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Autore: hypsteria    04/01/2014    1 recensioni
Certe volte, le cose migliori sono quelle che arrivano all'improvviso, ma soprattutto da chi non ti saresti mai aspettato.
*Dal capitolo:
Tirai un po' su col naso e accettai quel suo piccolo dono.
"Grazie" mormorai, sperando di non doverlo ripetere ancora.
"Di niente" rispose; aveva messo da parte tutto il suo sarcasmo ed aveva ceduto il posto alla dolcezza e alla comprensione.

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It's Larry, bitches!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non ero mai stato brava a parlare in pubblico e mai lo sarei diventato.
Nonostante io fossi una persona piuttosto eccentrica, non amavo stare al centro dell'attenzione con più di venti persone intorno a me. Lo so, sembra una contraddizione, ma è la verità.
Non fraintendetemi, a scuola davo le risposte sicuro di me, ma se dovevo raccontare un mio pensiero o la mia esperienza personale iniziavo a balbettare.
Non ero ansioso, non avevo attacchi d'asma, eppure ogni volta che venivo chiamato in causa iniziavo a dondolare, come un malato di mente, lo sguardo fisso a terra e un nodo alla gola che quasi non mi permetteva nemmeno di respirare.
Così successe quel giorno.
Una mia compagna chiamò il mio nome per sapere la mia opinione. Sapevo che sarebbe accaduto entro la fine della giornata, solo speravo di avere più tempo per preparare un discorso di senso compiuto, con tanto di citazioni di vari libri che non avevo letto, ma solamente visto su Facebook.
Le guance mi si imporporarono immediatamente e presi quasi da subito a dondolare. C'era un ragazzo accanto a me, me lo ricordo perfettamente. Si chiamava Louis, inglese per nascita ma adottato da una famiglia americana quand'era ancora neonato.
Per tutti era bello, figo, simpatico, il leader.
Per me, invece, era stato semplicemente Louis il mongoloide, per via delle numerose espressioni da down che mi regalava ogni volta che mi passava davanti.
Fatto sta che, quando iniziai a parlare, quel ragazzo puntò gli occhi su di me, sulla mia figura e non li staccò per tutta la durata del mio discorso. All'inizio, mi metteva quasi in soggezione, ma poi iniziai a vedere la cosa come un modo per assicurarsi che stessi bene.

Alla fine, il discorso non venne brillante come avevo sperato e il nodo alla gola non si era sciolto. Mi girai verso la finestra, con lo sguardo rivolto dalla sua parte, in modo tale che i ragazzi più grandi non mi vedessero ed iniziai silenziosamente a piangere. Bloccare quelle lacrime sarebbe stato un inutile spreco di tempo.
Non so per quale motivo, ma ad un certo punto il ragazzo che avevo di fianco si voltò nella mia direzione. Scrutò il mio viso per alcuni secondi, allo stesso modo di poco prima, poi tornò a guardare dritto e, senza farsi vedere da nessuno, mi allungò un fazzoletto profumato, di quelli che si portava sempre dietro.
Tirai un po' su col naso e accettai quel suo piccolo dono.
"Grazie" mormorai, sperando di non doverlo ripetere ancora.
"Di niente" rispose; aveva messo da parte tutto il suo sarcasmo ed aveva ceduto il posto alla dolcezza e alla comprensione. Mi ci nascosi il viso dentro quel fazzoletto e ne riemersi qualche minuto dopo.
Louis mi guardava ancora, così gli feci un mezzo sorriso che lui ricambiò prontamente.
"Potevi anche lasciarmi perdere" mormorai, sicuro che mi avesse sentito perfettamente.
"Perché avrei dovuto, Harry?" Mi chiese ed io scrollai le spalle. Non sapevo che rispondere e mi accorsi anche che quella era la prima volta che mi chiamava per nome.
Dopo brevi momenti di silenzio, sentii il bisogno di dirgli qualcosa.
"Scusa" bisbigliai ancora.
"Per il fazzoletto? Guarda che non..."
"Non è per quello. Perlomeno non solo. Scusa se, insomma, a volte ti ho risposto male." Dichiarai a bassa voce e lo vidi scuotere la testa.
"Stai tranquillo, non preoccuparti" sussurrò di rimando.
Lo ringraziai mentalmente non so quante volte per non aver girato il coltello nella piaga. Così, senza bisogno di tante spiegazioni, appoggiai la testa sulla sua spalla muscolosa e lui, accortosi della mia presenza su di sé, si sdraiò di più sulla panca, di modo che stessi più comodo.
In quel momento, mi sentii a casa, protetto. Le parole che avevo farfugliato e delle quali adesso mi vergognavo sembravano ormai lontane anni luce da me, da Louis. Da noi. 
Tutti ci appariva distante ed avevamo smesse di ascoltare le altre testimonianze, per prestare attenzione ai nostri respiri.




Quel giorno mi resi conto che, a volte, le cose belle non hanno bisogno di tante parole, ma solo di piccoli gesti.














Aaaaaaah, mi è preso un trememdno attcco di dolcezza!
Per farvi capire, mi è venuta in mente mezz'ora fa e si è appena trasformata in questo obrobrio.
Se qualche brava ragazza o bravo ragazzo fosse arrivato fino a qui, innanzitutto mi congratulo per lo stomaco di ferro, poi domando se, per piacere, potesse lasciare una breeeevissima recensione per comunicarmi il suo pensiero riguardo a questa breve OS.

Detto questo, baci e abbracci! 



Adele x.
  
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