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Autore: Snegurocka    06/01/2014    2 recensioni
[...]“Jensen, smettila” sbotta Misha infastidito.
“No, smettila tu! Smettila di confondermi..” risponde severo il più giovane.
“Ma cos’ho fatto?!”[...]
Prima FF in questo Fandom. Siate clementi. :D
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Misha Collins
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Supernatural
Personaggi: Jensen Ackles/Misha Collins
Note
: Saaalve, questa è la prima Shot che scrivo e pubblico su questi due che mi hanno rovinato la vita amo tanto, e sono al quanto agitata, spero di non aver scritto orrori. >.<
      Se avete qualche dubbio su qualcosa, trovate errori o frasi insensate, vi prego di segnalarmelo >.<
     Inoltre, se volete lasciarmi un commentino, io ne sarei più che felice *w*

      Detto questo, vi saluto. Spero vivamente che vi piaccia çwç 
      Bacini ♥ Ringrazio infinitamente la mia beta che mi ha aiutata tantissimo. Sei un genio, Aw ♥
Dedica: Alla mia Sam__

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono- Si appartengono l'un l'altro -questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



“Jens?” Lo chiama Misha, per l’ennesima volta, da dietro la porta della stanza dell’hotel.
È da 10 minuti che bussa alla sua porta senza ricevere risposta alcuna.
“Jens, per favore…”
Niente.
“Va bene, allora rimarrò qua fino a quando non aprirai. Anche se spero che tu lo faccia presto, se dovesse uscire qualcuno mi farebbe domande.. ed è buio qui, sai che ho paura” dice stringendosi nelle spalle, facendosi scivolare a terra.
La porta si apre di scatto e “Vieni dentro” la voce di Jensen giunge lieve alle sue orecchie e non può fare a meno di sorridere quando si volta nella sua direzione, trovandolo bellissimo come sempre, con solo un paio di pantaloni di tuta grigi, e una maglietta lunga e nera.
Una volta dentro, Misha si accomoda su uno dei divanetti, mentre Jensen rimane in piedi e gli porge una tazza di caffè che lui accetta volentieri.
“Jens” sussurra il suo nome mentre si rigira tra le mani la tazza.
“Che c’è?” risponde bruscamente, alzando lo sguardo al suo indirizzo.
“è tutto il giorno che mi eviti, cosa c’è che non va?” gli chiede mischiando il blu dei suoi occhi con quelli verdi del suo amico.
Il texano si lascia scappare un risolino, mentre sorseggia il suo caffè.
“Lo trovi divertente?” domanda con una punta di irritazione il moro.
“Si, molto”
Misha comincia a spazientirsi, non comprendendo il comportamento del suo collega. Quella mattina si era svegliato felice, aveva il panel con Jensen e si erano divertiti molto. Ma quando questo era finito e dovevano fare le foto con i fan, Jensen aveva già cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Non ricordava di aver detto qualcosa di male, lui non gli farebbe mai del male.
“Jensen, smettila” sbotta Misha infastidito.
“No, smettila tu! Smettila di confondermi..” risponde severo il più giovane.
“Ma cos’ho fatto?!”
Jensen poggia la tazza sul tavolo senza rispondere.
“Rispondimi, che significa che ti confondo?!” gli chiede alzandosi in piedi, valutandola come una conversazione non idonea da sostenere da seduti.
“Sono stanco, Misha” ammette passandosi una mano sulla bocca, in un tipico gesto da Dean.
“Di me?” domanda con la speranza che gli dica di no.
“No.. non sei tu.. cioè si, c’entri anche tu ma.. c’entro di più io.” Dice torturandosi le mani senza rivolgere uno sguardo al collega che invece lo sta fissando.
“Non girarci intorno” assottiglia lo sguardo Misha, inclinando la testa di lato come Castiel.
“Sono io il problema.. Io che mi faccio problemi su qualsiasi cosa, mentre vedo gli altri che non si preoccupano di pensarci due volte prima di fare qualcosa. Loro..agiscono e basta.” Spiega il biondo con fare impacciato.
“Jens”
“Prendi Rob, o Richard.. loro fanno quello che vogliono, non ci pensano due volte. O Sebastian, Dio, lui è sempre diretto e spontaneo…”
“Jensen” lo richiama ancora
“E tu, diavolo, tu. Io non ti capisco. A volte mi fai capire delle cose, altre volte invece, distruggi le idee che mi sono creato col tempo.” Continua come un fiume in piena.
“JENSEN!” urla Misha, riuscendo finalmente ad ottenere la sua attenzione.
“Che c’è?” sbotta lasciando cadere il suo discorso
“Jensen, tu che cosa vuoi?” sospira lievemente il più giovane.
“Io.. io non lo so”
“Perché non prendi quello che vuoi?” dice avvicinandosi di qualche passo
“Ho paura che quello che voglio appartenga a qualcun altro” sussurra prima di abbassare lo sguardo. “be’, ma non importa” aggiunge subito dopo
“Sì invece” controbatte Misha ormai vicinissimo al viso del biondo.
“Io non so cosa pensare, perché con lui ti comporti in quel modo? Perché ti comporti come se fossi la sua puttana?” sbotta d’un fiato Jensen, guardandolo negli occhi.
Non ha neanche il tempo di vedere la sua reazione, che si ritrova a indietreggiare di alcuni passi, con un forte bruciore sullo zigomo sinistro, dove porta istintivamente la mano.
Vede il suo collega massaggiarsi la mano, mentre delle lacrime solcano dai suoi occhi, più blu del solito.
“Sei proprio uno stronzo!" Urla Misha lasciando cadere i pugni chiusi lungo i fianchi con il respiro affannato. Jensen rimane a fissarlo, massaggiandosi ancora la guancia, senza fiatare.
 Lo aveva detto davvero? Non lo pensava veramente, gli era uscito dalla bocca senza nemmeno accorgersene.
"Scusa, mi dispiac-" prova a rimediare.
"Vaffanculo" lo interrompe il moro prima di uscire dalla stanza con il viso pallido rigato dalle lacrime. Jensen lo raggiunge, correndo fuori nel corridoio dell' hotel "Misha..Mish aspetta" lo chiama mentre lui arresta la sua camminata e si volta con gli occhi arrossati
"Non abbiamo più niente da dirci. E non chiamarmi Mish"
 "No, ascoltami!" Prova ancora, afferrandolo per la spalla per non farlo andare via.
"Oh, io penso di aver ascoltato già abbastanza! Ero venuto solo per parlarti, cazzo. Perché sei così stronzo?!" dice mentre le lacrime continuano a scendere dai suoi occhi.
"È vero. Hai ragione. Sono uno stronzo, non dovevo dirlo-non volevo dirlo.. E mi dispiace, davvero."
"Però lo hai detto" e Dio, i suoi occhi erano così belli, lucidi e grandi. E così fottutamente blu a contrasto con la sua pelle bianchissima.
 Il cielo stava piangendo.
"Sì ma.. non ero io... cioè, ovvio che ero io.. ma..sono fottutamente geloso e parlo senza accorgermene..." aveva appena ammesso di essere geloso, ormai era fatta.
"Di cosa stai parlando?" chiede confuso, Misha.
 "Di Sebastian, di lui è dei suoi modi di fare con te. Dal modo in cui ti guarda, ti parla, ti tocca, ...ed io perdo la ragione.." spiega gesticolando animatamente mentre Misha lo guarda con occhi curiosi, inclinando di poco la testa.
"È il nostro modo di scherzare, questo non mi rende la sua puttana! Sai cosa mi rende una puttana? Il fatto che sono ancora a parlare con te dopo quello che mi hai detto! Il fatto che ti vado dietro ogni fottuto giorno della mia vita e tu non ti accorgi di niente. Mi rende una puttana farmi trattare di merda per poi tornare sempre da TE. Questo mi rende la TUA puttana! Tutti sanno quello che provo per te. Tutti. Chiedi a chi vuoi! Persino tua moglie se lo immagina, lo so, perché lo vedo da come mi guarda, come se volesse uccidermi ogni volta che ti sto troppo vicino. Per non parlare dei f-“
Jensen interrompe il suo discorso poggiando le labbra sulle sue, in un gesto istintivo.
Il più grande sgrana gli occhi prima di spingerlo lontano “No! Non puoi risolvere le cose con un bacio. Non puoi, maledizione!”
“Io voglio te.. Prima mi hai chiesto cosa volevo, sei tu! Tu, e i tuoi occhi blu così belli, tu e la tua pelle chiara, Tu, con i tuoi modi di fare strani ma che mi fanno impazzire.” Spiega mentre gli si avvicina di nuovo.
“Non lo vuoi veramente..” soffia Misha con lo sguardo basso.
“Sì, invece.. Voglio te. Voglio noi, maledizione.” Dice prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi.
Nel frattempo alcune porte del corridoio si erano aperte e degli occhi curiosi osservavano la scena in silenzio.
Misha si perde negli occhi di Jensen, con il cuore che minacciava di uscirgli dal petto per come batteva, non riusciva a muovere un muscolo, era come bloccato.
“Tu che cosa vuoi?” gli rivolse la stessa domanda, il più giovane.
Il moro sgranò, se è possibile, ancora di più gli occhi, ricordando a Jensen l’espressione di Castiel al bordello. Poi allunga una mano, stringe la maglietta del texano all'altezza del cuore e se lo spinge contro facendo combaciare le loro labbra perfettamente, mentre degli “Aww” e “Che carini” da parte dei curiosoni, echeggiavano nell'aria.
“Anche io voglio te.” Sorride Misha passando le dita affusolate sul viso di Jensen, a massaggiare la parte offesa dello zigomo.
Jensen torna a baciarlo dolcemente, sorridendo sulle sue labbra, prima di tornare in camera, ancora stretti l’uno all'altro, sentendo in lontananza un:”Mi dovete dei soldi, miei cari. Mi sa che ho vinto la scommessa” da parte di Richard che chiede il cinque a Sebastian, congratulandosi per il lavoro svolto.

 
 
 
 
 
  
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