Can’t wake up in sweat
'Cause it ain’t over yet
Still dancin' with your demons
'Cause it ain’t over yet
Still dancin' with your demons
Ottobre.
Freddo nelle ossa.
Passi veloci.
“Che femminuccia!”
“Vai dalla mamma, Payne?”
“Dov’è Andy?”
Risate confuse.
“O vai dal tuo fidanzatino, Liam?”
“Già, perché non ce lo presenti?”
“Mamma, mamma, mi hanno fatto la bua. Gne gne gne”
Risate malefiche, false, fastidiose, striscianti.
“Liamuccio, non scappare, dai.”
“Rendi le cose più difficili, le peggiori.”
“Sai quanto è inutile scappare, finocchio.”
Mani pesanti sulle spalle. Dolore.
“Ha paura, poverino.”
Derisione.
“Rispondi, feccia.”
Occhi chiusi.
“Fai schifo, Payne.”
Dolore.
“Non ti rendi conto di quanto tu sia sbagliato? Guarda, noi siamo tutti uguali, tu sei così diverso. A te piacciono i maschi ed è contro natura, sai?”
Dolore.
“Sei un errore.”
Sapore metallico in bocca.
“Vedi che tutti ti odiano?”
Calore fra le labbra.
“Sempre solo come un cane.”
Dolore.
Crack.
Dolore.
Respiro irregolare.
“Ciao, Payne, ci si vede in giro.”
Risate cattive, ancora.
Occhi aperti.
Vista offuscata.
Suoni offuscati.
Dolore.
Estrema voglia d’aiuto.
Paura.
Dolore.
Morte.
Buio.
Sbarrai gli occhi e mi misi a sedere. Ansimi, battiti irregolari, caldo.
Mi toccai la fronte grondante di sudore. Mi guardai in giro, ero nella mia stanza, a casa mia, Chelsea.
Al sicuro.
Calmati, Liam, stai bene.
La mia camera asettica dalle pareti bianche era quasi completamente immersa nell’oscurità. L'unica luce, proveniva dal lampione dall'altro lato della strada. Illuminava la mia stanza di un pallido colore bluastro. Ero completamente scoperto. Il piumone e le lenzuola, bianchi e blu, per terra.
Io, stretto nel mio pigiama pesante, venni percorso da un brivido di freddo.
Ero ancora scosso dal sogno.
Nonostante non fosse la prima volta che quelle immagini tormentavano il mio sonno, ogni
volta accadeva lo stesso. Mi turbavano, loro e le voci, colmandomi sempre delle stesse pessime sensazioni. Paura e ansia continue.
Sapevo che era questione di tempo e che quegli incubi sarebbero spariti, ma violavano spesso la mia mente e mi disturbavano continuamente, facendomi convincere d’essere davvero un errore.
Mi alzai dal letto, raccolsi le coperte e le risistemai. A piedi nudi, camminai per il corridoio buio, facendomi luce col cellulare. Raggiunsi la cucina, accesi la luce, illuminando una delle stanze più grandi dell’appartamento. Mi versai dell’acqua e bevvi tutto d’un sorso.
Il respiro era ancora irregolare, la paura la sentivo sulla pelle.
Finirà?
Sì, Liam, finirà.
Ciao a tutti, bellissimi!
Ed eccomi qui, a pubblicare il prologo di un mio esperimento.
Avevo già pubblicato delle cose, ma ho preferito cancellare tutto quanto, non mi piacevano per niente.
Proverò a portare avanti questa fanfic, con la mia ispirazione e, spero, col vostro sostegno.
Ringrazio Fabiana che si è offerta per farmi da beta e dovrà leggere e sopportarmi.
Un saluto.
-Chiara.