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Autore: F a i r    02/01/2014    1 recensioni
E se la storia che conosciamo, non sia la vera storia? Se ci fossero avvenimenti di cui ignoriamo l'esistenza o se alcune azioni avessero altri moventi?
La storia di Naminé e Roxas forse non è proprio come ce l'hanno raccontata. O forse sono io che ho sempre voluto che fosse così.
"Alzò il capo e disse al suo migliore amico: «Stalle accanto e prenditi cura di lei, d'accordo?»
La sua era quasi una supplica. Dai suoi occhi traspariva una preoccupazione che non sarebbe dovuta esistere in un Nessuno.
Axel rimase sorpreso dal tanto affetto che Roxas aveva per Naminé.
«Sta' tranquillo» promise. «Lo farò»."

PS: Alcune scene che troverete esistono davvero in KHII, mentre altre sono completamente inventate. Enjoy (:
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Naminè, Roxas, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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Salve a tutti! Se state leggendo questa nota significa che avete una pazienza infinita e di questo vi ringrazio molto!
Volevo avvisare i lettori che il nuovo capitolo non è questo, ma il 16 che nella versione precedente mancava.
Per ricollegare la storia ho apportato qualche modifica al capitolo 15.
Buona lettura! (:



Chapter XVIII: Una spalla su cui piangere
Roxas osservò il suo migliore amico.
Sentiva un dolore lacerante al petto, mentre le lacrime gli rigavano le guance.
«A-axel...» singhiozzò con voce rotta dal pianto.
Il rosso sollevò lentamente lo sguardo, riconoscendo la voce del biondino.
«Roxas...» sussurrò.
«Non parlare» continuò Roxas. «Vedrai che si risolverà tutto».
Axel abbozzò un sorriso, ma scosse il capo. «Devi trovare Naminé» disse in tono grave. «Non sono riuscito a proteggerla come mi avevi chiesto. Saix le ha prese entrambe».
«Entrambe?»
«Ha preso anche Kairi, per attirarvi nel loro covo».
Al nome di Kairi, Roxas sentì un tuffo al cuore. Siamo fregati pensò.
«Mi dispiace...» sussurrò sviando lo sguardo.
«Non importa» assicurò Roxas anche se sentiva come se tutto il mondo gli stesse crollando addosso.
«Trovala Roxas, perché senza di lei nulla avrà più senso» ricominciò il rosso risollevando lentamente gli occhi. «E quando l’avrai trovata dalle un bacio da parte mia e dille che mi dispiace».
Fu allora che Roxas cominciò a temere il peggio. Il rosso ansimava sempre di più e le piccole scaglie del suo corpo continuavano a dissolversi sempre più velocemente.
«Axel, no!» esclamò disperato. «Non puoi lasciarmi! Io ho bisogno di te. Troveremo Nam e anche Kairi. Insieme».
Axel scosse il capo con fatica. «Ero io che avevo bisogno di te».
Le tante scaglie si dissolsero dopo un grande vortice.
«Axeeeeeeel!»
Pianse quella volta, Roxas. Pianse lacrime amare, che nessuno avrebbe mai potuto consolare.
Si sentiva solo, in un mondo che non aveva posto per i Nessuno come lui.
Alcune gocce salate bagnarono il suolo che si illuminò di una luce accecante e bianchissima.
L’attenzione di Roxas fu attirata dalla luce.
Ma che succede?
La vide sollevarsi e assumere una forma sempre più familiare, una forma che non credeva si sarebbe mai trovata davanti ai suoi occhi.
Un cuore cristallino sembrò accorgersi della sua presenza e con disinvoltura gli si avvicinò fino ad entrargli nel petto.
Roxas rimase ad osservare quell’assurdo fenomeno mentre le lacrime gli si asciugavano sulle gote lasciando un sottile strato di sale.
Si sentì invadere da un calore accogliente, mentre tutto il corpo cominciava a formicolare.
Si guardò sorpreso le mani, poi le gambe e infine il petto, ansimante.
Il suo corpo aveva riacquistato la sua sostanza!
Non riusciva a credere che davvero sarebbe potuto succedere; proprio quando stava per perdere ogni speranza.
Ancora aveva la mente piena di domande quando si sentì posare una mano sulla spalla e chiedere dalla voce con cui aveva convissuto per tanti mesi: «Tutto bene?»
Roxas si voltò di scatto come riscosso dai suoi pensieri e si trovò osservato da due enormi occhi azzurri che lasciavano trasparire la loro preoccupazione.
Sora, nel suo spirito da crocerossino, gli si era avvicinato.
Il biondo impiegò qualche secondo ad articolcolare una risposta di senso compiuto e infine disse: «E-ehm... sì, credo di sì».
La preoccupazione sul volto di Sora lasciò spazio ad una beata allegria. «Bene!» disse. «Tu devi essere Roxas, giusto?»
Il ragazzo annuì un po’ spaesato, mentre in cuor suo (eh sì, proprio nel suo cuore!) si chiedeva se fosse una cosa normale che Sora sapesse già il suo nome.
Pensò di essere diventato un libro aperto per il suo “io”, perché Sora gli rispose: «Axel ti ha chiamato così».
Al solo sentirlo nominare, Roxas si sentì di nuovo salire le lacrime agli occhi.
Anche se aveva sempre provato forti emozioni per essere un Nessuno non credeva che gli uomini le provassero in modo tanto intenso: in confronto le sue erano solo pallide imitazioni; e quel che è peggio era il fatto che gli risultavano molto difficili da controllare.
«Hey, hey, hey» intervenne subito Sora. «Non farne un dramma ok?» Poi si rese conto di non aver centrato a pieno il modo migliore per consolarlo e ripiegò: «Cioè, sì, è un dramma, ma non così drammatico. Voglio dire... è un dramma non drammatico!» Arrivò a non raccapezzarsi nemmeno lui in quello che stava dicendo.
Nel frattempo sul volto di Roxas si era trasformato in un’espressione sbigottita sulla quale aveva poi fatto breccia un sorriso. Che strano tipo aveva pensato divertito.
«Mi segui, no?» aveva poi concluso Sora cercando di ridarsi un po’ di contegno.
«Sfora sfei il psfolizto pastficcione!» esclamò Paperino all’improvviso. «E ftu» si rivolse al biondo. «Sfmettizla di piafgnucolafre, hai capifto?»
In realtà Roxas non era riuscito ad afferrare nemmeno una parola di quello che il papero aveva detto e cercò muto soccorso negli occhi di Sora.
Il bruno gli rivolse un sorrisetto furbo e rispose: «Vedrai che ti farai l’abitudine». Gli strizzò un occhio.
 
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«Ma Paperino, cosa dovrei fare secondo te?» esclamò Sora dopo aver dato il dovuto benvenuto a Roxas nel team. Il problema era però, che Paperino non sembrava molto intenzionato a dare un po’ di fiducia al nuovo arrivato.
«Lascfialo qui, mi pfare opvvio!» rispose alle insistenze di Sora.
Il ragazzo cominciò allora ad arrovellarsi il cervello per trovar delle argomentazioni che potessero persuadere Paperino. «Non posso lasciarlo qui!» esclamò. «Non capisci? Per me è più di un fratello! Come faccio a lasciare qui una parte di me?»
Il papero si trovò un po’ spiazzato da quelle parole e cercò soccorso negli occhi di Pippo che invece gli rivolse uno sguardo che diceva: Ha ragione, sai?
«E va fbene!» esclamò allora il papero rassegnato.
Sora emise un gridolino di gioia e corse verso Roxas per annunciargli la notizia.
Roxas ne fu molto felice; trovare un punto d’appoggio come quel ragazzo bruno nel momento che stava passando, fu davvero sollevante.
 
«Forza sali!» lo invitò Sora una volta raggiunta la gummiship. «Ne vedremo delle belle, te l’assicuro!»
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