anni esperti. Quello era solo l'inizio. Ne fece altre e oggi la sua camera è piena di medaglie d'oro e d'argento. Oggi quando la guardo addestrare i ragazzi più giovani e d'estate quando è con la squadra mi sembra di vedere Alex, solo che lei è molto più sicura di sé.
  
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