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Autore: 9Pepe4    10/01/2014    3 recensioni
Si girò a guardare lo stalliere. «Daniel?»
«Sì?» domandò lui, con aria interrogativa.
«Puoi insegnarmi a montare a pelo?»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autunno

L’automne est un deuxième printemps où chaque feuille est une fleur.

Regina stava aspettando Daniel per la lezione di equitazione.
Nell’attesa, controllò il proprio abbigliamento: stivali, un paio di pratici pantaloni, mezzi-guanti e una giacca di stoffa azzurra.
Come faceva spesso, si era legata i capelli scuri in una treccia. Era l’acconciatura che preferiva, poiché non richiedeva molto tempo e le teneva libero il volto.
Trasse un respiro, lasciando vagare lo sguardo.
L’autunno era ormai arrivato, e gli alberi al limite del prato sfoggiavano foglie variopinte, con colori che variavano dall’oro al rame.
Anche il tempo stava cambiando: al caldo accecante dell’estate, si erano sostituite giornate più fresche.
Regina chiuse gli occhi e sollevò il viso, assaporando il tepore dei raggi solari sulla pelle delle proprie guance.
Questa era vita, pensò, non gli interminabili ricevimenti che piacevano tanto a sua madre. Non i sorrisi falsi e zuccherosi da scambiare con orde di ricchi estranei.
Il rumore di alcuni passi la riscosse da quei pensieri, inducendola ad aprire gli occhi e a girarsi.
Daniel si stava avvicinando a larghe falcate, conducendo con sé un cavallo dal manto scuro e lucido.
Ronzinante, dal canto suo, seguiva docilmente lo stalliere, e intanto masticava il morso con un certo gradimento.
Le labbra di Regina si incurvarono in un sorriso. Accattonando qualsiasi decoro, la ragazza corse incontro allo stalliere.
Gli gettò le braccia al collo e gli schioccò un bacio sulla guancia fresca, quindi si ritirò, sorridente.
Daniel le sorrise di rimando. «Vedo che sei sopravvissuta alla lezione di cucito» commentò.
«Pressappoco» replicò Regina, flettendo le dita. «Ho le mani tutte indolenzite».
Lui inclinò appena il viso. «Te la senti di cavalcare?»
La ragazza allungò una mano per ricevere le redini. «Certamente».
Daniel sorrise impercettibilmente, cedendole il destriero già sellato. «Molto bene».
Tenendo le redini nella mano sinistra, Regina usò la destra per girare la staffa verso di sé. Stava per sollevare il piede, ma all’ultimo si fermò.
Si girò a guardare lo stalliere. «Daniel?»
«Sì?» domandò lui, con aria interrogativa.
«Puoi insegnarmi a montare a pelo?»
Daniel parve stupito da quella richiesta.
Regina pensò che certamente, tra le istruzioni che sua madre aveva dato allo scudiero, non rientrasse l’insegnarle a cavalcare come una selvaggia.
«Certo» rispose comunque il giovane. «Posso chiedere il perché?»
Regina scrollò le spalle. «Voglia di cambiare, suppongo».
Lui annuì. «Capisco» affermò, e la ragazza sapeva che era la verità.
Del resto, nessuno sapeva meglio di Daniel quanto lei provasse insofferenza verso la monotonia della sua vita agiata.
«Allora mi insegnerai?» incalzò Regina.
«Ci vorrà un po’ di tempo, ma lo farò» rispose lui.
La ragazza lo fissò, allungando la mano destra ad accarezzare il collo del cavallo. «Ci vorrà un po’ di tempo?» gli fece eco, sentendosi un po’ offesa proprio malgrado. «Non sono forse una brava allieva?»
«Non ho detto questo» replicò Daniel. «Dovremo lavorare un po’, ma non certo per mancanza di talento. Sei una cavallerizza nata».
Regina lo guardò. Il giovane non era tipo da adularla senza ragione…
«Lo credi davvero?» gli chiese.
Lui aggrottò appena la fronte. «Sì».
Lei tornò ad accarezzare il cavallo, stavolta nascondendo un sorriso. «In ogni modo…» esordì, cercando di dissimulare quanto piacere le avevano fatto le parole di Daniel. «Su cosa dovremo lavorare?»
«Be’…» Lo stalliere tese a sua volta una mano per accarezzare il cavallo. «Dovrai allenarti a cavalcare in sella senza staffe, e perfezionare il tuo trotto seduto».
Regina fece una mezza smorfia. Lei era più brava nel trotto battuto, che richiedeva il sollevarsi e risedersi sulla sella al ritmo dell’andatura dell’animale.
Tuttavia, non era certo intenzionata a rinunciare, così guardò Daniel e annuì. «D’accordo».
«Vuoi iniziare subito?» le domandò lui.
«Altrimenti quando?» ribatté la ragazza.
Infilò il piede sinistro nella staffa e, con un movimento fluido, si issò in sella, gettando la gamba destra al di là del dorso del cavallo.
Sistemò le redini, e rivolse un sorriso a Daniel, che era rimasto in piedi di fianco al cavallo.
Lui diede una pacca al collo di Ronzinante, quindi indietreggiò di un passo.
Regina studiò i suoi capelli appena arruffati, i suoi zigomi e i suoi occhi azzurro intenso… C’era un tempo, la ragazza lo ricordava, in cui quel volto ancora non era così caro al suo cuore, in cui Daniel era solo uno stalliere affidabile e competente.
In breve tempo, però, lui era diventato un prezioso confidente, e poi molto più di questo.
Regina non era certa di come fosse successo, del perché le cose fossero cambiate tanto… Sapeva soltanto che, ora come ora, la sola presenza di Daniel era sufficiente per farla felice.
«Inizia col togliere i piedi dalle staffe, dunque» disse il giovane, inconsapevole dei pensieri che le passavano per la testa.
Regina obbedì, sfilando i piedi dalle staffe.
«E quindi?» chiese, armeggiando appena con le redini. «Come sprono il cavallo?»
Non le sembrava che fosse più possibile usare dei colpi di tallone.
«Con le ginocchia, Regina. Stringi le ginocchia».
Lei fece come Daniel diceva, e il cavallo avanzò docilmente di qualche passo.
La ragazza si ritrovò a sorridere. Guardò avanti, e i suoi occhi trovarono il profilo delle chiome dorate degli alberi.
Forse, pensò, il cambiamento era entrato nella sua vita come l’autunno…
Al torpore soffocante di un’estate fatta solo di regole ed etichetta, era subentrata una nuova stagione… Una stagione meno monotona e più imprevedibile, con tanta pioggia quanto sole... Una stagione più frizzante che, finalmente, la faceva sentire viva.
«Daniel?» chiamò, mentre il cavallo avanzava tranquillo. «Non trovi che i colori autunnali siano bellissimi?»
Con la coda dell’occhio, lo vide sorridere. «Hai qualcosa contro la primavera?»
«La primavera è verde» replicò Regina, girando la testa indietro, verso di lui. «Solo i fiori sono colorati».
E lei, di certo, non era stata un fiore.
«L’autunno è giallo, e rosso, e marrone, e arancio» concluse, per poi dare una piccola scrollata di spalle. «L’autunno vince».
Sì, si sentiva di più una foglia.
Una foglia verde e ordinaria… ma poi era arrivato Daniel, e lei era cambiata, ed aveva scoperto di avere molte più sfumature.
Il giovane rise. «Se avessi saputo che iniziare ad imparare a montare a pelo ti avrebbe messo tanto di buonumore» disse, muovendo qualche passo per non essere lasciato troppo indietro, «te lo avrei proposto io».
Regina tirò le redini per far fermare il cavallo.
«Sai cosa mi mette di buonumore?» domandò, guardando Daniel che si avvicinava. «Il fatto di star cambiando».
Con un sorriso fugace, smontò agilmente dal cavallo.
Ronzinante non si allontanò, ma piegò il collo a brucare l’erba verde mentre Regina si slanciava tra le braccia di Daniel.
Lui parve sorpreso e divertito insieme, però la strinse come sempre. Saldamente e con affetto.
Sentendo le labbra del giovane che le sfioravano i capelli, Regina affondò il viso nella sua spalla ed ispirò a pieni polmoni.
Era l’odore della felicità, quello… O forse del cambiamento?
La ragazza sorrise contro la stoffa della giubba di Daniel.
Solitamente, sua madre disapprovava i cambiamenti, ma a lei… A lei piacevano molto.























Note:
Ho troppi, troppi Stable Queen feels (tutta colpa di tumblr. E di YouTube. Per non parlare di The stable boy e The doctor. AGH). Non riesco a gestirli, perciò devo mettermi a scrivere…
Spero solo non mi sia uscita una cosa sdolcinata.
La citazione là in alto è di Camus :)
P. S. È da un po’ che non faccio più equitazione, quindi se ci fosse qualcosa di inverosimile nelle istruzioni di Daniel o nelle mosse di Regina, avvertitemi :D
  
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