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Autore: Luu    29/12/2013    4 recensioni
[Le mani tremavano e gli occhi guardavano ciò che la mente non riusciva a comprendere. L’aveva uccisa, aveva ucciso la sua Bulma…]
In questa fiction, ambientata un anno dopo la sconfitta di Majin Bu, Vegeta è tormentato da incubi insopportabili che lo porteranno, con l'aiuto di un coraggioso dottore, a riflettere sulla sua vita passata e sull'importanza di quella attuale... Non aggiungo nient’altro se non un invito a leggere questa storia un po’ improvvisata, ma piena di significato ^^ Buona lettura
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Just a nightmare.



Capitolo 1


Le mani tremavano e gli occhi guardavano ciò che la mente non riusciva a comprendere. L’aveva uccisa, aveva ucciso la sua Bulma…
Ciò che lo sconvolgeva ancora di più era che non riusciva a sentire alcun tipo di dolore, non una lacrima a solcare il suo volto di guerriero, non un grido di disperazione si era levato in aria per l’abominio appena compiuto, eppure aveva spezzato la vita della persona che amava, perché l’amava, l’aveva amata, ne era certo… ma allora perché non riusciva a provare rimorso?! Quel corpo così esile e delicato era immerso in una pozza di sangue, gli occhi, quei bellissimi occhi azzurri si erano spenti dinnanzi a tanta violenza, ma perché l’aveva fatto?! Perché si era macchiato dell’omicidio che il suo cuore e la sua mente avevano sempre ripudiato?! Troppo era l’amore che lo legava a quella donna... La sua donna…
Faceva dannatamente freddo e l’oscurità  regnava tutt’intorno. Solo una luce ad illuminare quell’orribile delitto, la luna piena. La sua unica amica da quando era nato, ora gli mostrava ciò per cui provava dolorosa indifferenza. Poi udì una voce. Avrebbe riconosciuto tra mille quel tono così amichevole ed irritante, Kakaroth. Si voltò lentamente, ma lui non era lì. Non era da nessuna parte.
“Vegeta” lo sentì di nuovo, lo stava chiamando. Le gambe si mossero da sole seguendo la voce del suo eterno rivale. Era buio, ma lui non aveva bisogno di alcuna luce per vedere, gli bastava il suo udito e il suo animo saiyan.
“Vegeta” lo sentì di nuovo, iniziò ad irritarsi. Dove diavolo era finito quell’idiota?! E perché non riusciva a percepire la sua aura?!
Poi si imbatté in una porta, una porta che aveva già visto da qualche parte, ma non sulla Terra… forse su qualche pianeta lontano, non riusciva a ricordare.
“Vegeta” lo udì ancora, oltre l’uscio. Spalancò la porta con un potente calcio, se lo ritrovò davanti. Sorrideva sornione. Anche lui illuminato solo dalla luna. Gli andò incontro lentamente, si sentiva strano. Aveva iniziato a sudare freddo, tremava in modo incontrollato. Ma perché?!
“Ciao Vegeta” la mano di Goku si alzò in segno di saluto, era sporca di sangue. Qualcosa alle sue spalle continuava a muoversi, a ciondolare insistentemente avvolta dalle tenebre. Ma cosa?!
Non riusciva a respirare, gli mancava l’aria. Voleva scappare, ma le gambe non ressero, si accasciò a terra stremato. La vista annebbiata, il corpo scosso da spasmi incontrollati e la risata di Kakaroth. Una risata malvagia che mai gli era appartenuta. Impotenza, rabbia, dolore. Un ultimo faticoso respiro, poi solo le tenebre…


-Vegeta, amore. Svegliati!- sobbalzò vistosamente, aveva il corpo imperlato di sudore ad iniziò ad ansimare. Era solo un incubo. Un altro fottutissimo incubo!
Bulma era preoccupata, Vegeta non faceva altro che dimenarsi durante la notte e molto spesso aveva rischiato di farle del male, costringendola più volte a dormire sul divano. Cosa sognasse di così terribile non glielo aveva mai detto, ma l’unica cosa che le importava era che questa storia finisse al più presto.
-Tesoro, come ti senti?- vederla lì accanto a lui con quello sguardo preoccupato, fu un vero sollievo. Si massaggiò le palpebre stanche con le dita e tornò a guardarla. Era semplicemente bellissima, ma non riuscì ad essere gentile neanche in quell’occasione.
-Fatti gli affari tuoi, donna!- scese dal letto e si chiuse in bagno. Bulma non sapeva davvero cosa fare, quel testardo di suo marito non aveva la benché minima intenzione di raccontarle i suoi continui incubi, forse avrebbe saputo aiutarlo se solo le avesse parlato…

Scese in salotto e si diresse verso il telefono, prese un foglietto dalla rubrica sul tavolo, alzò la cornetta e compose il numero del dottor Hans, con il quale si consultava di nascosto da più di una settimana.
-Pronto?- la voce squillante della segretaria la fece sobbalzare.
-Ehm… Pronto, sono Bulma Briefs, potrei parlare con il dottor Hans?-
-Ma certo. Solo un secondo…-

-Pronto? Signora Briefs?-
-Sì sono io, salve!-
-Salve, mi dica… come sta suo marito?-
-L’ho chiamata proprio per dirle che sembra peggiorare, gli incubi sono sempre più frequenti… non so davvero cosa fare…-
-Signora, le ho già detto che per darle un aiuto concreto deve venire nel mio studio con lui… io non posso aiutarla se non mi dice almeno cosa sogna…- Bulma iniziò a rigirarsi nervosamente il filo del telefono intorno al dito.
-Beh… lui non vuole dirmelo- ci fu una pausa, forse il dottore stava pensando ad una soluzione.
-Credo che suo marito sogni cose in cui si disprezza, oppure riviva un trauma, forse legato all’infanzia… crede che sia possibile? Le ha mai parlato di qualche strano fatto accaduto nel suo passato, quando era bambino oppure adolescente?-  la scienziata iniziò a riflettere, in effetti Vegeta non le aveva mai raccontato nulla del suo passato, sicuramente oscuro e misterioso. Sì, era possibile…
-Ehm… potrebbe essere. So che non ha avuto vita facile da bambino e sicuramente anche da adolescente… mi spiace non poterle dire di più-
-Suo marito è un uomo davvero misterioso… comunque se non vi decidete a venire qui, credo che farei meglio a passare per la Capsule Corporation e fargli qualche domanda…-
-Ma no! Non c’è alcun bisogno!! Grazie, arrivederci!!!- la turchina riagganciò prima che il dottore potesse ribattere. Sospirò profondamente, Vegeta non doveva assolutamente sapere di quelle telefonate, altrimenti si sarebbe scatenato il putiferio.
-Chi era al telefono?- la voce del marito la fece sobbalzare. Come al solito le era apparso alle spalle, avvicinandosi silenzioso come un gatto.
-Nessuno!! Ehm… hai fame?!- la donna indicò la tavola piena di squisite pietanze preparate dalla madre, sperando ardentemente di averlo distratto.
-Noi saiyan abbiamo sempre fame- si sedette al suo posto ed iniziò ad ingurgitare tutto in pochi secondi. Bulma sorrise, suo marito riusciva a restare composto anche mentre si ingozzava ed ogni volta restava rapita dal suo modo di masticare senza mai dischiudere le labbra e senza mai sporcare. Aveva sposato un vero principe, doveva ammetterlo...
-Buongiorno a tutti- Trunks era entrato in cucina sbadigliando e stropicciandosi gli occhi con una mano.
-Buongiorno tesoro, dormito bene?- la scienziata lo trovava davvero tenero nel suo pigiama di tre misure più grandi e con i capelli scompigliati. Il piccolo si sedette accanto al padre ed iniziò anche lui la sua abbondante colazione.
-Sì, abbastanza- disse tra un boccone e l’altro. Poi si voltò verso Vegeta, verso colui che riteneva il guerriero più forte dell’universo intero, verso quell’eroe che era orgoglioso di chiamare “papà”.
-Ehi papi! Posso allenarmi con te oggi?- Vegeta annuì leggermente.
-Va bene, ma vatti a dare una sistemata! Non ti alleno conciato in quel modo ridicolo!- Trunks sorrise raggiante e corse in camera sua per indossare la sua solita tuta da combattimento.
Non appena il figlio sparì oltre la porta, il saiyan prese a massaggiarsi le tempie. Aveva un mal di testa atroce, così atroce da aver dimenticato per un istante che in quel momento non era da solo, in cucina lì con lui c’era ancora Bulma, che lo fissava preoccupata.
-Amore, ti senti bene?- lo raggiunse e gli accarezzò la schiena.
-Sto bene- Vegeta evitò di incrociare lo sguardo della moglie e si alzò da tavola, per poi dirigersi verso la solita porta metallica, aveva intenzione di allenarsi per tutto il giorno.

Era tardo pomeriggio quando Trunks uscì dalla Gravity Room. Era terribilmente stanco, gli allenamenti con il padre erano stati più duri del solito e non vedeva l’ora di mettere qualcosa sotto i denti. Vegeta invece aveva preferito rimanere ad allenarsi ancora un po’, stranamente non aveva fame e nonostante la stanchezza, sentiva il bisogno di sfogarsi, di lanciare calci e pugni in solitudine fino allo sfinimento, perché quel dannato mal di testa non lo aveva lasciato in pace neanche un secondo e non era riuscito a dare il meglio di sé con suo figlio, anche se quest’ultimo non sembrava essersene accorto. Un comune essere umano, nelle sue condizioni, si sarebbe sicuramente riposato e avrebbe preso una pastiglia per calmare il dolore, ma il grande principe dei saiyan non poteva di certo farsi battere da uno stupido malanno terrestre. Quindi, più testardo che mai, aveva alzato il livello di gravità, dando inizio ad uno dei suoi soliti allenamenti impossibili…


Continua…




Ciao a tutti :D
Spero che il capitolo vi abbia incuriosito almeno un po’ e che continuerete a leggere la mia storia ^^ Vi anticipo che non sarà molto lunga, non più di sei/sette capitoli e, dal momento che ho già tutto in testa, l’aggiornamento non verrà effettuato più tardi di una settimana :)
Beh, detto questo mi piacerebbe ricevere qualche parere da parte vostra ^^ giusto per sapere se continuare questa fic o dedicarmi ad altro.
Grazie dell’attenzione e vi auguro buon capodanno! <3
  
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