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Autore: Fannie Fiffi    11/01/2014    2 recensioni
« Il sesto passo è quando ti giri e sai che ora è il tuo momento di non voltarti indietro. »
[Francis; 1x08]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Six Degrees of Separation
 


Il primo passo è un sospiro profondo e pesante, sei ancora incapace di analizzare lucidamente ciò che stai vedendo con i tuoi occhi, ma il tuo corpo è il primo a capire ciò che sta davvero accadendo. La risposta fisica arriva subito, è lì, la senti perché i muscoli cominciano a tremare, vibrano, sembrano quasi volersi muovere senza il tuo controllo. Senti che devi rincorrerla, senti che con tutta l'adrenalina che ti circola in corpo in quel momento potresti raggiungere una discreta velocità, insomma, potresti farcela. La tua mente è come spenta, c'è un blackout per l’affollamento di informazioni che il tuo cervello non riesce a spiegarsi, non puoi pronunciare una parola, eppure il dolore parte dalla bocca della stomaco e lo stritola in una presa soffocante. Sono pochi e semplici secondi quelli che scorrono mentre vedi l'oggetto di tutti i tuoi sforzi e desideri scappare via da te, eppure li percepisci come fossero mattoni che ti colpiscono, che ti portano a fondo.
 

Il secondo passo è il battito cardiaco che ti rimbomba nelle vene, nelle orecchie, dietro la testa, dentro agli occhi. Tutto quello che riesci ad ascoltare è quel fastidioso battere, battere, pompare, e fa male. Fa male sentirti così vivo mentre stai morendo, fa male sapere che sopravviverai a tutto questo. Fa male sapere che il tuo cuore batte ancora, nonostante tutto, forte, potente, inarrestabile. Inarrestabile come quel cavallo bianco che la porta via da te, lontano. Perché non la smettono entrambi? Perché il mondo non può fermarsi un attimo e aspettarti, almeno lui, dato che lei non è stata in grado di farlo? Perché non si è voltata, eh? È stato così facile salire su un cavallo, un fido destriero, galoppare lontano e non voltarsi mai indietro?
 

Il terzo passo è un grido disperato che strappa l'aria intorno a sé. Un grido d'orrore, di rabbia. È il grido di chi, preso da un senso d'inutile impotenza, guarda il vaso cadere ma sa di non poter fare in tempo a prenderlo. E il vaso cade, si schianta a terra producendo migliaia di schegge, e queste sono simili a quelle che senti trafiggerti la carne in quel momento. Poi ti accorgi che quel grido era il tuo, che le tue labbra l'hanno lasciato sfuggire e fatto disperdere fra gli alberi e in quell'aria che sembrava tanto pesante da schiacciarti al terreno. Eppure non è la tua voce quella che chiama il suo nome, non sei tu, perché tu sei con lei, lì, a scappare su un bel cavallo verso il vostro lieto fine. No, questo non puoi essere tu, perché non puoi immaginare un mondo in cui tu e Mary - oh, Mary, il suo nome ancora dolce al richiamo dei tuoi pensieri - non siete insieme.
 

Il quarto passo sono le tue ginocchia che d'improvviso tremano, cedono e si abbandonano al suolo; non sono più capaci di sopportare tutto quel peso, il peso delle braccia che l'avevano stretta e del petto che l'aveva accolta, e allora preferiscono spezzarsi e infrangersi sulla terra, nel fango, perché tanto chi se ne importa di quei tessuti pregiati importati dall'Italia, che vengano pure distrutti, che smettano anche di produrli, ormai li hai in odio. Le tue ossa sembrano sbriciolarsi una ad una, non possono più sorreggerti, devi farcela da solo. Qualsiasi cosa accada, devi farcela da solo. Sempre.
 

Il quinto passo è quando, dopo aver capito che un principe e futuro Re non si inginocchia al cospetto di nessuno, ti rialzi finalmente da terra e guardi il sentiero su cui ora rimangono solo foglie morte che si lasciano trasportare passivamente dal vento, ancora memori del passaggio dei due cavalli veloci. Non c'è più, la tua Regina non c'è, se ne è andata, ti ha lasciato. E tuo fratello, quello sporco bastardo macchiato dalle ingiurie della madre, ne ha approfittato; sai che avresti dovuto intuire quali fossero i suoi impudici e lascivi piani fin dall'inizio, avresti dovuto tenerlo il più lontano possibile da lei, dalla tua unica ragione. E ora? Ora hai perso d'un tratto l'amore e un fratello, e di questo te ne saresti ricordato per il resto della vita. Dal dolore alla rabbia cieca e funesta il passo è breve e senza accorgertene il tuo sguardo è cambiato, c'è qualcosa di profondamente oscuro in esso. E allora che brucino tutte le foreste, che scoppino carestie, che esplodano i laghi.


Il sesto passo è quando ti giri e sai che ora è il tuo momento di non voltarti indietro.
 
  
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