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Autore: kk549210    30/12/2013    6 recensioni
Un giardino di rose. Un incontro ben noto, con qualcosa di inaspettato...
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
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 -Julia! Ti ho detto mille volte di non andare ad aprire – disse Harm con tono preoccupato, correndo alla porta subito dietro di lei. Quella piccola peste era una gran curiosona e lui  temeva sempre che si cacciasse in qualche brutto guaio. La cronaca nera era piena di orribili notizie di bambini vittime di pedofili, rapiti da delinquenti senza scrupoli o uccisi e sepolti in qualche scantinato.
-Ma papà, è Mac – si giustificò con un sorriso la bambina, mostrando al padre l’ospite inattesa che stava sulla soglia. Aveva già compiuto i cinque anni e voleva fare la piccola padrona di casa.
-Mac, accomodati – disse Harm facendogli cenno con un sorriso.
-Vuoi vedere la mia nuova casetta delle bambole? – chiese Julia prendendola per mano – Me l’ha mandata nonno Virgilio dall’Italia.
-Ora non posso, cara. Devo parlare con il tuo papà. La guardiamo insieme un’altra volta, OK?
-Va bene – ammise la piccola mettendosi in punta di piedi per ricevere un bacino e allontanandosi poi soddisfatta, per darsi ai suoi giochi.
-Se n’è andato, Harm. O meglio, ha detto che vuole una pausa di riflessione… – esordì Mac sedendosi sul divano. Il suo migliore amico le prese la mano e la guardò intensamente – ma si sa bene cosa intendete voi uomini quando dite così. È finita.
-Sarà un po’ confuso. Forse si sarà reso conto anche lui di aver accelerato un po’ troppo le cose. Dai, tutto si aggiusta… - disse lui, mentendole spudoratamente. In cuor suo era felice della rottura. Voleva dire che il bacio sotto il portico dell’ammiraglio aveva sortito l’effetto desiderato.
Mac si avvicinò a lui, per abbandonarsi a un abbraccio. Harm la strinse forte, con mille emozioni che gli scoppiettavano in cuore. Fino a qualche tempo prima non avrebbe nemmeno immaginato di poterle provarle di nuovo, vicino a una donna. Era stato dopo quella serata sul traghetto a Sydney che i suoi occhi e il suo cuore avevano cominciato timidamente a riaprirsi. E proprio per lei.
Squillò il telefono. “Che seccatura!” pensò lui, smettendo a malincuore di accarezzare i capelli della sua amica. O meglio, di quella che in cuor suo desiderava che fosse la sua donna.
-Rabb… E’ per te – disse porgendo il telefono a Mac. “Per me?” fece lei con un’espressione di stupore.
Lo sapevo che ti avrei trovato lì. Sempre a farti consolare da quel bamboccio di Rabb. Ho chiuso con lo studio. Sto ripartendo per l’Australia. Mi hanno ripreso in Marina – la voce di Brumby era secca e irritata. La comunicazione si chiuse bruscamente.
-Devo andare. Vuole tornare in Australia. Lo devo raggiungere. Devo spiegargli. Lui non capisce quello che c’è tra noi – disse Mac.
-E tu, lo capisci? – le chiese lui guardandola fissa.
Lei si sentiva come disarmata davanti a quegli occhi, quindi scappò via senza rispondere.
-Papà, che cosa ha fatto Mac? Era tanto strana… - chiese la piccola, incuriosita dalla scena che si era appena svolta nel soggiorno di casa.
Julia era una bambina molto perspicace. Non era certo incredibile, visto chi erano i suoi genitori. Era sembrata tutta concentrata nella storia della famiglia delle sue bambole, ma in realtà aveva le orecchie ben appuntite per captare quello che stava succedendo nella sua famiglia.
-Nulla di che… Ha solo litigato con il fidanzato – rispose Harm per minimizzare.
-Bè, se questo qua non le va, perché non lo cambia? – propose candidamente la piccola.
“Cavolo, sto crescendo una libertina e non me ne sono mai accorto. Ed è mille volte più scaltrita di Harmon Rabb jr prima maniera”.       
-Ah sì… e perché dovrebbe cambiarlo? – fece il padre, stando al gioco. Voleva sentire se la sua piccola donna aveva la battuta pronta. Se da lui aveva ereditato il sorriso da seduttrice, da sua madre aveva preso la schiettezza e la lingua tagliente.
-Così se ne piglia uno più bello! – Julia era proprio soddisfatta della sua ingenua etica amorosa. Harm sgranò gli occhi. Ma il vero fulmine doveva ancora colpirlo – Te! – esclamò. E stampò un sonoro bacio in faccia al suo babbo. 
 
 
Mac era sconvolta. Era corsa all’aeroporto Dulles giusto in tempo per vedere Mic che partiva. L’aveva chiamato a gran voce, ma lui non si era neppure girato a salutarla per l’ultima volta.
E ora lei era a pezzi. Si era persino messo a piovere a dirotto e così era fradicia. Nella foga del momento non era riuscita a ritrovare subito l’auto nel parcheggio esterno del terminal. Aveva come perso l’orientamento e il senso del tempo. Guidava verso la città in lacrime, con la testa e il cuore confusi da un coacervo intricato di pensieri, emozioni, sensazioni. Non voleva tornare a casa, in quell’appartamentino dai colori caldi e dall’atmosfera tanto gelida.
 
 

-Così non rischierai di buscarti un brutto raffreddore – disse Harm avvolgendola in una calda coperta e porgendole una tazza di caffè bollente. Mac era comparsa sulla soglia all’improvviso, inzuppata come un pulcino indifeso, proprio mentre lui stava per andare a dormire – Mi dispiace per la tuta… lo so, è gigante! Ma ho pensato che i vestitini di Julia ti stessero ancora peggio… - soggiunse con un sorriso molto accattivante.
Anche lei sorrise. Harm le si sedette vicino e le accarezzò la testa, baciandola dolcemente sulla fronte.
-Non temere, Sarah – e abbracciandola pensò felice che presto l’anello di nonna Sarah sarebbe uscito di nuovo dal cassetto. 
  
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