Film > Thor
Ricorda la storia  |       
Autore: Sherlokette    11/01/2014    3 recensioni
Tratto dal testo:
Era il 2002 quando mio nonno finì in manicomio. Avevo 10 anni.
Oggi di anni ne ho 21, e per tutto questo tempo non mi è stato mai permesso di andarlo a trovare. Come se la follia fosse contagiosa.
Solo adesso mi rendo conto che non è pazzo.
Cosa succede quando i miti racchiudono un fondo di verità?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano mesi che scavavano senza sosta, e fino a quel momento il sito archeologico aveva fruttato strumenti eccezionalmente ben conservati, vasi, addirittura delle bellissime spille in oro.

Ma i membri della spedizione di stanza in Inghilterra non si aspettavano di trovare, due metri sottoterra, uno strano ingresso di pietra sigillato da una spessa lastra di granito. Era largo due metri per due, quadrato, incorniciato da pietre scolpite in modo tozzo.

-Cosa ne pensa, professore? - domandò uno dei giovani studenti di archeologia al capo della spedizione, il professor Lysle.

-E' molto antico. Direi... che potrebbe risalire all'870, al massimo all'880. -

-Ci sono delle rune incise, sull'arco superiore del portale - notò una ragazza, che come altri si era avvicinata alla nuova scoperta.

-E' vero. - Il professore inforcò gli occhiali da vista per controllare, ma le rune erano comunque troppo sbiadite.

-Mhmm. Sono rovinate, ma non irrecuperabili. Con la giusta procedura potremmo... -

Ma il suo discorso venne interrotto da un rombo di tuono lontano.

Stava per mettersi a piovere.

-Prendete un telo cerato e dei picchetti, dobbiamo proteggere il portale dall'acqua! - ordinò uno degli archeologi ai colleghi.

Una volta che fu tutto pronto e al riparo, i membri della spedizione corsero nelle tende (fortunatamente ben solide); per tutta la notte il vento ululò forte, scuotendo i loro modesti rifugi con violenza, e la pioggia cadde copiosa e pesante.

Il giorno dopo, valutando la presenza di danni, gli archeologi constatarono con sollievo che era ancora tutto al suo posto, e cosa più importante il portale non era stato raggiunto dall'acqua.

Dato che il tempo era di nuovo soleggiato tutti tornarono al lavoro, e il professor Lysle, assieme a due assistenti, si dedicò alle rune: ripulendole accuratamente, scattarono due o tre foto, poi passarono alla fase successiva del recupero, utilizzando strumenti più precisi.

Dopo una buona mezz'ora, le rune furono completamente leggibili, e il professore lesse ad alta voce: - “Qui giace il caduto da Asgard, imprigionato per le ere a venire nel suo eterno tormento”. -
Una strana tensione avvolse allora i tre archeologi, che si guardarono un momento.

Uno degli assistenti domandò: - Chi è il “caduto da Asgard”? -

-Secondo la mitologia norrena - spiegò in breve il professore, togliendosi gli occhiali, - ci fu un dio, Loki, che compì varie malefatte e bricconerie, ma la sua colpa più grave fu anche l'ultima: uccise ed impedì la resurrezione di un altro dio, Baldr. Venne relegato in una grotta, incatenato e con un serpente a colare perennemente il suo veleno sul volto del dio. E sempre secondo i miti, se si liberasse... -

-Cosa? Che accadrebbe? - insisté ancora lo studente, preso dal racconto.

-Si scatenerebbe il Ragnarok, cioè la fine del mondo. -

-Caspita, è terrificante... - mormorò l'altro archeologo.

Il professore sorrise: - Beh, fortunatamente si tratta solo di antiche credenze pagane, no? Ah, ma tu guarda... -

Toccando la lastra di granito, il professor Lysle si rese conto che si muoveva. Evidentemente il tempo e le irregolarità del terreno avevano fatto sì che non bloccasse più l'ingresso a... qualunque cosa vi fosse là sotto.

-Chiamate qualcuno con dei piedi di porco, dobbiamo sollevare la lastra! - esclamò l'uomo, emozionato.

Trovati i ragazzi più robusti, si diede il via alle operazioni di apertura della “Tomba”, chiamata così dal professore.

La lastra era davvero pesante, ma fra sbuffi, sforzi ed incitamenti da parte del professore e delle studentesse finalmente venne sollevata, cadendo sul terreno con un tonfo e un sonoro “sciak!”, schizzando fango ovunque.

Rischiando di scivolare sul terreno, il professore si avvicinò all'ingresso: un odore di chiuso e di umido gli investì le narici, ed ancora più emozionato chiese che gli venisse portata una torcia elettrica, e con questa poi illuminò l'interno. Non c'erano scale di nessun tipo.

-Procuratemi una scala a pioli e- voi due! venite con me - concluse l'uomo rivolgendosi ai due studenti di prima.

La scala così ottenuta venne fatta scendere nel cunicolo, e anche se piuttosto lunga questa andò avanti per un bel pezzo prima di toccare qualcosa di solido.

Sporgendosi dall'apertura, uno degli assistenti mormorò: - Saranno almeno 5 metri... -

-Vado prima io, se soffri di vertigini! - scherzò l'altro.

-Dacci un taglio, non era per quello che... -

-Signori, vi pregherei di smetterla di litigare e seguirmi! - li richiamò il professor Lysle, già entrato nel cunicolo fino all'altezza del collo.

Raggiunto il fondo, l'aria si fece ancora più pesante. Illuminando i dintorni con le torce, i tre videro un lungo corridoio in pietra di fronte a loro.

-Mai vista una tomba così, professore... -

-Nemmeno io. Non è la tipica tomba vichinga, poco ma sicuro. -

Proseguendo lungo il corridoio, il gruppetto avvertì un altro odore oltre a quello di chiuso: l'inconfondibile odore di morte.

-C'è un cadavere qui sotto... - mormorò ancora una volta uno dei due ragazzi; l'altro lo ringraziò sarcasticamente per aver sottolineato l'ovvio.

Il professore, ignorandoli, si era accorto nel frattempo che tutto il loro percorso era leggermente in discesa.

Ripensò a tutte le tombe vichinghe che aveva visitato: Jelling in Danimarca, Gokstad in Norvegia, Tune in Svezia... Ma una cosa del genere gli era del tutto nuova.

Non sembrava neanche una tomba. Sembrava...

I suoi pensieri si interruppero quando, dopo almeno 50 metri di corridoio, giunsero in una stanzetta quadrata, di tre metri per tre, con al centro un piccolo altare.

-Di che si tratta, professore? - domandò emozionato uno degli studenti.

-Sembra che qui abbiano svolto un qualche tipo di rituale... - mormorò l'uomo in risposta, rapito nell'osservazione dell'altare, costellato di rune, - ma la domanda è: perché? -

-Perché cosa? -

-Perché compiere un rito all'interno di una tomba? Venivano solitamente svolti prima della sepoltura, o dopo all'esterno. E' molto strano. -

-Professor Lysle, guardi! Qui c'è un altro corridoio! - esclamò l'altro archeologo, che si era portato avanti.

Gli altri due lo raggiunsero, e constatarono che sì, c'era un altro passaggio. Ma una volta fatto qualche passo al suo interno, furono costretti a tapparsi naso e bocca: l'odore di cadavere era adesso insopportabile.

-Dobbiamo... andare avanti! - esclamò, per quanto possibile, il professore, incoraggiando se stesso e i giovani con lui.

Dopo altri dieci metri in discesa, i tre trovarono la fonte di quell'orribile tanfo: in una specie di ampia caverna sotterranea, umida e fredda, si parò di fronte a loro la visione terribile di un corpo decomposto, ormai ridotto all'osso, col volto scheletrico rivolto verso l'alto.

Con grande autocontrollo, il professore si avvicinò al corpo e lo osservò: - Una... donna, difficile dire di che età, per stabilirlo dovremo far venire qui il nostro collega antropologo. Però è strano... -

-Cosa, professore? -

-I suoi abiti sono indubbiamente di foggia norvegese e risalenti all'epoca vichinga, ma il corpo non sarà qui da più di... vent'anni, ecco. -

-Vent'anni? Non l'avrei mai detto... Mi sembra ieri che è morta sotto ai miei occhi... -

Una voce stanca e amareggiata risuonò nella grotta, lasciando atterriti i tre archeologi, che allora puntarono assieme le torce, con lentezza dettata dalla paura, verso un angolo buio.

Ciò che videro fece cadere in ginocchio il professor Lysle, sgomento e stupito, e tutto ciò che riuscì a dire fu un sommesso “Signore onnipotente...”



Era il 2002 quando mio nonno finì in manicomio. Avevo 10 anni.

Oggi di anni ne ho 21, e per tutto questo tempo non mi è stato mai permesso di andarlo a trovare. Come se la follia fosse contagiosa.

Solo adesso mi rendo conto che non è pazzo.

Perché la fonte della sua follia è comparsa nella mia vita nel modo più inaspettato possibile.

 

  
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Sherlokette