Tok
tok...
“Elsa?”
L'ennesimo picchiettare su quella porta di legno la separava dalla sola persona che avrebbe voluto vedere. Ma sapeva che per quanto bussasse, quella porta non si sarebbe aperta.
L'ennesimo picchiettare su quella porta di legno la separava dalla sola persona che avrebbe voluto vedere. Ma sapeva che per quanto bussasse, quella porta non si sarebbe aperta.
“Elsa?
Ci sei?”
Che domanda, certo che c'era, di rado vedeva sua sorella uscire da quella stanza. Ma forse sperava che con un po' di pressione, lei le avrebbe risposto, che sia per sfinimento o altro, le bastava anche sentire la sua voce.
Che domanda, certo che c'era, di rado vedeva sua sorella uscire da quella stanza. Ma forse sperava che con un po' di pressione, lei le avrebbe risposto, che sia per sfinimento o altro, le bastava anche sentire la sua voce.
Perché
negli ultimi anni si sentiva messa in disparte, ignorata e non
passava giorno che si domandasse il motivo.
“Sai,
domani è un giorno speciale” Non
nascose la sua euforia,
avvicinando il viso contro la porta per sentire qualche sussurro
“Indovina?”
Ma
dall'altra parte nemmeno una parola.
Anna
rimase li, ferma, speranzosa di rivere un suo commento, capire se le
voleva bene.
“Compio
sette anni” Sussurrò, abbassando lo
sguardo e mollando la
presa sul pomello.
E nemmeno quella volta ricevette una risposta, almeno l'altro giorno le aveva detto di andarsene, che non era il momento.
E nemmeno quella volta ricevette una risposta, almeno l'altro giorno le aveva detto di andarsene, che non era il momento.
Si sentì
totalmente ignorata.
Ma Elsa non voleva questo, purtroppo era quello che dovevano sopportare, doveva farlo per il bene di sua sorella, per quello dei suoi genitori. Il suo dono aveva quasi ucciso Anna, se le fosse capitato qualcosa per mano sua non se lo sarebbe mai perdonato.
Le voleva bene, per questo esitava a risponderle ogni giorno. Doveva starle lontano, per non ferirla.
Anche se così l'avrebbe fatto comunque.
Ma Elsa non voleva questo, purtroppo era quello che dovevano sopportare, doveva farlo per il bene di sua sorella, per quello dei suoi genitori. Il suo dono aveva quasi ucciso Anna, se le fosse capitato qualcosa per mano sua non se lo sarebbe mai perdonato.
Le voleva bene, per questo esitava a risponderle ogni giorno. Doveva starle lontano, per non ferirla.
Anche se così l'avrebbe fatto comunque.
Mentre
Anna varcò la soglia del corridoio, incrociò sua
madre, la regina di
Arendelle, entrambe si scambiarono un'occhiata, ma la bambina si
diresse in camera
sua, senza dire una parola.
La
madre notò Elsa sbucare dalla porta semi aperta, un sorriso
rassicurante le si formò sul volto “Ci
parlo io”
Anna
era rannicchiata sul letto, a pancia in su, soffiandosi ripetutamente
i ciuffi dei capelli che le finivano sul volto, era così
buffa
anche quando teneva il broncio, la regina chiuse appena la porta,
sedendosi accanto a lei “Tutto bene?”
“Non
se lo ricorda” Sbuffò, senza smettere di
soffiare sul ciuffo
spettinato, la madre sorrise, spostandole i capelli da un lato e
accarezzandole il volto “Ricordarsi di
cosa?”
A
quella affermazione Anna si alzò “Del
mio compleanno! Non
te lo ricordi nemmeno tu?”
Lei
ridacchiò, confondendola ulteriormente “Ma
certo, tesoro”
“Sono
felice che almeno qualcuno se lo ricorda”
Sentendo
quelle parole, la madre ebbe una stretta al cuore, odiava veder le
sue figlie così distanti, ma era necessario, per il loro
bene, forse
un giorno, Anna lo avrebbe capito.
“Anche
Elsa se lo ricorda, ma fare gli auguri in anticipo porta sfortuna,
non lo sapevi?”
Lei sgranò gli occhi “Sul
serio?Aspetta...” dopodichè li ridusse
successivamente a due fessure “Non mi stai di nuovo
prendendo in
giro?”
La
regina ridacchiò, dandole un forte abbraccio.
“Lo
prendo per un no” Anna ricambiò,
trasformando il suo broncio
in un dolce sorriso, faceva parte del suo carattere, non serbava
rancore a lungo, e per quanto sua sorella potesse ignorarla, non
riusciva ad odiarla, le voleva bene, ed ogni giorno sperava che
quella porta si aprisse, così da poterla abbracciare e
giocare
assieme come un tempo.
“Allora,
qual'è il tuo desiderio di compleanno?”
La madre
tentò di sviare il discorso, cercandola di distrarla.
Anna
ci pensò diverse volte, ma la risposta le sembrò
più che ovvia
“Neve!” Scese dal letto,
avvicinandosi alla finestra dove
riusciva a vedere tutto il panorama della bellissima Arendelle.
Le
ricordava i bei momenti che aveva passato con sua sorella, facendo
pupazzi e lanciandosi palle di neve, avrebbe dato qualunque cosa per
poter tornare come allora, ma purtroppo Elsa non la pensava in quel
modo.
“Neve?”
Ripeté la donna, raggiungendo la figlia “Ma...Tesoro,
è appena iniziato settembre, manca ancora qualche mese
all'inverno”
“E'
un desiderio di compleanno, giusto?” Sul suo volto
trasparve un
sorrisetto, girovagando allegra per la stanza “Se
lo desidero
fortemente, forse la neve verrà prima!”
La
regina fece per fermarla, ma vedendola così gioiosa e piena
di
speranza, non se la sentì di deludere ancora le sue
aspettative,
mostrò un debole sorriso, facendo le spallucce “Bhè...Non
ci
resta che sperare l'arrivo di Jack Frost”
La
figlia smise di saltellare, alzando lo sguardo verso di lei “Chi
è Jack Frost?”
“Lo
spirito dell'inverno, se c'è la neve è solo
grazie a lui” Le
sorrise “E' una vecchia leggenda, ma
chissà...”
“Wow!”
Anna non ci pensò due volte, aprì la
finestra, sotto lo sguardo
stupito della madre, mettendosi ad urlare a squarcia gola “Hey!
Jack Frost! Per il mio compleanno desidero la neve! Ti prego, vieni
qui!”
“Anna
rientra subito, ti prenderai un raffreddore!”
Ma
la bambina non la ascoltò, continuò a richiamare
il nome di quello
spirito, sperando con tutta se stessa che il suo desiderio si sarebbe
avverato.
E intanto, fuori da quella stanza, qualcuno sentì la sua richiesta.
E intanto, fuori da quella stanza, qualcuno sentì la sua richiesta.
Il
giorno seguente, Anna si alzò dal letto più tardi
del solito, era
stata sveglia gran parte della notte per attendere l'arrivo di questo
fantomatico Jack Frost, ma non ce ne fu traccia, né di lui,
né
della neve, ala fine piombò sul letto, completamente
stravolta per
tutte quelle ore spese ad aspettare. Ma al suo risveglio,
un'incredibile sorpresa l'attese proprio di fronte ai suoi occhi.
Si
affacciò alla finestra, ancora assonata e sbadigliando
più volte,
ma tutta la stanchezza sparì in un'istante “Woooooow!”
Rimase
a bocca aperta per diversi minuti, rimanendo incantata di fronte a
quello spettacolo, i fiocchi di neve cadevano dal cielo e il cortile
del palazzo era interamente coperto di neve.
Insomma, non era tutta Arendelle, ma era comunque un lavoro mozzafiato.
Insomma, non era tutta Arendelle, ma era comunque un lavoro mozzafiato.
“Non...Posso...Crederci!”
Urlò dalla gioia, aprendo la finestra e prendendo alcuni
fiocchi di
neve “C'è davvero! Il mio desiderio si
è avverato!”
Poteva
sentire fuori alcune domestiche lamentarsi per questa improvvisa
nevicata, un bel mucchio era perfino caduto in testa ad una di loro,
ma Anna era felice così, la sua richiesta era stata esaudita.
Sentì
bussare alla porta, una di quelle donne e era salita per poterla
aiutare a cambiarsi, ma la bambina si era già vestita e si
precipitò
come una furia lungo il corridoio, scivolando per via della
velocità.
Sentendo
tutto quel baccano, i suoi genitori la raggiunsero, allarmati.
“Sta
nevicando! Nevica!” Disse euforica la figlia,
alzando le
braccia “Jack Frost mi ha ascoltata! Ha fatto
nevicare!”
Il
re e la regina rimasero spiazzati, guardandosi un po' perplessi,
forse consapevoli del segreto che si celava dietro a tutto
ciò.
E mentre Anna scese le scale, per dirigersi nel cortile a ad ammirare tutta quella neve di prima mattina, una bambina dai lunghi capelli chiari la stava osservando, all'interno della sua stanza.
E mentre Anna scese le scale, per dirigersi nel cortile a ad ammirare tutta quella neve di prima mattina, una bambina dai lunghi capelli chiari la stava osservando, all'interno della sua stanza.
Appoggiò
le mani sulla finestra che dava al cortile, ghiacciandola nel giro di
pochi istanti, lei si
ritrasse, con un pò di timore, ma vedendo la fuori il volto
sorridente di sua
sorella, per quel breve attimo, la paura scomparve, suscitando in lei
gioia e speranza.
Un sorriso trasparve sul suo volto. L'aveva resa felice, era questo l'importante.
Un sorriso trasparve sul suo volto. L'aveva resa felice, era questo l'importante.
“Buon
compleanno Anna”
Forse
quel Jack Frost non era l'unico a saper esaudire i desideri dei
bambini.
ANGOLO
AUTRICE:
E diamo il via con le storie tristi! Sono reduce da una visione del film di "Toy Story 3", non ho fatto altro che piangere, ma è talmente bello che non riesco a non vederlo! xD
Eh-ehm...Ma riprendiamo il discorso. Allora, premetto che questa storia doveva nascere come Crossover tra Frozen e le Cinque Leggende, ma alla fine Jack viene solo citato.
E diamo il via con le storie tristi! Sono reduce da una visione del film di "Toy Story 3", non ho fatto altro che piangere, ma è talmente bello che non riesco a non vederlo! xD
Eh-ehm...Ma riprendiamo il discorso. Allora, premetto che questa storia doveva nascere come Crossover tra Frozen e le Cinque Leggende, ma alla fine Jack viene solo citato.
Avevo
in mente una storiella dove Jack incontra Anna e giocano assieme, ma
non è stato così.
Alla
fine ho pensato che sarebbe stato più...Ehm...Carina(?)
questa
idea.
Elsa che prende il posto in Jack in questo caso, insomma, può manovrare il ghiaccio, che esaudisca lei il desiderio di sua sorella :3
Elsa che prende il posto in Jack in questo caso, insomma, può manovrare il ghiaccio, che esaudisca lei il desiderio di sua sorella :3
Quindi,
non so, era da tempo che volevo realizzare una storiella su Frozen.
Anna
non posso fare a meno di adorarla e da bambina mi ha conquistata,
così ci tenevo a fare una fic sulla loro infanzia. Per
quanto
riguarda la madre, non so se ho reso bene il personaggio, ma purtroppo
il film non te lo fa capire molto, quindi ho fatto un po' di testa
mia xD
Spero
non faccia schifo, come sempre io non sono convinta pienamente sulle
mie one shot.
Non
mi resta che ringraziare tutti voi che leggerete questa storia, che
la commenterete o che semplicemente ci farete un salto.
Adieu!