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Autore: Fluxx    05/01/2014    3 recensioni
“Connor.” Sentì una voce alle sue spalle fin troppo familiare richiamarlo.
Il ragazzo sgranò gli occhi e rimase paralizzato per un istante. Possibile? Doveva averlo immaginato, eppure quella mano sulla sua spalla era così reale…
Si voltò appena, rimanendo con le ginocchia a terra, scoprendo la figura di Haytham alle sue spalle. Cosa? Lui era morto! Come poteva essere ancora vivo? Cosa ci faceva lì?
“P-padre..” Gli uscì in un sussurrò, guardando la figura imponente del Templare dal basso verso l’alto.
Sulle labbra dell’uomo comparve l’ombra di un sorriso.
“Guardati, sei tutto sporco.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Templar and the Assassin'
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Missing you..

 

Non credere che abbia intenzione di farti una carezza e implorare perdono.
Non piangerò e non mi perderò in rimpianti. Tu mi capirai.
 Eppure sono orgoglioso di te. Hai mostrato grande decisione, forza, coraggio.
 Sono virtù nobili. Dovevo ucciderti tempo fa.”
<< Assassin’s Creed III – Haytham Kenway >>

 

Connor era rimasto fermo di fronte la lapide del padre per tutto il giorno, dietro quella vecchia chiesa, tra l’erba alta e sotto le fronde degli enormi alberi.
Gli aveva confidato i suoi segreti più profondi, i suoi pensieri più intimi. Voleva che anche lui per un istante potesse conoscere suo figlio, proprio come quest’ultimo aveva fatto leggendo il diario del padre.
Tuttavia alla fine non era riuscito a trattenersi ed era scoppiato in un pianto violento e disperato.
Il cielo era diventato presto nero ed in poco tempo aveva cominciato a piovere , rendendo le vesti bianche dell’Assassino zuppe d’acqua.
Connor rimase con le ginocchia contro il terriccio bagnato mentre con le mani – sul terreno fangoso – cercava di stabilire un qualche contatto con Haytham che sapeva giacere poco sotto di lui.
Era quella distanza così ravvicinata ma infinita a distruggerlo.
Il suo corpo venne scosso da numerosi e violenti singhiozzi mentre non riusciva a fermare le lacrime che scendevano copiose lungo le sue guance.
Solo un attimo dopo l’Assassino sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla sinistra, in quel momento avrebbe voluto rimanere solo nella sua vergogna, nella sua più mera disperazione, ma il fato sembrava aver in serbo altri piani per lui.
“Connor.” Sentì una voce alle sue spalle fin troppo familiare richiamarlo.
Il ragazzo sgranò gli occhi e rimase paralizzato per un istante. Possibile? Doveva averlo immaginato, eppure quella mano sulla sua spalla era così reale…
Si voltò appena, rimanendo con le ginocchia a terra, scoprendo la figura di Haytham alle sue spalle. Cosa? Lui era morto! Come poteva essere ancora vivo? Cosa ci faceva lì?
“P-padre..” Gli uscì in un sussurrò, guardando la figura imponente del Templare dal basso verso l’alto.
Sulle labbra dell’uomo comparve l’ombra di un sorriso.
“Guardati, sei tutto sporco.” Osservò, notando il viso del figlio sporco di terra, gli occhi lucidi e le lacrime solcargli le guance.
Connor non riuscì a dire nulla, rimase in silenzio a scrutarlo. Troppi pensieri e troppe domande gli vorticavano per la testa.
Il Templare sorrise e si inginocchiò all’altezza del figlio, gli portò le mani sulle guance e gli asciugò le lacrime.
“Non ti fa onore. Piangi per il nemico..?” Domandò con una lieve malinconia nel tono.
“Io.. Mi.. Mi dispiace..!” Sussurrò prima di cingere la vita dell’uomo ed affondando il viso nel suo petto, contro il cappotto già zuppo di pioggia.
“Va bene così Connor. Hai fatto ciò che andava fatto..” Mormorò piano Haytham, portandogli una mano sul cappuccio bianco e scoprendolo da esso. Poggiò la mano sulla sua schiena mentre con l’altra gli accarezzò il capo.
Il corpo del ragazzo venne scosso nuovamente da lievi singhiozzi. Si sentì un cucciolo smarrito, gli sembrò di essere tornato bambino.. Tuttavia la vergogna che provava dentro nel piangere davanti a suo padre era indescrivibile, ma non poteva evitarlo: dopo aver letto il suo diario si era sentito un miserabile, i sensi di colpa lo avevano colpito forte come uno schiaffo in faccia ed aveva capito chi era realmente Haytham Kenway. Aveva capito che almeno lui, suo figlio, gli avrebbe dovuto dare una speranza per essere un uomo migliore, una persona migliore, ma non l’aveva mai fatto.. Ed ora non avrebbe commesso lo stesso errore.
“M-mi dispiace.. Io non.. Non sapevo..” Riprese allora l’Assassino, alzando il capo verso il padre, senza scioglierlo però dall’abbraccio.
“Ed è giusto che fosse così. Non ho mai voluto farmi compatire o indurti a provare pietà di me. Ma adesso va tutto bene…” Lo rassicurò, asciugandogli quelle lacrime che nuovamente gli avevano inumidito le guance. Guardò quegli occhi smarriti e comprese quanto di sé stesso da bambino poteva scorgere nel suo sguardo spaurito, pieno di domande, pieno di paura.
“Adesso sono qui.  Sistemeremo tutto. Adesso siamo.. Una famiglia.” Gli sorrise.


Connor sbarrò gli occhi e scattò seduto sul letto.
“Padre?!” Lo richiamò, guardandosi intorno agitato. Non appena il suo sguardo mise a fuoco la stanza, Connor comprese di ritrovarsi nella tenuta Davenport e l’amara delusione che fosse tutto un sogno si fece spazio nel suo petto. Strinse i denti ed i pugni abbassando appena lo sguardo e ripensando al sogno, ad Haytham, al fatto di averlo avuto così vicino per un istante e quanto ciò lo avesse fatto sentire al sicuro, lo avesse fatto sentire bene.
Sospirò pesantemente e si inumidì le labbra prima di alzarsi dal letto. Raggiunse lo scrittoio e si sedette sulla sedia, ritrovandosi di fronte – per l’ennesima volta – al manoscritto di suo padre. Vi appoggiò le mani, scivolando lentamente sulla copertina rigida, socchiudendo gli occhi ed immaginandosi chiaramente la figura di Haytham che scriveva su quel diario, mentre la sua mano ondeggiava veloce sulla pagina inchiostrando parola per parola…
Inspirò e riaprì gli occhi. Forse era arrivata l’ora di far visita nuovamente alla sua tomba. Sarebbe mai guarito dal senso di colpa? Avrebbe mai smesso di sentirsi colpevole? Sarebbe mai riuscito a darsi pace?
Gli mancava così tanto..


“In this world you tried, not leaving me alone behind.
There’s no other way, I pray to the gods let him stay.
The memories ease the pain inside, and now I know why.

All of my memories keep you near.
In silent moments, imagine you being here.
All of my memories keep you near,
In silent whispers, silent tears.”
<< Within Temptation – Memories >>





____________________________________
Angolo Autrice:

Ed eccomi qui nuovamente con questo mio breve delirio su Haytham e Connor.
NON MI RIPRENDERO' MAI PER LA MORTE DI HAYTHAM.
Ecco.
Oh.
Per la cronaca vorrei chiarire un paio di cose:
Questa one-shot si allaccia direttamente a quest'altra, sempre scritta da me medesima:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1684774&i=1

Se volete capire 'bene bene' il significato di questa, andate a leggere anche l'altra. Questa diciamo che sarebbe il 'seguito' dell'altra, se così si può chiamare :)
Questa finirà direttamente nella mia serie 'The Templar ad the Assassin' in cui ci sono alcune one-shot proprio sulla coppia padre-figlio Haytham e Connor, qui di seguito vi lascio il link della serie:

http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=7151&i=1

Detto ciò spero che la fyccina vi sia piaciuta e... Non so, ditemi voi!
Vi lascio e alla prossima, baci a tutti! :)



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