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Autore: Remedios la Bella    28/12/2013    3 recensioni
Una cosa che forse era cambiata della sua idea di Natale era il suo tipo di desideri da letterina: non vi erano più cose materiali, giocattoli con cui passare il tempo o libri da leggere, CD da ascoltare o semplicemente maglioni da indossare per tenersi al caldo. I pensieri di Nitori erano ormai rivolti a ben altri orizzonti, più difficili da desiderare perché puntati a qualcosa che non avrebbe avuto solo scrivendolo su un pezzo di carta.
(accenni lievi a RinxAi)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non scriverò molto qui, darò le precisazioni sotto la storia per non anticiparvi niente. 
Sappiate solo che l'ho ideata alle undici di ieri sera, e avrei dovuto scriverla per Natale. Meh, meglio tardi che mai.
Buona lettura!
Remedios
PS: dedicata a quella persona a cui piace tanto Nitori e che, se non mi rallegrasse le giornate con i suoi scleri, non darebbe senso alla mia mera vita. Grazie!

 

La lista di Babbo Natale
 

"Aiichiro, tesoro... svegliati.- La donna scosse dolcemente suo figlio, sussurrandogli all'orecchio. Il fanciullo aprì i grandi occhioni azzurri, stropicciandoseli con le mani assonnato.
-Che ore sono?- chiese debolmente.
-Sono le sette del mattino, mi hai chiesto tu di svegliarti presto stamattina. E comunque... Buon Natale tesoro.- concluse la madre, posandogli un tenero bacio sulla fronte. Nitori sorrise dinanzi agli occhi luccicanti d'amore di sua madre, simili ai suoi.
-Buon Natale mamma.- rispose, alzandosi dal letto e incamminandosi verso il salotto con passo svelto.
L'albero aveva ancora le luci spente, ma ai suoi piedi giacevano tantissimi pacchi regalo, che stuzzicarono la gioia del bambino. La madre lo vide correre verso i regali, inginocchiarsi davanti a quell'esplosione di carta luccicante e glitterata, e con l'entusiasmo tipico di un bambino a Natale, strappare via la carta dai pacchi e svelare i doni che Babbo Natale aveva portato. Nitori sperava tanto che tutte le cose che aveva scritto nella sua letterina fossero state portate dal buffo uomo con la barba lunga e il vestito rosso che aveva visto nel libro di fiabe che suo padre gli aveva sempre letto nel periodo natalizio.
Nella prima scatola trovò una navicella giocattolo, completa di lucine colorate e persino di un pilota , che poteva essere messo a sedere sul sedile del mezzo spaziale. Ne gioì: era proprio quella che aveva chiesto nella letterina! La mostrò felice a sua madre, che nel mentre si era accucciata al fianco del figlioletto per osservarlo mentre, con occhi pieni di meraviglia, guardava ciò che gli era stato regalato.
-Era proprio quella che volevo! É bellissima!- disse, tenendola tra le mani come un tesoro. La poggiò a terra un momento, solo per poter aprire il resto dei suoi regali. Ricevette un libro di fiabe tutto colorato, cosa per cui sua madre rise dato che lo vide fare una faccia terribile, un peluche a forma di panda, un maglione di lana un po' troppo grande per la sua taglia da bambino, pensiero della nonna.
La lista dei regali non era finita lì: con sua enorme sorpresa, Nitori trovò un modello giocattolo del Mobile Suit Gundam, e una macchinina radiocomandata. Si stupì di tali regali, poiché non li aveva messi nella sua lista. Aveva avuto paura di chiedere troppo a Babbo Natale aggiungendoli alla lista. -Che c'é tesoro?- gli chiese sua madre, vedendolo perplesso mentre stringeva in mano il robottone. Il figlio si voltò verso di lei:- Come faceva Babbo Natale a sapere che li volevo? Io nella letterina non gliel'ho scritto mica!-
-Babbo Natale sa tutto tesoro, persino quello che non dici ma pensi soltanto.- gli rispose la donna, accarezzandogli la guancia con fare materno.
Il piccolo si abbandonò alla carezza del genitore, sorridendo goffamente:- Devo scrivergli una lettera per ringraziarlo, allora.- commentò, prendendo a giocare con i suoi nuovi regali.
Era stupito dal fatto che Babbo Natale avesse saputo cosa avrebbe voluto per Natale oltre alla navicella spaziale, e non fu deluso neanche quell'anno. Ogni Natale quell'uomo misterioso gli aveva portato dei regali stupendi, con cui lui aveva giocato fino quasi a romperli o fino a che non si era stufato. Se non li aveva rotti, erano rimasti custoditi nella soffitta, perché di buttarli non se la sarebbe mai sentita, nemmeno da grande.
Nella sua mente di bimbo piccolo, il Natale era una festa speciale e piena di gioia: le luci dell'albero, la stella sulla punta che lui stesso con le sue manine metteva issandosi sulle spalle del padre, la neve che fuori si attaccava al terreno coprendo la strada di un coltre soffice e ghiacciata, e l'aspetto accogliente che assumeva casa sua durante quei giorni in cui tutta la sua famiglia si riuniva attorno a una cena abbondante o al camino acceso; tutto ciò riempiva il suo cuore di bambino di un'euforia immensa, gli dava serenità e voglia di vivere, e trovava bellissimo potersi accucciare tra le braccia della madre, farsi coccolare da lei e addormentarsi cullato dalla sua dolce voce e dalle canzoni natalizie. Tutto ciò per il piccolo Nitori era pura magia, pura felicità. Il Natale, ai suoi occhi di bambino, era puro, semplice, bello.

Quel sentimento di purezza verso il Natale era rimasto nel cuore del ragazzo con il passare degli anni. Anche scoprendo la verità su Babbo Natale il suo spirito natalizio non era riuscito ad affievolirsi abbastanza da sparire del tutto.
Gli anni erano passati da quando l'uomo bizzarro dal vestito rosso gli aveva portato il Gundam come regalo, eppure lo storico robottone giocattolo era ancora lì, conservato sulla mensola della stanza che il ragazzo condivideva con Rin, accanto ai suoi libri di scuola e al piccolo pilota della navicella, che purtroppo era andata dimenticata nella soffitta di casa sua.
Una cosa che forse era cambiata della sua idea di Natale era il suo tipo di desideri da letterina: non vi erano più cose materiali, giocattoli con cui passare il tempo o libri da leggere, CD da ascoltare o semplicemente maglioni da indossare per tenersi al caldo. I pensieri di Nitori erano ormai rivolti a ben altri orizzonti, più difficili da desiderare perché puntati a qualcosa che non avrebbe avuto solo scrivendolo su un pezzo di carta.

Il ragazzo fissò il suo sguardo fuori dalla finestra, dove nel buio vedeva roteare i fiocchi di neve, danzanti nella tempesta. Sospirò profondamente, dirigendosi poi verso la sua disordinata scrivania.
Vi si sedette, stiracchiando le braccia e stendendo le gambe per rilassarsi un po'. Se prima fissando i fiocchi aveva pensato a quanto questi fossero liberi di muoversi nell'aria e vivessero poco ma intensamente, ora concentrò il suo sguardo sul soffitto bianco della stanza, esaminandolo come fosse qualcosa di eccezionale oltre che a... un banale soffitto verniciato di bianco.

“Tutto fuorché pensare a Matsuoka-senpai.” si disse malinconico.
Infatti era quello ciò che avrebbe voluto chiedere nella sua ultima lettera: l'attenzione di Rin, l'unica cosa che tentava di attirare ogni dannata volta durante gli allenamenti della Samezuka. Dopo le gare e il riavvicinamento del partner agli ex compagni dell'Iwatobi, a Nitori aveva fatto piacere vedere il senpai con il volto non più contratto dal dolore e dai rimorsi. Ma cosa aveva ottenuto in più? Esattamente niente; era un'ombra prima, lo era rimasto anche dopo. Almeno per Natale, pensò, avrebbe desiderato qualcosa di più.
Girò la testa verso la scrivania, puntando lo sguardo sul portapenne e su un foglio bianco gettato sul piano da lavoro, in mezzo agli appunti di fisica. Si mise dritto e prese a guardare insistentemente il foglio, girando gli occhi verso il mucchio di penne. Uno strano istinto lo invase, e sulle prima tentò di cacciare l'insana voglia di impugnare una delle penne e di sfogare le sue preoccupazioni su quell'ignaro pezzo di carta.
Ma ripensò alla sua infanzia, a quando si sporcava le mani con l'inchiostro dei pennarelli per scrivere una lettera degna di Babbo Natale. Ricordò quella di quando aveva appena sei anni, la stessa in cui aveva chiesto la navicella spaziale e, indirettamente, il Gundam. Alzò lo sguardo verso il suo ricordo e lo riportò poi in basso, e si decise. Al diavolo.
"Babbo Natale sa tutto, persino quello che non dici ma pensi soltanto."
Afferrò una penna e si mise a scrivere, cercando di non tremare e di tenere una calligrafia degna di una lista rivolta a qualcuno. Stavolta il bizzarro uomo avrebbe saputo direttamente il suo desiderio più nascosto, il suo Gundam tenuto tra le pieghe del cuore.
Il ragazzo non aveva più paura di star chiedendo troppo. "Mi basta un solo giorno." precisò, in una parentesi che aggiunse alla fine del testo. Un solo giorno in cui il suo desiderio si sarebbe potuto esaudire, ecco ciò che chiese all'uomo della Lapponia.
Chiuse gli occhi, andando di nuovo con la mente al suo essere un bambino credente nello spirito puro del Natale. Cercò quella purezza, quel briciolo di speranza che gli serviva per realizzare il suo sogno del momento. Non si curò più di tanto di mettere la lettera in un posto sicuro, pensando che solo tenendola in bella vista per il cielo sarebbe stata letta e capita. Si addormentò quindi, con le lacrime agli occhi e un gran senso di ansia a fargli peso sul cuore.

Si svegliò verso l'alba, tastandosi la faccia e notando che era lievemente umida di lacrime. Se le asciugò frettolosamente e poi diede un'occhiata fuori. La neve cadeva ancora, ma più tranquilla e lenta della sera precedente, e aveva ricoperto tutto il paesaggio di uno spesso manto bianco. Tale visione lo rallegrò parecchio.
Fece per scendere dal letto a castello per andare a vestirsi e uscire fuori, quando notò che nel letto di sotto ci stava Rin. Dormiva ancora, una mano poggiata sotto la testa e l'altra abbandonata sul fianco, la testa voltata verso la parete. Respirava regolarmente e piano, senza coperte addosso.

"Ma non doveva dormire a casa sua?" pensò sorpreso Nitori, ricordando che Matsuoka lo aveva avvisato che non sarebbe tornato in stanza per quella sera.
Era strano vederselo lì, in un certo senso la cosa gli fece addirittura paura. Solo dopo si rese conto, non senza una buona dose di panico, che se Rin aveva dormito lì e la lettera era rimasta ben visibile al suo posto...
"Oh mer..." Saltò giù dal letto, precipitandosi verso la sua scrivania. La lettera era ancora lì, tutte le parole calcate per bene sulla carta e la penna poggiata sull'angolo, come l'aveva lasciata la sera prima quando era andato a letto.
Rin l'aveva letta? Nitori voleva sperare di no, dato il livello ingente di imbarazzo che gli avrebbe provocato tale cosa.
Ma sembrava impossibile che una persona attenta come Rin non avesse notato una cosa insolita come quella: probabilmente ne aveva addirittura riso, leggendola. O magari si era incavolato... O forse, l'aveva semplicemente ignorata. Tutte e tre le ipotesi strinsero le viscere del ragazzo in una morsa dolorosa.
Bel guaio, farsi scoprire in quel modo. Si sentì uno stupido per non averla nascosta, e finì per prepararsi in fretta e furia per dover evitare di dare spiegazioni quando l'altro si sarebbe svegliato. Magari si sarebbe seppellito sotto la neve per dar fine alle sue sofferenze.
Nel prepararsi fece parecchio rumore, comunque. Se ne accorse quando, uscendo dalla porta, udì qualcuno chiamarlo:-Nitori.- fece una voce a lui sin troppo familiare.
-Senpai...- deglutì rumorosamente, mordendosi il labbro inferiore nervoso:-Mi dispiace di averti svegliato.- pigolò, voltandosi verso Rin, che si era messo a sedere a bordo del letto.
-Stai uscendo?- gli chiese il rosso, sbadigliando poi.
Nitori annuì:- É parecchio presto, dovresti tornare a dormire.-
-Dammi un attimo, vengo con te.- gli rispose invece Rin, che si alzò dalla branda e si avviò verso il bagno della camera. La risposta del senpai lasciò l'altro boccheggiante sull'ingresso.
-O-Ok...- fu l'unica cosa che riuscì a dire senza mangiarsi le parole.
Rientrò nella stanza e si sedette alla sua scrivania, perplesso. Guardò Rin cambiarsi velocemente, senza mai esprimere a voce la domanda principale che gli martellava in testa. Fu solo quando lo vide avvicinarsi alla porta che riuscì a chiamare l'altro.
Aveva la gola secca e la testa gli pulsava dolorosamente. Dar spiegazioni non era il suo forte. Per sua fortuna, non gli toccò più di tanto spiegarsi.
Infatti, Rin fu come se gli avesse letto nella mente :-Ho letto la lettera, se vuoi saperlo.-
Il battito del cuore di Nitori accelerò pericolosamente. Era accaduto quello che non avrebbe voluto che accadesse, anche se inevitabile. Pensò in un secondo catastrofico alle numerose conseguenze del suo sfogo: Rin come minimo lo avrebbe preso a calci seduta stante, o gli avrebbe urlato addosso qualcosa di davvero indecente.
Morto di vergogna, cercò le parole per spiegarsi meglio, ma fu sempre Rin a rispondere per lui:- Ai, mi dispiace.-
-Ti dis-dispiace?!- ripeté l'altro, preso alla sprovvista. “Che ne è stato di Rin? Tu chi sei?” si chiese, sgranando gli occhi.
Matsuoka sembrava serio. Teneva una mano dietro la testa, a grattarsi la nuca, e la sua solita espressione annoiata, quella tipica di quando gli veniva chiesto un consiglio.
-Sì... insomma, siamo pure compagni di stanza e ultimamente non passo molto tempo con te... Stamattina ti porto in giro, niente discussioni.- disse poi, sbuffando e aprendo la porta pronto ad uscire.
-Io... non... ok.- riuscì a dire Nitori, avvicinandosi all'altro per uscire dalla stanza.
Era stordito, confuso... felice, in fondo al cuore. Non se lo era aspettato, il fatto che Rin stesse facendo tutto ciò: possibile che la lettera lo avesse davvero fatto ragionare tanto drasticamente? Magari era solo il Natale a far sentire l'altro tanto buono.
-Matsuoka-senpai... g-grazie.- disse, rimanendo dietro l'altro, a testa bassa per non fargli vedere quanto stesse arrossendo. In verità mille altre cose volevano uscire dalla sua bocca, ma le tenne per sé, per non rovinare il momento.
-Di niente. E vedi di crescere, le lettere a Babbo Natale le scrivono i fratelli di Makoto.- rispose Rin, pur tenendo un tono di voce dolce. Nitori rise, anche se imbarazzato per quell'evidente frecciatina.
-Nitori?- lo chiamò ancora una volta.
-Sì?-
-La prossima volta dimmelo direttamente, non posso indovinare come ti senti. A malapena ce la faccio con Kou.- gli disse, infilandosi le mani in tasca annoiato e voltandosi a guardare direttamente il compagno.
Nitori si limitò a annuire muto, e anche per quella volta tenne per sé i milioni di domande che gli tormentavano la testa. Sorrise distogliendo lo sguardo da quello di Rin e gli mise accanto. Tornò per un attimo il fanciullo che prestava fede alla parola dell'uomo della Lapponia, quello che con una lettera chiedeva giocattoli e felicità per la sua famiglia, sperando che ciò si avverasse.
E notò con felicità che, in un modo o nell'altro, la lettera era davvero servita al suo scopo.

***
Precisazioni: Ho messo l'avviso "OOC" per precisare che Rin buono è un miracolo del cielo. Pace.
Spero vi sia piaciuta! Mi volatilizzo e ritorno nel mio angolo d'amore per Rei (che è lui il mio preferito, dopotutto.)
Alla prossima!

   
 
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