Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: Remedios la Bella    06/01/2014    4 recensioni
Will, per la sua mente, era un soggetto davvero interessante.
Lui che considerava i suoi pazienti solo casi umani, anime vaganti in un mondo che aveva sicuramente lati migliori ancora da scoprire. Ma Graham... Graham possedeva qualcosa in più.
E Hannibal quel qualcosa lo avrebbe ottenuto, in un modo o nell'altro. Se lo sentiva, ne era certo.
Il lupo che ringhiava nel suo cuore assaporava impaziente il momento in cui la preda avrebbe fatto la sua mossa falsa, per poterle saltare addosso e sbranarla, sentire il sapore del sangue caldo nella sua bocca, perdersi nell'orgasmo della caccia andata a buon fine.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdA: Il titolo della one-shot è ispirato dalla battuta dello stesso Lecter :-Sai come hai fatto a prendermi, Will?- presente nel romanzo "Il delitto della terza luna" (Red Dragon), durante l'incontro di Graham con il dottore. Tale battuta mi ha dato la spinta per scrivere la storia, e le incitazioni di una cara persona hanno aiutato ancora di più.
Spero piaccia, è la prima Hannigram che scrivo e, se avrò modo, forse ne comporrò altre. Non si sa mai!
Buona lettura!
Remedios la Bella

 

Sai perchè sei qui, Will?


-Sai perché sei qui, Will?-
Il sibilo della voce del dottore gli arrivò chiara e simile a una minaccia vellutata. Per la sua mente intorpidita, sentire il richiamo di Lecter alla realtà era sia balsamo che trappola.
Sapeva di doverne scappare lontano, ma se ne ritrovava attratto, come una mosca dal miele.
Si accorse di aver iniziato a respirare affannosamente, sentiva la schiena calda e appiccicosa per colpa del sudore e la testa gli pulsava, un ritmo incessante e letale che, ci avrebbe scommesso l'anima dei suoi randagi, lo avrebbe portato a un livello di follia mai raggiunto da alcun essere umano.
-Sinceramente non lo so.- ansimò, la gola arida come il deserto. L'ansia si fece strada verso il suo petto con il familiare peso sul cuore. Volse gli occhi color ghiaccio verso quelli castani e famelici di Lecter, e li distolse quasi subito, come sopraffatto dall'aura sublime che quell'uomo emanava.
Hannibal portò le gambe, poco prima accavallate in una posa elegante, entrambe a terra e si alzò dalla sua poltrona, dandosi una sistemata ai polsini.
Will, per la sua mente, era un soggetto davvero interessante.
Lui che considerava i suoi pazienti solo casi umani, anime vaganti in un mondo che aveva sicuramente lati migliori ancora da scoprire. Ma Graham... Graham possedeva qualcosa in più.
E Hannibal quel qualcosa lo avrebbe ottenuto, in un modo o nell'altro. Se lo sentiva, ne era certo.
Il lupo che ringhiava nel suo cuore assaporava impaziente il momento in cui la preda avrebbe fatto la sua mossa falsa, per poterle saltare addosso e sbranarla, sentire il sapore del sangue caldo nella sua bocca, perdersi nell'orgasmo della caccia andata a buon fine.
Con passo calmo si avvicinò a Will, che nel sentire la presenza del dottore sempre più vicina, decise di muoversi e si alzò a sua volta, allontanandosi con una grande falcata.
Aveva l'ansia a mille e il cuore simile a un martello pneumatico a massima potenza.
Doveva calmarsi, doveva stargli lontano, non stabilire un contatto troppo intimo.

Si fece vicino alla scrivania, immacolata nel suo ordine. Ci passò le dita sopra, sentì la superficie liscia del legno sui suoi polpastrelli, cercò di incanalare tale calma materiale nel suo spirito, e prese a inspirare grandi quantità d'aria.
Il dottor Lecter lo osservava, fermo davanti alla poltrona da cui si era alzato per sfuggirgli.
Sorrise appena:- Non posso indovinare da solo la ragione per cui sei qui, posso solo fare delle intuizioni. Non hai voglia di dirmelo, Will?-
-Non ne muoio, al momento.- fu la risposta dell'agente, che alzò la testa verso la biblioteca dello studio.
Quella stanza era pregna di qualcosa che l'agente non sapeva definire.
Tensione, elettricità, tutto era in mezzo a un'atmosfera profumata di vini antichi e di libri costosi, contornati da musica da sala le cui note alte toccavano il cuore delle persone che l'ascoltavano.
Lo affascinava tutto ciò, e al tempo stesso lo spaventava il fatto che quello fosse il piccolo regno del dottore.
Lo vide farsi vicino alla scrivania, fare il suo stesso percorso, e farglisi vicino.
Sentì l'impellente bisogno di fuggire di nuovo, l'istinto prepotente di sopravvivenza gli urlava contro.
Guardandosi intorno, però, non vide scorciatoie, vie secondarie in cui sgattaiolare via, e nella sua mente intricata e colma di enigmi tutto si ridusse a un'unica constatazione: rassegnati.
Non poteva più scappargli ora, non poteva attraversare i muri.

Perché era lì, si chiese anche lui.

Non si spostò da dov'era, permettendo stavolta a Lecter di stargli a pochi centimetri di distanza. Ma era sempre all'erta, per qualche possibile mossa falsa da parte sua.
Hannibal si fermò quel tanto che bastò per poter guardare Will senza togliergli spazio vitale. Focalizzò la sua attenzione da psichiatra nelle pieghe del viso, contratto da sentimenti opprimenti, sulla curva degli occhi dipinti da un azzurro torbido, sulla bocca contornata da una barba perennemente sfatta, ispida e selvaggia, che doveva essere particolare al tatto. Sentì la mano prudergli.
-Will.- lo chiamò:- sai perché sei qui?-
Scandì ogni sillaba, e la testa di Will pulsò ancora di più. Avrebbe preferito immergersi in acqua fredda e calmare le sue pene congelando ogni cosa. Si girò verso il dottore, e stavolta stabilì un contatto più profondo, diretto, da cui non riuscì a staccarsi. Hannibal fece lo stesso.
Le labbra di Will tremavano, quelle di Lecter erano immobili.
Entrambi fissarono quelle dell'altro, distogliendo l'attenzione dagli occhi.
Graham non rispose alla domanda rinnovata del dottore, ma gli venne in mente cosa dire: Freud e l'attrazione sessuale.

Un individuo sta in mezzo ad altre persone perché attratto sessualmente da loro.

Era sicuro che Hannibal ne fosse pienamente consapevole, era certissimo che fosse quello il motivo principale per cui non riusciva a stargli definitivamente lontano.
-Penso lei lo sappia bene.- disse in un sussurro l'agente, trattenendo poi il respiro.
-E cosa dovrei sapere?-
-Freud.-
-Ah.-
Il dottore guardò l'agente direttamente negli occhi:- E' questo che pensi?-
-F-forse.- balbettò Will, preso alla sprovvista. Desiderò ardentemente che l'ansia che lo stava soffocando compisse il suo lavoro e gli togliesse la vita in quel momento, prima di ritrovarsi sottomesso dalla superiorità del dottore.
Un passo avanti, Hannibal gli si fece vicino. Il lupo dentro di lui ringhiava affamato.
-Io ho altre teorie, anche se trovo che Sigmund abbia comunque ragione.-
-E quali sarebbero?- chiese Will, umettandosi le labbra.
-Permettimi di fare una cosa prima.- fu la risposta di Lecter, che fece un passo ancora. La manica del suo completo sfiorò la camicia a quadri dell'agente, che sussultò al contatto.
Erano davvero vicini, più del necessario. Will sentì il bisogno di allontanarsi, ma era in misura minore rispetto a quello di rimanere esattamente lì dov'era. I piedi gli si erano fatti di piombo, le ginocchia di latte.

Muoviti, stupido, gli urlò qualcuno in testa. Ma non ascoltò quella voce.

Alzò il viso verso il dottore, e ne incontrò gli occhi di cacciatore. Desideravano qualcosa, lo sapeva.
Lui leggeva la mente delle persone, ma il dottor Hannibal Lecter era per lui un grande mistero.
Un pericolo.
Un'attrazione irresistibile dentro una trappola.
-La faccia.- gli rispose.
E Hannibal agì. Con mossa delicata, alzò il viso di Will e posò delicatamente le sue labbra sulle gemelle, in un bacio senza pretese, sperimentale.
I sensi di entrambi ribollirono. La mente di Will esplose come una bomba incendiaria, il mare delle sue idee contorte lo travolse in un'onda carica di violenza a cui fu impossibile scappare.
Non riuscì a staccarsi dal tocco delle labbra di Hannibal, che erano incredibilmente liscie.
Quelle di Will, notò il dottore, erano screpolate e bollenti. Ne fu entusiasta.
Schiuse le sue, chiedendo implicitamente un baciò più profondo. E Graham glielo consentì, contro ogni raccomandazione del suo io interiore che aveva mandato a farsi benedire.
Aprì la bocca e il bacio venne approfondito, la teoria di Lecter venne testata fino in fondo.
Tra i mugolii di Will e le mani aristocratiche del dottore estasiate nel sentire la barba dell'agente direttamente, i due si ritrovarono avvolti tra di loro, con come unico rumore nella stanza quello dei loro schiocchi umidi e dei loro respiri affannati.
La bocca di Graham era calda, umida e dannatamente invitante, e Hannibal non resistette alla tentazione di mordere il labbro inferiore dell'altro, forte e facendogli male. Will urlò con la bocca contro quella di Lecter. Ne sgorgò sangue, che il dottore leccò via in un modo che fece cedere le gambe a Graham.
L'eccitazione crebbe nel corpo dell'agente, insieme alla paura. Si aggrappò all'altro, ne pretese il sostegno contro l'imminente caduta delle sue ultime barriere mentali, volle di più.
-Dottore...- ansimò sulle labbra dell'altro, baciandolo ancora e ancora.
Hannibal lo resse alla base della schiena, saggiò la muscolatura tesa sotto la stoffa della camicia, con abile mossa lo alzò e se lo mise tra le braccia.
Will, automaticamente, intrecciò le gambe al bacino del dottore.
Finirono entrambi sulla scrivania, legati l'uno all'altro, le bocche unite e i respiri divenuti un tutt'uno. Era come un combattimento tra belve, pensò l'agente.
Fu lì che egli si staccò, consapevole della sua eccitazione premente sul cavallo dei pantaloni del dottore e del sudore che gli imperlava la fronte. Sentiva di non poter far svanire il suo bisogno sessuale con un semplice battito di ciglia.
Lecter era rimasto composto, immutato, e l'unica cosa diversa era lo sguardo, reso luccicante dall'eccitazione.
-Sai perché sei qui Will?- chiese a Will.
Stavolta l'altro seppe la risposta:- Perché siamo simili, dottor Lecter.- gli rispose in un sibilo:- E pazzi, entrambi.-
Era la sua constatazione finale, la terribile realtà che gli si affacciò.
Ne ebbe immenso terrore, ma non ebbe la forza di combatterlo e toglierselo di dosso.
-Esatto.- fece di rimando Hannibal.
Il dottore sentì il lupo dentro di lui felicitarsi della lepre sanguinante ai suoi piedi, ne sentì l'euforia e la goduria per la caccia andata bene.
Ritornò alla sua di preda, l'agente Will Graham, la cui testa gridava ancora aiuto. E infine lo assaporò varie volte e a fondo, consapevole di averlo ormai in pugno e nelle sue mani, resistenze future comprese.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: Remedios la Bella