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Autore: Jamin_a    04/01/2014    3 recensioni
Nobody said it was easy
It’s such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start
SPOILER 3X01
Il campanello suonò, e John si chiese chi potesse essere. Era solo in casa.
Mary era al lavoro e quello era il suo giorno libero. John voleva solo
riposarsi, dopo tutto quello che era successo. Doveva ancora metabolizzare il
tutto.
........................
" Cosa diavolo sei venuto a fare!" Urlò il dottore.
"Inizialmente solo per scusarmi, ancora"
Disse Sherlock . "Ma negli ultimi minuti ho dedotto..."
" Sempre la logica vero?" Lo interruppe John
"...Ti prego siediti e lasciami finire."
John fece ciò che Sherlock aveva chiesto.
"Ho dedotto , si John, sempre con la logica.
Perché i sentimenti non sono il mio campo, perché non saprei fare altrimenti..."
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SPOILER 3X01 The Empty Hearse 

Ciao a tutti!

Questo è il mio seguito alla 3x01.. 2 capitoli
ispirata alla canzone The scientist dei Coldplay...
Spero di non essere andata troppo OOC... ma nella puntata mi sembra di aver visto un Sherlock un po' più umano...
Spero vi piaccia! Fatemi sapere!!!!
Buona Lettura.


Come up to meet you, tell you I’m sorry 
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,  
Tell you I set you apart.

Tell me your secrets and ask me your questions 
Oh, lets go back to the start.
Running in circles, Comin’ up Tails 
Heads on a science apart 

Nobody said it was easy
It’s such a shame for us to part 
Nobody said it was easy 
No one ever said it would be this hard

Oh take me back to the start


Il campanello suonò, e John si chiese chi potesse essere. Era solo in casa. 
Mary era al lavoro e quello era il suo giorno libero. John voleva solo 
riposarsi, dopo tutto quello che era successo. Il ritorno di Sherlock, la 
bomba, la verità su come si era salvato, doveva ancora metabolizzare il 
tutto.

John non rimase comunque molto stupito quando aprì la porta e si trovò 
davanti una massa di ricci neri, in fondo chi altro avrebbe potuto essere?

Sorrise sollevato vedendolo, Sherlock era vivo, ed era davanti a lui.

“Ciao John.”

John si spostò e gli fece cenno di entrare. 

Sherlock osservò la casa. Piccola, ma confortevole. Ordinata, nulla a che 
vedere con Baker Street. Una casa normalissima in una zona tranquilla di 
Londra, per una vita prevedibile , con una donna ordinaria.

Sherlock non capiva perché John volesse tutto questo. 

“Allora?” John lo guardò con sguardo interrogativo.

“Hai un caso? Ti serve aiuto? Basta bombe però …” Continuò il soldato.

Sherlock sorrise. John aveva rischiato di saltare in aria già due volte, e 
per questo Sherlock si sentiva maledettamente in colpa, ma decise di non 
darlo a vedere.

“No, nessun caso, nulla degno della mia attenzione almeno …” Rispose il 
detective continuando a guardarsi attorno.

“Non sei cambiato di una virgola Sherlock.”

Lo sguardo di Sherlock si posò serio sull’amico. “Vorresti vedermi 
cambiato?”

John abbassò gli occhi. Vorrei che non fossi mai morto, pensò. “Siediti, 
faccio il the”.

Eppure Sherlock si sentiva maledettamente cambiato. Non era più in grado di 
controllare i suoi sentimenti, e non capiva. Non capiva se lui era 
diventato troppo debole per continuare ad essere distaccato dai sentimenti 
o se questi erano diventati troppo grandi per continuare ad essere 
ignorati. Sherlock odiava non capire. Lui prima capiva sempre tutto.

Sedette sul divano. Alcune minuscole briciole gli fecero capire che 
John e Mary avevano cenato li la sera precedente. Lei si era alzata a 
portare i piatti nel lavello facendo cadere alcune briciole e lui aveva 
poggiato il suo bicchiere sul tavolo, si vedeva un piccolo cerchio con 
accanto una goccia di vino. Mary non beveva vino, lo aveva notato la sera 
in cui era tornado da John. C’era la possibilità che Mary non fosse una 
che amava bere sul pasto, ma in un ristorante di quel tipo, con vini così 
pregiati allora avrebbe bevuto, ma nel suo bicchiere c’era solo acqua, 
quindi Mary era astemia. Il bicchiere doveva essere di John che lo aveva 
appoggiato sul tavolino, si era alzato dal divano e aveva raggiunto Mary in 
cucina mentre lei lavava i piatti. L’aveva abbracciata da dietro, chiuso 
l’acqua del lavello, dandole dei piccoli baci sul collo. Lei si era girata 
e poi si erano baciati e avevano fatto l’amore. 
Sherlock sentì uno strano impulso. Avrebbe voluto raggiungere John 
mentre stava facendo il the, abbracciarlo da dietro, spegnere il fornello e 
dagli dei piccoli baci sul collo. 

“Un cucchiaio di latte e mezzo di zucchero giusto?”

Alla domanda il detective tornò alla realtà. 

“Si, si, come al solito”.

“Come al solito” ripeté John a bassa voce portando la tazza all’amico, poi 
prese posto accanto al lui. Come al solito, come è sempre stato, sapeva di 
casa.

“Allora Sherlock, cosa c’è?”

“Hai una bella casa John”.

“Non devi recitare, so che non apporvi..”

“Non approvo cosa?”

“Questo, la scelta che ho fatto …” Disse guardandosi attorno

“Non ti serve la mia approvazione John.” 

“Si invece.” Sherlock rimase sorpreso dalla risposta.

“John, ti stai per sposare, credo che un po’ di inquietudine sia normale.”

“Sherlock, devo sapere che sei dalla mia parte, che sei con me.”

“Perché John?”

“Perché sei la persone più importante per me, l’unica di cui mi importi 
davvero” Disse John senza pensare, di getto.

Sherlock non capiva. John si stava per sposare. Queste cose non erano certo 
il suo campo, ma per quanto ne sapeva non avrebbe dovuto essere lui la 
persona più importante per John.

“John, Mary dovrebbe essere quella persona, non io”

I due uomini si fissarono in silenzio per qualche secondo.

John si chiese come Sherlock potesse fargli quest’ effetto. Era venuto a 
casa sua e in pochi minuti, senza dir nulla, gli aveva fatto dubitare dei 
suoi sentimenti.

“Sherlock, che sei venuto a fare?”

“A dirti che mi dispiace, a scusarmi.”

“Ti ho già detto che ti perdono” Disse John con tono seccato.

“Allora perché non è tornato tutto come prima?”

John sorrise. “Sherlock, per quanto tu sia intelligente a volte mi sembri 
davvero stupido, credi che sia tutto così facile?”

John aveva avuto dei dubbi su chi fosse più importante tra Sherlock e Mary, 
ma non dubitava del fatto che Mary fosse la donna perfetta per lui, la vita 
che si era scelto dopo la morte di Sherlock non era la vita che voleva 
davvero, ma era ciò di cui aveva bisogno, e lui stava bene con Mary.

Sherlock abbassò lo sguardo. “Non pensavo fosse facile, ma nemmeno che 
sarebbe stato così difficile.”

“Dimmi come hai fatto …”

“Ti ho già spiegato del piano di Mycroft”

“Non è quello che voglio sapere. Voglio sapere come hai fatto a sopportare 
tutto questo. Sherlock ti conosco meglio di chiunque altro. Non sei una 
macchina, per quanto tutto dimostri il contrario.

Voglio sapere come hai fatto. 

Perché io ho fatto così … Ho trovato una donna fantastica, mi sono rifatto 
una vita totalmente diversa da quello che avevamo, per evitare qualsiasi 
cosa mi ricordasse te. 

E ora non butterò tutto all’aria solo perché tu …”

Le parole gli morirono in bocca, perché era falso, lui avrebbe buttato 
tutto all’aria se solo Sherlock glielo avesse chiesto. John, molla tutto e 
torna, ho bisogno di te.

John avrebbe combattuto con tutte le sue forze per non cedere. Mary era la 
donna giusta, e lui era stanco di soffrire.  

“John, io davvero … non so cosa fare …” Ammise.

Sherlock non era bravo nel campo dei sentimenti, ma una cosa la capiva, non 
poteva chiedere a John di tornare. John si era sistemato. John era nella 
perfetta situazione per essere felice.
Eppure non riusciva a combattere l'impulso di volergli chiedere di tornare. 

“Sherlock” sospirò il dottore. “Mi piacerebbe capire.”

Sherlock sorrise. Anche a lui sarebbe piaciuto capire qualcosa. Lui era abituato a capire sempre tutto.

Voleva sapere se ciò che sentiva verso John era quel famoso Amore di cui 
tutti parlavano. Ci aveva pensato spesso a come mai la voce di John non gli 
uscisse dalla testa. E non capiva.

Ma nel suo Mind Palace non c’era la definizione di Amore

Allora fece la cosa più naturale che gli venne. 

“John. Che cos’è l’amore?” 

“Come scusa?” John era sorpreso.

“Potresti darmi la definizione di amore?”

“Sherlock” sorrise “Non c’è una definizione di l’amore, non puoi 
razionalizzare un sentimento”

“Prova lo stesso. Razionalizzare. Questa è l’unica maniera che conosco”

John guardò Sherlock con tenerezza. Il detective stava provando a capire la 
sua situazione, lui e Mary. Non immaginava che Sherlock cercasse di capire 
i suoi sentimenti.

“L’amore è quando , anche con la mente occupata, tipo in un caso, tu non 
riesci fare a meno di pensare, almeno per un attimo, all’altra persona”

Sherlock pensava spesso a John durante i suoi casi e anche ora, nonostante non fosse al suo fianco, non poteva fare a meno pensare a cosa avrebbe detto John.

“L’amore è quando cerchi di essere migliore, per l’altro”

Sherlock cercava di essere più umano per John.

“L’amore è anche quando sei attratto anche fisicamente dall’altra persona”

Sherlock odiava le reazioni fisiche, la mente era la cosa più importante 
per lui. Ma fu costretto ad ammettere a se stesso di essersi ritrovato più volte ad osservare il dottore e a volere un contatto fisico, come gli era successo poco prima.

“L’amore è quando sei disposto a morire per l’altra persona”

Se il piano con Moriarty non avesse funzionato Sherlock sarebbe morto senza 
pensarci per John.

Era forse questo il sentimento che provava per John?
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