Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DARKAH    06/01/2014    2 recensioni
Tra le nuvole riesce a aprirsi uno sciocco spiraglio di sole. Si evidenziano i bagliori più vivaci sulla scomposta chioma nera di un soldato.
Ha il capo innalzato verso la crepa celeste, come per respirare fino in fondo quel poco di calore simile ad un cinico abbraccio. Stringe le braccia sul seno, intrappolando le speranze nella stretta dimora della sua indole gelida al mondo esterno. Il barlume cade sulle iridi scure.
“Dov’è finito il tuo valore, feccia d’umano?”
Genere: Dark, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikasa Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I nidi dei passeri sono stati demoliti.
Che sia davvero il buio a dare luce?
Il sipario sporco di rosso si scosta; oltre il sipario la città cade in frantumi, il frastuono perfora il cuore in un lungo applauso.
Le tozze titaniche mani arcuano le dita maculate di sangue per aggruppare i pazzi, come fossero insulsi oggetti di cui disfarsene senza un motivo preciso.
Essi tentennano le membra con movimenti così puerili, che pure incutono un panico tanto eccezionale da mutare i cacciatori in cacciagione, gli eroi in agnelli.
Divorano le carni della salvezza con totale disinvoltura. Ingoiano ogni loro ultimo grido.
L’arte della guerra diviene natura morta agli occhi delle bestie.
Il tramonto si tinge di porpora nei pochi squarci nudi di cielo, accanto alla coltre di cumulonembi che ostacola gli ultimi raggi di chiarore.
Sangue schizza, abbagliante d’ orrore, dalle fauci disumane alle lastre di vetro che si protraggono frantumate sulle finestre della casa materna.
Tra le nuvole riesce ad aprirsi uno sciocco spiraglio di sole. Si evidenziano i bagliori più vivaci sulla scomposta chioma nera di un soldato. Ha il capo innalzato verso la crepa celeste, come per respirare fino in fondo quel poco di calore simile ad un cinico abbraccio. Stringe le braccia sul seno, intrappolando le speranze nella stretta dimora della sua indole gelida al mondo esterno. Il barlume cade sulle iridi scure.
“Dov’è finito il tuo valore, feccia d’umano?”
Ora sfiora le labbra.
“Gli uomini non sono altro che deboli.”
Scende, fino a rendere scarlatta la sciarpa granata.
“Non m’importa nulla degli altri. Io vivrò...”
Quel graduale passaggio copre di chiarore anche lo stemma militare. Mikasa sguaina le due spade, che spezzano il delicato percorso luminoso verso il suolo, nonché le ultime tegole rimaste integre sul tetto oramai distrutto di una casa cittadina.
“..per..”
Quelle lame riflettono il medesimo miraggio dei mortali morenti : ausilio, libertà, vendetta. Ma non sono ideali che la carnefice nutre nei confronti della massa.
Eren.”
Ella fingerà in eterno di voler combattere per coloro all’infuori di lui.
Alza la stoffa rubino al di sopra del naso.
Eren.”
Piega di poco gli arti e poi si alza in volo come una colomba. Si posa elegantemente sul davanzale dell’abitazione opposta, lì dove incrocia la sua visuale con uno dei mostri. È grande.. tanto grande.. Come gli adulti che spazzarono via la sua “famiglia” e tentarono di venderla? No, molto di più. Come l’immensa gioia che riempiva i suoi giorni da bambina spensierata? Non ci siamo ancora..
Entrambi mancano d’emozione nei loro sguardi, entrambi hanno lo stesso scopo : straziare il corpo dell’avversario.
Non ha timore di balzargli addosso, dopo averlo trafitto con i rostri delle funi, lasciandosi trasportare leggiadra ; sbilancia volontariamente le braccia e calcia l’aria, in modo da assumere una posizione orizzontale.
Postasi di fianco, osserva passiva il volto del gigante ingrandirsi progressivamente con il diminuire della distanza che li divide.
È bellissimo avvertire la brezza che penetra oltre gli indumenti e solletica le ossa, così come la scarsa calura tardo pomeridiana rimedia ai piccoli brividi con una soave e malinconica carezza.
“Vorrei rimanere così sospesa per sempre,”
Stringe i manici delle armi e le inclina parallelamente al suo corpo.
“non in questa stupida volta celeste che brilla di vite infrante,”
La vicinanza le fa perdere un battito : nonostante tutto, anche lei è fragile.
“ma nell’infinita speranza,”
La mastodontica creatura mostra segni di agitazione, ma la mancanza d’intelligenza le impedisce di comprendere la situazione, la sua imminente fine.
“più grande di qualunque altra fiera,”
Le lame squartano la collottola con un doppio taglio che le unisce, le lascia scivolare attraverso la carne, le ricongiunge nuovamente.
“che trova la sua reggia solo nei tuoi occhi.”
Il ripugnante liquido rossastro e bollente dello sconfitto le cosparge il viso, gli abiti, le mani, tutto.
Poggia gli stivali sulla larga testa ciondolante, rimanendo in perfetto equilibrio su quel corpo in procinto di schiantarsi a terra.
Tra il vapore fumante dal cadavere che precipita, la seta della sciarpa si spiega al vento, come una bandiera trionfante.
Ad accogliere la vittoriosa sono solo il tonfo sordo del titano, il cui scheletro si sfracella alla caduta, e le salme dei compagni sparse per le vie.
Dopo una profonda inspirazione, espelle via l’aria putrida dalle narici. Con una veloce sciabolata, rivolta al vuoto, libera le spade dal sangue.
Mikasa sorride.
“I tuoi desideri sono la mia unica ragione di vita. Vedrai, renderò questo mondo come hai sempre sognato : ti vedrò vagare nelle lande verdi, nuotare nelle distese di sale e correre sulle montagne di sabbia. Io sarò la tua felicità.”.
I bagliori si spengono dietro le mura, aldilà dei colli, le ombre si allungano e svaniscono. Il crepuscolo accompagna l’ultimo canto degli avvoltoi, come un soldato volta le spalle all’amore, e poi riprende a cercarlo negli spicchi rimanenti di luce.
“Ti amo, Eren.”.


Spazio autrice : Ciao. ... no, non sono timida. È solo che 'sto "spazio autore" mi mette un po' insicurezza.. nah, vabeh. Dunque, spero abbiate apprezzato questa sottospecie di one-shot su uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, nonché una delle mie dieci mogli. Ho voluto mescolare l'atmosfera tipica del tramonto con le sensazioni, le azioni, i pensieri di questa splendida ed inquieta militare, dando un assaggio, o forse dovrei dire "un boccone" su ciò che potrebbe ponderare a proposito dell'amato amico-fratello (sort of), in uno dei tanti momenti tragici affrontati nell'opera. Il tag "Het" è solo usato per contrassegnare il puro riferimento platonico, ma ho ritenuto necessario metterlo. Grazie di cuore a chi avrà voglia di recensire e magari anche segnalarmi gli eventuali errori grammaticali o esporre una critica. UHH, adoro le critiche (WAT)! ...E tu.. sì, dico proprio a te, infame lettore che non vuol perder tempo a commentare : grazie per aver sprecato il tuo prezioso tempo a leggermi <3. Suvvia, si scherza! Au revoir.
  
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