Titolo: L'ultimo canto
Fandom: Drammatico
Genere: Flashfic, Drammatico, Malinconico, Triste
Parole: 500
Rating: Arancione
Avvertimento: Tematica delicata: autolesionismo
Beta: Lucia
 
 
Si sentiva tradita. Le persone che amava, una dopo l’altra, se ne andavano e a lei, cosa rimaneva? Nulla. Loro andandosene le strappavano poco a poco un pezzo del suo cuore e ora, non lo aveva più. Era stata privata del suo cuore, non le rimaneva più nulla. Teneva le cuffie nelle orecchie e il suo MP4 stretto al petto, ascoltando quella canzone che definiva la sua ninna nanna, quella canzone che la salvava dal baratro in cui, piano piano, cadeva. Quella volta, non riusciva a salvarla. Quella volta non sarebbe riuscita a salvarla. Strinse il pezzo di vetro con la mano e, in un attimo i suoi polsi cominciarono a sanguinare. Non piangeva, non urlava, non soffriva. No, perché quel dolore fisico non era nulla paragonato al dolore che provava nell’animo. Chiuse gli occhi, continuando ad ascoltare quella canzone che le diceva di non arrendersi, che le diceva di lottare; eppure, per quanto può continuare a lottare una persona? A subire, lottare, subire, lottare… Per quanto può resistere? Lei, non resisteva più. Lei, ormai, aveva perso le forze e la voglia di lottare. Ormai, non aveva più nulla da perdere. Le avevano ucciso il cuore e lei, avrebbe ucciso quel corpo vuoto e privo di emozioni quale lei era diventata. Se la vita era una battaglia, lei doveva ammettere di averla persa, di essere stata sopraffatta e sapeva bene che il prezzo da pagare era molto alto. Però, quel prezzo la faceva ridere e infatti, un sorriso lieve le increspò le labbra. La morte non le faceva paura. Perché mai la dovrebbe temere quando ella, le stava per fare il più bel regalo della sua vita? La morte la stava strappando dalla vita che non aveva fatto altro che regalarle un dolore dietro l’altro, facendola camminare nella solitudine, facendola annegare nel pianto… Era stata la vita ad ucciderla… La morte, al contrario, le pareva così benevola. Le stava per dare la libertà. Rimise la sua canzone, impostò la riproduzione continua del brano e, restando al buio della sua stanza, si stese portando le ginocchia al petto e macchiando i vestiti e le lenzuola con il proprio sangue. Continuò a stringere l’MP4 al petto e chiuse gli occhi, cantando quella canzone con il sorriso sulle labbra. Non era mai stata brava ad esprimersi a parole, così spesso si affidava alla musica. Anche in quell’occasione, ad un passo dalla sua fine, lei cantò, affidandosi alla musica. Cantò quello che avrebbe voluto che succedesse quella notte, cantò del suo desiderio di essere salvata, di riaprire gli occhi e trovare almeno una delle persone che amava. Cantò il coraggio e la forza che tanto desiderava, cantò la propria debolezza e la propria fragilità. Cantò la sua solitudine e le proprie paure. Cantando quella canzone, provò a esprimere tutti i sentimenti che non era mai riuscita ad esternare, che si era tenuta dentro. Cantò la sua vita, negli ultimi istanti in cui l’avrebbe vissuta. E poi, avrebbe cantato la propria morte, con il silenzio.

-Note d'Autrice.-
Questa storia parla da sola e non ha bisogno dei miei commenti, quelli li lascio a voi. Ero indecisa sul rating: non sapevo se metterlo giallo o arancione e, per sicurezza, ho optato per la seconda opzione.
A voi lettori, lascio i commenti ma prima, volevo lasciarvi il link della canzone di cui ho parlato nel testo, senza però citarne le parole.
Eccolo: http://www.youtube.com/watch?v=e1jHCtF0f24
Grazie a tutti per la cortese lettura.
A presto,
​Lily.