Libri > Classici greci e latini
Ricorda la storia  |      
Autore: ValeS96    08/01/2014    2 recensioni
La scelta della giovane Antigone, figlia del re Edipo, non è stata certamente facile: ha seppellito il fratello Polinice, andando contro la legge imposta dal re Creonte. Per questo motivo è stata rinchiusa in una grotta fino al sopraggiungere della morte.
Proprio qui, sola e abbandonata, prende una drastica decisione.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
O Dei, questo è il destino che mi è riservato: morirò sola, oppressa dalla nera ombra di questa spelonca, avvolta da un gelo mortale, traditore di membra.
Mai più la luce potrà risplendere sul mio volto, mai più i caldi raggi del sole diletteranno i miei occhi, e mai più potrò assistere ai soavi spettacoli della natura.
Ora regnerà notte eterna nel mio cuore. Piangano gli uomini, perché morte ingiusta mi attende, ma piangano soprattutto la vergogna del loro re: egli ha fatto prevalere la legge dello Stato su quella della natura, che spinge gli uomini a compassione. Nulla lo smuove dal suo orgoglio; mai egli negherà il suo potere per seguire i consigli del cuore.
Ecco, ciò che feci al caro Polinice non mi è stato dettato da alcuna norma, né da una mera consuetudine: è stato il cuore, dolce dimora del sentimento, a muovere in me amore fraterno.
Non per l’universo umano, ma per quello divino, ho trasgredito alla legge.
Tutto ciò è sbagliato? Ritenete forse che la mia morte sia vana? No.
Mai avrei potuto lasciare il mio amato fratello in preda alle tempeste, al freddo, alle creature selvagge, in una disonorevole condizione. Non avrei sopportato una simile empietà!
Solo agli dei sono devota, e per il loro onore ricevo una giusta punizione.
Ah! Il dolore mi opprime… E’ male fisico? O è forse la morsa pungente della consapevolezza? Non lo so, non riesco più a distinguere…
Salvatemi o Dei! L’amaro destino ora mi spaventa. Il mio coraggio vacilla di fronte a ciò che le Moire mi hanno riservato.
No, non bisogna lasciarsi sopraffare dal dolore: ogni scelta ha un suo effetto, sia esso dolce come il miele, o amaro, come quello che mi attende.
Ma non posso sopportare di lasciare questa vita in preda agli stenti. Mi congederò da essa in piena facoltà di me stessa.
Crudele decisione! E’ l’unica via: forse così allontanerò la mia anima dal disonore.
Guardate, o dei, volgete gli occhi all’atto che sto per compiere! E’ il momento.
Addio Tebe, città macchiata di vergogna: possa tu liberarti dalla colpa dei tuoi padri.
Addio cittadini, uomini: possa la pietà del vostro cuore piangere la mia morte.
Addio carissima Ismene, sorella e compagna della vita: possa tu comprendere quale legge è davvero importante.
Addio anche a te, Creonte: prega gli dei, affinché la vergogna di cui ti macchi non ti porti ad un’atroce morte.
Ora, dunque, mi congedo da questa vita.
Sia la candida veste il suggello del mio sacrificio, e questa spelonca ne sia l’altare.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici greci e latini / Vai alla pagina dell'autore: ValeS96