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Autore: Mimiwitch    31/12/2013    5 recensioni
La curiosità, si sa, è donna. Ma se invece fosse cavaliere? Due cavalieri alle prese con curiosità non proprio pulite, immaginazione e fraintendimenti. Perché a volte, le storie, esistono solo nelle teste di alcuni.
E se da una parte si vuole sapere, dall'altra forse è meglio di no.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Parsifal, Principe Artù, Sir Leon
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Percival era un uomo paziente, calmo e riflessivo. Parlava poco e poche volte interrompeva il proprio interlocutore, ma mai come in quel caso si era astenuto con più gioia.
Merlin andava avanti a lamentarsi da ore. Lo aveva incontrato per caso mentre stendeva gli indumenti di Arthur con un'aria imbronciata e scura, mentre borbottava tra sé, e aveva avuto la malaugurata idea di chiedergli cosa avesse.

Arthur! Ecco cos'ho!” aveva risposto l'altro.
E trascinandolo in giro per sbrigare le sue faccende lo aveva subissato di chiacchiere a non finire. In quel momento, poggiato contro i bastioni, diede in un sospiro rassegnato, ovviamente non udito dal servitore con le orecchie a sventola.

E' un idiota! Sempre a pretendere, mai a considerare a dare. Merlin dove sei? Merlin portami questo, fammi quest'altro, Merlin ho bisogno di te” scimmiottò il ragazzo, cercando di assumere la tipica posa arrogante del suo Re.
Percival tossì un poco, in imbarazzo.
Tutti a corte, salvo forse la Regina, si erano accorti del particolare rapporto tra Arthur e Merlin, persino meglio che loro stessi; e se all'inizio ne avevano riso, perché i loro battibecchi mostravano quell'affetto taciuto, più in là iniziarono a sentirsi imbarazzati, per timore che i due protagonisti se ne accorgessero. Eppure, da qualche tempo, circolavano strane voci nel castello. Tom, lo stalliere, aveva raccontato ad una taverna gremita di gente ubriaca almeno quanto lui, di aver visto il Re abbracciare il suo valletto personale con slancio, mentre si trovavano da soli alle scuderie. Nessuno vi aveva per fortuna creduto, dato il tasso alcolico di Tom, che avrebbe ucciso un drago adulto con una alitata, ma Percival, presente alla scena, non ne era tanto sicuro.
E la sua mente aveva iniziato a lavorare.
Se fosse stato tutto vero? Se Re e valletto si fossero accorti di piacersi? Percival non era ipocrita, sapeva benissimo che molti uomini si intrattenevano con altre persone dello stesso sesso, soprattutto gli uomini d'arme che combattevano per molto tempo lontano da casa. E un piccolo tarlo curioso si era insinuato nei suoi pensieri: come diamine facevano sesso, due uomini?
Nonostante il tarlo rodesse, la pudicizia prevaleva, perciò sperava davvero che ciò che Merlin stesse dicendo, non fosse quello che lui intendesse.

E poi quel suo essere così rude! Diamine, non ho anche io dei sentimenti? Non merito considerazione? Continua a trattarmi come un servo qualunque, ma sappiamo tutti che non lo sono! Tutti sanno che rapporto c'è tra noi, no?” chiese ancora l'orecchiuto Merlin, con i suoi occhioni da cerbiatto ferito.
Percival l'occhieggiò, allarmato.
Non stava parlando di quello che credeva stesse parlando, no?


Arthur sospirò con stizza, mentre faceva roteare la spada.
Qualche cosa che non va, Sire?” domandò con cortesia Leon, che si allenava qualche metro più in là, nell'ampio spazio per le esercitazioni con la spada.
Merlin non va!” rispose fendendo l'aria il Re, probabilmente alla figura immaginaria del suo servitore.
Leon sorrise.
Il Re poteva dire tutte le cattiverie del mondo sul suo servitore, ma sapeva lui benissimo che in realtà gli voleva bene, forse più che a chiunque altro, per quanto ancora non se ne fosse accorto. O forse, stando alle ultime voci di castello, se ne era accorto eccome. Le scuderie erano diventate una zona off limits e tutti, persino gli stallieri, bussavano con forza ogni volta che si trovavano costretti ad entrare.
Leon si meravigliava di come quei pettegolezzi non fossero ancora arrivati alle orecchie della regina. O forse vi erano arrivati e lei aveva semplicemente fatto finta di nulla. E benché fosse praticamente cresciuto con Arthur, quasi come se fosse stato suo fratello, -e se si pensava in termini d'armi lo era eccome,- si tratteneva sempre dal domandare direttamente che cosa ci fosse di vero in quelle voci. Perché la curiosità c'era, e prepotente per di più, ma la sua parte pudica la soffocava del tutto.
Avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere al suo Re se per davvero andasse a letto con Merlin?

Si lamenta sempre. Si lamenta se lo chiamo, si lamenta se non lo chiamo. E quel broncio che fa certe volte, mi da sui nervi! Per non parlare di quei borbottii che fa quando è insoddisfatto. Gli ho detto che mi danno fastidio e lui li fa più forte!”
Leon arrossì violentemente, sperando di cuore che l'argomento toccato non fosse proprio ciò che più temesse.



Percival, che condivideva la sorte di Leon, senza esserne consapevole, stava sudando freddo. Più ascoltava Merlin, più tutto ciò che diceva gli pareva ambiguo. Si convinse più e più volte che fosse solo suggestione, ma quando parole come “duro”, “avventato” o persino “irruente”, scivolavano fuori dalla bocca di Merlin, non poteva trattenersi dall'assumere una colorazione tendente al rosso Pendragon. In effetti, in quel momento, nella sua divisa da cavaliere, la faccia era perfettamente pendant col resto.
L'amico, intanto, seguitava a lamentarsi senza sosta, ignaro dei pensieri poco puliti che attraversavano la mente del suo interlocutore, affollata da pseudo immagini e domande. Di certo, tra i due, pensava, la parte della donna toccava a Merlin, no? Era il più esile e aveva alcuni tratti femminei e Arthur lo proteggeva in maniera ossessiva ogni volta che si trovavano in battaglia, trascinandolo dietro di sé per evitargli danni. Era anche vero che Merlin aveva degli atteggiamenti da macho, mettendosi sempre in mezzo tra il Re e la morte, salvandosi ogni volta per non bene identificate botte di fortuna.
Insomma, tra i due, come funzionava la cosa?

Eccolo lì! Parli dell'asino e spunta la coda” sentì dire a Merlin, nel bel mezzo dei suoi vagheggi mentali. Dalla finestra alla quale si erano appoggiati riuscivano a vedere il cortile dove il Re e i cavalieri erano impegnati a esercitarsi, cosa che ricordò al povero Percival i suoi doveri, mancati a causa del servitore orecchiuto.
Guardalo lì, a rotolarsi nel fango e a sudare! E chi farà il suo bucato? IO! Chi gli dovrà fare il bagno? IO!” chiosò Merlin, nella migliore immedesimazione di una moglie arrabbiata col consorte. Aveva persino messo le braccia sui fianchi, mentre squadrava Arthur che si prendeva una pausa per chiacchierare con Leon.
Percival sentì un calore improvviso al viso, mentre l'immagine di Arthur e Merlin nella tinozza, circondati da schiuma in atteggiamenti ambigui gli saliva al cervello.
Ancora una sola allusione, una sola, e sarebbe esploso.



Leon, nel frattempo, non si trovava in una situazione migliore del suo amico. Arthur, preso il via alle lamentele contro Merlin non si era più fermato. Perché ad Arthur piaceva parlare di Merlin, sempre e comunque; Leon non si ricordava una volta, una sola, in cui il suo Re gli avesse parlato della Regina, in bene o in male. Sempre solo Merlin. Anche in quelle ore aveva fatto altro che parlare del suo servitore, e in termini molto fraintendibili. O era solo la sua immaginazione? Vedeva ciò che non c'era perché lo sospettava o era tutto lì, palese, come il tono di voce accorato di Arthur suggeriva? Il caldo, le allusioni, l'iper-fantasia stavano scaldando la sua mente, facendogli immaginare ciò che i due potevano fare quando si trovavano da soli. E si trovavano spesso da soli.
Chi prendeva l'iniziativa?

Toh, parli di Merlin e spuntano le orecchie” sentì dire al Re, venendo così strappato alle sue pericolose fantasticherie. Il viso di Arthur puntava in alto, verso il lato opposto del cortile, e seguendo la direzione Leon vide Merlin e Percival incorniciati da una finestra, apparentemente rivolti verso loro: per quanto la distanza gli consentisse di vedere, il servitore pareva arrabbiato e il suo amico rosso fuoco per qualche strano motivo.
In giro a bighellonare con Percival invece che sbrigare i suoi lavori per me? Oh, stasera gliela farò pagare cara! Nessuno lo sentirà urlare nella notte!” esclamò con una faccia poco pulita Arthur, facendo cedere quel poco di barriera di vergogna nella mente di Leon.
Una sola parola, una sola, e avrebbe dato di matto.



Dovrò togliere il sudiciume dalla sua pelle per ore! Almeno stesse fermo, invece no, mi costringe a strofinargli la schiena e poi finisce immancabilmente per...” iniziò ancora Merlin, con gli occhi puntati sul Re, che lo sfidava a sua volta con lo sguardo.

D'un tratto, con un urlo disumano, Percival si tappò le orecchie, strabuzzò gli occhi e cantando qualcosa di assurdo scappò via nel corridoio, correndo lontano.
Merlin lo seguì con lo sguardo fin dove poté, terrorizzato dalla reazione improvvisa del gigante.

Quasi nello stesso momento:

Stasera lo costringerò a lucidare ogni armatura, ogni spada e ogni arco nella scuderia. E poi dovrà lavare ogni centimetro della mia persona con dovizia e...” stava elencando sadicamente il Re, perso nei suoi propositi di vendetta.
Con un grido stizzito Leon lo interruppe, si premette le mani sulle orecchie e cantando una canzone bislacca scappò verso il castello, senza voltarsi indietro.
Arthur rimase attonito a fissare il vuoto dove era scomparso il suo cavaliere, perplesso.


Percival correva come un matto.
Non mi fermate, non mi fermate” canticchiava come un folle, terrorizzando le domestiche che lo incontravano nei corridoi.

Leon vagava senza meta, a velocità esponenziale.
Voglio liberarmi, voglio liberarmi” gorgogliava impazzito, sovrastando il rumore dei suoi passi.

D'un tratto uno sbatté contro l'altro, mentre le loro canzoni cacofonavano in una babele di suoni attorno a loro. Si guardarono in faccia, abbassarono un attimo le mani dalle orecchie...
Non vuoi sapere!” urlarono entrambi, prima di scappare di nuovo via in direzioni diverse, inseguiti da ritornelli stonati e occhiate perplesse.
Arthur guardò in alto, verso la finestra dove Merlin lo osservava a sua volta. Si scambiarono un'occhiata stranita, fecero spallucce e ritornarono ognuno alla propria occupazione.


Due mesi prima, nelle scuderie, al rientro da una battuta di caccia:

Su, Merlin! Ferma il cavallo, sella il cavallo, ruota il cavallo!” biascicò Arthur, ridacchiando e agitandosi sulla cavalcatura. Il servitore sbuffò, scendendo dal suo, e si diresse verso il suo Re per fermare il giro impazzito che stava facendo compiere al suo povero Sauro.
Siete ubriaco, Arthur! Vi ho detto che non era conveniente fermarci alla taverna!” lo sgridò mentre afferrava le redini.
No, ti sbagli! Non sono ubriaco: sono ubriaco!”
Le sue risatine riempivano il silenzio della scuderia, innervosendo gli altri cavalli.

Andiamo, vi aiuto a scendere.”
Arthur sollevò goffamente la gamba, provando a passarla al di sopra per gettarla dall'altra parte, ma più tentava e più sbagliava, più rideva. Con un sospiro spazientito, Merlin si sporse, aiutandolo a mettersi dallo stesso lato. Il Re si lasciò scivolare giù dalla schiena del cavallo, di colpo, finendo per cadere sopra al suo servitore: Merlin lo sorresse per un pelo, ma quello lo strinse in un abbraccio, scoppiando a ridere.

Hai... hai le orecchie enormi come quelle di un asinello!”
Sì? Beh, conosco uno che è un asino per davvero!”
Arthur iniziò a sentirsi sempre più assonnato, rannicchiandosi sempre più contro il servitore.

Però vai bene lo stesso. Sei un buon amico” mormorò con gli occhi chiusi.
Anche voi, testa di legno. Anche voi” rispose Merlin, iniziando a trascinarlo verso il castello.

Lo stalliere Tom, ubriaco come una spugna, ridacchiò nell'oscurità.



Note:

Ecco un piccolo speciale, che non ha nulla a che fare con la storia “More than meets the eye”.
L'ho scritta tempo fa, dopo un discorso con la musa-beta-autrice-Dea-ragioniera Asfodelo, a cui la dedico. Perché senza di lei non sarei arrivata in questo fandom, né avrei conosciuto così tante belle persone.
Grazie di tutto Asfo, grazie a tutte voi.
Spero che la storia vi strappi un sorriso e vi accompagni nei festeggiamenti per il nuovo anno, che vi auguro sia stupendo e ricolmo di benessere. E di nuovi fandom da esplorare, da unire ai cari e vecchi, con OTP sofferte e combattute, ma amate dal più profondo del cuore.

Buon 2014,
un grosso abbraccione
Mimì
p.s: aggiornerò presto, non datemi per dispersa! E Battisti mi perdoni per il titolo, di cui non sono degna!

  
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