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Autore: DanzaNelFuoco    02/01/2014    1 recensioni
Scrivo queste parole perché lo psichiatra me lo ha chiesto. Mi ha detto di tenere un diario su quelle che lui crede mie fantasie... Lui non crede che ciò che racconto sia vero. Pensa che sia una mitomane o qualcosa del genere. Eppure ciò che sto dicendo è vero. Ho un fratello. O almeno lo avevo. Tanto tempo fa, quando la mia vita non sembrava ancora un film dell' orrore e io sapevo cosa fosse sogno e cosa realtà.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attento a quello che desideri perchè potrebbe avverarsi.
Oscar Wilde 

07/05/2009
Scrivo queste parole perché lo psichiatra me lo ha chiesto. Mi ha detto di tenere un diario su quelle che lui crede mie fantasie. Non si capacita del perché sia così. Quando mi ha visitato la prima volta, dopo vari test, mi ha detto sollevando le spalle: "Non capisco, lei non ha nulla che non vada!"
Lui non crede che ciò che racconto sia vero. Pensa che sia una mitomane o qualcosa del genere. Eppure ciò che sto dicendo è vero. Ho un fratello. O almeno lo avevo. Tanto tempo fa, quando la mia vita non sembrava ancora un film dell' orrore e io sapevo cosa fosse sogno e cosa realtà.

Estratto dal diario di Anna F.                                                                     
  10/08/2009
Ho litigato con Dario anche oggi. Il motivo è il solito! Lui vuole andare in campeggio! Tutto pagato dai nostri genitori ovviamente! Il peggio è che loro non potranno più andare in vacanza, non se lo possono permettere! Non lo sopporto! Com' è stupido chiuso nel suo guscio di egoismo senza nessun altro punto di riferimento se non se stesso. Lui deve andarci assolutamente in campeggio con Michele! E ai nostri genitori non pensa? E loro,sciocchi, che glielo permettono! Ha 24 anni! Io alla sua età ero già andata a vivere da sola, studiavo di giorno e lavoravo di notte, i miei mi davano qualcosa per tirare avanti ogni tanto, non dipendevo completamente da loro! Non vuole studiare lui? E' troppo impegnativo? Allora vada a lavorare, vada la zappare la terra! Non è mica di cristallo!

09/05/2009
Non amavo particolarmente mio fratello. Non avevamo mai condiviso quei momenti che legano per sempre. Forse il motivo era che io avevo otto anni più di lui, che lo avevo sempre considerato il più piccolo e quindi mai degno delle mie attenzioni (attenzioni che per altro non gli erano mai state negate dai miei genitori). Non che io fossi gelosa, anche se dentro di me in questo momento una vocina ironica mi sta benevolmente dicendo: “Noo, quando mai?” , ma la verità è che mi sembrava che le loro attenzioni stessero diventando vizio. I miei genitori stavano chiudendo Dario sotto una campana di vetro, impedendogli di crescere, e così facendo stavano rovinando la sua e la loro vita.
Forse ero io a essere gelosa e non me ne accorgevo, io che ho dovuto fare sacrifici e lottare per quello che avevo, ma mi sembrava di essere l’unica a vedere la realtà dei fatti.
Non si poteva andare avanti così. A ventiquattro anni Dario si comportava come se ne avesse quindici. Non studiava, non lavorava, si aspettava che fossero i nostri genitori a fare i sacrifici, cosa che puntualmente accadeva.
La sera che mio fratello scomparve avevamo litigato per l’ennesima volta per un futile motivo. I nostri genitori avevano rinunciato ad una vacanza, la prima dopo tanti anni, per permettere a Dario di andare in campeggio. Eravamo in salotto, lui guardava la televisione. Ricordo come se fosse ieri ciò che ci dicemmo. Le ultime parole di mio fratello in vita, q uelle almeno che io udii, furono di una bassezza che mi ferì, tanto da farmi fare quello che feci. Cercherò di riportare il più fedelmente possibile ciò che ci urlammo addosso quella sera. Il nostro dialogo rimane stampato nella mia memoria con l’inchiostro dei sensi di colpa.
Avevo appena scoperto da mia madre la cancellazione del viaggio ed ero a dir poco infuriata con quell’approfittatore, così quando l’avevo visto comodo sul divano a non fare niente come al solito, l’avevo attaccato.
"Così te ne andrai in campeggio, eh?" gli avevo detto sarcastica.
"Si"
In quel momento la rabbia mi era salita al viso e mi aveva accartocciato il petto come solo la rabbia sa fare. Non si era nemmeno degnato di staccare gli occhi dalla tv.
"E pensi che si divertiranno i nostri a Rodi?"
"Ah no, non ci vanno più!"
"Davvero?!? E sai come mai?"
"No"
Era stata l’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Osava negare la sua colpa! Osava dirmi che non sapeva come mai i nostri genitori si stessero sacrificando, quasi come se la loro rinuncia fosse un fatto indipendente da lui.
"BUGIARDO!!!! Sei solo un misero schifoso bugiardo egoista approfittatore! Sai benissimo che hanno deciso di non andarci per permetterti il campeggio!"
Dovevo farlo. Dovevo dirglielo nella vana speranza che aprisse gli occhi e capisse quanto era stato egoista.
"Non la smetterai mai di entrare nella mia vita, eh? Solo perchè hai quattro anni più di me pensi di essere già vissuta, di avere la verità in tasca! Bhe, ultime notizie: non è così"
"Non è solo perchè sono più grande di te! Io le gonne della mamma le ho lasciate a vent'anni!"
"Ma se tutti i mesi la mamma ti dava qualcosa per andare avanti!"
"Si ma io lavoravo, studiavo, avevo una stanza in affitto e non ero servita e riverita senza fare nulla tutto il giorno"
"E' questo il problema? Che sei invidiosa perchè non hai colto l'occasione quando potevi? Vorresti aver fatto ciò che sto facendo io ma siccome non eri abbastanza intelligente adesso mi disprezzi?"
Non c’era dubbio, mi aveva ferita.
Niente di quello che aveva detto era vero, ciò nonostante solo il fatto che qualcuno potesse pensare di me tali atrocità mi faceva ribaltare lo stomaco.
Io mi ero comportata come avevo sempre ritenuto corretto, quello che mi spingeva a parlare non era certo invidia nei suoi confronti.
Sul momento non sapevo cosa rispondere così mi ero limitata a dargli uno schiaffo e andarmene con le lacrime agli occhi.
Era la notte di San Lorenzo e solo più tardi sarebbe accaduta la mia Colpa.

Estratto dal diario di Anna F.
 10/08/2008
Quel mostriciattolo egocentrico con quel suo bel discorsetto mi ha rovinato la serata! Non ho fatto nient’altro che pensare alle sue odiose parole. Non riesco a fare a meno di pensare che avrebbe rovinato meno vite se non fosse mai nato, quell’insensibile parassita! Vorrei che non fosse mai esistito.
13/05/2009
Qualche divinità maligna quella sera mi ascoltò. Quando la mattina seguente mi svegliai non c'era più alcuna traccia dell'esistenza di Dario a questo mondo, non una foto, una nota, un conto da pagare. Niente se non le poche pagine di diario scritte quel giorno.
Estratto dal diario di Anna F.
15/08/2008
Dario non c’è più. Ieri sera… Oh mio Dio, il mio desiderio si è realizzato. Perché non mi sento meglio allora? Forse la presenza di Dario non era poi così inutile. Questa mattina mi sono alzata in una camera che non era la mia, in una casa che non era la mia! Mia madre, la mia grassoccia madre che cucina i biscotti, mi ha salutato entrando in casa in una tuta da jogging completamente fradicia di sudore. Ha almeno dieci chilo in meno rispetto a MIA madre! Controlla tutte le calorie di tutti gli ingredienti.
Mi ha detto che è stato il suo nuovo COMPAGNO a farle provare quella dieta favolosa!
Sì, perché mia padre l’ha lasciata quando io avevo dieci anni, ma litigavano almeno da quando ne avevo sette. Ricordo i litigi, ma erano improvvisamente scemati quando… oh! Quando era nato Dario!
Forse il mostriciattolo non era così inutile.
D’altro canto però mia madre è felice come non la vedevo da tempo. Sì, lei. Con Rodrigo!
In un primo momento ho pensato ad uno scherzo. Le ho chiesto di Dario, ma lei mi ha guardato come se fossi pazza.
Sarò io la sola ora a portare il peso della memoria di una persona che non esiste?
23/05/2009
Non nominai più Dario. In un primo periodo lo facevo, ma mia madre cominciò a guardarmi in maniera strana, come se fossi una pazza (cosa che, tra l'altro, lo psichiatra non ha mai smesso di pensare!), e io smisi di insistere sul mio "fantomatico fratello".  Per quanto la mia mente fosse poco analitica non mi ci volle molto tempo a capire la realtà del fatto. Cercai di liquidare l'accaduto come un qualcosa di positivo, un peso in meno, ma, nonostante questo fosse il mio mantra dalla mattina quando mi svegliavo alla sera quando andavo a letto, non riuscivo a non pensare ad altro.

Estratto dal diario di Anna F.                                                                    
    10/09/2008
Non riesco a distrarmi, questa cosa mi sta uccidendo! Mi deconcentra al lavoro, sbaglio i giorni degli appuntamenti, oggi ho quasi fatto un incidente con la macchina. Non posso continuare così. STARA' BENE? Cosa gli ho fatto? L'ho ucciso? L'ho spedito in una dimensione parallela? Tutte queste domande e tutta quest'incertezza! Non so se mi farebbe bene sapere se sia morto o meno, ma sarebbe senz'altro meglio di questo!
               17/09/2008
Le risposte non mi interessano più. L'ho dato per morto. Ho desiderato che non fosse mia nato, dopotutto. Eppure non riesco a metterci una pietra sopra, Il suo viso mi perseguita di notte nei sogni e quando mi sveglio sento la sua presenza aleggiare su di me, come se fosse uno spirito. So che nessuno potrà mai punirmi, e per cosa? Per aver desiderato che mio fratello sparisse? Eppure mi sento sporca, macchiata. Come se lo avessi fisicamente ucciso.
Ma non l’ho ucciso.
Ho fatto peggio. L’ho cancellato dalla faccia della terra.
Di lui non è rimasto nient’altro che il ricordo che io conservo.
23/09/2008
Oggi guardandomi allo specchio ho visto la sua faccia e non so per quanto potrò andare avanti. Lo vedo ovunque, come un monito a non scordarlo mai. Come una punizione. Come se mi dicesse: “Se tu sei l’unica che mi ricorda, allora vedi di continuare a ricordarmi.”
30/09/2008
Non ce la faccio più, vorrei che finisse. Vorrei che almeno qualcosa di lui fosse rimasto. Ho un disperato desiderio di pagare per ciò che ho fatto, ma non so cosa fare.
 
05/10/2008
Ho cominciato a dimenticare il suo volto. I contorni sfumano, i colori sbiadiscono. Così è peggio: la mia punizione era portare il suo ricordo e sto fallendo, di lui non rimarrà niente.
 
13/10/2008
E' molto peggio di quello che mi aspettassi, al suo volto si sovrappongono orribili mostri dagli occhi indagatori, mi puntano contro il dito e mi sussurrano: “Tu pagherai…”
La mia colpa non è umana, il mio crimine è oltre le forze regolatrici del mondo, ma rimane un crimine la cui colpa deve essere espiata.
Io vorrei rispondere “Sì, venite a prendermi!” ma loro svaniscono, prima che io possa pronunciare una parola.
  26/10/2008
Oggi sarebbe stato il suo compleanno e io non ce la faccio. Mi sento uno schifo. Avrebbe avuto venticinque anni e io gli ho tolto tutto. Non merito di vivere.

Lettera di suicidio di Anna F.
Mamma, Papà,
non capireste perché l'ho fatto. Non ci crederei neanche io veramente, ma vi assicuro che questa è la verità. Avevo un fratello, anche se voi non lo ricordate perché la sera di San Lorenzo ho desiderato che non fosse mai esistito, e così è stato. E' stata solo colpa mia e vi prego di non odiarmi per avervi ucciso un figlio e avervene tolto il ricordo. Non riesco più a vivere. Addio. Anna.
28/05/2009
Dopo aver preso quel cocktail fatale, ma non abbastanza, tutto divenne buio. Mia madre arrivò a portarmi dei biscotti per farmi una sorpresa e la sorpresa la ebbe lei. Riuscirono a salvarmi per un soffio. I miei genitori pensavano che avessi uno squilibrio mentale e mi chiusero in questa clinica. Pensavano che avessi inventato una storia e poi fossi entrata troppo bene nel personaggio, tanto da tentare il suicidio. Non hanno mai creduto al paranormale. Neanche io per la verità fino a quel giorno. Ora ci credo, ma la piccola vena razionale rimasta in me mi suggerisce che forse la psichiatra ha ragione. Forse un giorno mi sveglierò e penserò che la mia mente sia balorda, malata, e che ciò che ho vissuto sia solo una fantasia. Forse un giorno la mia vita sarà vita e non incubo...


N.d.A. 
Ho scritto questa storia tre anni per un progetto il cui tema era "il senso di colpa". Ora riguardando tra i miei vecchi racconti ho trovato questo. Non mi sembrava da buttare così l'ho un po' rimaneggiato (cioè ne ho cancellato un quinto e ho aggiunto raddoppiato il contenuto) e ho ottenuto questo. 
Decisamente cupo, ma che volete... Il relatore del progetto ha detto che era di stampo Bulgakiano! Io mi sono presa il complimento anche perchè due anni dopo ho capito cosa voleva dire, quando Bulgakov è diventato uno dei miei scrittori preferiti!
Non vi tedio più, ciao, DNF 
  
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