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Autore: Patta97    29/12/2013    6 recensioni
Perché se Sherlock a volte poteva sembrare un bambino di cinque anni, volendo Mycroft Holmes poteva calzare il comportamento di uno di tre - anche se con decisamente più classe.
E quando Sherlock e John incontrano Mycroft e Lestrade in un ristorante messicano...
Note: Johnlock, Mystrade, ubriachezza, comico (?)
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Perché le uscite di famiglia al messicano portano a questo. La colpa è dei miei genitori, di mia sorella e del formaggio filante, quindi, in caso, prendetevela con loro.
Nelle note ho messo OOC perché l'ubriachezza non fa esattamente restare In Character i cari fratelli Holmes...
Vi lascio a questo covo di scene che (spero) vi facciano scappare un sorriso. 
Corro dal mio letto dal mio fidanzato,
Chiara

PS -3. -3. -3. -3. MENO TRE.




 
 
 
Di incontri fortuiti, formaggi fusi e alette di pollo fritte




- John, resto del parere che questa sia un’idea alquanto discutibile. Ci sono persone.
 
- Poche storie. Sai che è l’unico modo per tentare di rintracciare quel traffico di droga.
 
- Potremmo appostarci sul retro del ristorante, invece…
 
- Sherlock, entra e basta. E vedi di mangiare qualcosa.
John spinse la porta del ristorante messicano e la tenne aperta per il suo parecchio imbronciato coinquilino.
Subito un cameriere in divisa sgargiante e un enorme sombrero in testa si materializzò davanti a loro e indicò un tavolo per due poco lontano.
Mentre lo seguivano nel labirinto di tavoli, sedie e clienti intenti a riempirsi le pance, John venne bloccato da Sherlock.
- Guarda.
 
E John guardò e rimase a bocca aperta.
- Ma quelli so…
 
- Scusi, ci potrebbe preparare due posti al tavolo di quei due signori lì in fondo? Sa, un’inaspettata rimpatriata fra parenti – spiegò con tono affabile Sherlock al cameriere, che sparì veloce alla ricerca di piatti e posate.
 
I due amici si fecero invece strada fino al tavolo dei loro due conoscenti.
- Buonasera, Mycroft. Ispettore Lestrade, che incantevole coincidenza! – esordì Sherlock, sedendosi senza alcun invito e con una smorfia divertita dipinta in volto. John rimase ancora un po’ in piedi, a disagio, prima di sedersi a sua volta sull’unica sedia rimasta vuota.
 
- Sherlock, dottor Watson. Che splendida sorpresa – gli fece eco Mycroft, con tono tagliente e decisamente minaccioso. – Stavo passando da queste parti e ho visto l’ispettore Lestrade che era qui per un caso e ho pensato di fargli compagnia.
 
- Certo, Mycroft, perché tu passi fortuitamente in posti casuali, incontrando accidentalmente persone… Tra l’altro Lestrade aveva lasciato questa parte delle indagini a John e me, non so se a causa della sua incompetenza o pigrizia. Inoltre, prima che ci vedeste arrivare, l’ispettore si stava comportando da teenager in preda a sbalzi ormonali e Mycroft da pavone in fase di corteggiamento. Ergo, vi siete incontrati in questo posto fuori mano per un appuntamento galante, non pensando che sarei venuto questa sera stessa ad indagare su quel traffico illegale.
 
- Non sono un incompetente… - borbottò Lestrade, bevendo imbronciato un sorso della sua birra fredda. John annuì convinto e gli batté una mano sulla spalla.
 
Il cameriere arrivò con piatti, posate e tovaglioli per i due intrusi e tirò fuori da una delle sue tasche un piccolo palmare per prendere le ordinazioni.
- I signori prendono…?
 
- Quello che hanno ordinato loro andrà benissimo, grazie – sorrise Sherlock.
 
Il ragazzo sfrecciò via per tornare poco dopo, posizionando al centro del tavolo quadrato un piatto pieno di nachos e formaggio fuso.
John guardò il piatto con lo stomaco che borbottava, ma senza osare di mangiare per primo; in effetti, si sentiva estremamente a disagio, seduto a quel piccolo tavolo, con le ginocchia che urtavano quelle di Mycroft da un lato e quelle di Sherlock dall’altro. Inoltre, sentiva una sorta di energia negativa - o forse semplicemente fulmini e lampi - che si diradava nello spazio fra i due fratelli. Alzando lo sguardo notò che anche Greg aveva la stessa espressione incerta sul volto e immediatamente il dottore si sentì in colpa per avergli rovinato l’appuntamento.
Dopo qualche minuto carico di tensione, Sherlock afferrò un nachos e lo affondò nel formaggio filante, portandoselo poi alla bocca con aria di sfida. Non appena vide questa scena, John si figurò che il peggio doveva ancora venire.
Perché se Sherlock a volte poteva sembrare un bambino di cinque anni, volendo Mycroft Holmes poteva calzare il comportamento di uno di tre - anche se con decisamente più classe. Il Signor Governo Inglese prese infatti a sua volta un nachos, trovando però poi difficoltà ad estrarlo dalla massa filante ed appiccicosa del formaggio fuso.
Si creò così la battaglia più sanguinolenta e patetica che si potrebbe presentare ad occhio umano: due uomini adulti in completo che si contendevano stoicamente dei fili di formaggio.
Lestrade sbatté avvilito la fronte sul tavolo per non assistervi più, mentre John, cercando di tenere a bada le due furie umane, sorrideva con aria di scuse ai vicini di tavolo che si voltavano verso di loro, curiosi o infastiditi o divertiti.
Solo quando pressoché tutto il formaggio fu rovesciato sulla tovaglia e i nachos non furono che briciole testimoni della battaglia appena conclusasi, il cameriere di prima sopraggiunse e si portò via il piatto con un’espressione tra lo stranito e il compassionevole.
John sospirò di sollievo e si scambiò un’occhiata sconvolta con Greg, desiderando solamente di scomparire. La sensazione di voler diventare l’uomo invisibile si acuì quando furono servite loro alette di pollo fritte e salsa piccante, perché, dopo essersi sistemati con aria incredibilmente snob uno i polsini e l’altro la cravatta, Sherlock e Mycroft si fiondarono frettolosi sulle loro nuove armi.
John, in mancanza di macchina fotografica, si impresse nella mente l’immagine dei due fratelli-sempre-composti-e-superiori-ai-comuni-mortali-Holmes che si scolavano una bottiglia di vino rosso a testa per spegnere l’incendio causato dalla salsa piccante, conseguenza di un impietoso spettacolo di alette fritte deturpate.
Alla fine, i due ormai ubriachi fratelli vennero “cortesemente invitati ad uscire dal locale”, con John e Greg che li sorreggevano come due poppanti nella gelata brezza serale, alla ricerca di un buon samaritano nei panni di un tassista.
 
- Ti prego, dimmi che non vomiteranno – implorò Greg, osservando impaurito il volto fin troppo felice di Mycroft. – Tutto il sex appeal svanirebbe nel giro di un secondo.
 
- Posso immaginare – borbottò John, il quale quasi scompariva sotto l’alta figura dell’amico. – Quindi tu e lui…
 
- Potremmo non parlarne?
 
- Come vuoi. Immagino tu stia passando una qualche…
 
- Crisi di identità? Già, puoi dirlo.
 
- Bene.
 
- E tu?
 
- Taxi! Taxi! Oh, dannazione… - si infastidì John, non appena la macchina sfrecciò via senza degnarli. – Io cosa?
 
- Tu e Sherlock eravate lì solo per il caso o…
 
- Certo! Certo che sì.
 
- Non è vero, Jawn! – li interruppe Sherlock, con la voce resa stranamente acuta dall’alcol. – So che senti delle pulsioni sessuali per me!
 
- Al momento l’unica cosa che sento di te è il tuo alito cattivo.
 
Lestrade rise divertito.
- Sembrate tanto una vecchia coppia sposata.
 
- Chi è sposato? Tu vuoi sposarti con me, Gregory? – esclamò Mycroft, esaltato. – Posso comprarti Buckingham Palace, se vuoi… O una fabbrica di ciambelle. Vorresti una fabbrica di ciambelle, Gregory? Potremmo mangiarle insieme nella fase post-coito!
 
- Sto meditando di lasciarli a menarsi a suon di frecciatine in questo vicolo – fu il commento amaro di Greg. – Taxi! Oh, grazie a Dio. Ti dispiace se prendo io questo, John? Myc sta diventando pesante da reggere… in tutti i sensi.
 
John annuì e non gli rimase che ridere nel vedere Mycroft Holmes che piangeva come un bambino per aver scordato l’ombrello al ristorante – “povero ombrello, solo senza il suo papà, farò chiudere quel posto, in nome della pace di Stato!”
 
- Jawn!
 
- Dimmi, Sherlock.
 
- Non abbiamo risolto il caso, mi pare.
 
- Pare anche a me, genio.
 
- Secondo me è stato quel tizio all’entrata, con quei baffoni neri… sembrava così finto!
 
- Perché era una statua in cartongesso.
 
- Arrestiamolo!
 
- Hm-hm, domani, va bene?
John quasi balzò nel mezzo della strada per attirare l’attenzione di un tassista distratto. – Baker Street – comunicò, non appena riuscì a gettare Sherlock sui sedili della vettura e sedersi a sua volta.
Il detective lo avvinghiò con i suoi lunghi arti e gli poggiò la testa sulla spalla, beato.
 
- Secondo te chi ha mangiato più alette di pollo? Io o quella grassona della Regina?
 
E i due coinquilini si ritrovarono su un marciapiede a quattro isolati e mezzo da casa, perché evidentemente il conducente del loro taxi era un tipo estremamente patriottico – “avrei dovuto dedurlo dalle bandierine attaccate al cruscotto!”
John sospirò e continuarono ad avviarsi verso casa a piedi.
  
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